Escort e gigolò!

Capitolo 1 - La scoperta

pennabianca
2 days ago

Mi chiamo Elena, ho compiuto 18 anni una settimana fa, sono di media statura, occhi chiari, bella bocca ampia e carnosa, un seno di una terza piena, alta e tonda, ventre piatto ed un culetto che trovo sia proprio qualcosa di molto bello, perché a forma di cuore e posto in cima alle mie cosce lisce e ben tornite. Da tre anni sono orfana, perché mia madre è morta a causa di un infarto; son rimasta a vivere insieme a Mario, mio padre, un bel maschio, di 43 anni, alto, dai capelli neri, occhi azzurri, un fisico ben strutturato da anni di nuoto. L'altro componente della mia famiglia è Moreno, mio fratello, di 21 anni. Anche lui è moro, occhi azzurri ed ha un fisico molto bello, che tiene in forma frequentando una palestra. Studia in una città non troppo lontana da casa e, in genere, torna a casa solo per il weekend. Economicamente ce la passiamo abbastanza bene, perché è un rappresentante di elettromedicali, strumenti necessari negli ospedali e in ogni ambulatorio, studi dentistici e in tutti quei posti dove ad un medico necessitano attrezzature per poter visitare o curare i suoi pazienti. Sia prima che dopo la morte di mia madre, la vita di mio padre non è cambiata per niente, perché anche prima, quando era viva mamma, a volte, a sera, usciva da solo e non ho mai visto mia madre fare una scenata di gelosia o altro, perché anche lei, qualche volta, si permetteva qualche uscita, la sera, con le amiche e, in quelle occasioni, ho sempre notato che mia madre si vestiva in maniera davvero fine ed elegante. Tra i miei genitori vi era una profonda intesa, tantissimo amore e complicità. Per tutti noi e, in particolare per me, la perdita di mia madre è stata veramente un duro colpo, perché mi son trovata senza un punto di riferimento, in mezzo a due uomini; anche la mia esperienza sessuale è stata molto contenuta perché proprio non sapevo con chi confidarmi delle mie sensazioni, in quanto, parecchie mie amiche amano vestirsi in maniera molto appariscente, perché vogliono farsi stuzzicare dai ragazzi, mentre io, essendo inesperta, mi sento un po' troppo timida e indifesa; così, a 18 anni, tutta la mia esperienza sessuale è stata quella di aver visto decine di video porno, scaricati da Internet. Ho dato solo qualche bacio, ma, quando il ragazzo che stavo baciando allungava troppo le mani, l'ho sempre bloccato, rifiutando che procedesse oltre. Anche se ho visto come si fa, non ho mai fatto un pompino e, per dirla proprio tutta, non ho mai toccato o tenuto in mano un cazzo vero. Comunque ho un bel rapporto con mio padre e mio fratello e, proprio con mio padre, un sabato mattina, mentre stavamo facendo colazione, abbiamo iniziato a parlare del mio futuro.

 «Allora, mia principessa, cosa vuoi fare dopo che ti sarai diplomata? Ormai manca poco! Mi sembra che fra una ventina, massimo 25 giorni, dovresti aver superato gli esami! Hai pensato che lavoro ti piacerebbe fare o, per caso, vorresti iscriverti a qualche università?» Ero molto indecisa ed ho stretto un po' le spalle, senza dare una risposta ben precisa «Boh! Sinceramente non so che dirti, papà. Ho visto che mio fratello studia e lavora e, da quello che ho capito, guadagna anche molti soldi, perché l'auto che ha comprato da poco costa una fortuna. Anche se non ho capito bene che lavoro faccia, mi piacerebbe fare un lavoro come il suo, che appare ben remunerato!»

Ho visto lo sguardo di mio padre diventare molto serio. L'ho osservato e son rimasta ancora affascinata dal maschio che mostrava d'essere. Aveva appena fatto la doccia, aveva addosso ancora l'accappatoio legato in vita ed il suo viso, appena sbarbato, era veramente intrigante, per non parlare delle sue gambe che spuntavano dall'accappatoio, che lo copriva fino a metà coscia: le vedevo forti e virili. Dentro di me, ho avuto uno strano brivido al pensiero di cosa potesse celarsi sotto il tessuto dell'accappatoio. Forse sono arrossita a quel pensiero, ma subito le sue parole mi hanno riportato alla realtà.

