Ossessione

Capitolo 7 - Come scopa Andri

William Kasanova
20 days ago

Andri porta il suo vassoio con una mano, tenendolo sollevato sopra la sua spalla sinistra, ma io non mi fido e le uso entrambe. La cioccolata nella tazza è densa a sufficienza per non farla muovere troppo, ma il succo di frutta sembra stia lottando per trovare la libertà fuori dal suo bicchiere. Mi sa che avrebbero fatto meglio a farmi fare un corso intensivo di cameriera, prima di mettermi a servire. O meglio di equilibrista.

Il pavimento in legno è tiepido sotto i piedi scalzi, e più liscio di quanto lasci immaginare. Nella sala sono arrivate altre quattro persone, e Sabine sta cavalcando un tizio seduto in una poltroncina. Sobbalza, tiene il viso del cliente tra i suoi seni, e geme ad alta voce. Lui le stringe le chiappe, commentando in tedesco e versi quanto sta godendo.

In un tavolo, accanto a quello in cui Eva si è fatta inculare, una coppia è seduta sulla panchina imbottita che percorre tutto il muro. Lui dimostra quasi quarant’anni, vestito bene e con un paio di occhiali da vista; lei ne avrà trenta al massimo, è vestita come una squillo da film degli anni ‘90 e il fisico di una sportiva. L’uomo sorride nel vedermi, e la ragazza si morde le labbra alla vista di Andri e del suo cazzo in erezione.

Appoggiamo i vassoi sul tavolo. «Buongiorno, siamo Andri e Marta, siamo i vostri steward e hostess».

«Ne hai scelto uno ben dotato, Chloe!»

Lei abbraccia l’uomo. «Grazie per il regalo, Sergio.»

Lui sposta lo sguardo da Andri al mio corpo nudo e si passa la lingua sulle labbra. «Come festeggiare meglio il nostro divorzio?»

Le mani di Sergio si abbassano sotto il tavolo e il rumore di una zip proviene dal suo bacino. Mi fa un cenno. «Prego.»

Resto interdetta un attimo… davvero devo andare a spompinarlo sotto il tavolo? Ma sta scherzando?

Andri prende la bustina con la salvietta dal suo vassoio, si inginocchia e gattona sotto il piano. Si vedono solo i piedi.

Trattengo un sospiro. Se lo fa lui che è un veterano del lavoro… Afferro anch’io la salvietta e lo raggiungo sotto il tavolo. Lui è tra le gambe della donna, che ha i pantaloni e le mutandine sugli stivaletti. Il mio uomo, Sergio, è allo stesso modo, ma al posto di una figa depilata ha tra le cosce un cazzo di tutto rispetto.

Andri appoggia le sue labbra su quelle di Chloe. I muscoli della ragazza si irrigidiscono, le gambe tremano, sospira un gemito di piacere.

Mi metto a mia volta tra le gambe dell’uomo. L’uccello pende dalla patta, mezzo glande viola è all’esterno della pelle. Si sta gonfiando, sia per l’attesa della mia bocca, sia per quanto sta succedendo alla sua ex moglie. Appoggio a terra la bustina, prendo in mano l’uccello e lo scappello del tutto: un forte odore di eccitazione maschile si unisce a quello che proviene dalla figa di Chloe.

Mi fermo ad una spanna dalla punta. Non è la prima volta che succhio il cazzo a qualcuno che nemmeno conosco, ma…

Andri lecca con vigore, una mano della donna è sui suoi capelli. Dall’altro capo della sala, il tipo che si sta facendo cavalcare grida il nome di Sabine un paio di volte e poi emette un lungo ansimo.

Al diavolo, sono io che ho deciso di non tornare nel negozio di frutta e verdura in piazza… Apro le labbra, allungo la lingua e lappo la goccia trasparente che pende dal meato di Sergio. Lui risponde con un gemito roco. «Cazzo, sì!»

Chiudo le labbra sulla cappella e faccio scivolare la lingua sulla corona. Le gambe attorno a me si scuotono come attraversate da una scossa, il cazzo si gonfia ancora più. La mano di Sergio si abbassa sulla mia testa, mi accarezza i capelli castani. «Sei fantastica, Marta… Non fermarti…»

Andri mi fissa, sul suo volto bagnato di umore femminile compare un sorriso soddisfatto. Starà pensando che so soddisfare i clienti o a quando farò anche a lui un pompino simile? Emette una risatina simile ad un singulto, penetra l’utero di Chloe con due dita, provocando un getto di liquidi sulla panchina imbottita, e si mette a succhiarle il clitoride in piena erezione. La donna getta un grido di piacere che riecheggia per la sala.

