Vacanza a Maspalomas

Capitolo 5 - Vacanza a Maspalomas 5 In famiglia 3

geniodirazza
a day ago

Dopo la cena con ‘scopata libera’, le cose, in casa nostra, subiscono un qualche radicale cambiamento; non tanto per me e per Carlo, mio marito, che, dopo la forte e indimenticabile esperienza fatta a Maspalomas, abbiamo un poco ‘tirato i remi in barca’ e cerchiamo solo momenti forti in feste particolari ed occasioni speciali; quanto, invece, per Nicola e Franco, i nostri figli, che si vedono in qualche modo aperte nuove prospettive.

Una volta confermato, nei fatti, che papà e mamma non hanno nessuna preclusione di fronte al sesso; una volta sperimentato che possono liberamente scopare con mamma e con le sue amiche, davanti ed insieme al padre, non impiegano molto a rendersi conto che possono portarsi a casa, per scoparsele, tutte le loro amiche, quale che sia il rapporto che con esse intrattengono.

Di solito, si organizzano per non incrociarsi, anche per una maggiore disinvoltura e libertà d’azione; quindi, le loro ‘battaglie’ si combattono quando sono certi di avere campo libero in casa; questo è assai frequente, perché io e mio marito abbiamo un orario abbastanza rigido e, dalle otto di mattina fino al pomeriggio inoltrato, le sei o le sette non siamo presenti nell’appartamento.

I ragazzi invece, con un’attività autonoma, hanno più tempo e basta che si coordinino tra di loro per non ostacolarsi; l’incidente è però sempre in agguato, se per un qualsiasi motivo mi assento un giorno dal lavoro; incontrare Carlo a casa è assai meno probabile perché, anche se salta un turno di lavoro, ha sempre tante di quelle cose da sbrigare in giro, che è molto scarsa la possibilità di trovarlo a ‘presidiare’ l’appartamento.

Io invece, se mi capita di saltare un turno per un qualche motivo, sono stabilmente chiusa in casa, sia che si tratti di un permesso per malattia, quando sono obbligata ad essere presente in caso di verifica medica, sia che si tratti di altro generico motivo, ricorrenza sciopero o altro, quando sfrutto l’occasione per sfaccendare, molto spesso in cucina, per evitare almeno per una volta la mensa aziendale o il panino al volo, per i ragazzi.

Il primo ad incappare nell’involontaria trappola è Franco che, ignorando che, per un’interruzione dovuta a lavori di pulizia speciale, quel giorno non sono al lavoro, si apparta in casa con una sua donna, di buon mattino, mentre sono in giro per spese, avendo deciso di preparare una speciale pasta al forno; quando rientro, non mi accorgo che sta chiuso nella mia camera, quella col letto grande, e mi metto a sfaccendare.

I rumori dell’acquaio e delle stoviglie sono avvertiti, in un intervallo tra due ‘assalti’; all’improvviso, mi piomba alle spalle inaspettato; per un momento sobbalzo; poi, quando me lo vedo davanti coperto alla meno peggio con un pantaloncino recuperato dio sa dove, lo guardo con la faccia più stranita del mondo.

“E tu cosa ci fai qua?”

Quasi mi aggredisce come avesse sorpreso un ladro; lo guardo con occhio feroce.

“Tu, piuttosto, che ci fai qua? Non dovevi essere alla ricerca di quei pezzi che ti mancano?”

“Beh, sai, Maria, ho incontrato un’amica che aveva saltato il lavoro ed abbiamo deciso di appartarci un poco … “

“Quindi sei con una donna? E dove, di grazia?”

“Beh … sai … un letto grande è più comodo … Insomma, siamo in camera tua e questo pantaloncino è di Carlo … spero che non ti arrabbierai se ho approfittato … “

“Finora non era mai successo … ma già la regola dell’immunità di casa è stata rotta una volta … chi è lei?”

“Una che conosco e che frequento da un po’.”

“E’ la tua ragazza?”

“No!!! … Non in senso stretto, come lo intendi tu … è una che, quando le prude, si fa scopare volentieri.”

“Me la fai conoscere?”

“Va bene … Stella, puoi venire, è Maria, non c’è problema … “

Dalla mia camera vedo uscire una gran bella donna, sulla trentina, molto abbondante nei punti giusti; due tette da sballo che, senza reggiseno, si tengono ritte come fusi pur essendo di una quarta abbondante; due cosce statuarie veramente eleganti e ben disegnate; fianchi pieni ed armoniosi che lasciano intuire un culo assai bello; un bosco di pelo incolto sull’inguine, spettacolo raro di questi tempi, nasconde una figa decisamente da desiderare.

