Escort e gigolò!

Capitolo 3 - Un buon  inizio

pennabianca
5 days ago

Mio fratello solleva un attimo lo sguardo, sorride e poi inizia a parlare.

«Credimi sorella, è stato qualcosa più che sconvolgente. Ero furioso, perché ero convinto che nostra madre tradisse papà, è così l'ho quasi aggredita, quando me la son trovata di nuovo davanti insieme a lui. Essi, però, avevano già fatto il loro accordo ed eravamo proprio in questa stanza quando mamma mi ha detto di mettermi seduto qui e, mentre io la guardavo con un certo disprezzo, lei ha dato un bacio a papà e poi, insieme, mi hanno spiegato che quello era il loro modo di vivere, ma anche il loro secondo lavoro. Io, all'epoca, avevo già avuto qualche esperienza, non molto soddisfacente ed anche un paio di esperienze bisex con un compagno di calcetto, che si divertiva a succhiarmi il cazzo ogni volta che facevamo la doccia insieme, quindi, capirai che son rimasto molto stupito quando loro due, con fare sereno, mi hanno fatto spogliare nudo. La prima è stata proprio mamma a complimentarsi con me, dicendo che il mio fallo aveva tutte le potenzialità per diventar preda di tante affamate signore, perché grande e grosso come quello di nostro padre; in quell'occasione mamma mi ha regalato un pompino da infarto! In quel momento non ho capito più niente, tutta la mia rabbia è sfumata in un batter d'occhio ed ho cominciato a capire il loro modo di godersi la vita; così, sono giunto alla conclusione che loro due erano veramente innamorati e si amavano moltissimo, ma consideravano tutto il resto solo come un secondo lavoro! Ho impiegato un po' di tempo ad elaborare questa cosa e, solo quando ci son riuscito, ho chiesto di poter far anch'io parte del gruppo, cosa che è stata subito molto apprezzata. In più di una occasione, siamo usciti insieme, io e la mamma, perché il cliente voleva una donna matura ed un giovane insieme e, ti assicuro, che ho vissuto con lei delle esperienze incredibili. Durante una di queste uscite, un maschio che stava leccando la figa della mamma, mi ha chiesto di succhiargli il cazzo ed io l'ho fatto e poi, mentre stavo scopando la mamma, lui mi ha penetrato dietro. All'inizio è stata davvero dura, poi, dopo un po' di dolore iniziale, è cominciato il vero e proprio piacere. Ero sconvolto dal fatto che stavo facendo sesso con mia madre, mentre qualcuno mi inculava. Alla fine, ho avuto un po' più di soldi come ricompensa, quando lui si è reso conto che ero vergine e, in ogni caso, è stato qualcosa di molto bello. Quando sono andato ad iscrivermi all'università, un impiegato della facoltà mi ha detto che, con il mio fisico, potevo guadagnare molto bene, se avessi ballato sul cubo di un locale un po' particolare e, così, ho accettato e, da allora, mi son creato un buon giro di clienti. Anche Carlo, il proprietario del sexy shop, ogni tanto mi cerca, quando gli capita qualche coppia che vuole un ragazzo bisex a giocare con loro e questo mi procura molti soldi, ma anche molto piacere! Vedrai, sorellina, che se è lui a organizzare la tua iniziazione al piacere, non resterai per niente delusa. Quel porco offre prestazioni sessuali a tanta gente potente e ricca e, di sicuro, ne ricaverai, oltre una bella sommetta, anche qualche conoscenza importante, che potrebbe esserti utile in futuro.»

Guardo entrambi con occhi carichi di ammirazione e, intimamente, penso che il mio futuro sia già iniziato. Andiamo a pranzo insieme e, nel pomeriggio, mentre mio fratello si dedica ai suoi impegni, io mi chiudo in camera mia e mi diverto a calzare soprattutto le scarpe con il tacco alto, onde riuscire ad avere un incedere sicuro e disinvolto. Alla sera, saluto mio fratello che va al suo appuntamento, mentre papà mi dice che è ora che io mi metta un po' in mostra; così, mi fa indossare uno dei bei tubini di lino bianco, che abbiamo comprato al centro commerciale e, a cosce nude ed un micro tanga quasi invisibile, mi fa calzare dei sandali con il tacco vertiginoso; con quella mise, insieme andiamo a cena in un prestigioso ristorante, dove, per raggiungere il nostro tavolo, mi fa attraversare tutta la sala, facendosi precedere. Lui è dietro di me e mi rendo conto che mi sta proprio mettendo in mostra, perché noto lo sguardo carico di desiderio da parte di tutti i maschi, che mi guardano, e l'invidia delle donne che si rendono conto di quanto sia appariscente. Sono un po' emozionata e, quando ci sediamo al tavolo, lo faccio presente a mio padre, che sorride soddisfatto.

