Ossessione
Capitolo 11 - Tutti amano Giulia

Faccio il fiocco alla mia fettuccia e la giro sul fianco. Dopo un paio di giorni di prove, non si rivela essere così difficile indossare l’outfit da sala minimalista del fast food, ma dovrei trovare uno stile mio. È lo stesso di Eva… e soprattutto di Giulia.
MI si stringe il petto al pensiero della vista del suo profilo sul sito del bordello… 4,8 stelle su cinque… Com’è possibile? Più di tremila commenti, e i quattro o cinque che ho avuto la pessima idea di leggere sembravano scritti da fanatici, adepti di una religione che venera la bionda…
Il 4,5 e i due commenti entusiasti che ho ricevuto il primo giorno di lavoro, i complimenti del capo, lo stupore di Eva e Andri non sono che polvere negli occhi, qui dentro.
Chiudo l’armadietto, il suono dello sportello che chiude rimbomba nello spogliatoio ancora vuoto. Questa mattina mi sono svegliata ad orari improponibili, e alle sei mi sono alzata, ho preso la moto e mi sono fermata ad una panchina sul Passo del Bernina a guardare il sole sorgere. Il fresco dell’aria non ha fatto molto per il mio umore. E la doccia calda che ho appena finito non ha migliorato la situazione.
«Alegra, Marta.» Andri compare dall’angolo del corridoio che conduce al parcheggio dei dipendenti della “Chesa del Piacér”. Indossa la sua solita maglietta bianca e un paio di pantaloncini neri da ciclista che lasciano intuire il suo cazzo da pornostar anche in stato di riposo. «Sei arrivata presto, oggi.»
«Ciao, Andri.» Sono tre giorni che tutte le mie colleghe ripetono che la mia figa e il suo uccello si uniranno, così com’è accaduto a loro, e con profonda soddisfazione di entrambi, Andri non evita di provocarmi e io non riesco a smettere di guardarglielo: cosa aspetto a far sì che la profezia si avveri?
Apre l’armadietto accanto al mio e comincia a spogliarsi.
Mi siedo sulla panca. Non è educazione fissare qualcuno che si sta spogliando, ma non posso farne a meno. Andri ha un corpo meraviglioso, muscoloso, vorrei essere stretta da quelle due braccia grosse. Accarezzare quel culo marmoreo mentre il suo cazzo entra dentro di me e mi fa godere come le sue clienti.
Lui si toglie le mutande, è girato di spalle.
Lancio un’occhiata, non c’è ancora nessuno.
«Andri…»
Il ragazzo volta il capo per guardarmi. Fa apposta? «Dimmi, Marta.»
Sospiro. Gli appoggio una mano sul fianco e lo sospingo per farlo voltare. Il cazzo, lungo più di una spanna adesso che è ancora semi-eretto, compare davanti al mio viso.
Su quello di Andri compare una smorfia di soddisfazione. «Cosa c’è?» Come dire che non lo sa…
Non ricordo di essere mai stata tanto attratta da un uccello in vita mia. La sola vista di quello di Andri mi fa bagnare più di quanto mi accada di solito. Lecco il polpastrello del pollice e lo passo sulla cappella mezza scoperta dal prepuzio. Un vago afrore di eccitazione si solleva dalla punta, il mio tocco fa vibrare il cazzo e trattenere il fiato al ragazzo che ci è attaccato.
Andri apre bocca per dire qualcosa ma non ne esce che un fiato di piacere. Lui vuole essere dentro di me quanto io lo desidero, ma è troppo professionale per scopare prima del lavoro e ritrovarsi scarico quando le clienti lo richiederanno per le sue doti fisiche e la sua capacità di farle godere.
Passo le dita sul cazzo, caldo e in espansione. Ho bisogno di uno sforzo fisico per non ripetere quanto ho appena fatto con il dito ma usando la lingua. Sorrido ad Andri.
«Alle due, non perdere tempo con quelle puttanelle delle nostre colleghe.» Apro le cosce e faccio lo stesso alle labbra della mia figa con la mano libera. «Ti aspetta questa da soddisfare.»
Gli occhi di Andri brillano. La sua espressione strafottente e da seduttore è caduta sotto quella di qualcuno che sta per gustare il miglior dolce che esista.
«Finalmente, Marta…»
Si inginocchia davanti a me, appoggia una mano sul mio capo e le sue labbra sono appoggiate alle mie.
Il cuore mi fa un balzo in gola.
Andri succhia il mio labbro inferiore, la punta della sua lingua lo lecca.
La tensione nelle mie spalle scompare, il senso di malessere nelle mie viscere scivola nell’inguine, infiammando ancora più il mio sesso. La mia mente si svuota, il profumo della pelle di Andri diventa il più buono che abbia mai accarezzato il mio olfatto. Cazzo… è belliss—
Il suono della porta d’ingresso è uno schiaffo su di noi.
Andri si stacca dalle mie labbra, si mette in piedi, si allontana di qualche passo per non lasciarmi il cazzo in faccia e si volta verso il suo armadietto.