È davvero così bravo con la bocca? E con il cazzo come…

Ne ho uno che sta aspettando, la cappella tra le labbra. Spingo la testa in avanti, lo inghiotto fino a ritrovarmi il naso contro la cerniera e torno indietro, il cazzo che scivola fuori dalla mia bocca fino a quando mi resta solo la cappella.

La donna ansima, le dita afferrano i capelli biondi di Andri nemmeno abbia paura possa fuggire sul più bello. Punta i tacchi degli stivaletti contro il pavimento, si contorce quasi soffra di qualche dolore lancinante e non riesca a trovare una posizione comoda sul divanetto.

Il divanetto scricchiola al movimento di Sergio, che si inclina verso la ex moglie. Da sopra il tavolo proviene il suono di un bacio. «Mi piace come godi, zoccola…»

Si eccita al punto tale, nel vedere Chloe godere, che emette a sua volta un gemito e mi esplode in bocca: un fiotto di sborra mi si riversa in gola, devo trattenere un colpo di tosse per non mordergli l’uccello. Un secondo altrettanto potente scaturisce dal meato, ma questa volta sono pronta. Un altro paio o tre svuotano le palle di Sergio.

Gli afferro il cazzo e lo sfilo di bocca. Mi passo il retro della mano sulle labbra per togliermi la saliva e il seme che l’uccello si è portato dietro. È la prima volta che qualcuno mi sborra addosso perché si è eccitato per un'altra donna… è una sensazione strana…

Inghiotto. La sborra scende in gola con facilità: capisco perché Eva mi aveva consigliato di bere spesso un po’ di acqua mentre sono in attesa.

Strappo il sacchetto, prendo la salvietta e pulisco il cazzo dal seme e dalla saliva. Poi, non si aspetteranno davvero che glielo tiri a lucido…

Gattono all’indietro, fuori dal tavolo. Sergio si rimette nei pantaloni il cazzo, Andri sta ancora dando di lingua sulla figa.

Mi alzo in piedi e sorrido a Sergio, ma lui non mi sta nemmeno considerando: tutta la sua attenzione è focalizzata su Chloe, a bocca aperta, gli occhi spalancati, il viso rosso. Sembra stia avendo un attacco epilettico. I due si stringono la mano, come in un momento di dolore. Da come lei sta stritolando quella di lui, è Sergio nella coppia quello che sta soffrendo.

La donna ha uno scatto, la testa all’indietro, lancia un grido, le membra le cedono come se fosse svenuta. Il petto le si gonfia e sgonfia al rallentatore, il cuore deve andarle più veloce di un treno. Volta il capo verso l’ex marito. Muove le labbra ma non le esce nulla dalla bocca.

«Cosa c’è, Chloe?»

Lei allunga una mano priva di forza, prende il bicchiere con la spremuta e ne beve un sorso. Ansima. «Ti prego, Sergio, pagalo per scoparmi… Non ti chiederò altro nella vita…»

Il volto dell’uomo cerca di nascondere le emozioni che stanno ribollendo dentro di lui. Probabilmente, ha avuto la bella idea di portare la ex moglie fresca di divorzio al bordello perché la considera una zoccola e questo è il suo modo di vendicarsi, ma adesso scopre che lo è davvero e deve pagare, oltre ad una leccata, una pompa e due colazioni, anche una scopata.

Qualcuno mi sfiora. È Elga, ha in mano un POS per carte di credito con un display al posto della tastiera.

Sergio fissa la moglie, le labbra strette. Prende da una tasca il portacarte, nero e in metallo. Una Masterclass spunta fuori per un quarto della lunghezza. L’uomo l’estrae e la tiene sollevata davanti a sé. Respira un paio di volte, le labbra gli si stendono in un sorriso che non mostra felicità, gli occhi gli si chiudono appena.

Tende la carta verso Elga. «Aggiunga una scopata per mia moglie… e una per me.» Mi indica con la Mastercard. «Per me, ancora lei».

La barista annuisce e preme dei tasti sul piccolo monitor del POS. «Un vaginal e un missionario, corretto? 750 franchi». Protende la macchinetta verso il cliente, che riconosce la carta di debito e uno scontrino esce dalla fessura sopra il monitor.

Elga lo strappa e lo consegna a Sergio. Sono appena stata comprata da un uomo per una prestazione sessuale, davanti a chiunque, in particolare la sua ex moglie. E la cosa non mi fa lo schifo che mi sarei aspettato.