«Mi fa molto piacere sapere che sei emozionata. Questo significa che il gioco ti eccita ed è fondamentale se vuoi intraprendere questo tipo di attività. La maggior parte delle donne che fanno le escort, per non dire "puttane", evitano di provare emozioni, sentimenti o, addirittura, godere, ma questo è sbagliato, perché rende il gioco un lavoro scarno, asettico, privo di qualsiasi mordente, mentre invece tua madre, tuo fratello e anch'io, siamo fermamente convinti, e l'esperienza ci ha dato sempre ragione, che, se sei cosciente di doverti far pagare, sarai anche più naturale, più ti lasci andare, più mostri di provar piacere con la persona con cui stai scopando, e più sei apprezzata, ricercata e, nello stesso tempo, ancor più pagata! Credimi, piccola mia, quello che andrai ad intraprendere non è un lavoro, ma deve esser interpretato come un gioco, un piacere, che qualcuno paga per assicurarsi di poter giocare con te! Se in te si formerà questa mentalità, ti assicurerai anche il tuo divertimento e, soprattutto, potrai gloriarti di sentirti desiderata, richiesta, costruendo così la tua fortuna! Guardati intorno: in questo locale ci sono persone molto altolocate e, magari, tra esse c'è qualcuno pronto a fare un'offerta per ottenere la tua verginità!»

Giro lo sguardo in maniera naturale, senza fissar nessuno in particolare e mi rendo conto che le parole di mio padre sono corrette, perché noto che più di un maschio mi osserva con un certo desiderio. Durante la cena, mio padre mi suggerisce di metter in pratica un piccolo gioco, per divertirmi ancora un po', ed io accetto volentieri.

«Vedi quella porta laggiù, oltre quella porta c'è il bagno; voglio che tu attraversi la sala con il tuo incedere naturale, senza degnare nessuno di uno sguardo, e andare in bagno; lì toglierai il perizoma e, quando torni, lo appoggerai qui sul tavolo!»

 Mi tremano le gambe mentre ascolto le sue parole. Faccio un profondo respiro, bevo un sorso di vino e mi alzo; seguendo esattamente le sue istruzioni, attraverso di nuovo la sala sotto lo sguardo carico di cupidigia di alcuni maschi, che mi mangiano con gli occhi; entro nel bagno e, quando tolgo le mutandine, scopro che sono completamente fradicie. Faccio di nuovo un profondo respiro e poi torno indietro; ripercorro la sala, provando un'emozione incredibile, nell'avvertire un alito di frescura che sfiora la mia micetta nuda. Il vestito è molto trasparente e questo aumenta ancor più la mia esposizione, ma, soprattutto, anche la mia eccitazione. Raggiungo il tavolo, mentre mi siedo appoggio il mio microscopico perizoma vicino alla mano di mio padre, che lo prende, lo annusa e poi lo mette in tasca. Mi ha stupito il gesto, perché, così facendo, qualcuno può averlo notato e, infatti, vedo due uomini, seduti accanto a noi, che ci guardano ed uno dei due sorride e solleva il calice, in segno di saluto. Anche mio padre ha visto il gesto, mi indica di prendere il bicchiere e sollevarlo in risposta al loro brindisi, cosa che faccio mentre avverto un illanguidimento alle gambe. Mi colpisce un anello con un grosso rubino posto sul mignolo della mano dell'uomo. Oltre le gambe, mi tremano anche le mani, quando appoggio il bicchiere sul tavolo ed il cameriere ci serve il dessert. Mio padre mi suggerisce di mangiare la panna del dolce in maniera molto lenta e sensuale, proprio a voler provocare i due maschi che ci stanno guardando.

«Complimenti! Hai sicuramente eccitato questi due maschi e puoi vedere quanto interesse hai suscitato. Loro non sanno che sei mia figlia, ma immaginano che potresti esser una puttanella uscita con un uomo più maturo e, sicuramente, vorrebbero stare al mio posto. Tu non guardar loro, però mangia il dolce come se ogni cucchiaino che metti in bocca, fosse la punta di un membro da leccare.»