«Elena, penseresti di voler lavorare e studiare, allo stesso tempo? Voglio dire: ci son dei lavori che vengono ben remunerati, perché comportano comunque dei sacrifici. Studiare e lavorare come fa tuo fratello, potrebbe esser pesante.»

Ho sollevato la gamba destra e me la sono messa sulla sedia, sotto il mio sedere, per apparire un po' più alta; indossavo solo le mutandine, sotto la mia grande t-shirt, che era di mio padre; a seguito di quel movimento, la t-shirt è risalita un po', mettendo in mostra le mie splendide cosce; ho visto che lui ha indugiato un po' troppo con lo sguardo sul mio corpo. Stranamente, questa cosa mi ha dato un lungo brivido di piacere.

«Sì, papà! Voglio fare un lavoro che sia ben pagato! Capisco che ci saranno anche dei sacrifici da fare, ma... vedo che anche tu, ogni tanto, ti devi impegnare di più e comunque i risultati sono molto soddisfacenti. Moreno, in due anni, si è concesso tante soddisfazioni, quindi, anch’io, vorrei trovare un lavoro che mi piace e che mi vien ben pagato.»

Mio padre è rimasto a guardarmi ancora un po' seriamente, poi mi ha fatto cenno di avvicinarmi. Mi son alzata e son andata dall'altro lato del tavolo, mi son seduta sulle sue ginocchia. Era una sensazione bellissima il contatto della mia pelle con la sua e, volutamente, mi son spostata in maniera che il mio culetto poggiasse sopra il suo pacco, che mi è sembrato piuttosto grosso. Lui mi ha messo un braccio sopra le spalle ed io mi son girata verso di lui: ci siamo fissati negli occhi.

«Elena, posso farti una domanda molto personale?»

Ho annuito.

«Ti sembrerà strano quello che ti chiedo, ma vorrei sapere dettagliatamente quali sono le tue esperienze, in campo sessuale.»

Le mei guance si sono imporporate all’istante! Questa cosa lui l'ha notata, ma è rimasto in silenzio ad aspettare la mia risposta.

«Ecco, vedi, papà, io... voglio dire: ho solo dato qualche bacio, ma…»

Ho abbassato lo sguardo in preda ad una profonda vergogna e molto imbarazzo. Lui ha portato una mano sotto il mio mento e mi ha sollevato il viso, facendo sì che i miei occhi si incrociassero con i suoi.

«Elena non ti devi vergognare se sei vergine e non hai nessuna esperienza sessuale; nessuno nasce maestro, nella vita! Tutti dobbiamo imparare ed è per questo che si va a scuola, oppure ci si affida a persone esperte, che ti insegnino ciò che non puoi sapere.»

 Mi ha sorriso dopo aver finito di parlare e poi, mi ha abbracciato e baciato sulla guancia.

«Credo che la cosa più importante, per ora, sia quella che tu superi bene l'esame per diplomarti, poi, una volta che ti sei liberata degli impegni scolastici, riprenderemo questo discorso e vedremo cosa sarebbe meglio per te! Dai, adesso andiamo a vestirci, che io devo andare al lavoro e tu a scuola!»

Siamo rimasti a guardarci un attimo negli occhi, mentre io sentivo che sotto il mio culetto qualcosa di notevole era cresciuto e divenuto moto rigido; anche se era nascosto dalla stoffa dell'accappatoio in microfibra, era sicuramente qualcosa di grosso, che mi ha fatto bagnare la patatina. Per più di una ventina di giorni, questo discorso non è stato più affrontato, anche se, più d'una sera, mi son masturbata pensando a quell’enorme presenza, che avevo percepito premere contro il mio culetto. Due giorni dopo aver superato brillantemente gli esami, con un buon 95/100, era di nuovo un sabato mattina ed ero uscita presto per andare a vedere i quadri con i risultati degli esami; quando son tornata felice e contenta, ho aperto rapidamente la porta del bagno, dovendo far pipì. Nello stesso momento, mio padre usciva dalla doccia nudo. Davanti ai miei occhi ho visto il corpo di un vero bronzo di Riace, con un membro in posizione di riposo, grosso e lungo, con una punta color rosa che svettava sopra due grosse palle; questa cosa mi ha sorpreso oltremodo. Era la prima volta che vedevo un cazzo vero ed era quello di mio padre; sembrava proprio della stessa notevole consistenza di quelli visti in certi video. Sono rimasta sbalordita, a bocca aperta, a guardarlo, poi, di colpo, ho reagito.