Andri è in piedi accanto a me, ha il viso umido dai succhi sessuali della donna. È bagnato al punto tale che sospetto l’abbia fatta squirtare un attimo prima che sembrava stesse per svenire.

Lui mi fa l’occhiolino. Non ho idea se voglia dirmi che ho fatto un buon lavoro anch’io o se mi farà provare la stessa cosa quando gliela d—

Stringo le sopracciglia. Se il conto per le nostre scopate è di 750 franchi, e la mia figa ne costa 300, allora il suo cazzo vale il 50% in più? Perché?

Gli scocco un’occhiataccia, lui risponde con un sorriso. Il suo uccello è in piena estensione, ancora più di quanto lo fosse stato quando Sabine gliel’ha toccato. Il glande è tutto fuori dalla pelle, rosso e luccicante, più grosso dell’asta, che ha comunque una sua larghezza considerevole. Una vena lo percorre per quasi tutta la sua lunghezza, zigzagando dalla radice a pochi pollici dal prepuzio.

Se lo sa usare la metà di quanto spergiurano le altre due, 450 franchi è in saldo…

Andri mi assesta uno schiaffetto sul culo, sobbalzo. Lui sogghigna. «Vogliamo andare?»

Chloe si è aperta la camicetta, mettendo in mostra una pancia piatta e due seni troppo perfetti per essere naturali. Si sdraia sulla panchina; solleva le mani come per accogliere il suo amante e ha ancora i pantaloni ai piedi. Sergio ha abbassato i pantaloni e le mutande, e si sta menando il cazzo per prepararlo al mio intervento. Si è seduto tra i due tavoli e ha spinto il culo fino al bordo del sedile.

Mi avvicino a lui, afferro il suo cazzo e lo tengo in posizione. Mi metto in ginocchio sulla panca, più comoda per le gambe di quanto mi aspettassi, e mi abbasso, impalandomi. È da quando sono stata nello spogliatoio, dalla vista di Eva nuda, e soprattutto Andri, che la figa è bagnata e mi provoca quella sensazione fastidiosa di sfogare il suo bisogno di godere, e il cazzo di Sergio mi scivola dentro come se fosse insaponato. Mi mordo le labbra e inspiro: l’uccello mi solletica le pareti della vagina, è una sensazione fantastica. L’odore di sesso ed eccitazione copre quello delle pietanze della colazione.

Sergio apre la bocca e inspira soddisfatto, mi afferra un gluteo e un seno e comincia a palparli entrambi.

«Che meraviglia!» Chloe apre ancora più le cosce e si spalanca le labbra della figa con le dita.

Andri la penetra, entrambi gemono chiudendo gli occhi. La donna gli prende i polsi e mette le mani del ragazzo sui suoi seni. Inizia a fotterla, colpi profondi e lenti. Lei gli mette una mano sulla nuca e lo spinge verso il suo viso: si baciano.

Sergio fa la stessa cosa con me, la sua lingua entra nella mia bocca. Oramai è una gara a chi tradisce meglio l’ex partner…

Lo cavalco, muovendomi su e giù per quasi tutta la lunghezza del cazzo. Godrò anch’io come Chloe, o il mio è solo dovere? Non importa, mi sto divertendo comunque.

Sto scopando davanti a tutti uno sconosciuto accanto ad un mio amico che sta fottendo la ex moglie di quello che ho tra le gambe. Quando speravo di trovare spunti per scene di sesso per i miei futuri romanzi erotici, non mi aspettavo qualcosa di un livello simile.

Sergio mi stinge la chiappa muovendo le dita come se stesse suonando un flauto, mi scopa la bocca con la lingua con un’intensità che batte quanto sto facendo io con la figa sul suo cazzo.

Non oso voltarmi a guardare, ma sono certa di essere il punto focale dell’attenzione di tutta la sala, sia dei clienti che di Elga, e magari anche qualcuno in cucina si è affacciato per vedere come scopa la nuova puttana. Non è come quando andavo alle spiagge nudisti, ma qualcosa di molto più intenso. Molto meglio.

Chloe geme di piacere. Meglio se lo faccio anch’io, per quanto non mi sembri naturale. Stringo Sergio contro le mie tette e continuo a sobbalzare.

La donna viene all’improvviso, questa volta non grida. Arcua la schiena, spalanca la bocca e resta per un istante in una scarsa parodia della posizione del ponte. Crolla sulla panca, sospira, lascia uscire tutta l’aria che le era rimasta nei polmoni, il petto si abbassa.

