Vacanza a Maspalomas
Capitolo 4 - Vacanza a Maspalomas 4 In famiglia 2
E’ la prima volta che ci troviamo ad affrontare una serata di sesso selvaggio con i nostri figli, nella nostra casa; la lunga ed intensa copula che c’è stata al nostro primo incontro, praticamente in incognito, non ha chiarito tutti i misteri che circondano le loro e le nostre abitudini; quasi di necessità, ci troviamo a raccontarci le esperienze fatte in molteplici occasioni; i ragazzi narrano quelle fatte da alcuni anni a questa parte, con grande soddisfazione di tutti
Naturalmente, quando ci troviamo a parlarne, quasi inevitabilmente finiamo per accarezzarci; ma, per quei primi giorni, nessuno pensa ad andare oltre, arrivare ad amplessi veri e propri, anche e soprattutto perché l’interesse di tutti è appuntato alla cena che abbiamo programmato per sabato, a cui abbiamo invitato Elvira, una bellissima bionda che Franco, il nostro primo figlio, ha indicato come l’unica femmina del giro con cui non abbiano copulato, e il suo compagno Livio, un ottimo amante.
Naturalmente, sia lui che Nicola, il nostro figlio minore, ardono dalla voglia di sperimentare questa nuova conoscenza; ma, ancor più, desiderano scopare con papà e mamma nella loro casa; anche se alla festa in campagna si sono sfogati con grande passione, prendendomi sia nel culo che in figa e in bocca tutti e due, mentre Carlo mi fotteva contemporaneamente in tutti i modi, il desiderio profondo di dimostrare tutto l’amore anche col sesso è forte e determinante.
La giornata ci vede decisamente fibrillare, presi come siamo dalla preparazione dell’evento; i letti separati della loro camera sono stati uniti e trasformati in un lettone a due piazze, dove possono prendere posto una femmina e due maschi; altrettanto può fare la nostra camera, col talamo nuziale che ha visto tante copule soprattutto matrimoniali; in sostanza, ciascuno dei maschi intende copulare con ambedue le donne almeno una volta; meglio ancora se in figa, in bocca e nel culo.
Le femmine sanno che dovranno prenderseli tutti e quattro, sia individualmente che in coppia o in doppia penetrazione senza preclusioni per eventuali ammucchiate in gang bang che vedano tutti e sei rotolarsi insieme sul letto, che non può contenere tutti, o sui tappeti che ricoprono il pavimento e che hanno già dimostrato di essere validi sostituti del letto per ospitare scopate, inculate e pompini storici.
La cena viene ordinata a un ristorante di fiducia, prelevata e portata a casa dove viene apparecchiata su una tavola appositamente imbandita; la fanno da padrone le pietanze note per i forti effetti afrodisiaci, anche se non ce n’è certo bisogno, considerata la qualità dei commensali; il vino è scelto in perfetta armonia coi cibi, ma si riservano tutti di bere quanto sia utile ed opportuno per una cena di qualità, senza rischi di sbronze debilitanti.
Quando ci sediamo a tavola, i ragazzi hanno già deciso che Nicola siederà a fianco ad Elvira, che avrà all’altro lato Carlo, mio marito; io invece siederò tra Livio e Franco; le mani cominciano a volare sin da quando cominciamo a gustare il cibo; il piccolo si avventa sull’ospite e comincia a palparla dal seno alla vulva, mentre ingoia un’ostrica o un pezzo di orata; dall’altro lato, suo padre si adegua e infila un dito in figa, mentre il figlio palpa un seno, o lo sposta nel culo quando Nicola la masturba.
Io cerco di mantenermi più lucida; apprezzo molto il cazzo di Livio che ho incontrato varie volte e mi limito a tirarlo fuori dai pantaloni e masturbarlo sotto la tavola; a Franco invece consento che mi infili una mano nella scollatura e mi palpi in lungo e in largo il seno, fermandosi a sfregarmi i capezzoli, mentre beve con gusto un sorso di vermentino; non mi occupo ancora del suo cazzo, ma gli succhio un capezzolo, sfilandogli la maglietta e denudando il torace muscoloso.
