La badante

Capitolo 1 - Quel giovedì

Lei stava preparando il pranzo, come al solito, pregustando quello che sarebbe avvenuto dopo.

Dalla cucina sentì la sua voce.

«Ciao, nonna impicciona.»

Era il modo con cui negli ultimi tempi salutava sua nonna, quando rincasava da scuola, convinto che le sberle che cercava di dargli, quando era a portata, fossero dovute a quello che faceva con Irina. Lanciò lo zaino su un angolo, dove vi sarebbe rimasto fino al mattino successivo, poi si sedette a tavola, richiamato dal profumo che emanava il piatto fumante. Quando lei si avvicinò per porgergli il formaggio, guardò le tette e poi assestò una sonora sculacciata. La nonna grugnì fissando entrambi con aria severa, Irina lanciò una risata stupida e incassò lo schiaffo esclamando.

«Dai! Non si fanno queste cose!»

Con un tono che voleva dire il contrario. Tommaso diede un’ultima strizzata al culo generoso della badante e commentò.

«Dopo vieni a farmi ripetizioni?»

Lei non rispose e si sedette al proprio posto, con il sorriso che sfumava lentamente tra le sue labbra. Lo aveva fatto venire molte volte con le mani e tra le sue tette, da qualche giorno stava prendendo in considerazione il coito orale. Non lo aveva mai fatto con nessuno, però la tentava l’idea di prendere in bocca il suo bastone vivo e pulsante. Dopo che lo faceva venire, senza farsi  vedere da lui, leccava gli schizzi di sperma che finivano sulle mani o sul petto. Le piaceva il gusto del seme di Tommy, le sarebbe piaciuto leccarlo e succhiarlo fino a sentirlo esplodere dentro la sua bocca, e poi ingoiare il frutto del suo desiderio.

Sembravano passati secoli da quando aveva fatto sesso con suo marito per l’ultima volta, quella sera in cui indossò la camicia da notte sexy. Ci aveva provato anche in seguito, ma l’ammiccamento seduttivo non aveva più funzionato. Gli stimoli continui dei suoi incontri con Tommy le avevano fatto scoprire i piaceri della masturbazione, che praticava durante le sere solitarie, pensando al ragazzo.

Strinse le gambe per soffocare lo stimolo provocato dal perizoma che strusciava sulle grandi labbra. Da molto tempo non ne indossava uno, al punto da aver dimenticato la dolce tortura provocata dalla sottile striscia di tessuto che divideva in due il suo sesso.

Più tardi, in camera, Tommaso apprezzò la novità al punto che non riuscì a trattenersi e la baciò. Lei non si ritrasse, anzi partecipò in modo attivo al gioco di lingue, tenendo gli occhi chiusi.

«Vieni sopra di me.»

Si stese supino e lei, senza pensare, si mise cavalcioni; quindi, si mosse strofinando il proprio sesso sul suo. Il perizoma era fradicio di umori. Si lasciò andare, piegandosi in avanti, animata da una libidine ormai fuori controllo. Un sottile lembo di stoffa impediva che il pene del ragazzo entrasse dentro di lei. Lo sentiva premere, vigoroso, ingordo. Sarebbe bastato spostare leggermente il filo … lo voleva ma cercò di resistere ... poi ebbe un orgasmo.

«Cazzo.»

Lui non capì, imprigionato com’era nei meandri del proprio piacere.

«Non ti fermare, ci sono quasi.»

Continuò a muoversi, godendo delle sensazioni piacevoli che lentamente scemavano, fino a che anche lui non raggiunse l’apice.

Poco dopo si rivestì pensierosa, le sembrava impossibile che non l’avesse sentita venire, a meno che … non fosse stato sincero.

«Hai mai fatto l’amore con una donna?»

La guardò di profilo, mentre inforcava i pantaloni.

«Te l’ho detto, no.»

Arrossì. A lui sarebbe piaciuto farlo con la sua ragazza, o con qualsiasi altra, peccato che nessuna volesse dargliela. Sapeva di essere una mosca bianca, tutti i suoi amici avevano inanellato già diverse esperienze. Lui, pur avendo avuto più ragazze degli altri, non era mai andato oltre ai preliminari e pompini.

«Ma ho voglia di farlo con te.»

«Sono sposata. Quello che è successo oggi non si deve ripetere, figuriamoci scopare!»

«Lo hai già detto, e sappiamo come è andata a finire.»

Silenzio, lui incalzò.

«Martedì, compro i preservativi.»

Irina uscì senza dire niente, conscia che il suo silenzio era, di fatto, un assenso. In realtà, però, non aveva una risposta. Lei non era fatta per prendere decisioni, era una cosa che faceva suo marito. Si era infilata in un bel casino, dando retta solo ai suoi sensi. Doveva decidere se far diventare Tommaso il suo amante oppure mettere fine a quel gioco.