Adri si solleva da lei e sfila il caz— Lei lo afferra per i fianchi e scuote la testa appena.

«Vienimi dentro…» sussurra sfiatata. Non lo pronuncia, ma stava di certo per aggiungere un “ti prego”.

Il ragazzo si ferma, ha ancora la cappella nel corpo della donna. Si mette di nuovo in posizione, l’afferra sotto le cosce e gliele spinge contro il busto, sollevandole il culo dall’imbottitura. Se prima l’aveva scopata con rispetto, ora la fotte con forza: non ha più interesse per il piacere della cliente, ma solo del suo. Sul viso di Andri, l’espressione di complicità che aveva accompagnato la posizione del missionario viene sostituita da una adatta a chi sta per scopare qualcuno per disprezzo o ricordarle che è una sua proprietà.

Il fiato mi si ferma nei polmoni, il cazzo di Sergio sembra diventare più grosso, lo voglio dentro ancora più di prima.

Andri spinge a fondo il suo uccello, come se volesse sfondare Chloe, si ferma e le scocca un’occhiata come a dirle che è la sua troia e che il suo corpo ha l’unico scopo di farlo godere. Esce quasi del tutto, un centimetro alla volta, il cazzo che luccica per gli umori della donna, e spinge di colpo. Lei emette un gemito e resta a bocca aperta.

Il ragazzo ripete quattro o cinque volte, chiude gli occhi e stringe le palpebre.

Mi fermo nella mia cavalcata, incapace di distogliere lo sguardo da Andri, incapace di smettere di contemplare il suo viso distorto dall’orgasmo… Gli provocherò la stessa espressione quando lo farò godere con il mio corpo?

Andri sembra vibrare, espira ed esce dalla donna. Un filo bianco che parte dalla cappella che luccica sotto le luci resta attaccato alla figa, si incurva sotto il suo stesso peso e si spezza, finendo sul pavimento. Una colata di sborra densa sbocca dall’orifizio di Chloe.

Andri prende un'altra salvietta e si avvicina.

La donna solleva una mano per fermarlo. «No, non serve…» Usa due dita per raccogliere la colata bianca che sta per scivolare tra le cosce, se le porta davanti al viso e se le mette tra le labbra, suggendole come se fosse miele.

Sergio – Sergio! Mi ero dimenticata di lui! – emette un gemito alla vista della ex moglie che si gusta la sborra del suo giovane amante. Mi afferra per le anche e accelera il mio movimento, il cazzo mi affonda nella figa fino alla radice.

L’uomo è troppo eccitato e viene in pochi colpi, si abbandona sul divano e chiude gli occhi. Il suo cuore batte talmente forte che lo sento attraverso le mie tette, appoggiate sul suo petto. Non credo mi abbia sborrato in figa che qualche goccia. Dopo la bevuta di prima, mi sarei meravigliata del contrario.

Espira. «Grazie, ragazza.»

Mi alzo dal suo inguine, il cazzo scivola fuori di me, bagnato dei miei umori e uno sbafo di seme sulla cappella. Cosa rispondo? Non mi hanno detto nulla a riguardo… «È… è stato un piacere.»

Sto ancora allungando la mano verso la salvietta per pulirglielo di nuovo, che Sergio l’ha già messo via. Beh, come la ex moglie, vorrà tenersi addosso i fluidi della sua amante.

I due si mettono a fare colazione, lei stravolta, gli abiti stazzonati e il volto ancora rosso: sta fingendo che non sia successo nulla con Andri, ma la camicetta stropicciata e i capelli fuori posto testimoniano la scopata appena passata. Lui è soddisfatto, anche se cerca di non darlo a vedere. Si segherà pensando a me, alla troietta che si è scopato accanto alla ex moglie?

Torno al nostro angolo. Elga mi fa un cenno di apprezzamento da dietro il bancone, sussurra qualcosa come “ben fatto”; l’addetta alla macchinetta del caffè mi sorride.

Andri mi aspetta davanti alla porta dei bagni con la mano sulla maniglia. «E allora: piaciuto?»

Essere scopata da uno sconosciuto o come ha fatto godere la tipa? «Davvero parecchio.»

«Ottimo…» Apre la porta ed entra in bagno. Lancio un’occhiata a Eva che mi fa il pollice alzato, e lo seguo.