L’idea che il mio Franchino si stia sbattendo una così bella figa mi provoca un pizzico di gelosia; ma solo per un attimo; pensando al cazzo che ha tra le gambe mio figlio, penso piuttosto che tra i due debbano scoppiare autentiche scintille, se solo lei ha una parte della lussuria che emana dal corpo; le apro le braccia e lei viene incontro a me con un largo sorriso che fa trasparire una grande abilità di pompinara, vista la bocca carnosa e invitante.

Si stringe a me con autentico affetto e mi viene spontaneo baciarla sulla bocca e infilarle la lingua tra le labbra; per un attimo rimane sorpresa, ma si riprende immediatamente, ricambia il mio bacio ed è subito innamoramento; guarda interrogativa il mio ragazzo e lui la invita con gli sguardi e coi gesti a lasciarsi andare; non ho ancora acquisito la dimestichezza col sesso saffico che maturerò poi, ma è istintivo afferrarle il boschetto ed infilare il medio a cercare la vagina.

Credo che già abbia fatto esperienze lesbiche perché si agita un poco finché sento sotto il dito il clitoride; la sposto da me; mi sfila il grembiule e faccio cenno che si avviino alla camera; mentre li seguo, mi spoglio già del vestito che ho per la casa; quando entro, sono già sul letto e si rotolano in un sapido bacio; monto anch’io, mi piazzo dietro di lei e spingo il pube sulla sua schiena; ha un culo da schianto, come sospettavo; e godo molto a sentirlo premere contro il ventre.

Lei sta baciando Franco, che le ha infilato una mano fra le cosce e la masturba; afferro i seni e li palpo con gusto per un poco, poi prendo tra indici e pollici i due capezzoli e sfrego; sento che geme di piacere; so che Franco ha un cazzo abbastanza lungo da penetrarla da quella posizione; avverto nettamente che la penetra da sdraiati su un fianco; strofino a lungo la vulva sul coccige e riesco a titillare il clitoride fino all’orgasmo.

Esplodo con dolcezza, mentre lei squirta più violentemente sulla mazza che la possiede; prendendo l’iniziativa della regia, ereditata forse dal padre, mi spinge via, si rovescia supino e conduce lei a montagli a cavalcioni, penetrandosi in vagina da sopra, le fa sollevare il busto e invita me a salire sul suo viso; intuita la manovra, mi vado a sedere a gambe larghe sul suo volto e gli offro la figa già grondante sulla bocca.

Il mio ragazzo si lancia in una profonda leccata che fa arrivare la lingua fino al’utero; agguanto la testa di lei e la costringo, quasi, ad un bacio voluttuoso che accentua il piacere che sta prendendosi dalla mazza ritta e ben piantata nell’utero; comincia una cavalcata imperiale, con Franco che picchia, dal basso, contro la figa, lei che si muove in armonia per farsi penetrare fino al cuore, mentre mi bacia appassionatamente e mi lecca il viso.

Io mi godo contemporaneamente la lingua di lui che scava nelle mie viscere, fino all’utero; e quella di lei che mi percorre la bocca e il viso; prendo la testa della donna e la faccio abbassare fino a che raggiunge il seno e da il via alla leccata più dolce che ricordi; poi comincia a succhiare i capezzoli come un’idrovora; Franco passa dalla figa al culo e la punta della sua lingua si insinua profondamente nell’ano, fino a stimolare lo sfintere che reagisce scaricando goduria alla figa.

Dopo un lungo, non saprei dire quanto, periodo di questo amoreggiamento, ancora Franco prende la direzione e ci ribalta sul letto entrambe; a gesti, ci impone di metterci a 69 ed io mi trovo, da sotto, a ravanare con la bocca tra i peli della figa di lei e, davanti agli occhi, il suo culo bello spanato, segno che non disdegna affatto le penetrazioni anali; mentre la lecco con entusiasmo, vedo accostarsi a lei il mio ragazzo con il randello ben duro e teso.

Mi preoccupa l’idea che voglia incularla, vista la posizione; lo guardo con aria interrogativa; mi rassicura con lo sguardo; mi fa segno con la lingua di leccare a lungo e lo faccio volentieri; sono pronta a catturare la figa nella bocca, quando la cappella si avvicina al corpo di lei; appena la sente appoggiarsi all’ano, Stella intensifica la leccata nella mia vagina, segno che cerca di ammorbidire l’impatto; prendo a divorarle la figa con passione.

Prendo fra le labbra il clitoride per provocarle un piacere che sopperisca al dolore della penetrazione e assisto con gioia al percorso del cazzo che varca lo sfintere ed affonda nel retto; succhio con voglia ed intensità per aggiungere piacere al piacere e sento che la donna mugola, geme e succhia, provocandomi un orgasmo che quasi la soffoca con gli umori che la mia figa espelle.