Giulia fa il suo silenzioso ingresso. Le sue tette mostruose si muovono appena al movimento delle sue gambe, non ci degna di uno sguardo. Starà pensando al suo 4,8 su cinque, a come si è ditalinata ieri sera leggendo i commenti d’amore dei bastardi che se la fottono.
Cagna…
****
Appoggio il vassoio con un french toast ed uno smooth giallognolo tenuto con due mani sul tavolo. «Buongiorno, sono Marta e sono la sua hostess.»
«Conosci il reverse cowgirl?»
Sorrido al cliente, annuendo. È un ragazzo di forse trent’anni, dal fisico asciutto e dai capelli neri scompigliati ad arte. Indossa un paio di occhiali scuri di buona fattura anche se siamo all’interno del fast food.
Per fortuna sono pochi quelli che chiedono queste stronzate acrobatiche: vuoi fottermi la figa mentre fai colazione, cosa devi tirare fuori queste menate? Una volta che mi sborri dentro sei a posto, o no? Non importa, basta che sia soddisfatto. Soddisfatto al punto da darmi un cinque come valutazione.
Il ragazzo si alza dalla sedia, la ruota verso il corridoio tra i tavoli e si abbassa pantaloni neri e mutande con una mano. Un cazzo già in tiro si alza dal suo inguine, la cappella rossa fuori dal prepuzio. Si risiede, il culo spinto fino al bordo della sedia.
Gli passo una gamba sopra il suo inguine dandogli la schiena. Afferro l’uccello, lo tengo fermo e mi impalo. Il glande mi scivola tra le pareti della vagina, la curva dell’asta preme contro quello che dovrebbe essere il punto G. A pensarci, potrei provare questa posizione con Dario, quando ci ritroveremo a Pavia…
Emetto il gemito di piacere di servizio, come lo chiama Eva. «Ah… Mi piace come mi riempie il tuo cazzo… Ah…»
Il ragazzo infila le mani sotto le mie braccia e mi prende le tette. Inizia a impastarmele come se stesse controllando la maturazione della frutta. «E tu sei bella calda e bagnata, puttanella…»
Mi spingo con le gambe e sollevo il bacino da quello del cliente, il cazzo che scivola fuori per quasi tutta la sua lunghezza, mi abbasso e rientra nel mio corpo. Sì, è piacevole questa posizione, perché non l’abbiamo mai fatto prima?
Già… sono qui perché Dario è scarso come amante e mi serve esperienza per diventare la migliore scrittrice erotica d’Italia…
Il cliente mi appoggia la bocca sulle scapole e mi lecca la schiena. Questo invece no, non lo proporrò a Dario. «Scopami, puttanella, fammi godere.»
Sorriso di servizio, voce di servizio. «Voglio farti impazzire…»
Un paio di fischi provengono dalla sala.
Cazzo, no, non adesso, cagna… So che non devo guardare, che la cosa mi farà solo male… Le tette grosse di Giulia ondeggiano al suo avanzare con la grazia di una top model, il vassoio tenuto con una mano all’altezza della testa. Gli avventori hanno alzato il capo dalla loro colazione o dal natel e fissano Miss Perfezione, con più sangue tra le gambe che tra le orecchie.
Distolgo lo sguardo, ho un cliente che devo soddisfare. Non devo perdere il ritmo. Devo essere la migliore per lui.
Il ragazzo non sembra nemmeno fare caso a Giulia. Mi bacia una spalla. «Sei fantastica, Marta…». Le sue mani stringono la mia seconda.
Commenti volgari e pesanti accompagnano Giulia che attraversa la sala. Appoggia il vassoio sul tavolo di un uomo che deve avere quasi il doppio degli anni del mio cliente ed un quarto della bellezza. Lei gli sorride, gli parla con la sua voce che sembra della fottuta seta, mette in mostra le sue cazzo di tettone.
Cagna maledetta…
Non perdere il ritmo, Marta, non perdere il ritmo. Giulia ha la natura dalla sua parte, tu controbatti con la bravura. Su, giù, cazzo fuori, cazzo dentro… Fai godere il tuo cliente, fagli mettere cinque stelle… Senti come ti palpa le tette!
Volto il capo verso il ragazzo alle mie spalle. Ansimo un paio di volte, arrochisco la voce. «Il tuo cazzo… mhm… mi fa impazzire…» Emetto un gemito e mi mordo le labbra.
Lui mi bacia di nuovo la schiena. «La tua figa è puro piacere, ragazza…»
Giulia si inginocchia davanti all’uomo, che ha tirato fuori un cazzo degno di un attore porno. Lei porta le mani al viso, emette un gemito di piacere a quella vista. Che simulatrice del cazzo, vuole far credere al cliente che è estasiata da quella vista…
Prende l’asta con entrambe le mani e passa la lingua sulla punta. L’uomo inclina la testa all’indietro, il suo petto si gonfia e si sgonfia, un sorriso compare sul suo volto. La bastarda dice qualcosa e simula ancora dell’eccitazione.
Buona parte dei clienti sta fissando Giulia, così come Elga che ha in mano un bicchiere di succo ma non lo appoggia sul vassoio perché è troppo intenta a guardare la cagna fare la troia. Accanto, ci sono Sasha, con in mano la colazione di qualcuno, e Sabine che sbircia dal muro divisorio della saletta.
