High Utility
Capitolo 72 - Episodio 71

Giada si trovò improvvisamente attaccata dai due fronti opposti, la spinta del tipo tra le sue gambe che le faceva finire in gola il cazzo di quello davanti, e poi lui che la spingeva all’indietro, impalandola sul membro dell’altro. Sentiva la sua figa colare la sborra di quello che l’aveva scopata prima ad ogni nuovo colpo, finirle sulle cosce, scivolare calda e viscida fino a terra, mentre la bocca si riempiva di saliva che sfuggiva dalle labbra al movimento della sua testa. I due che l’avevano posseduta prima si scambiavano commenti e battute volgari e disgustose su di lei e quanto le stava accadendo, cercando di coinvolgere anche Flavia nella squallida discussione, ma la rossa rispondeva una volta sì e due no, e sempre a monosillabi, lo sguardo rapace fisso sulla scena scabrosa che si stava consumando sotto i suoi occhi. Prima che quelli di Giada si riempissero di lacrime, mentre un senso di disperazione cominciava a sommergere il suo petto, riuscì a notare come Flavia la fissasse con palese soddisfazione.
Quello che le stava scopando la bocca, probabilmente già eccitato per quanto avevano fatto i suoi due compagni, oltre che per il grosso seno che aveva palpato per tutto il tempo, venne dopo forse un minuto. La mano che le stringeva i capelli spinse la testa di Giada fino a farle mangiare completamente il membro, mosse il bacino un paio di volte, quindi si fermò e riempì la bocca della ragazza di seme puzzolente e caldo. Restò per diversi secondi in quella posizione, forse assicurandosi di svuotarsi totalmente nella ragazza, che sentì lo stimolo al vomito crescere fino a diventare insostenibile ma, per sua fortuna, un attimo prima di rimettere, lui la liberò. Stordita, priva di sostegno dopo che aveva tolto anche la mano dalla tetta, Giada cadde sulle mani, tossendo e rigurgitando la sborra che aveva in bocca sulla tela sporca in sbocchi e fili pieni di bolle d’aria e saliva.
«Mezzasega…» sentì Giada commentare divertito uno dei ragazzi, tra un colpo di tosse e l’altro, «Una figa così e ti limiti a questo? Diego, facciamogli vedere come fanno quelli che hanno i coglioni».
Con la testa che le girava, percepì la gamba che si abbassava dopo che anche l’altro aveva finito e si era alzato. Per un istante crebbe in lei la speranza che avessero finito o, per lo meno, le lasciassero un attimo di tempo per prendere il fiato, ma subito dopo quattro mani l’afferrarono per le caviglie e i polsi, la voltarono supina su quel letto di polvere e macerie e la sollevarono. Spaventata, confusa, aprì gli occhi e vide i suoi due primi “amanti” alzarla in mezzo a loro.
Il tipo dallo sguardo truce e un paio di tagli biancastri sul costato e sul braccio sinistro sogghignava, mentre portava i piedi della ragazza sopra le proprie spalle. L’altro, quello che doveva essere il capo del gruppo, stava facendo la stessa cosa con le mani di lei. «È meglio se ti aggrappi per bene, troietta,» le consigliò, lasciando immaginare che, in caso contrario, la cosa non le avrebbe fatto piacere per nulla.
Giada impiegò un istante a capire cosa intendesse, ma poi allacciò le gambe e le braccia attorno ai colli dei due, scoprendosi a dondolare come un’amaca, la testa e l’inguine che si trovavano alla stessa altezza dei genitali dei ragazzi, di nuovo pronti all’azione.
«Brava, troietta,» disse il capo, stringendole le mani attorno al collo con una pressione ben maggiore di quanto facesse Luca, «adesso riapri quella boccuccia».
L’altro le afferrò i glutei e li riaprì, sollevandole il bacino e mettendolo in una posizione migliore. «Mi sono innamorato del tuo culo, puttanella…»
Giada spalancò gli occhi quando i due ripresero a scoparla, e le ci volle poco per scoprire che c’era del vero secondo le voci delle sue amiche che, al secondo giro, un uomo durava di più.
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