Sento la mia lumachina schiumare. Sono così eccitata che quasi tremo di paura a continuare questo gioco, che mi sta veramente facendo impazzire di piacere. Eseguo quello che mi ha chiesto mio padre e, con la coda dell'occhio, vedo i due uomini che guardano verso di noi; giro la testa verso mio padre, che fa un mezzo sorriso compiaciuto. Finito di cenare, andiamo alla cassa a pagare il conto e i due uomini ci seguono pur mantenendosi ad una certa distanza. Appena giunti nel parcheggio, onde raggiungere la nostra auto, fermata di proposito un po' in disparte, camminiamo piano, molto lentamente, in modo che i due possano seguirci e, quando arriviamo davanti alla nostra auto, mio padre apre lo sportello lato passeggero e, una volta fattami entrare, mi vieta di chiudere lo sportello e di restare seduta a cosce aperte.

«Questo è un gioco che, con tua madre, abbiamo fatto un'infinità di volte. Quando arriva l'estate, i clienti diminuivano un po' e allora lei si divertiva a provocare qualcuno, come ho fatto fare a te stasera e, in genere, capitava sempre qualcuno molto generoso, che voleva passare il resto della serata a divertirsi con noi. Lascia che quei due si avvicinino.»

I due uomini lentamente si avvicinano e giunti ad un paio di metri dallo sportello, si fermano; mio padre mette una mano in mezzo alle mie cosce e mi masturba delicatamente, sfiorando solo il mio clitoride, senza inserire nessun dito dentro. Comincio a gemere di piacere, vedo che i due sono attizzati e, quando si avvicinano ancora un po', mio padre chiude lo sportello dal mio lato e lo apre dal suo; poi distende parzialmente il suo sedile, apre i suoi pantaloni e mette in evidenza il suo splendido membro, perfettamente teso e duro. I due, ancor più incuriositi, girano dall'altro lato e si trovano davanti uno spettacolo particolare: mio padre disteso con il cazzo di fuori ed io che lo sto già lavorando con la bocca. Tutto avviene in silenzio; l'unico rumore che si sente è il risucchio che produce la mia bocca, mentre faccio scorrere la testa su e giù, sopra il membro di mio padre; me lo infilo in gola, sempre più in profondità e questo, d'un tratto, suscita lo stupore di uno dei due, quello che ha l'anello con il rubino, che si complimenta con mio padre.

«Signore, lei è l'uomo più fortunato del mondo! Questa meravigliosa puttanella le sta sicuramente regalando il più bel pompino della sua vita! Mi creda, darei una fortuna, per esser al suo posto!»

Mio padre mi ferma per un attimo e mi guarda.

«Vuoi guadagnare i tuoi primi soldi facendo il tuo primo pompino?»

Mi tremano le gambe, mentre faccio cenno di sì con il capo. Mio padre si gira verso di loro, invitandoli ad avvicinarsi.

«Signore, sto addestrando questa giovane puttanella, per cui non sono certo che il pompino che potrebbe farle sia di suo gradimento ma, nel caso soddisfi il suo desiderio, vorrei che lei fosse molto generoso con questa mia troietta.»

 L'uomo annuisce, apre il portafogli e tira fuori un pezzo da 100.

«Pensa che sia sufficiente per un pompino? Sappi che a me piacciono molto quelle inesperte, perché sono quelle che ti fanno godere in maniera straordinaria e quindi... vediamo se questa puttanella mi farà divertire!»

Mio padre mi sorride, poi mi fa di nuovo sedere sul mio sedile e scende dall'auto, si mette dall'altro lato, apre di nuovo lo sportello e fa avvicinare l'uomo che, nel frattempo, aveva aperto i pantaloni; resto davvero sorpresa nel vedere che ha un membro di certo più corto di quello di mio padre, ma, come spessore, è lo stesso, se non di più! Anche l'altro uomo che era con lui si avvicina e si tiene il cazzo in mano, lo sega lentamente e vedo che anche lui è ben messo, anche se di minor dimensione. Sollevo le mani e cerco di impugnare quel membro, ma le dita non riescono a chiudersi; in ogni caso, comincio a dare dei colpi di lingua sulla cappella, che trovo pulita e profumata. Apro bene i pantaloni, facendoli scivolare fino alle caviglie; accarezzo le grosse palle pendenti sotto quel grosso membro, che sto ora ricoprendo di saliva, riscuotendo subito il plauso da parte dell'uomo.

