Ammanettato al letto
Capitolo 2 - Due contro uno

Seguo Vittoria in camera, incapace di staccare gli occhi dal suo culo. Fammi felice e dammelo!
Nella stanza c’è un letto a due piazze con una coperta marroncina. La finestra si affaccia sulla campagna dietro a delle pesanti tende, oltre corrono file di meleti. Un armadio con una specchiera riduce il passaggio ai piedi del letto ad un paio di spanne.
La ragazza inizia a sbottonarsi la camicetta. Continua a sorridermi. «Spogliati, William, non riesco ad aspettare di scoparti!»
Sogghigno. Mi sfilo la maglietta, i miei pettorali e addominali si riflettono sullo specchio. «Non vedo l’ora nemmeno io, Vittoria.» Da come si comporta in palestra, sembrerebbe una che se la tira e si comporta come se chi le sta attorno non abbia il diritto di vederla, e invece…
Lei si toglie il reggiseno. La seconda che pende dal suo petto non può competere con il suo culo.
«Ti piacciono le mie tette?»
Le prendo e le sollevo. Una nuova scarica attraversa il mio uccello: le tette sono sempre tette. «Non ne hai idea…»
Vittoria ridacchia e mi sbottona i pantaloni, che cadono ai miei piedi. Blocco i retro delle scarpe con le punte e me li sfilo uno dopo l’altro.
Lei ha messo una mano nelle mie mutande e mi stringe il cazzo, gonfio e in tiro. Me lo tira fuori e lo contempla. Annuisce. «Ci divertiremo parecchio…» Mette le mani sui miei pettorali e mi sospinge verso il letto. «Sdraiati.»
Mi lascio cadere sul materasso, più duro di quanto mi aspettassi. La coperta è pelosa e calda. La testa mi gira di nuovo. Chiudo gli occhi e sbatto un paio di volte le palpebre. Cosa…
Vittoria si siede sul mio bassoventre, il mio cazzo in tiro si appoggia contro la valle tra le due chiappe meravigliose. Lei si inchina in avanti e mi bacia di nuovo, ma è una cosa veloce. «Adesso sì che ci divertiamo, William…»
Si allunga su di me, i suoi seni finiscono sul mio viso, passano sopra i miei occhi. Per quanto piccoli, sono paradisiaci… Mi viene voglia di addormentarmi sotto Vittoria. Può cavalcarmi il cazzo finché vuole, farmi sborrare fino a quando ho le palle raggrinzite…
Lei prende la mia mano sinistra e stende il braccio. Qualcosa di freddo mi blocca il polso.
«Adesso, William,» Vittoria si tende dall’altra parte e mi allunga il braccio. «ci divertiamo, noi due.»
Si solleva davanti a me. Il suo sorriso è scomparso, mi fissa con rabbia.
Muovo il braccio sinistro: si sposta di qualche centimetro e qualcosa di metallico blocca la mano. «Cosa stai…» Anche l’altro braccio è trattenuto da qualcosa.
Altro metallo mi blocca entrambe le caviglie, mi ritrovo con le gambe aperte. Al mio movimento si solleva uno sferragliare.
«Cosa stai facendo?» Le braccia non si spostano che di qualche pollice dal letto. Delle manette mi bloccano, assicurate alla testiera del letto. «Vittoria?»
Le ride. «Te l’ho detto che ci saremmo divertite, noi due, William, ma intendevo io e Linda.»
Linda? Linda‽ «Che cazzo stai…»
Da dietro la schiena di Vittoria compare una chioma bionda a sovrastare un viso allungato. Gli occhi nocciola di Linda brillano in un sorriso. «Ciao, William.» Lei sale sul letto in ginocchio e gattona, il suo grosso seno dondola. Si inginocchia accanto a me, si inchina e mi appoggia un bacio sulle labbra.
La cosa sta diventando più interessante di quanto mi aspettassi…
Lo sguardo di Vittoria mi fa cambiare idea. «Sporco pervertito, lo sappiamo che ti piace fissarci il culo quando siamo in palestra.»
Linda si siede come gli indiani incrociando le gambe. Un ciuffo biondo a forma di triangolo sottosopra punta alla sua figa rosa. Le piccole labbra sono appena discoste. «Già, porcellone.»
Deglutisco e fatico a distogliere lo sguardo dal corpo della bionda e portarlo su Vittoria. «E cosa volete farmi?»
