High Utility
Capitolo 4 - Episodio 3
«Comunque, non per continuare nell’argomento,» disse Alessio, abbassando la voce, sebbene l’unico che potesse ascoltarlo fosse Luca, «ma ho sentito che la madre di Flavia… beh, è una gran bella figa. Anche meglio della figlia».
Luca fissò l’amico con uno sguardo che sembrava la risposta a qualcuno che avesse appena detto una palese idiozia, poi la sua testa iniziò a muoversi su e giù lentamente. «Mi è difficile ammetterlo, perché… beh, amo Flavia più di qualsiasi altra donna al mondo ma… ma sua madre è decisamente…» Luca non trovò le parole per descrivere Samantha, limitandosi a scuotere di nuovo la testa, questa volta in orizzontale.
«E come la conosci?» domandò Alessio, sorpreso. Aggiunse di aver visionato un paio di volte l’album delle foto di Flavia su Instagram e Facebook ma di non aver mai visto una donna che le assomigliasse o che, comunque, raggiungesse la bellezza suggerita dalle voci che aveva sentito.
Luca pensò per un attimo, cercando di ricordare il termine che aveva usato una volta sua madre per descrivere Sam. Il termine non volgare, in realtà. «La potrei considerare “un’amica di famiglia”, anche se non so cosa dovrebbe significare. Di tanto in tanto viene a trovarci a casa, in quanto mia madre è la sua commercialista». Non aggiunse che Flavia non era mai con lei, ma sapeva che se si fosse presentata da loro, Luca non avrebbe saputo spiccare una parola nemmeno per scherzo.
«Dicono che… beh, faccia un lavoro di quelli che non si tengono addosso molti vestiti,» aggiunse Alessio, sussurrando ancora.
Questa volta anche Luca abbassò la voce. «Secondo mia madre, in effetti, che le fa la dichiarazione dei redditi, campa lavorando per qualche sito erotico».
A quelle parole, gli occhi dell’amico si illuminarono. Luca si chiese cosa avrebbe detto se, in più di un’occasione, aveva cercato inutilmente quel sito sconosciuto, e che in diversi casi, abbandonata l’impresa infruttuosa, si era segato pensando alla donna, immaginando, nella solitudine delle coperte del suo letto, di venire sui grossi seni o tra le chiappe generose della donna. Un po’ si sentiva in colpa, in realtà, mentre la sborra restava tra le sue dita, pensando che avrebbe dovuto dedicare ogni sua goccia di seme alla figlia…
Il saluto di Giada lo riportò al presente, facendogli alzare gli occhi sulla splendida bionda che si stava avvicinando, per poi allontanarli velocemente dai grossi seni che riempivano la maglia, fissando un ciuffo di erba che cresceva tra due masselli in calcestruzzo, quasi ne fosse ammaliato.
«Lo vuoi capire, Luca,» stava dicendo Alessio, divertito, «che devi trovarti come fidanzata una con le tette grosse?» Giada fece un sobbalzo quando le arrivò una pacca sul sedere. «Tipo questo pezzo di figa».
La ragazza apparve incapace di decidere se essere più arrabbiata o disgustata per quel tocco. Nonostante questo, aveva gli occhi fuori dalle orbite. «Brutto pezzo di merda!» esclamò, quasi sul punto di ripetere il gesto di Alessio, ma sulla sua faccia e con ben più violenza.
Il ragazzo, invece, scoppiò a ridere. «Ti ricordo che sono il tuo amore, mia dolce Giada».
Quelle parole sembrarono stemperare un po’ la furia della bionda, che abbandonò la posizione aggressiva che aveva assunto per una più rilassata. «Sei troppo maleducato, Alessio,» lo biasimò, «dovresti prendere esempio da Luca».
Il ragazzo sollevò lo sguardo dall’eroico ciuffo d’erba, convinto che il tono di voce di Giada fosse diventato un filo più dolce.
«Lui è più educato, gentile, rispetta le persone,» continuava lei, sicuramente senza rendersi conto che lo stava mettendo in imbarazzo.
«Ehm, grazie, Giada, ma ho parecchi difetti,» disse lui, grattandosi la fronte.
«Tra cui il fatto che tra due sabati non farà il suo primo lancio con il parapendio,» annunciò Alessio, aprendo le braccia, come se avesse appena fatto una battuta spassosa e attendesse degli applausi dagli astanti.
Invece, Giada lo fissò con astio. «Non pensarci nemmeno!»
La baldanza di Alessio parve afflosciarsi come un sacco vuoto, le sopracciglia che si stringevano in uno sguardo di frustrazione verso la sua ragazza. «Stai scherzando? È da anni che aspetto questo momento. Perché non dovrei?»
Giada mantenne il contatto visivo con il fidanzato per qualche secondo, poi voltò la testa in un’altra direzione, sebbene il cipiglio non avesse abbandonato la sua espressione. «Perché non voglio».
«E io lo faccio comunque».
«E io sono la tua fidanzata, e si fa come dico io».
Alessio sollevò gli occhi al cielo, giudicando evidentemente una scelta migliore non discutere con Giada, per lo meno non davanti al suo amico. Cosa che succedeva spesso, con lei che sembrava avesse come missione l’obiettivo di impedire al ragazzo di soddisfare qualsiasi suo desiderio. Per un istante, Luca si chiese se valesse la pena stare con una persona tanto indisponente, se si potesse barattare la propria felicità e tranquillità per scoparsi una ragazza che, sì, avrebbe potuto benissimo campeggiare sulla copertina di una rivista maschile, ma che al contempo sembrava la tipica suocera dei telefilm comici americani. Forse, stringere quelle tette così grosse mentre si percepiva il proprio cazzo sprofondare nella figa calda e umida di Giada, lasciarsi sfuggire un sospiro quando la mente si svuotava e ogni sensazione era esclusivamente quella del piacere che cresceva nelle…
«Dai, Luca,» disse di nuovo la ragazza, disgraziatamente coperta da dei vestiti, con una palese dolcezza di sottofondo alle parole, «aiutami a far ragionare Alessio».
Luca si accorse di avere un fastidioso prurito localizzato nelle mutande, alla base del pene. Qualcosa che, per allievarlo, avrebbe richiesto un po’ di intimità e la foto di una bella ragazza. E, assolutamente, non quella della fidanzata del suo migliore amico. Quello mai, nemmeno se ne fosse andata della sua stessa vita. Si alzò in piedi, prese lo zaino e se lo sistemò sulle spalle.
«Mi spiace, amici miei, ma se c’è una cosa che so è che non va mai messo il naso tra due persone che litigano, soprattutto se sono entrambi miei amici».
«Sei un traditore!» sbottò Alessio, «Mi lasci da solo a ragionare con una diciottenne?»
«Essere single ha i suoi vantaggi,» ribatté Luca con un sorriso e avviandosi verso l’uscita del piazzale ormai quasi vuoto.
«Ah, fidati che anche essere fidanzato ne ha!» gli gridò dietro Alessio. «Appena me ne viene in mente uno sarai il primo a cui lo dirò!»
Luca salutò sogghignando con una mano senza voltarsi, sicuro di sentire la voce di Giada pronunciare di nuovo il suo “pezzo di merda”, che, era ormai quasi certo, fosse diventato il nomignolo con cui chiamava nell’intimità Alessio.
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