Sono certa che Franco abbia in mente di sborrarle nel culo e mi gusto con immensa goduria il movimento del cazzo che scivola nel canale rettale fino a che le palle picchiano sulla mia bocca che succhia la figa; poi si ritira lentamente e lei geme come se avvertisse ogni millimetro del movimento del cazzo nel culo; esce quasi del tutto, sosta un attimo e ripiomba con forza quasi a sbudellarla.

Quando i colpi si fanno più frequenti e il cazzo esce sempre meno dal culo sfondato, capisco che il ragazzo sta per sborrare; mi immedesimo in lei e sento quasi le mie viscere percorse da quella meravigliosa mazza che mi godo in tutti i particolari; quando urla con un grugnito il suo piacere, sborro con lui e sento che anche Stella mi versa in bocca un orgasmo irrefrenabile; impiega parecchio ad uscire, per non farle male.

Infine si affloscia sul lenzuolo; indico a Stella, con la mano, la direzione del bagno e mi rilasso accanto a mio figlio, entrambi quasi svuotati di ogni energia; quando lei ritorna a letto, si colloca in mezzo a noi, con la schiena rivolta a Franco, per avere la possibilità di continuare a limonare con me con baci che mi percorrono tutto il corpo, dal volto, attraverso il seno e il ventre, fino alla figa; la condivido accarezzandole lussuriosamente il corpo.

“Immagino che adesso mi lascerai a secco!”

Commento con mio figlio.

“Non abbiamo tempo per una ripresa; ti va un cunnilinguo ben fatto?”

“Mai detto no a una succhiata!”

Mi spinge contro la testiera del letto, sopra il cuscino, mi divarica le gambe piegando le ginocchia in alto e mi sistema completamente scosciata davanti a lui inginocchiato fra le mie gambe; quando accosta la bocca alla figa, comincio a sbrodolare; lui raccoglie devotamente gli umori che fiottano e si attacca con le labbra; Stella cerca di accosciarsi sulla mia bocca, ma lui la ferma.

“Una cosa per volta; è meglio, per concentrare il piacere.”

Lei capisce e si va a sdraiare sotto di lui, chino sul mio ventre; afferra il cazzo che pende barzotto e lo ingoia di colpo; Franco ha un brivido di piacere, che mi segnala che il suo arnese riprende vigore; accentua la lussuria della succhiata e mi provoca brividi intensi e lunghi; non posso fare niente, in quella posizione, e mi limito a godermi le sensazioni della sua bocca sulla figa e della lingua che di tanto in tanto si infila dentro.

E’ un orgasmo favoloso, quello che mi fa raggiungere; mi sollevo a baciare quella bocca che mi ha fatto tanto godere e sento nel suo bacio la felicità per avermi dato piacere; la ragazza si alza dalla sua fellazione e viene a baciarmi sulla bocca; quando Franco va in bagno, mentre ci ricomponiamo, mi viene naturale chiedere a Stella se già sappia che lui scopa anche con sua madre.

“Saperlo, no; ma avevo intuito da alcuni discorsi che tu non eri ostile a certi rapporti; allo stesso modo, sapevo anche che non ti dispiace l’amore fra donne, anche se non sei lesbica ma solo vagamente bisex, come me d’altronde; il problema sarebbe se insorgessero desideri di omosessualità fra i tuoi uomini; chissà come reagiresti … “

“Onestamente, non ti so dire anche perché non è mai capitato o non l’ho saputo o non me ne sono resa conto; ora che mi ci fai pensare, qualche volta, mentre ero a 69 con Carlo e un maschio mi scopava da dietro, ho avuto la sensazione che mio marito, leccandomi la figa, si trovasse a lambire anche il cazzo che entrava, in figa o nel culo; può darsi che qualche volta lo abbia anche preso in bocca, che qualche pompino l’abbia fatto; ma non ne sono certa.

Non avrei difficoltà a pensare che abbia succhiato qualche bella nerchia, anche perché, quando lo baciavo dopo un succulento pompino, gli portavo in bocca sicuramente il sapore del cazzo che avevo prosciugato e forse qualche residuo di sperma; ma, autonomamente, non so se abbia mai spompinato qualcuno, quando scopavamo in gruppi diversi, nella stessa situazione; di certo, sono convinta che non l’ha mai preso nel culo.

E Franco, sai come sta messo?”

“Pompini, gliene hanno fatto parecchi; so che il suo cazzo è molto richiesto anche tra i gay; so che gli è successo anche di farne qualcuno lui ad altri; non mi risulta che lo abbia mai preso nel culo; una volta mi confessò che, nelle condizioni giuste e se glielo chiedevi tu, avrebbe accettato di farsi inculare dal padre; di farlo con suo fratello, non ci hanno mai pensato.”