«Siamo certe che quando torni a casa dalla palestra, sudato e puzzolente, ti seghi fino a sborrare pensando a noi due.» Le labbra della ragazza si sollevano in un’espressione di disgusto.
Sospiro. «Beh, sì. Lo ammetto.» E anche su un altro paio di ragazze della palestra: ci saranno anche loro nascoste da qualche parte? «Quindi, cosa avete intenzione di farmi?»
Vittoria stringe gli occhi. «Esiste una pratica che veniva usata sui pervertiti come te. Dovevano menarselo fino a venire e poi continuare, tenendo sempre a mente la propria fonte di arrapamento. Gli dava un senso di disagio che gli faceva detestare ciò che li eccitava.»
Scuoto la testa. È come se me l’avessero foderata con del cotone. «Volete scoparmi fino a farmi odiare i culi?» Non so decidermi se è la cosa più stupida o… no, è la cosa più stupida che abbia mai sentito.
«Grosso modo.» Linda si stende accanto a me, prona. I suoi seni scompaiono ma le sue chiappe si ergono in tutta la loro maestosità: sono così sode e staccate tra di loro che sembrano davvero la parte superiore di un cuore stilizzato. La ragazza appoggia le labbra sul mio collo e mi bacia con un succhiotto. «Scoperemo il tuo corpo come tu vorresti usare il nostro per il tuo piacere.»
Un senso di benessere ed eccitazione invade il mio corpo. Vittoria può cercare di mettermi paura finché vuole, ma l’idea di essere scopato da Linda mi sta facendo dolere il cazzo tanto è diventato duro.
La mora si sporge indietro, le sue mani afferrano le mie palle. «Sono belle gonfie, porco. Ci vorranno diverse cavalcate per svuotartele.»
Linda si avvicina al mio orecchio. «Io conosco qualche trucco per riempirtele ancora di più…» La punta della sua lingua passa sul padiglione dell’orecchio. Chiudo gli occhi, il mio fiato freme nell’uscirmi dal naso. Se queste due non iniziano a fottermi, sborrerò da solo.
Vittoria si alza in ginocchio e si sbottona i pantaloncini di jeans. Li abbassa e sotto indossa solo un paio di collant neri affrancati all’elastico delle mutandine, nient’altro. Lei è depilata, senza un singolo pelo. «Non preoccuparti, William. Il sedativo che ti ho messo nel tè non dovrebbe dare problemi con il tuo cazzo.»
Stronza, ecco perché faceva così schifo… «Mi… mi hai drogato?»
La donna appoggia le mani sul mio petto muscoloso, solleva una gamba come un cane che deve pisciare e si posiziona sopra il mio cazzo in erezione. È già scappellato per l’eccitazione e il glande è rosso e luccica. La grossa vena bluastra percorre l’asta muovendosi in pigre anse. Lei lo afferra, lo tiene fermo e lo indirizza verso la sua figa.
La cappella tocca l’imbocco del suo utero, lei scende e io la penetro, scivolando dentro il suo sesso umido e accogliente. È un lago di trasudo.
Vittoria prova a non mostrarlo, ma le è impossibile trattenersi dal mordersi un labbro e socchiudere gli occhi. Io mi lascio sfuggire un sospiro roco. «Ah…»
Non impedisco al mio volto di lasciar trasparire tutto il piacere che sto provando. «Cazzo, sì, Vittoria.»
Lei mi sputa sul petto e mi fa il dito medio. «Fottiti, pezzo di merda!»
Dovrei dirle che la volgarità mi eccita e che sta soddisfacendo, suo malgrado, un paio di mie fantasie sessuali? Se ci si mette anche Linda, posso tirare una linea su quattro o cinque…
Vittoria mette le mani sui miei addominali e solleva l’inguine. La mia cappella scivola tra le pareti della sua figa, come mezza dozzina di lingue che mi leccano il glande. Si abbassa, impalandosi di nuovo, e l’eccitazione cresce ancora più.
Linda si mette in ginocchio accanto a me. Le sue tette sono un capolavoro… cazzo, quanto vorrei succhiare i suoi capezzoli. Mette le labbra a culo di gallina. «Intanto che Vittoria ti violenta, io non voglio di certo stare qui a vedere ma farti qualcosa di molto sgradevole.» Le sue piccole labbra hanno assunto un colorito più scuro e minuscole gocce luccicano.
Mi passo la lingua tra le labbra. «Sai cosa troverei molto spiacevole? Che ti sedessi sulla mia faccia e mi costringessi a leccartela.» Faccio una smorfia di disgusto che non ingannerebbe nessuno. «Oddio, che schifo.»
