Sola (con due uomini)

Capitolo 1 - I due amanti

Quella sera, Carla preparò la cena ripensando alla proposta perversa di Simone. Aveva deciso cosa fare ancor prima che lui uscisse: non avrebbe mai ceduto a quel ricatto ignobile, anche a costo di dover rinunciare alla lavanda.

Poco dopo, quando arrivarono i due fratelli, esordì.

«È probabile che la banca non eroghi il prestito per la lavanda. Dovrò abbandonare l’idea.».

Malam prese la parola.

«Lo so. Il tizio della banca è venuto a parlarmi stamattina.».

Lei rimase a bocca aperta.

«Cosa ti ha detto?».

«Di convincerti ad accettare la sua proposta. Non mi ha detto altro. Di cosa si tratta?».

«Niente, una cosa che non farò mai.».

Intervenne Jorge.

«Qualsiasi cosa si tratti, siamo qui per darti una mano. Possiamo aiutarti.».

«Grazie, lo so. Ma non in questo caso.».

Malam si avvicinò e disse in modo accorato.

«Riguarda noi?».

Carla non rispose, si limitò a fare un cenno di diniego con la testa, poi li abbracciò e baciò entrambi.

«Adesso mangiamo.».

Mangiarono il pasto parlando di loro. Carla raccontò della sua storia con Simone, evitando di riportare gli eventi più recenti.

Quando si alzò per sparecchiare, i due fratelli la imitarono per aiutarla. Una volta in cucina, Carla appoggiò la roba e tornò ad abbracciarli.

«Non so proprio come farei senza di voi».

Le mani dei due fratelli si posarono sul suo corpo. Lei sentì rinnovarsi dentro di lei l’eccitazione del proibito, chiuse gli occhi e si lasciò coccolare dalle dolci carezze, un intreccio di mani che le provocavano una vertigine che le annebbiava la mente. Stava per succedere di nuovo ma questa volta non era casuale. I due fratelli le girarono intorno baciandola e toccandola, spogliandola un pezzo alla volta. Quando fu completamente nuda, Malam la prese in braccio e la portò a letto, seguito da Jorge. La depositò dolcemente sul materasso, poi i due si spogliano a loro volta, mettendosi ai suoi lati. Carla li osservò a turno, impugnando i due membri scuri e pronti per l’amplesso. Il piacere carnale, la lussuria di quella situazione così estrema prese presto il sopravvento trascinando il trio oltre; fecero cose che in altri momenti avrebbero ritenuto oscene. La bocca di Carla era lo strumento principe, ansimava per il piacere provocato dalle dita di Malam che frugavano dentro di lei e quelle di Jorge sui suoi capezzoli baciando e succhiando con ingordigia. Non c’erano più tre persone ma un unico essere, un amalgama di sensi.

Dopo i lunghi preliminari, Malam si stese e lei gli salì sopra. Jorge era in piedi e guardava ammirato i due che scopavano lentamente, lasciando che la mano della donna tenesse viva la sua erezione. Lei ansimava, aveva già goduto più di quanto avesse mai sperato, e capì che era tempo di rompere gli schemi, di sentirsi un tutt’uno con i due fratelli che amava.

«Dentro il cassetto.».

Jorge annuì ed estrasse un flacone di lubrificante, quindi preparò l’orifizio di Carla mentre lei e Malam continuavano a muoversi con esasperante lentezza. Era eccitato, al punto che non ebbe bisogno di ungersi col liquido, tanta era la quantità di umori che inumidiva il suo glande. Lentamente salì sul letto e si pose dietro Carla, gli altri due amanti si erano fermati per agevolare la sua penetrazione.

«Mmmmh. Continua, piano.».

«Sei vergine?».

«No, ma non lo faccio da molto tempo. Ti guido io.».

Il fratello minore raccolse quella che sembrava quasi una preghiera. Appoggiò la punta e spinse lentamente, guidato dalle strette di una mano della donna appoggiata su un suo polpaccio. Una volta dentro, si appoggiò sulla schiena bianca della sua amante.

«Va tutto bene?».

Lei girò il capo e sorrise.

«Sì, è magnifico, ora siamo una cosa sola. Ora lasciate guidare me.».

Carla era ingabbiata tra i suoi due amanti, iniziò un lento movimento con il bacino per lasciare che i due orifizi si adeguassero ai corpi estranei. Sentiva il culo in fiamme, pregò Jorge di uscire e lubrificarla di più. La seconda inserzione fu più facile e piacevole. Si sentiva impalata e follemente eccitata per quella situazione. Era pronta.

«Adesso voglio che mi scopiate.».

Jorge fu il primo a guidare il pene avanti e indietro. Sentiva chiaramente quello del fratello dentro la vagina, e percepì che quello sfregamento indiretto stava aumentando anche la sua eccitazione, al punto che anche Malam non riuscì più a resistere e iniziò a sua volta a muoversi.

Carla si stava facendo scopare da due uomini, e la cosa le piacque al punto da farla sentire sporca. Baciò Malam in bocca, incrociò il suo sguardo incredulo per quello che stava accadendo, mentre Jorge la stava montando da dietro mordicchiandole il collo. Era una cosa brutale, animale, incredibile. Già dopo pochi minuti sentiva il suo corpo al limite della tensione, stava provando una nuova forma di piacere, un climax che non aveva mai un apice ma neanche una fine. Perse qualsiasi contegno.

«Sono la vostra troia, riempitemi con il vostro sperma.».

Malam non era abituato a quello, durante il sesso non parlava. Jorge, viceversa, prese la palla al balzo.

«Ti rompo il culo, troia!». E affondò dentro di lei al punto da farle perdere l’equilibrio.

Carla lanciò un urlo, sentì un dolore lancinante provenire dallo sfintere, al punto che lo tastò con una mano per assicurarsi che il suo amante non avesse fatto quello che aveva detto. In quel momento anche Malam iniziò ad aumentare gli affondi dentro la sua vagina.

«Mmmmh.».

Si muoveva sotto di lei, i loro petti grondanti di sudore si strofinavano tra loro aumentando la voglia. Carla era in balia dei due ragazzi che si alternavano martellandola in modo sempre più concitato. Aveva il fiatone e sentiva il cuore esploderle nel petto. I due non avevano più bisogno di essere incitati, erano arrivati al punto in cui la loro animalità accecava ogni sentimento. Pur esausta ma resistette fino a che i suoi due amanti raggiunsero la pace dei sensi. Come aveva chiesto, le riempirono intestino e vagina con il loro seme, poi si accasciarono sul letto. Era stanca ma felice. Li guardò uno per volta, e per la prima volta, da quando li conosceva, li vide sorridere nello stesso momento. Fece altrettanto chiedendo ironica.

«Di cosa volevate parlarmi?».