Ossessione
Capitolo 18 - Cagne svizzere e cagne a stelle e strisce

Il lampione accanto al piccolo supermercato con la facciata in legno sfreccia accanto a me: lascio andare il gas e la moto rallenta. Non ci sono auto sull’altra corsia di Via Mengiots e svolto nel parcheggio della Chesa del Piacér senza tirare il freno. Mi raddrizzo, passo tra il tombino e il rattoppo dell’asfalto e la moto si ferma a pochi centimetri dal muro, nel posteggio che ho oramai eletto a mio personale.
Inclino la moto a sinistra e allungo la gamba per fermare la caduta. Oramai non ha più segreti: dal cavallo selvaggio che era le prime volte che l’ho usata sotto lo sguardo di mio zio e mia madre, con la mano sulla bocca e gli occhi sgranati, è diventato il mio inseparabile compagno di viaggi, sia su asfalto che sterrato.
Scendo con agilità, abbasso il cavalletto e metto a riposo la CFMOTO. Un paio di pacche sul sellino caldo per il mio culo sono oramai una tradizione. «Poi, questo pomeriggio, ci fermiamo a Brusio a fare il pieno, eh?»
La bicicletta di Andri è silenziosa al confronto del mio mezzo. Sfreccia per il parcheggio del bordello fino a fermarsi a mezzo metro dalla rastrelliera con uno stridio. Ricordo che le prime che ci vedevamo nel parcheggio si bloccava di colpo e faceva sollevare la ruota posteriore.
Lui scende e spinge la bicicletta fino a inserire la ruota nella rastrelliera. I muscoli delle spalle tendono il tessuto della maglietta, il culo riempie i pantaloncini.
Mi sfilo il casco e lo appendo al manubrio della moto. «Alegra, Andri!»
Il ragazzo mi fa un cenno. «Ciao, Marta.»
«Com’è andato il fine settimana?»
«Bene.» Si toglie il caschetto e lo aggancia sotto il tubo superiore della bicicletta. «E tu?»
Non si gira nemmeno. Quando c’eravamo appena conosciuti, a metà giugno, si comportava come se scoparmi fosse la cosa più importante della sua esistenza, non perdeva occasione di fare allusioni o mostrarmi il suo cazzo mentre eravamo sul lavoro… Cos’è successo, tra noi?
Sospiro. «Sì, bene. Grazie.» Mi sembra inutile raccontargli del mio incontro con Emma e Lisa, e di com’erano sorprese mentre spiegavo loro il mio vero lavoro. “Adesso capisco perché non ti ho mai trovata al bar a Poschiavo…”, aveva detto Lisa. O delle foto che Giovanna mi ha mandato dal suo viaggio di nozze in Grecia. Merda, quanto mi manca, era la mia unica vera amica, qui al fast food…
Andri mi precede e tiene aperta la porta degli spogliatoi. «Sei pronta ad una nuova settimana di lavoro?» Usa di sicuro più trasporto quando parla con il suo cane…
«Sì, sono pronta a dare il mio meglio! I clienti devono innamorarsi di me!»
«Brava.»
La porta si chiude alle nostre spalle e mi segue senza aggiungere una parola. Non mi fisserà più nemmeno il culo, come un tempo. Quando mi rifiutavo di fare sesso anale sembrava fosse la cosa che più bramava del mio corpo, ma dopo che mi sono fatta sverginare dal tipo con i tatuaggi è come se non gli interessasse più nulla di me come possibile amante. E poco di più come persona…
È perché mi faccio fottere da… Scuoto la testa: no, che cazzata, è stato fidanzato con Eva e Sabine, ed entrambe sono delle puttane come me, ma con loro c’è molta più complicità.
Le spalle mi si incurvano, ogni metro che percorro mi fa passare la voglia di essere qui.
Mi volto. «Ehi, Andri! Lo sai che ieri sono arrivata a quattro stelline e sette nella valutazione sul sito?» Cazzo, volevo brindare, ieri sera, quando l’ho scoperto! Sono solo a un decimo di stella dalla cagna, poi Giulia potrà baciarmi il culo, lei e la sua simulazione di orgasmi e lo squirto in faccia ai clienti!
Andri è davanti al suo armadietto aperto, si sta togliendo una scarpa con l’altro piede. Volta il capo verso di me e fa un cenno. «Davvero? Brava.»
Speravo in un po’ più di entusiasmo… Sorrido, gli faccio l’occhiolino. «Sto per raggiungerti.»
Si solleva la maglietta. Il tatuaggio con le due montagne stilizzate è appena visibile sul fianco abbronzato. La scritta "Nihil enim fit quod hominem sustinere non possit" si legge a stento. «Sono a quattro e sette?»
Mi fermo con in mano il cursore a metà della corsa della zip della tuta da motociclista. Sbatto gli occhi. «Non sai qual è la tua valutazione? Non la controlli mai?»