Anche se non ne ho precisa coscienza, il mio desiderio più vivo è riprendermi i miei ragazzi e gustarmeli con maggiore coscienza e lussuria di quando erano due cazzi duri nascosti da un cartongesso che m’impediva di godere anche con la vista del loro corpo amatissimo e delle espressioni che la libidine gli faceva inventare mentre li mandavo in paradiso con le mie ardite evoluzioni, quando mi ficcavo il cazzo fino all’ugola o, con le loro mazze dure, mi facevo rifilare il culo già spanato.
Non siamo arrivati a concludere la cena, che vedo Elvira sollevare il tubino, che la fascia, fin sopra le anche e andare a sedersi faccia a faccia con Nicola, sulla sedia di lui; lo cavalca agilmente e vedo nettamente il grosso cazzo del mio ‘bambino’ scivolare nel canale vaginale; Livio si colloca dietro alle moglie e si abbassa a leccarle l’ano; mi pare che, contemporaneamente, stia leccando anche la figa e, con essa, il cazzo che vi sta ben piantato dentro.
Franco non si perde in esitazioni, mi prende per un braccio, mi fa alzare e mi bacia lussuriosamente, infilandomi la lingua in bocca ed esplorando devotamente per ogni dove; Carlo, da dietro, solleva la mia gonna ampia ed afferra le natiche nude, le palpa per un po’, poi infila un dito nell’ano; abbasso la mano e afferro l’asta di mio figlio che mi batte contro l’inguine; è parecchio eccitato ed ha voglia di scopare.
Mi guida dolcemente verso la camera, seguiti da mio marito che mi afferra le tette e mi pianta la sua mazza fra le natiche; li spingo via e mi precipito verso il letto; sfilo in un colpo l’abitino che avevo indossato e mi sdraio supina al centro del letto, allargando le braccia quasi ad accoglierli entrambi sopra e dentro il mio corpo
Carlo conosce i miei gusti e le mie abitudini; si sdraia fra le mie cosce, mi solleva le ginocchia e piomba con la ventosa delle labbra sulla mia figa; comincia a lappare a larghe spatolate le grandi labbra, per passare a quelle piccole, finché la sua idrovora afferra il clitoride e lo succhia con forza; mi sento sciogliere dal piacere; Franco si getta vorace sulle mie tette; afferra i capezzoli tra indici e pollici e comincia a torturarmi col piacere.
Appoggia le labbra su uno dei capezzoli e mi sento travolgere da un vortice di emozioni quando, contemporaneamente, sento che lecca, mordicchia e succhia come se davvero volesse aspirare da quella fonte il latte che lo ha alimentato; il godimento è troppo forte, anche per me.
“Carlo, questo maledetto mi sta succhiando l’anima dal seno; è meraviglioso; non mi era mai successo. Franco, lì non c’è più il latte che succhiavi da bambino; mi fai solo impazzire di gioia … Continua, ti prego, non ti fermare!”
“Da lì il latte non esce, ma dalla tua figa forse sì; è già la terza volta che squirti e mi affoghi coi tuoi orgasmi; il latte esce dalla tua vagina adesso; ed io godo da morire … !”
“Oh, dio, quanto piacere mi date … vi prego, non vi fermate … Godo …. Sì … Sì … Ancora … Siiiiiiii … “
Il mio urlo deve essere arrivato fino all’altra camera, perché subito dopo appare Nicola, meraviglioso nella sua nudità e soprattutto nel cazzo ritto come un palo sul ventre; si precipita sul letto, sposta la mano del fratello dal capezzolo libero e lo afferra con la bocca; inizia a succhiare anche lui ed io mi sento aspirata dalla figa, dove Carlo non smette di succhiare, e dai due capezzoli sui quali le ventose dei miei ‘bambini’ scaricano la loro voglia di incesto.
Mio marito capisce che non può lasciare da sola la coppia; abbandona la postazione e va nell’altra camera, dove Elvira sta cavalcando da sopra il suo uomo.