«Umhmm… brava, così! Come inizio, davvero ottimo! Continua che mi piace!»

 Con calma riesco a riempirlo bene di saliva e, mentre lo faccio, comincio a farlo scivolare un po' in gola, ma sento che forza un po'. L'uomo rimane immobile e si gusta la mia pompa; quando inizia a spingerlo giù per la gola, mi trovo un po' in difficoltà, allora vedo che mio padre appoggia una mano sul mio capo e mi impone di accoglierlo tutto in gola.

«Ti ha pagato per il pompino, quindi devi ingoiarlo tutto! Lascia che ti scopi la gola, che scivoli completamente nella tua bocca.»

Fatico un poco, ma, alla fine, riesco ad infilarlo tutto in gola e, quando la punta del mio naso sbatte contro il corpo dell'uomo, lui è molto soddisfatto.

 «Brava, così! Sei davvero una grande pompinara! Lascia che ti scopi un po' la gola, per alla fine riempirtela di crema! mhmm… che meraviglia… continua, che voglio sborrare!»

Ora è lui che appoggia una mano sul mio capo e mi tiene la testa ferma; muove il suo corpo avanti e indietro e mi spinge in maniera decisa tutto quel membro giù per la gola. Sentirmi usata a quel modo, mi fa godere all'istante; il mio corpo trema, mentre provo un orgasmo senza toccarmi.  Lui non se ne accorge, perché è vicino al suo godimento e, infatti, mentre sto ancora tremando di piacere, la mia bocca viene immediatamente riempita da una generosa quantità di sperma dal sapore molto dolce. La ingoio rapidamente, perché l'uomo continua ad eruttare in continuazione e mi riempie la bocca al punto che, da un lato, scivola giù lungo il mento. Ingoio tutto, poi lo lecco e lo pulisco; con un dito, raccolgo quel poco che mi è scivolato fuori dalla bocca e questo suscita ulteriore ammirazione da parte dell'uomo.

«Meravigliosa! Amico mio, la tua puttanella è veramente stupenda! Una fighetta così vorrei averla tutta la notte nel letto! Quanto vuoi per poterla scopare? Dai, spara una cifra, che te la pago!»

Mentre parla sta raccogliendo i pantaloni e ripone l'uccello; guarda mio padre in attesa di una risposta.

«Non è ancora in vendita. Ti potrà sorprendere il fatto che questa puttanella è ancora vergine.»

I due si scambiano uno sguardo e l'altro, che fino ad ora era rimasto in silenzio, guarda mio padre e gli rivolge una domanda ben precisa.

«Ne sei sicuro? Io sarei disposto a pagar bene per avere il privilegio di sverginarla!»

Mio padre sorride e ripete che sono assolutamente vergine.

«Ne sono assolutamente certo; e, quanto al fatto che sei disposto a pagare, credo che dovrai metterti in fila.»

L'uomo non lo lascia finire.

«Aspetta un momento: c'è un tizio che mi ha detto che una puttanella sta mettendo all'asta la sua verginità e…»

Mio padre sorride ed annuisce; i due si danno subito un'occhiata.

«Cazzo, amico, ma se è questa è fantastica; quanto vuoi? Quell'uomo ha detto che la ragazza ha entrambi i buchi intatti, quindi noi siamo disposti a prenderli entrambi.»

Mio padre sorride, mentre mi passa la banconota da cento che gli ha dato il tizio.

«C'è un'asta in corso; partecipate anche voi e buona fortuna. In fondo siete stati già fortunati, conoscete già ciò che sarà messo all'incanto, quindi…»

Il secondo tizio si avvicina, prende una banconota da 100 e la dà a mio padre.

«Allora lascia che anch'io provi il piacere di scopare almeno la sua bocca!»

Mio padre si gira ed io mi metto in ginocchio davanti a lui; gli prendo il cazzo in bocca, che è molto più piccolo dell'altro, e lo succhio, lo lavoro velocemente e anche lui, ben presto, mi inonda la bocca con una bella bordata di crema, un po' più saporita, che ingoio e pulisco fino all'ultima goccia.

«Che pompinara meravigliosa! Cazzo, se questa è davvero vergine, voglio proprio gustarmela. Puoi star tranquillo che parteciperemo anche noi all'asta. Quanto a te, puttanella, preparati perché ti scoperemo per tutta la notte!»