«Oh, scusami papà! Non volevo, ehm... non sapevo che tu eri…»

Ho abbassato lo sguardo ed ho fatto per girarmi ed uscire, ma lui ha allungato una mano e mi ha fermato.

«Aspetta, non te ne andare! Hai detto che non hai mai visto, toccato o avuto modo di farti una benché minima idea o esperienza sessuale? Io ti ho detto che bisogna andare a scuola oppure fartelo spiegare da chi ha più esperienza, quindi, visto che ora sei qui, svolgi la tua minzione adesso, davanti a me, e poi parliamo.»

Sono rimasta a bocca aperta, senza parole e, stranamente, mi son lasciata spingere da lui verso il water; sempre rimanendo totalmente passiva, lui ha sollevato la mia minigonna, mi ha abbassato le mutandine e mi ha fatto metter seduta sul water, dove ho svuotato la mia vescica, senza riuscire a dir nulla. Appena finito, lui mi ha di nuovo sollevato e, dopo aver fatto un passo, mi ha fatto piegare a 90 gradi sopra il lavandino, tenendomi le cosce aperte, si è inginocchiato dietro di me.

«Amore, resta ferma, che ti faccio provare la tua prima esperienza sessuale!»

Ero a bocca aperta. Avevo il respiro bloccato e dentro di me stentavo a credere che stesse succedendo quello su cui, alcune volte, avevo fantasticato nel mio letto, ad occhi chiusi, masturbandomi; pensavo proprio di trovarmi così piegata, davanti a mio padre. Ho veramente sussultato e son scattata in avanti, quando la sua lingua è andata a colpire il mio clitoride, leccandomi lo spacco da dietro.

«Elena, resta ferma! Lasciati andare, perché non ho intenzione di farti alcun male! Voglio solo farti provare cosa significa la parola: godere!»

Ha ripreso a passare la sua lingua tra le pieghe della mia passera, mentre un forte languore cominciava a diffondersi nel mio corpo, fino ad indebolirmi le gambe e, senza rendermene conto, all'improvviso un'ondata di piacere ha sconvolto il mio corpo, dalla testa ai piedi. È stata una scarica tremenda, mai provata prima con nessuna masturbazione, che mi ha fatto tremare tutta. «Umhmm…. ooooooooooohhh! Sì… Sì, ancora!»

Ho avuto un orgasmo così intenso, forte e devastante, da farmi venir meno le gambe, allora lui mi ha afferrato per sorreggermi, mentre la sua lingua continuava a raccogliere tutto il nettare che stava sgorgando dal mio corpo. Era incredibilmente bravo a leccare e, ad un tratto, credo di aver stretto le cosce, quasi a volerlo fermare o, forse, perché temevo si fermasse! Lui ha continuato a lavorare con la lingua ancora per un po', poi, mentre ero ancora priva di respiro, si è alzato in piedi ed ho visto finalmente il suo membro in tutto il suo splendore. Lungo, enorme, grosso e duro! Mi ha sollevato la t-shirt e, con un gesto veramente rapido, ma anche incredibilmente sicuro, ha aperto il gancio del mio reggiseno e mi sono trovata a tette nude davanti a lui. Per un attimo, ho provato un po' di vergogna, mentre lui mi ha abbassato la gonna ed io l'ho fatta scivolare fino ai piedi, liberandomene; lui mi ha sollevato il mento e i nostri occhi si sono incrociati; lui mi ha appoggiato la mano sulle spalle e mi ha spinto in basso. Mi sono abbassata davanti a lui, ed ho visto, dinanzi al mio viso, quell’enorme scettro. Ho sollevato lo sguardo e lui, con una voce molto calma, mi ha detto che era ora che imparassi a gestire un membro. Ricordo proprio che mi ha detto esattamente "gestire un membro", e questa cosa mi ha colpito, perché, tante volte avevo sentito le mie compagne raccontare che i maschi non ti chiedono di gestire un membro, ma di succhiare un cazzo.