Lui ha la maglietta in mano, mi guarda sorpreso. Scuote la testa. «No, perché? I clienti sembrano soddisfatti, nessuno si è lamentato di me da anni.» Solleva le spalle e lancia la T-shirt nell’armadietto. «Finché scopo, mi diverto e mi pagano per farlo…»
Devo chiudere la bocca rimasta aperta. Come fa a non interessargli? Non vuole sapere cosa pensano le donne che lo pagano per farsi fottere, e gli uomini che pagano per fottere lui? È… inconcepibile…
La porta d’ingresso cigola e la luce del corridoio si accende.
Mi si stringe lo stomaco nel sentire la voce della cagna.
«…e quello la guarda e fa: “ma non era questo pesce che intendevi?”»
Eva e Sabine scoppiano in una risata fragorosa che rimbomba nello spogliatoio. Accompagnano Giulia, che si sta godendo l’effetto della sua stupida barzelletta sulle sue due nuove amichette. Eva ci vede e, senza smettere di ridere, con il viso congestionato dallo spasso della battuta, ci saluta con una mano.
Quasi più per riflesso, un sorriso sghembo tira le mie labbra. Troie, tutte e tre: Giulia per prima, e le altre due a correrle dietro.
In mutande, deformate dalla virilità che sfoggia sul luogo di lavoro, Andri schiocca le dita di una mano e fa il gesto della pistola alle tre. «Alegra, ragazze!»
Eva gli dà un bacio sulle labbra. Apre l’armadietto e inizia a sbottonare i pantaloncini di jeans.
Sabine appoggia una mano sulla spalla di Giulia, che si ferma e si volta verso di lei, sorridendole. Si baciano sulla bocca, e la cosa è ben più intensa di quanto abbia fatto Eva con Andri. Trattengo una smorfia: avevo intuito che tra la cagna e la mulatta stesse nascendo qualcosa, ma non pensavo che Giulia riuscisse a farsela così amica…
Sabine le accarezza il viso senza staccare le labbra, Giulia le mette le mani sotto il rigonfiamento della maglietta e le solleva il seno: per essere la metà del suo, dimostra di apprezzare quanto sta palpando.
Andri non distoglie lo sguardo, le sue mutande si deformano ancora più.
Le due stronze si staccano una dall’altra con uno sforzo mentale nemmeno siano gemelle siamesi. Continuano a fissarsi negli occhi.
Sabine sorride come il peggior pervertito. «Questa notte è stata fantastica.»
Giulia abbassa lo sguardo, ma le sue labbra continuano a mostrare la sua soddisfazione. «Tu sei stata fantastica.»
Andri sospira, non ha ancora smesso di fissare le due. «Allora, com’è Giulia come maestra di squirting?»
«Bravissima!» La voce di Eva è squillante. «Venerdì sono riuscita anch’io e…» Il viso della ragazza si illumina, gli occhi le brillano. Sembra una di quei personaggi ridicoli degli anime che vedevo da piccola, quando avevano una mezza esperienza trascendentale. «…figa, che godimento!»
Giulia ha in mano la camicetta. Le sue oscene bocce sono tenute su da un reggiseno che deve avere dei tubi in metallo al posto dei ferretti. La cagna sorride alla sua alunna. «Hai spruzzato come una professionista! Io ho impiegato il doppio del tuo tempo ad arrivare al tuo livello.»
Il viso di Eva si illumina ancora più. «Oggi spero di riuscire a farlo con un cliente, muoio dalla voglia di vedere la sua faccia!»
Ho smesso di respirare da almeno una decina di secondi e le falangi mi fanno male tanto le stringo. Adesso tutte sanno spruzzare mentre vengono scopate? Io sono l’unica qui dentro che non sa farlo?
«Non obbligarti,» la cagna sgancia il gancetto del reggiseno e se lo sfila; le sue grosse tette sono sotto gli occhi di tutti: sembra non aspetti altro che farle vedere in giro… «come dicevo a Sabine…» le lancia un’occhiata e un sorriso fugace compare sulle sue labbra.
Sabine le manda un bacio.
«…come dicevo a Sabine, la cosa importante è che ti diverti tu, e il cliente sarà soddisfatto.»
Ma vai a cagare, “l’importante è che ti diverti tu…”. Io sono una professionista, il cliente deve godere come mai prima in tutta la sua vita quando scopa il mio corpo. Se voglio divertirmi, cerco il mio Nintendo DS in soffitta e mi faccio una partita ai Pokemon.
Un sorriso appena accennato compare sulle labbra della cagna. Le sue tette abnormi sono puntate contro di me, i suoi capezzoli sembrano due medi sollevati. «Ehm… Marta…»
Il mio fiato si mozza, entra nelle narici a tratti trasportando il fetore dell’antisettico che gettano a litri nello spogliatoio. Le spalle mi tremano. «Co…» Mi schiarisco la voce. «Cosa c’è, Giulia?» Da quando questa cagna ha preso tutta questa confidenza?
