High Utility
Capitolo 3 - Episodio 2
«Guardate quella troia come se la tira,» sibilò Alice, voltandosi verso le altre quattro ragazze e ponendosi una mano davanti alla bocca perché Flavia non potesse notare le sue labbra muoversi.
Jennifer concordò annuendo. «Già, va a farsi fottere da sette o otto uomini per farsi pagare i vestiti. Che zoccola schifosa. Ho sentito dire che fa un sacco di soldi».
«Ah, sì… però i vestiti belli li tiene nascosti nell’armadio,» commentò Sofia, come suo solito più intenta a prendere in giro le quattro ragazze attorno a lei che quella che era la vittima delle loro lingue biforcute. Alta e molto magra, era quella che si sarebbe potuta considerare la burlona del gruppo di ragazze, non fosse stato per il fatto che era in realtà fastidiosa, l’elemento di disturbo in un gruppo di belle ragazze da telefilm. Giada si era sempre chiesta per quale motivo le altre tre permettessero ad un essere simile di restare nel gruppo, e non era mai riuscita a trovarne uno soddisfacente.
«Avete presente un paio di anni fa, quando avevano organizzato quella gara di pompini nel bosco, dietro alla vecchia segheria?» aggiunse Jennifer, dopo aver scoccato un’occhiataccia a Sofia.
«Come no?» ribatté Alice, fissando con troppa intensità la moto che si era fermata davanti al cancello della scuola, soprattutto il ragazzo che vi era assiso, e sulla quale era salita Flavia, scomparendo un attimo dopo alla loro vista con un rombo e una sgommata. «Conosco la vincitrice, Francesca. Me ne ha parlato una volta: una sfida tra quindici ragazze che hanno succhiato il cazzo a quattro giudici per scoprire chi fosse la migliore. Ci vuole una bella fantasia per inventarsi qualcosa di simile e un coraggio non indifferente per organizzarlo».
«Comunque,» continuò Alice, «secondo me Flavia vi avrebbe partecipato senza dubbio, e avrebbe vinto lei».
Giada non poté non notare il sorriso di scherno che apparve sulle labbra di Sofia. Ebbe un balzo al cuore comprendendo che la ragazza dal volto anonimo avrebbe fatto una battuta a sue spese, sapendo di essere la sua vittima preferita. “Quella stronza è invidiosa di me”, si ricordò la ragazza, dopo aver subito diversi lazzi molto pesanti da parte di Sofia.
Ma Sofia si limitò ad un più generico: «Non solo lei, ne sono certa». Le altre tre fecero finta di non sentirla, almeno finché non aggiunse: «Dovremmo organizzare una nuova gara».
Jennifer sembrò folgorata dall’idea. «Sì! Che pensata! Ma al femminile. Invece di essere noi a metterci in ginocchio per succhiare la nerchia di qualche ragazzo, saranno loro a leccarcela».
I volti di Alice e Sofia lasciarono indovinare il loro apprezzamento alla proposta. La prima, comunque, mosse una critica. «Ma perché dovrebbero farlo? Non mi sembra gli importi molto di far godere una ragazza, a differenza nostra che ci sacrifichiamo perché il nostro amato abbia un orgasmo,» si lagnò.
Jennifer sbatté gli occhi confusa, ma fu solo cosa di un istante. «Nominiamo una reginetta di bellezza, e una notte di sesso con lei sarà il premio per il vincitore,» spiegò soddisfatta, sottolineando la sua geniale soluzione con lo schiocco di due dita.
«E chi sarà la reginetta?» domandò Alice, sfidando l’amica. Entrambe si consideravano delle bellezze, una mora e l’altra bionda, alte, dalle forme non eccessivamente pronunciate ma comunque, palesemente, il sogno erotico di parecchi loro compagni. A differenza di Sofia che, non potendo vantare il fisico da modella delle altre quattro, non era una partner molto ricercata, anche a causa del suo carattere ben poco piacevole.
Ma fu proprio Sofia a fare la proposta, dimostrando nuovamente l’odio e l’invidia che provava verso chiunque fosse migliore di lei. «Ma la nostra amica Giada, che domande!»
Il respiro della ragazza si bloccò a metà quando lo sguardo delle altre tre si fissò su di lei, sorridendo con poco calore e molta derisione a sollevarne gli angoli della bocca. Giada ebbe un’altra volta la conferma che quelle stronze, che volevano passare per sue amiche, non potessero sopportare che lei fosse più bella di loro. E più bella di diverse lunghezze.
«Guardatela,» continuava Sofia, nel frattempo, incapace però di trattenere un accento di veleno nella voce mentre la descriveva come se non l’avessero mai vista negli anni che avevano frequentato la scuola superiore insieme. «Sarebbe perfetta come reginetta di bellezza: alta ma non troppo, magra ma non lì e lì,» disse la ragazza, mettendosi le mani a coppa davanti al petto come se Giada avesse ben più di una terza abbondante, e poi dietro rimarcando le chiappe marmoree quasi fossero un grave difetto, «gli occhi neri e i capelli biondi… Immaginatela con in testa una tiara da principessa Disney e null’altro, nuda su un letto mentre il vincitore, sudato e ansante, se la sbatte grugnendo, svuotandosi le palle dopo l’eccitazione di avercela leccata a turno e…»
«Piantala!» scattò rabbiosa Giada, il bel viso distorto in una smorfia di disgusto. L’immagine di lei, il suo meraviglioso corpo, il lavoro di anni di palestra e diete, sotto un qualsiasi stronzo che se la stava scopando… sentì lo stomaco contrarsi e il sapore dello yoghurt consumato durante l’intervallo di qualche ora prima apparire in fondo alla gola, ma più ben acido.
Dall’espressione di Sofia, era evidente che la ragazza non era affatto spaventata dalla rabbia di Giada. Anzi, il sogghigno che sfoggiò dimostrava l’esatto contrario. Anche le altre tre, notò con dolore la bionda, sembravano compiacersi dello squallido scherzo e della sua conseguenza eccessiva.
Sofia le fece un occhiolino che, sebbene avesse voluto apparire di solidarietà, lasciava trasparire una vena di derisione che a Giada, piuttosto, fece l’effetto che le avrebbe provocato l’essere afferrata per la mascella e scossa con scherno. «Ma dai, Giada: avresti la possibilità di trovare un amante decente, al posto di quella mezza sega di Alessio e del tuo amoruccio segreto che si caga sotto anche solo a guardarti».
Più per le parole rivolte a Luca che per l’offesa per il suo fidanzato, la ragazza, s’irrigidì, tremando per la tensione. In seguito, avrebbe deciso che fu il ridacchiare delle altre tre troiette a impedirle di spaccare il naso a Sofia con un pugno ma ad andarsene da loro, indubbiamente con la coda tra le gambe, per cercare rifugio tra quella mezza sega del suo fidanzato attuale, e il timido, dolce, bellissimo Luca.
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