Intanto Franco ha approfittato dell’assenza del padre per arpionare la figa e cercare il clitoride con le due dita; quando lo prende e lo strofina, il mio urlo è ancora più acuto; Nicola, quasi risvegliato dall’estasi, allunga la mano, scavalca quella del fratello e infila il medio nell’ano, ruotandolo per provocarmi nuovi brividi di piacere; è una libidine indescrivibile quella che mi sanno dare con due bocche che aspirano la lussuria dai miei seni e due mani che manipolano figa e culo.
Poi Nicola decide che vuole scoparmi; senza abbandonare il capezzolo a cui si è attaccato, sposta il corpo fino a salirmi addosso e mi pianta contro la vulva il suo cazzo meraviglioso; con pochi movimenti di una mano lo porta alla vagina e mi penetra; sentire quella mazza occupare di colpo il canale vaginale mi fa godere ed urlare ancora di piacere; lo freno perché non sborri immediatamente e lascio che mi monti delicatamente, quasi con metodo.
Si danno di gomito e lasciano di colpo i capezzoli; mi sento quasi vuota; ma intanto Franco mi ha spinto a ribaltarmi col fratello ben piantato in vagina; mi piega le ginocchia sul letto, mi spinge col busto sul fratello che ora è sotto di me, unge l’ano e mi infila la mazza nel culo; avverto solo la botta con cui lo manda fino alle viscere e poi comincio a sbrodolare sul cazzo di Nicola che adesso se ne sta fermo a godersi il movimento di Franco, di vai e vieni dal retto.
Sto godendo come mai in vita mia; e sono le mie creature a darmi tanto piacere; piango di gioia mentre mi pompano nel ventre la loro mascolinità; Nicola mi lecca le lacrime e mi bacia gli occhi; mentre ricambio il bacio, gli sussurro sulla bocca che sono in paradiso, che li amo da morire, che non sono mai stata così felice di scopare come in quel momento di godimento estremo; mi infila la lingua in gola e mi limona mentre mi sta scopando; intano, il fratello mi cavalca nel culo.
Mi accorgo che sono vicini a sborrare, perché i movimenti si fanno frenetici; chiedo se se la sentono di godere e di continuare la serata; Franco quasi mi deride; io non so di che cosa sono capaci due stalloni come loro; il fatto, poi, di godere, insieme, con la propria madre, li carica di un entusiasmo, di una voglia, di una libidine che li farebbe smettere solo quando fossero completamente consumati; esplodiamo insieme e l’urlo collettivo arriva al cielo.
Intanto - poi lo saprò dal racconto che mi farà lui - Carlo si è fiondato nella camera dei ragazzi ed ha preso il posto di Nicola, che si era fatto succhiare a lungo il cazzo dalla vogliosa Elvira, prima di precipitarsi a vedere perché urlavo e di costringere suo padre a dargli campo nella figa di sua madre; trova Livio sdraiato al centro del letto ed Elvira seduta su di lui che si faceva impalare in vagina; senza dubbio, aveva preso il posto di Nicola a tavola.
Carlo monta in ginocchio sul letto, si sistema alle spalle della donna, per un poco le accarezza la schiena fino alle natiche; preleva dal cassetto il lubrificante che i ragazzi avevano disposto; unge per benino il canale rettale, infilando tre dita e allargando lo sfintere; appoggia la cappella all’ano e spinge con continuità e determinazione finché i testicoli vanno a sbattere contro quelli di Livio; la donna, completamente riempita davanti e dietro, bacia il suo uomo e copula coi due insieme.
I miei ragazzi mi stanno scopando alla grande; per un tempo che non riesco a valutare, li sento entrare ed uscire dai miei buchi, armonizzando i movimenti e procurandomi un piacere assai intenso; ‘Maria, sto per godere’ mi sussurra Franco; spingo il culo verso di lui e questo è il segnale per farmi versare nel retto un fiume di sborra che mi inonda non solo il culo ma il cervello; Nicola lo segue a ruota; mi bacia con accanimento mentre sborra nel mio ventre, quello da dove è nato.
