High Utility
Capitolo 73 - Episodio 72

Gli occhi castani di Olivia erano chiusi e la parte inferiore del suo viso era nascosta dalla mano libera di Luca. Appoggiata contro il muro dello spogliatoio, la ragazza emetteva gemiti ormai intelligibili e privi di senso, ma carichi di tutto il piacere che stava sperimentando, probabilmente per la prima volta nella sua giovane vita, attenuati dal palmo del suo amante.
Luca avrebbe voluto usare le proprie labbra contro quelle della ragazza, la mano che non le stava dando piacere infilata sotto la maglietta a saggiare la morbidezza della pelle e la sodezza dei seni, ma voleva che quella prima, clandestina volta fosse il più dolce possibile. Il bocciolo di rosa era caldo, riversava un liquido profumato che, all’inizio del percorso per portarla al piacere, aveva gustato succhiandosi le dita dopo un primo ingresso nel corpo di Olivia, sotto lo sguardo stupito della ragazza, il cui sconcerto per un gesto simile si era presto tramutato in orgoglio quando lui aveva ammesso che era delizioso.
«Ti prego, Luca,» disse lei con la voce smorzata, «non fermarti…»
Estasiato dal volto a forma di cuore della fanciulla reso ancora più meraviglioso dall’imminente orgasmo, Luca spinse il polso contro il clitoride ormai eretto e cominciò a coccolarlo. Gli occhi di Olivia si aprirono, ma mostrarono quasi solo il bianco, mentre i gemiti divennero un suono continuo, modulato dai movimenti convulsi del corpo della ragazza che avevano iniziato ad aumentare.
Ad un tratto, Olivia sembrò scossa da un brivido che la attraversò tutta, poi parve accasciarsi su sé stessa: Luca estrasse velocemente la mano dalle mutandine della ragazza e la afferrò sotto le ascelle, percependo i grossi seni ma senza accorgersene nemmeno, al contempo felice e preoccupato. Lei boccheggiò, sbattè le palpebre un paio di volte, come a riaversi, poi, barcollando sul posto, si rimise in piedi.
«Tutto bene?» le chiese il ragazzo, tirando un sospiro di sollievo.
Lei fu sul punto di dire qualcosa, le sue labbra si aprirono, si richiusero, poi, probabilmente troppo obnubilata dall’orgasmo, gli mise le mani attorno al collo e si avventò in un bacio sulle sue labbra. Luca si trovò spiazzato, sorpreso da un comportamento simile da parte di una ragazza che sembrava tanto timida, ma non oppose nessuna resistenza e, anzi, lasciò che continuasse, soddisfatto ancora più di prima.
Olivia sembrò calmarsi dopo qualche attimo, staccando le labbra e respirando profondamente, gli occhi fissi in quelli di lui come se le fosse impossibile distogliere lo sguardo. Luca si accorse che non aveva mai notato fosse così bella quando una nota di aggressività colorava i lineamenti del suo viso: sembrava al contempo la splendida ragazza che vedeva da tempo nel piazzale della scuola ma lasciava trasparire l’esistenza di un’ulteriore dimensione nella sua personalità che, non fosse stato già per il suo corpo e la sua capacità nella fotografia, l’avrebbe fatto innamorare di lei.
Improvvisamente, come se le fosse svanito il coraggio che l’aveva resa così audace, abbassò lo sguardo. «Mi… mi spiace, Luca… non volevo».
«Anche a me, ma per il fatto che hai smesso,» rispose lui, incapace di trattenere un sorriso. «Hai già programmi per mezzogiorno?»
«Mi stai invitando a pranzo?» domandò Olivia, tornando a guardarlo, sebbene avesse iniziato a tormentarsi le dita.
«Ho un paio di amici con cui ho deciso di andare a prendere un gelato. Vieni con noi».
«Non vorrei essere di disturbo…»
Luca le prese le mani e le sollevò, baciandole le dita. «Lui ha la fidanzata. Io devo forse presentarmi senza?»
Olivia cercò di nascondere un sorriso ma non ci riuscì completamente. «Quindi… saremmo fidanzati?»
«Di solito non ditalino la prima ragazza che incontro in un parco così, per divertimento. Se la cosa ti fa piacere, ovviamente».
Questa volta la ragazza non provò nemmeno a celare l’emozione che stava provando. «Sì!» esclamò. Poi si affrettò a spiegare: «Sì per entrambi, voglio dire: il fidanzamento e il… lavoro di mano».
Luca sogghignò. Si portò le dita che avevano penetrato il bocciolo di rosa di Olivia e le annusò, riempiendosi il cuore del profumo delicato della ragazza. «Ne avrai finché vuoi, ma la prossima volta preferirei fosse un “lavoro di lingua”,» confidò.
Il colore del viso della ragazza divenne leggermente più vivo, per quanto il rossore lasciato dall’orgasmo non avesse ancora abbandonato le sue gote. «Dovrei… ricambiarti il favore,» disse, avvicinando incerta le mani ai pantaloni di Luca.
Lui le prese i polsi e li sollevò sulle sue spalle, sorridendo. «Non preoccuparti, Olivia. Ci sarà tempo, oltre ad un materasso morbido, della musica e dell’olio da massaggio, e tante coccole,» aggiunse, accorgendosi lui per primo che l’ultima parola si era colorata di un desiderio che racchiudeva l’eccitazione al pensiero di appoggiare le mani sul corpo della ragazza e massaggiarlo, ovunque e soprattutto in certi tratti.
Gli occhi di lei sembrarono illuminarsi. «Che meraviglia! Io credevo che a letto fossi… Ammetto che, quando mi hai portata qui, mi aspettavo quasi mi girassi contro il muro, mi tenessi la testa bloccata con una mano e mi prendessi da dietro a gambe divaricate,» confessò con una certa apprensione. Luca notò che il luccicore dei grossi occhi castani non diminuì affatto.
Luca la abbracciò e la accompagnò alla borsa con la fotocamera. «Facciamo ancora qualche foto mentre aspettiamo mezzogiorno? Mi spiegherai come fai certe foto meravigliose che ho visto sul tuo album».
Lei annuì. Prese la borsa per la tracolla e la sollevò. «Certo, ma solo se mi spieghi anche tu i tuoi segreti». E poi si avvicinò all’orecchio del ragazzo con le labbra e sussurrò: «Però, poi mi prenderai davvero da dietro contro un muro, vero?» quindi aggiunse, confessando: «È un’esperienza il cui solo pensiero mi…» non terminò la frase, ma il respiro che inalò fece eccitare Luca probabilmente più di lei.
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