Giulia si rimette a leccare la cappella, muove la testa attorno al glande, assicurandosi che il suo cliente goda il più possibile. Una mano lo sega, l’altra sta massaggiando i coglioni. Spero non squirti in faccia anche a questo, la cagna…
«Perché ti sei fermata?» Il ragazzo mi palpa le tette come se cercasse nel mio seno il pulsante per farmi ripartire.
Il cuore mi balza in gola, il buco del culo mi si serra. Un senso di gelo mi riempie le vene. Cosa cazzo sto facendo? Ricomincio a cavalcare il cliente. Mi mordo la lingua per bloccare la scusa che mi sta sfuggendo dalle labbra. Faccio meglio a concentrarmi sul mio lavoro che a guardare Giulia che…
Il cliente della cagna emette un grido, sembra scosso dalle convulsioni. La cagna ride, tiene il cazzo puntato contro il suo volto che le piscia addosso sborra a schizzi ad alta pressione. Le palle dell’uomo sembrano contenere un litro di liquido seminale, è come in quei porno idioti dove usano yoghurt o sapone liquido per lavare il muso all’attrice.
L’uomo sembra perdere qualsiasi rigidità delle membra, sembra si stia sciogliendo sul divanetto. Muove le labbra per dire qualcosa, ma dubito lo sentano anche solo quelli a un paio di metri da lui. Giulia si alza in piedi, si passa un dito sul volto, raccogliendo un po’ di sborra e mettendoselo in bocca. Dal mento, le cola sulle grosse tette.
Il tipo dietro di me viene, una vaga umidità calda riempie la mia figa. Ok, bravo, ma aspetta un attimo… Gli faccio un altro paio di sobbalzi, così è contento.
Giulia si inclina verso l’uomo a cui ha appena svuotato i coglioni e gli sorride, dicendo qualcosa. Di certo di lasciarle un commento e una buona valutazione. Come se ne avesse bisogno, quella cagna…
L’uomo solleva a stento un braccio pesante un quintale e prende il telefonino dal tavolo. Anche se sembra essere costretto a fare uno sforzo degno di Sisifo con il macigno, soddisferà il bisogno di riconoscimento della bravura della cagna pompinara…
Mi sollevo anch’io, il cazzo del ragazzo scivola fuori dalla mia figa bagnato di sperma e trasudo vaginale. Potrei ingraziarmi il cliente ancora un po’… No, non ho intenzione di leccarlo un’altra volta un cazzo che è stato dentro di me, mi si stringe lo stomaco a pensare a ieri, quando ho avuto la pessima idea di farlo…
Pulisco l’uccello con la salvietta, nettando via i liquidi sessuali. Sorrido al cliente. «È stato fantastico, grazie per questa esperienza.»
Lui mi accarezza il viso. «Sei stata fantastica…» mi interroga con lo sguardo: ha dimenticato il mio nome…
«Marta. Sarei davvero felice se mettessi un buon voto nella mia pagina…» Tentenno, ho bisogno di qualcosa che lo spinga a farlo: troppi si limitano a fottermi e poi a dimenticarmi, senza aiutarmi nel mostrare la mia vera capacità. Abbasso la voce, come se stessi condividendo un segreto che nessun altro deve conoscere. Soprattutto i miei superiori. «I clienti che lasciano i migliori commenti e voti possono essere sorteggiati per delle… prestazioni gratis ulteriori.» Gli faccio l’occhiolino e arriccio le labbra in un sorriso; un macigno mi si posa sul petto e il calore mi sale al viso: spero creda sia eccitazione.
Il ragazzo prende il natel con il cazzo ancora fuori dai pantaloni e mi sorride. «Mi sembra giusto.» Inizia a trafficare con lo schermo.
Il cuore sembra impazzito, le viscere sono prossime a liquefarsi. Faccio un inchino. «Grazie mille, spero vorrai scegliermi ancora come tua… hostess.»
Lui lancia un’occhiata a Giulia, la segue con lo sguardo. Mi guarda e annuisce. «Certo, mi farebbe piacere.» È scarso a mentire quanto Dario… bastardo…
Stritolo il fazzolettino intriso di profumo e sborra in una mano e mi avvio alla porta dei bagni. Stringo i denti: Giulia è già lì dentro. Spero che sia in qualche doccia a togliersi il divertimento del suo cliente di dosso.
Nella saletta d’attesa ci sono Andri, in fondo, che non distoglie lo sguardo dal suo romanzo, ed Eva e Sabine che stanno discutendo.
La bionda sta confabulando qualcosa, la mano sulla bocca, accanto all’orecchio della mulatta. «…chiederle come fa e…» Mi vede, si ferma e mi guarda. Alza una mano davanti a sé, l’indice proteso e lo muove in cerchio davanti al suo seno: ci parliamo dopo…
Sollevo le sopracciglia. Cosa succede? Spero voglia far mandare via dal nostro turno quella cagna di Giulia! Può aspettarsi tutto il mio appoggio, in tal caso.
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