Franco si rende conto della posizione scomoda di suo fratello; si sfila delicatamente dal culo, si rovescia sul letto; io mi sollevo da Carlo e filo in bagno a scaricare dal retto e dall’utero la sborra che mi ha inondato; ne raccolgo un poco dalla vagina e la succhio; faccio lo stesso raccogliendola dal culo; mi piace sentire sulle labbra, con chiara coscienza, il sapore della loro mascolinità; torno in camera e mi sdraio fra i due allargando le braccia per chiedere un poco di requie.
Dalla camera adiacente non filtrano più rumori, segno che anche di là hanno interrotto; ma Elvira non va in bagno, segno che nessuno dei due ha voluto sborrare, per il momento; Carlo arriva con la bottiglia del vino e ne offre ‘a canna’ a ciascuno; una sorsata risulta ristoratrice, specialmente per i miei due stalloni; mio marito si avvicina e mi sussurra di avvertirlo quando sarò pronta per un nuovo assalto; gli faccio cenno di attendere un poco.
Elvira sembra già pronta; Livio ha il cazzo durissimo e mi guarda con appetito; gli faccio segno di sdraiarsi accanto a me, spostando i miei figli perché gli lascino campo; si stende al mio fianco, si piega su di me e prende fra le labbra un capezzolo, mentre una mano va a sollecitarmi il clitoride; mi rilasso languida e lascio che mi manipoli con grandi brividi di piacere ed umori che scorrono naturalmente dalla vagina sul lenzuolo.
Carlo fa sdraiare Elvira a fianco a me, le sale addosso e la penetra in figa molto dolcemente; lei lo abbraccia con le mani e con i piedi, fondendosi con lui; la sento gemere dolcemente mentre il cazzo di mio marito le titilla l’utero; lui le soffoca con un bacio l’urlo, quando arriva al primo orgasmo; Livio, affascinato dalla scena, mi monta addosso e mi penetra delicatamente; ha un bel cazzo, che mi riempie tutta, e me lo godo mentre scivola fino all’utero.
Con un gesto che risulta quasi strano, accarezza il viso di sua moglie e affonda la mano tra i capelli biondi sparsi sul cuscino; lei gli prende la mano, se la porta alle labbra e la bacia sul palmo; guardo Carlo e lo vedo sporgersi verso di me a deporre un bacio delicato sulle mie labbra; non cerco neppure di limonare; lo sento mio; Nicola viene verso la mia testa e mi appoggia il cazzo sulle labbra; le apro a prenderlo; Franco fa lo stesso con Elvira.
Il risucchio delle bocche che ingoiano il sesso dei ragazzi riempie la sala; per un poco è l’unico rumore; poi i due maschi danno il via alla loro cavalcata; gli umori scorrono a torrenti dalle fighe; i gemiti di tutte e due si spengono sui cazzi che stiamo succhiando; i grugniti dei maschi che godono sono irrefrenabili; ho deciso che non mollo il mio toro prima di avergli fatto versare nel mio utero tutta la sua mascolinità; lo fa con gioia; e Carlo non esita ad imitarlo.
Quasi per emulazione, i ragazzi versano nelle nostre gole il loro torrente di sperma; non mi aspettavo una dose così piena, dopo gli orgasmi che avevano raggiunto nella mia figa e nel mio culo; poi razionalizzo che sono giovani e capaci di molte performance a noi proibite dell’età; ingoio con gioia il succo che Nicola mi ha lasciato in bocca; e noto con grande piacere che anche Elvira si è gustata la mascolinità di Franco.
Quando gli adulti si scavalcano da noi, Elvira si volta verso di me, prima che io corra in bagno, mi abbraccia e appiccica la bocca alla mia in un bacio saffico che per me è completamente nuovo; va a scavare con un dito nella mia figa e lo ritrae coperto dallo sperma del suo uomo, lo infila in bocca e succhia; ripeto l’esperienza con lei e infilo il medio nella sua caverna umida e dolce, pronta a stringermi il dito coi muscoli; capisco cosa la rende desiderata; ritiro il dito e succhio lo sperma di Carlo.