«Elena questo è il fallo di un uomo! Quando te lo mette davanti alla bocca, tu ne diventi la padrona assoluta. Ricordati che una donna che succhia il cazzo ad un uomo, ne ha assolutamente il dominio! È lei che decide, come e quando, l'uomo deve godere e, soprattutto, ha il potere di farlo impazzire a suo piacimento. Fammi vedere che cosa hai imparato, guardando i video porno sul tuo PC!»

Sorpresa da questa affermazione, ho spalancato la bocca e subito ho cercato di accoglierlo dentro, ma lui mi ha subito fermato.

«No, ferma, non si fa così! Vieni con me!»

Siamo andati in camera da letto e lui si è messo disteso; mi ha fatto mettere in ginocchio di fianco a lui.

«Ti ho detto che sei tu a dover gestire un membro, quindi, ascoltami attentamente: devi riempirlo di saliva, leccare dalla cima fino alle palle e, infine, dedicarti anche a quelle. Devi fare questa cosa senza fretta, facendo in modo che la persona, cui stai facendo questo bel giochetto, senta forte il desiderio di infilartelo tutto in gola! Fare i bocchini è un’arte! Tua madre era una vera professionista del pompino! Se mi darai retta, ti farò diventare brava quanto lei! Adesso incomincia a leccarlo ed a coprirlo di saliva.

Non sapevo che dire, ero anche sorpresa dalle sue parole riguardanti mia madre, ma, fin da subito, ho preso a passare la mia lingua sopra quello splendido palo di carne dura e pulsante, ma, nello stesso tempo, morbida e vellutata. Una sensazione bellissima, per cui mi son applicata seguendo i suoi consigli: ho leccato le palle, prendendole in bocca, trovandole molto grosse e piene. Mi ha ordinato anche di scivolare un po' più in basso, di arrivare con la punta della lingua fino al suo buchetto e questa cosa mi ha veramente stupito tantissimo, perché ho notato che lui ha provato subito piacere nel sentirsi stimolare anche il culetto.

«Brava, amore mio, fino a adesso hai fatto veramente un buon lavoro. Ora che lo hai coperto bene di saliva, inizia a farlo scivolare in gola. Sicuramente avvertirai dei conati di vomito, sensazione che provi se ti infili un dito in gola, ma tu trattieni il membro in bocca per un po’, per poi toglierlo e rimetterlo dentro, spingendo sempre un po' di più e vedrai che, ben presto, quella sensazione di vomito scompare.»

Ho iniziato a spingerlo in gola, mi sembrava impossibile che quel grosso membro riuscisse a scivolare giù per la mia gola. Ho avuto dei colpi di tosse ed anche i famosi conati di vomito, che pian piano ho cominciato a reprimere e, incredibilmente, un po' alla volta, dopo vari tentativi, mi son ritrovata con la punta del naso a sbattere contro l'inguine di mio padre, che si è complimentato con me.

«Brava, amore mio! Ero certo che non mi avresti deluso. Ora trattienilo un po' in gola e poi lascialo uscire, per poi riprenderlo e continui a fare dentro/fuori, mentre, con la lingua, vai a leccare le palle, quando lo hai tutto in gola.»