«Pensavo che…» La bionda abbassa lo sguardo, come se si contemplasse le tette. «Sei l’unica che non ha imparato… pensavo che, magari… vorresti…»
Ho la bocca aperta. Come si permette questa stronza a volermi insegnare qualcosa? Io… io non ho bisogno di pisciare a comando per…
La porta che dà sugli uffici si apre, il nostro capo è sull’uscio.
«Buongiorno, signor Rigonalli.» Distolgo lo sguardo dal riporto e dagli occhialetti tondi. Non so se portarlo sulla pappagorgia o sul pancione.
Gli altri lo salutano quasi in coro. «Ciao, Hans!»
Il capo getta un’occhiata su tutti noi. «Buongiorno, ragazze. E Andri.» Resta un istante di più su Giulia, lo stronzo. Lei è la sua amante. Li ho visti solo quella volta, ma sono certa che spesso lei se la fa ancora pulire dal capo. È per questo che ha dei voti così alti sul suo profilo: se li fa aumentare dal capo per farsi scopare.
Hans fa un passo avanti. «Allora: dopo che Sasha… o Giovanna, come si chiama davvero, ha deciso di lasciarci per un uomo…»
Sabine scuote la testa. «Che follia.»
Scroscio di risate che Hans cerca di contenere sollevando le mani. «Come dicevo: dopo che Giovanna si è licenziata, il vostro gruppo è rimasto senza un membro.»
«Quello di Andri basta e avanza!» sogghigna Eva.
Nel nuovo scroscio di risate il ragazzo le dà un bacio su una guancia.
Hans solleva di nuovo le mani, ma ridacchia anche lui. «È questo che mi piace del vostro gruppo: siete davvero affiatati. Comunque, come vi avevo detto la settimana scorsa, abbiamo una nuova ragazza.»
Sgrano gli occhi. Quindi, finalmente, non sarò più l’ultima ruota del carro del gruppo? Smetterò di essere il bocia, come direbbe mio padre in cantiere? Era ora! Una nuova, piccola ed inesperta Marta, che dovrò prendere sotto la mia ala protettrice prima di finire tra le grinfie di Giulia e le sue cazzate sul divertirsi con i clienti…
L’uomo fa un passo avanti e una bionda più bassa di me, più giovane di me, con più tette di me, compare sulla porta.
Lei saluta con una mano. «Hi guys! Il mio nome è Briana.» Sorride, ci passa in rassegna con lo sguardo, o almeno è il suo intento: dopo di me incrocia Andri e la sua attenzione cade sul suo cazzo.
Il cazzo mostra tutta l’attenzione che Andri ha verso la nuova arrivata. Una buona spanna abbondante di attenzione, con una punta rossa ed una goccia di precoito che esce dal meato…
Eva si fa avanti e stringe la mano a Briana. «Alegra… voglio dire: welcome!»
Briana la abbraccia. Deve mettersi in punta di piedi per arrivare all’altezza della svizzera.
«Spero non ti sconvolga vedere delle persone nude come primo approccio al tuo nuovo lavoro.»
La nuova venuta sorride. «Io fitness influencer e ha una Onlyfans: nudo ultimo mio… problema.»
Hans si ritira fino alla porta. «Vi lascio la ragazza, mi raccomando: trattatela bene.»
«Non preoccuparti, Hans.» Sabine gli fa l’occhiolino. «L’orgia di benvenuto la rimandiamo al termine del turno.»
Le scocco un’occhiataccia. A me, l’orgia di benvenuto non l’aveva proposta nessuno. Che stronza… ma che aspettarsi da una che è diventata la fidanzata di quella cagna di Giulia, solo perché le ha insegnato a spruzzare piscio sui clienti?
Il capo fa un cenno a Briana. «In bocca al lupo.» E chiude la porta, lasciandoci soli.
Andri appoggia una mano su un fianco. Non può evitare di provarci con la nuova arrivata davanti a me? «Cosa ti porta qui, Briana, in un… in una casa di piacere svizzera? Sei… inglese?»
La ragazza cerca con tutte le sue forze di non fissare il cazzo davanti a lei. «Io sono americana. Big Timber, in Montana.» Deglutisce e sorride, riesce a staccare gli occhi dall’inguine di Andri. «Io vuole entrare nel porno, e mio agente detto me che per preparazione consigliato di fare escort. Ero in St. Moritz a fare shoot di video per mio Onlyfans e scoperto che Chesa dal Piacér cercava nuova ragazza e io chiesto se prendeva.» Alza le spalle. «E ora io qui.»
Eva le dà un paio di pacche sulla spalla. «Non ti dispiacerà lavorare qui, se ti piace scopa… fare sesso. Ti hanno dato una chiave per l’armadietto?»
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