“Cazzo!!!!! … Mi dai un’idea meravigliosa!!!! … “

“Che significa? … “

“Ti immagini che, mentre Nicola mi incula, Carlo ‘fa il servizio’ a Franco; poi i fratelli si scambiano il posto; infine, mentre Carlo mi incula, i ragazzi si scopano tra di loro? … E’ un sogno …. Ma lo realizzerò! … Non gli dire niente, però! … “

“Io?! Muta come un pesce!”

Torno alle mie faccende, perché la pasta al forno è piuttosto laboriosa e mi sono concessa già troppo tempo per scopare; mentre mi do da fare tra pentole e forno, Stella viene a salutare; le chiedo se non gradirebbe fermarsi con noi ad assaggiare la pasta al forno di cui mi vanto di essere specialista; ne ho preparato per una mensa operaia; mi fa presente che vive con la nonna, che non ci sta tanto con la testa; e almeno a pranzo preferisce essere lei ad accudirla.

Mi chiede se mi fa piacere rivederla; la rassicuro che sono stata benissimo; le dico che, non solo per scopare, ma anche per salutarci o per fare altro, che so un po’ di shopping, ho sempre piacere di rivederla; se ne va; arriva quasi contemporaneamente Nicola che, avvertito evidentemente di quello che avrebbe fatto suo fratello, scambia con lui uno sguardo di intesa; si allontanano per un poco e, al ritorno, dai sorrisi ebeti, capisco che è stato informato di tutto.

“Confermi sempre qual è il tuo preferito … “

“Senti, stupidone, sappi che il maschio con cui ho scopato meglio che con chiunque è il mio figlio più piccolo; tuo fratello è aggressivo proprio come tuo padre; tu invece hai la pazienza e la delicatezza che ho io; se c’è un preferito, lo sai bene che sei tu!”

“Ma intanto, hai scopato con Franco e con Stella … “

“Me li son trovati in casa; che dovevo fare, secondo te? Cacciarli?”

“No; ma mi fa rabbia che certe fortune capitino solo a lui … “

“Perché non te le costruisci?”

“Che significa?”

“Significa che ti scegli la donna giusta, mi avverti, mi do malata per un giorno e stiamo insieme … “

“Cazzo … Sei proprio la donna più straordinaria che io conosca; allora, tieniti pronta perché quel momento lo voglio e verrà.”

“Nicola, io ti amo, come troia, come amante e come mamma; non mi nego mai a chi mi piace; non lo farei neanche a costo di morire, con te. … E non parlare più di figli preferiti, anzi, se proprio vuoi, vantati di essere tu il mio cocco!”

“Grazie, amore mio!”

Il pranzo riscuote il plauso dei miei figli; e ne sono felice

A sera, tornando dal lavoro, Carlo mi trova da sola che gli apparecchio la pasta; gli dico degli avvenimenti della mattinata; si rabbuia immediatamente.

“Cazzo, Maria, non si era detto che bisognava avvertire, in questi casi?”

“Oh, dio, hai ragione; dovevo telefonarti o mandarti un messaggio; perdonami, non ci ho proprio pensato; forse il fatto che ci fosse Franco mi ha sconvolto e, in qualche modo, devo avervi assimilati; per me era come ci fossi tu … “

“Ma intanto non c’ero e non sono stato avvertito … “

“Scusami amore, ho sbagliato; ma è stato un caso che non si ripeterà: Cosa posso fare per farmi perdonare?”

“Intanto, ti fai scopare alla grande; poi capisci che sto scherzando e non ti rincresci così tanto; io amo i nostri figli quanto te e capisco benissimo che l’entusiasmo ti ha fregato; ma, con loro, l’inganno non esiste. Ti amo.”

“Maledetto, hai sempre la capacità di farmi sentire in colpa. Invece, dimmi, hai mai fatto sesso con un maschio?”

“Che razza di domanda è questa?”

“Normalissima; abbiamo scopato tanto, ti sei trovato spesso a contatto coi cazzi che mi scopavano; ti è mai capitato un rapporto omosessuale?”

“No, se intendi un rapporto completo; qualche volta ho leccato cazzi che ti entravano in figa o nel culo; qualcuno l’ho anche succhiato, nella foga della scopata; ma rapporto autonomo e totale mai.”

“Insomma, non ti sei fatto rompere il culo?”

“No; qualcuno, nelle mischie, me l’ha anche appoggiato e forse con intenzione; ma nessuno è mai entrato. Perché questa curiosità?”

“Così … perché mi incuriosiva, per l’appunto … “

“Hai qualcosa per la testa, scommetto … “

“Non ora, non qui; forse, se una certa idea prende corpo …”

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Linea Erotica Z