Ci salutano e se ne vanno; guardo mio padre, mentre ancora mi tremano le gambe.

«Accidenti, papà, è stato... mamma mia, sono venuta senza toccarmi! Papà, tutta questa storia mi fa impazzire!» Lui sorride, mentre mi porge anche l'altra banconota, per poi tornare a casa, commentando ciò che era accaduto. «Complimenti, figlia mia! Vedo che hai capito esattamente come funziona il gioco e ne sono davvero contento. Sei stata bravissima! Tua madre sarebbe infinitamente orgogliosa di te!»

Quando rientriamo in casa, andiamo a dormire insieme e, prima di addormentarmi, riprendo a succhiare il suo uccello e, mentre me lo sto godendo bene in bocca, d'un tratto mi fermo, lo guardo e lui, stupito, mi chiede:

«Amore, perché ti sei fermata? Mi stavi facendo…»

Sorrido prima di riprendere a succhiare.

«Papà, voglio una promessa da te; quando non sarò più vergine, tu e mio fratello mi dovete scopare insieme una sera, qui, in questo letto e voglio godere fino allo sfinimento. Papà, me lo devi promettere!»

Sorride, mentre con una mano mi spinge la testa per farmi riprendere il cazzo in bocca.

«Non solo te lo prometto, ma te lo giuro. Avrei una voglia matta di possederti fin da ora, ma non voglio rovinarti quella che sarà la tua serata speciale. Anche tuo fratello ha avuto lo stesso desiderio e ti assicuro che entrambi ti faremo impazzire di piacere. Ora ricordo che c'è ancora una cosa che ho dimenticato di chiederti: prendi sempre gli anticoncezionali che ti ha prescritto la dottoressa, per regolare il tuo ciclo mestruale?»

Sorrido e glielo confermo; aggiungendo che non avrò nessun problema a farmi venir dentro. Riprendo a succhiare il suo cazzo e lui mi regala un'abbondante dose di crema, che ingoio fino all'ultima goccia; poi, restando appoggiata con la testa sul suo petto, mi addormento. All'alba vengo svegliata dalla sua lingua, che esplora tra le mie cosce; una volta sveglia, ho un orgasmo immediato. Lui mi sorride, mentre raccoglie il mio nettare.

«Buongiorno, principessa! Avevo proprio voglia di dissetarmi con il tuo miele.»

 Resto sdraiata a cosce aperte carica di voglia, mentre lui si alza e va in cucina a preparare la colazione. Sto quasi per alzarmi, quando la porta della camera si apre e compare mio fratello, che si siede sul letto accanto a me.

«Buongiorno, sorellina! Sei proprio una gran bella fighetta! Posso dare una leccata anch'io? La troia di ieri sera non aveva un buon sapore e così mi è rimasto un po' di quell’amaro in bocca; ora se mi fai leccare un po' della tua, mi rifaccio un po' la bocca.»

Anche lui è bravo e mi porta velocemente all'orgasmo; poi sono io che mi giro e vado a succhiare il tuo membro e devo impegnarmi non poco perché è stato letteralmente prosciugato. Alla fine, riesco a farlo venire, ma solo dopo un lavoro molto impegnativo. Insieme andiamo in cucina e troviamo nostro padre che ha già preparato la nostra colazione e, quando ci vede arrivare stando sottobraccio, ride contento.

 «Questo è quanto adoro vedere! Siete meravigliosi! Siete così belli che potreste passare anche come una coppia e, quando tu, Elena, sarai già operativa, potremmo anche proporre questa opzione tra quelle offerte ai nostri clienti. Una giovane coppia bisex, che gioca con altre coppie. Sarete sicuramente molto richiesti!»

Ci mettiamo a ridere tutti e tre contenti, e poi, mentre stiamo facendo colazione, papà riceve una telefonata da parte di Carlo.

«Ciao, Mario, ho preparato tutto e sarei felice di fartelo vedere, se aveste un momento per passare qui da me!»

Mio padre risponde che passeremo senz'altro e, una volta chiusa la comunicazione, mio padre si informa da mio fratello su come sia andata la serata.

«Abbastanza normale. Lei una vecchia vaccona, un po' grassa e sfatta, lui un vecchio porco, comunque ben dotato, che doveva essersi impasticcato di Viagra, perché non c'era modo di fargli ammosciare il cazzo. Ha scopato lei e poi anche me, e poi di nuovo lei, mentre la scopavo anch'io. È stata una bella serata, interessante. In ogni caso mi hanno pagato molto bene. Ti dispiace se vengo anch'io con voi a trovare Carlo?»