Mi decido finalmente ad andare in bagno e mi sciacquo la figa, decisamente provata dalle copule; mentre mi asciugo, entra anche Elvira che, di carnagione assai più chiara, reca molto più evidenti sull’inguine le tracce dello tsunami di sesso che lo ha attraversato; ma il sorriso soddisfatto mi suggerisce che le ha fatto solo bene avere a sua disposizione quattro maschi che non si stancavano di prenderla in tutti i modi, con scelta preferenziale al culo.
Le ore successive scorrono dolcissime con tutte le forme possibili di scopata; ciascuno dei maschi presenti pare che non accetti di perdersi una delle occasioni che gli altri si godono; Franco è il più esplicito e non esita a dichiarare che ci vuole godere ambedue, da tutte le parti, cercando solo di limitare a tre il numero delle sborrate; in solitaria, mi scopa in figa, in culo e in bocca, mi passa il cazzo tra le tette e si abbandona ad una spagnola che avrebbe ucciso un uomo normale.
Nicola non cede di un millimetro; sembra quasi in competizione come da bambini, e si viene a prendere tutto il piacere che il corpo della sua mamma gli può offrire; ma ambedue ‘ripassano’ Elvira allo stesso modo e le strappano gemiti ed urli di piacere che mai le avevo sentito lanciare quelle volte che capitavamo a scopare in gang bang; quando prende coscienza che i due giovani sono i miei figli ha quasi un colpo; poi dichiara, congratulandosi, che ‘il frutto non casca lontano dall’albero’.
Carlo è il più anziano della combriccola e deve ad ogni costo dosare le sue energie; ma riesce a sbattersi tutte e due le femmine riservando ad ognuna una sborrata solo alla fine di un lungo percorso amatorio che per me è cominciato dal cunnilinguo, è passato da tutte le fasi e si è concluso con una inculata che ricorderò sempre; con Elvira, ha scopato assai volentieri; anche a lei ha sborrato nel culo perché era quello il suo desiderio nascosto.
La serata scorre così in un’ininterrotta serie di copule in cui mi trovo frequentemente a contatto con almeno due partner; normalmente, mentre succhio un cazzo, ne ricevo un altro in figa, una volta, e nel culo un’altra volta; considerato poi che Elvira si impegna nella stessa attività, si aggiungono una decina di copule a quelle che ambedue realizziamo con i singoli partner; molto frequenti e numerose sono le doppie, figa e culo, a cui ci sottoponiamo volentieri; le scene da gang bang non si contano così come le masturbazioni e le spagnole.
Un paio di volte mi incrocio con Elvira che mi propone azioni saffiche; non mi sottraggo e scopro con gusto che mi piace leccare e succhiare la figa, dedicarmi ai capezzoli o scopare contemporaneamente con lei e con un maschio; ma mi riservo di approfondire il ‘genere’ in un momento migliore, perché, con quattro stalloni super eccitati, non è facile dedicarsi all’unica altra femmina della serata; comunque, scopro dentro di me una dolcissima vena lesbica che m’intriga.
Quando, a sera inoltrata, decidiamo finalmente gli ‘ultimi giri di giostra’, tutti dobbiamo fare appello alle ultime energie, per chiudere in bellezza una grande serata di sesso.
“Per fortuna domani è domenica!”
Commenta Franco; ed Elvira, guardando verso Livio, prontamente gli ribatte.
“ … così avrò un’intera giornata da dedicare al mio cazzo meraviglioso, vero amore mio?”
Il suo compagno annuisce e sembra già goloso della giornata di sesso; poi chiede a Carlo se prevede altre situazioni come quella, eventualmente a casa loro; mio marito accenna a me.
“Maria ha tre grossi cazzi a sua disposizione e non so cosa intenda farne; ma stai certo che per una scopata con Elvira userò tutta la mia forza per incontrarci ancora!”
Io sono veramente stanca e proprio non me la sento di proiettarmi al di là di quel momento; ma so anche che, con Carlo, ‘mai dire mai’; gli chiedo di lasciarmi riposare; quando avrò conosciuto meglio i miei ‘gioielli’, per dirla con Cornelia, le decisioni saranno certamente le più opportune.
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