L‘espressione di pensiero sul viso di Linda è artefatta quanto la mia. Si pone un dito sulle labbra. «Ci avevo pensato, ma non lo è abbastanza… Dopotutto, ti meni il cazzo pensando a me.» Solleva anche lei una coscia, la sua figa che gocciola sul mio petto, e si siede sulle mie scapole.
Il contatto del suo culo con il mio corpo è una sensazione meravigliosa. «Cos’hai intenzione di…»
Linda mette le mani attorno alla mia testa e la tiene ferma e solleva il suo inguine.
«…farmi? Linda, che…»
La ragazza appoggia il suo basso ventre contro il mio mento e si abbassa. Le labbra, grandi e piccole, scivolano fino alla mia gola, fermandosi sul mio pomo di Adamo, una scia di succhi sessuali bagnano la mia pelle. Il profumo di eccitazione di Linda mi riempie il naso, i polmoni, il cuore.
Linda ti prego fotti ogni punto del mio corpo!
La ragazza mi guarda incapace di trattenere un sorriso. «Ti piace, William?»
Il cazzo è duro come una barra di metallo nella figa di Vittoria. Nemmeno io riesco a trattenere un sorriso. «Tantis— Cioè, no. Voglio dire: che schifo.»
Linda si solleva, fa scivolare il suo sesso lungo il mio mento. Il suo clitoride si sta gonfiando abbastanza da uscire da sotto il cappuccio. Cazzo, quanto voglio succhiarlo… voglio vedere questa splendida dea scuotersi sul letto per il piacere dell’orgasmo.
Dell’orgasmo che gli darò io.
«Finiscila, Linda! Non stiamo facendo un piacere a questo pezzo di merda.» Vittoria continua a cavalcarmi. Le sfugge un ansimo. Spinge fino in fondo, il mio uccello si scappella dentro di lei. La sua eccitazione cola lungo l’asta e sulle mie palle. «Ci stiamo vendicando perché si sega su di noi.»
La bionda scende lungo il mio collo. L’umidità che si lascia dietro il suo sesso è maggiore. «Davvero te lo meni quando pensi a me?»
Lo ammetto con lo sguardo.
Lei scuote la testa, le sue labbra si discostano appena. «Che porcellino. Magari sulle foto del mio Instagram…»
Le tette di Linda sono meravigliose viste da davanti, ma da sotto sono divine. Sto per commuovermi. «Non ho Instagram.»
Linda sposta il suo sguardo a sinistra e si scosta una ciocca di capelli dietro all’orecchio. «Peccato… Non sai cosa ti…»
Un malessere che ben conosco cresce d’intensità nel mio inguine, l’uretra comincia a bruciare. Stringo il culo per trattenere lo stimolo. «Vittoria, fermati! Sto per venire!»
La mora assesta un altro affondo di bacino. «Sei una merda, William. A sentire le troie che ti sbatti, sembra che duri delle ore.» Il cazzo scivola fuori per una buona metà dal corpo della donna, rientra quasi del tutto.
Di solito non ho Linda che si fotte il mio mento. «Sì, fermati…» Mi mordo le labbra. «Lasciami un attimo di tregua o…»
«Vaffanculo.» Le mani di Vittoria si appoggiano sul mio costato e aumenta la velocità della scopata. Il letto cigola, il cazzo sprofonda fino quasi alla base.
Mi trattengo, chiudo gli occhi e provo a bloccare lo stimolo. Le dita di Linda mi accarezzano il volto, mi coccola.
«Ci penso io, dopo,» sussurra.
La pressione è troppo elevata, Vittoria non è di nessun aiuto. ‘fanculo, peggio per lei. Mi lascio andare. La sborra scorre nell’asta del mio cazzo, una sensazione di benessere si irradia dall’inguine nel resto del mio corpo. Gemo, tremo e il mio seme irrompe nella figa di Vittoria, uno spruzzo dopo l’altro, liquido caldo si interpone tra la cappella e le pareti della vagina. La sborra che erompe sul meato ha lo stesso effetto di una lingua che lo lecca. «Ah!» esalo tutto il fiato che ho nei polmoni.
La tensione nei muscoli evapora, la mente si libera. Sospiro, che soddisfazione... Non è il suo buco del culo, ma va bene così.
Le mani di Linda mi stanno ancora accarezzando il volto. «Mi piace come godi, William.»
Spero che adesso tocchi a lei scoparmi…
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