Mio padre dice che non ci son problemi e così andiamo tutti e tre a trovare l'amico al sexy shop. Giunti nel locale, lo troviamo chiuso e, quando mio padre lo chiama al telefono, lui ci fa entrare dal retro. Una volta nel suo ufficio, lui ci mostra la pagina web che ha creato proprio per me, con le mie foto e, soprattutto, con quelle dei miei buchetti, ancora tutti da aprire.

 «Ho già fatto alcune telefonate ed ho già avuto una decina di adesioni. Non metterò questa pagina online, ma la manderò in esclusiva solo alle persone che ho contattato. Considerando che Elena è appena diciottenne ed il suo giovane corpo sembra ancora acerbo da poter essere scambiato con quello di una sedicenne, ho pensato di aumentare la cifra base per il secondo canale. È giovane e il suo culetto farà molto gola, quindi è giusto che chi lo vuole profanarlo deve pagare! Quanto a te, ragazza, ti munisco di questa crema, che dovrai mettere sul tuo buchetto prima che cominci l'asta. È una crema molto lubrificante, che contiene anche una minima parte di anestetizzante; questo ti allevierà un po' il dolore della prima penetrazione, perché quando ti faranno il culo, sicuramente non ci andranno leggeri! Per questo che voglio che paghino di più! Se davanti ho messo dieci, come cifra minima, dietro la cifra base sarà 15! C'è un'altra cosa che è necessario ti faccia presente. La maggior parte delle persone da me contattate è tutta gente in vista, molto importanti e, alcuni di loro sono molto noti, quindi indosseranno anche loro delle mascherine, così da non esser identificati; mi hanno chiesto di chiudere l'asta entro mercoledì, perché nelle altre sere hanno tutti de gli impegni inderogabili.»

Mio padre si dice subito d'accordo e Carlo, immediatamente, invia alle persone contattate tutte le informazioni del caso e, mentre siamo lì a parlare, comincia a ricevere un sacco di offerte, che rilanciano di molto la cifra base.

«Credo che mercoledì andrà bene! Amore, tu che ne pensi?»

Guardo mio padre e Carlo ed affermo che prima lo facciamo e meglio è.

«Per me, mercoledì sera va bene! Voglio togliermi questo pensiero il prima possibile!»

Ci mettiamo a ridere tutti e tre, mentre continuano a fioccare le offerte; intanto Moreno ha fatto un po' il giro del sexy shop ed ha comprato alcuni perizomi sexy per uomini e Carlo mi prende per mano e mi porta nel reparto abbigliamento; poi si ferma davanti ad un abito da sposa.

«La serata avverrà nella mia casa al mare. È un posto molto intimo e esclusivo; questo serve anche a garantire riservatezza alle persone che ci raggiungeranno. Essendo per te la prima volta, mi è venuto in mente che potrei farti vestire con questo completino da sposa, che, come vedi è molto bello e, soprattutto, richiama benissimo la prima notte di nozze.»

Lo prende e me lo fa indossare; scopro che l'abito è semplicemente fatto di pizzo bianco ricamato, sotto cui non si può assolutamente metter nessun tipo di indumento; sulla testa c'è un piccolo velo, che mi arriva fino alle spalle. Quando mi giro e lo faccio vedere ai miei tre uomini che mi stanno guardando, tutti e tre restano a bocca aperta ad ammirare il mio splendore. Carlo poi è il primo a reagire.

«Oh, cazzo, che meraviglia che sei! Ma sei bellissima! Elena, tu mercoledì sera farai impazzire tutti!»

Moreno prende il cellulare e mi scatta alcune foto, poi si mette vicino a me e chiede a nostro padre di fare una foto, come se fossimo marito e moglie, ma Carlo propone di andare subito al teatro di posa, che ha sul retro, e far lì un book fotografico che ci servirà senza altro, in futuro, come coppia. Ci spostiamo nel suo studio fotografico e cominciamo a far tante belle fotografie di noi due insieme, sia nudi che vestiti da sposi e, alla fine, mi ritrovo con il cazzo di mio fratello in bocca, mentre mio padre ha infilato la testa fra le mie cosce e mi lecca da morire come un assetato. La sessione fotografica finisce con me che vengo riempita in bocca da tre copiose sborrate. Carlo è quello che impazzisce di più.