****

Sono appoggiata con i gomiti sulle gambe, ho i muscoli che mi fanno male. Mi spingo all’indietro, contro il muro a cui è attaccata la panca. Sabine sta ascoltando della musica agli auricolari, gli occhi chiusi, e muove la testa seguendo il ritmo. Non è stata scopata meno di me, questa mattina, ma sembra fresca come una rosa.

Ho succhiato quattro cazzi, il mio primo giorno di lavoro… sono stata scopata sei volte e ho preso due sborrate in faccia. Non avrei mai creduto che fare sesso potesse essere così faticoso per una donna.

Andri esce dal bagno, dopo l’ennesima doccia. Lui ha meno clienti di noi, ma non ha scopato solo donne: si è beccato anche un paio di cazzi in culo e ingoiato una sborrata. Si stira, mettendo bene in vista il suo corpo muscoloso, e osserva l’orologio nel nostro angolo. «Peccato, oggi abbiamo già finito.» Ha ancora il cazzo in tiro, pronto per essere usato di nuovo.

Dev’essere l’abitudine, per lui. Mi domando se riuscirò a lamentarmi anch’io che lavoriamo poco. É stato eccitante essere scopata in continuazione, il fatto di essere mangiata con gli occhi mentre attraverso la sala nuda e l’idea che qualcuno si segherà pensandomi mentre scopo mi fa bagnare, ma adesso sono esausta, non vedo l’ora di prendere la moto e tornarmene in Italia, gettarmi sul letto e dormire fino a domani mattina…

Un angolo della bocca ha uno spasmo all’idea di quanto sarà divertente inventarmi una mattinata passata a servire gente in un bar, vestita con un’uniforme più grande di una fettuccia, quando i miei mi chiederanno com’è andato il primo giorno di lavoro. Spero non ci vada nessuno che conosco nel bar a Poschiavo che ho scelto come copertura. Magari dovrei passare io un giorno per vedere com’è dentro, se qualcuno mi dovesse domandare qualcosa.

La porta dello spogliatoio si apre ed escono tre ragazze e un ragazzo, carino ma non al livello di Andri. Soprattutto in mezzo alle gambe. Sono le Marta, Eva, Sabine e l’Andri del turno del pomeriggio, venuti a sostituirci. Tra loro ce ne sarà una che ha iniziato oggi, come me?

La nostra Eva arriva dalla sala, sotto un paio di schizzi di sborra, che le gocciolano sulle tette, sorride ai nostri colleghi. Andri abbraccia le ragazze, Sabine il collega appena arrivato, carezza al cazzo inclusa. Io saluto con un gesto, mi sento ancora di troppo.

Eva mi appoggia una mano sulla spalla. Puzza di sperma, ne ha in viso e sui capelli biondi, ma sembra non ci faccia nemmeno caso. «Andiamo, abbiamo finito. Lasciamo lo spazio a loro.»

Mi alzo e la seguo in bagno. I muscoli delle gambe mi bruciano come quando sono salita a piedi sul Passo del Mortirolo, la schiena allo stesso modo…

Sabine ci saluta e resta nel corridoio con gli armadietti.

Eva prende per un braccio Andri e glielo stringe contro una tetta, lui sorride e le contempla il seno come se non l’avesse visto per sei ore solo oggi. Lei sorride. «Ti va di lavarmi la schiena?»

Lui stringe le labbra, tentenna. «Non… oh, al diavolo… ma con la spugna o…» Si afferra il cazzo e lo scuote.

«Secondo te?» Eva gli dà di gomito.

«Meno male, temo di averla persa, la spugna.» Andri si volta verso di me. «Vuoi unirti?»

Eva, a differenza di quanto mi aspetterei, mi invita a sua volta con un gesto. «Ci divertiremo, Marta.»

Il ragazzo si sta segando, il cazzo che si ingrossa e raggiunge la sua dimensione massima. «Dai, abbiamo finito il turno e possiamo ingropparci in allegria.» Se lo mena più a fondo mentre mi sta guardando?

Una piccola parte di me vorrebbe essere spinta contro le piastrelle della doccia e scopata da quel cazzone in ogni buco, rivivere le sensazioni che ha sperimentato Chloe e tutte le altre che Andri ha scopato… ma non sono sicura di reggermi in piedi ancora per molto. E anche Eva è sexy… quegli occhi azzurri sottolineati dalle efelidi, il viso solcato dagli schizzi di sborra…

«Mi spiace…» Stento a credere che quelle parole escano davvero dalla mia bocca. «È meglio che vada a casa.»

I due sospirano. «Non preoccuparti.» Eva fa un sorriso triste. «Ci saranno altre occasioni.»