Ho sentito un'ondata di piacere invadere la mia patatina, per l'immensa soddisfazione provata nel sentire le parole di mio padre. Era orgogliosa di riuscire a prendere il suo grosso membro tutto giù per la gola. Mi ha lasciato giocare ancora un po', poi mi ha spinto di lato, si è rigirato e la sua testa sia infilata tra le mie cosce; ho di nuovo avvertito la sua lingua che cercava il mio bottoncino, frugando tra le pieghe della mia lumachina, che schiumava in una maniera pazzesca. Son stata proiettata incontro ad un vero delirio di piacere. Godevo a sentirmi leccare e, nello stesso tempo, impazzivo di piacere nell'infilarmi sempre più a fondo, ed a ritmo più accelerato, quel grosso membro che sembrava diventare sempre più grosso. Però è stato lui a farmi godere per primo. Un orgasmo molto intenso ha scosso tutto il mio corpo, facendomi mugolare a bocca piena.

«Umhhmmmm…vengummmmmmm…»

Ha continuato imperterrito a lavorare con la lingua sul mio bottoncino, mentre il mio corpo era scosso da brividi talmente forti da renderlo incontrollabile. Ho preso a succhiare più forte il suo membro e, dopo un po', lui mi ha dato nuove istruzioni.

«Elena, adesso voglio che tu sia veramente insuperabile! Elena, sto per sborrare, sentirai un'ondata di crema riempire la tua bocca. Tieni il membro stretto tra le labbra più o meno sulla punta e lascia che la tua bocca si riempia del mio seme, poi lo ingoi! Amore, devi berla tutta! La devi mandar giù fino all'ultima goccia! Sono sicuro che ti piacerà!»

Ha mosso il bacino avanti e indietro alcune volte, poi, d'un tratto, è rimasto immobile ed allora ho sentito la prima schizzata colpire il mio palato e riempire subito la bocca. Un sapore leggermente agrodolce ha riempito e gratificato le mie papille gustative; ho ingoiato rapidamente e subito un'altra ondata mi ha riempito di nuovo la bocca.

«Brava, Elena, è così che devi fare: ingoiala tutta! Brava, continua a tenere le labbra ben strette. Mandala giù tutta. Amore, sei fantastica! Diventerai una femmina golosa di sborra, come lo era tua madre! Bevila tutta!»

Per ben quattro volte mi ha riempito la bocca! Sembrava inesauribile! Poi il flusso è calato ed ho sentito che stava diminuendo; così ho continuato a leccare e succhiare, fino a ripulirlo per bene. Un istante dopo, lui si è rigirato e la sua bocca si è incollata alla mia; per la prima volta ho baciato mio padre, incontrando con la mia lingua la sua ed abbiamo limonato, scambiandoci i residui di sperma che avevo in bocca. Lui mi ha guardato felice e contento.

«Bravissima, amore mio! Ho sempre detto che buon sangue non mente! Elena tu diventerai una femmina meravigliosa! Scopare con te, sarà qualcosa di veramente superlativo!»

Mi sentivo emozionata! Ero felice e, nello stesso tempo, l'ho guardato cercando di capire le sue parole; poi, un po' timidamente, ho chiesto qualche chiarimento.

«Ma... papà, tu hai detto che la mamma... cioè: non voglio sapere i vostri segreti, ma…»

Mio padre ha fatto un lungo sospiro e mi ha stretto al petto, poi mi ha guardata dritto negli occhi.

«Elena, quello cui ho appena accennato è qualcosa che credo tu debba ormai conoscere. Io e tua madre, e da ultimo anche tuo fratello, e se lo vorrai, anche tu, abbiamo un giro di clienti, che pagano per fare sesso con noi!»

Resto a bocca aperta, con gli occhi sgranati: lo guardo, cercando di capire.

«Ma… voglio dire: mi stai dicendo che tu e mio fratello e anche la mamma... vi vendevate come prostitute?»

Lui annuisce e poi aggiunge molto seriamente.

«Non è vera e propria prostituzione. Tua madre era una escort, che, essendo molto bella, si prestava come dama di compagnia a signori molto facoltosi e, a volte, oltre alla compagnia, le veniva chiesto anche qualche extra e lei, in questo, era veramente bravissima! Io e tuo fratello, invece, siamo dei gigolò, dei maschi che vengono affittati per far compagnia a qualche signora annoiata, che desidera un bel maschio al fianco per una serata, ad una cena o per qualsiasi altro evento; anche in questo caso, se ci viene chiesto qualche extra, noi ce lo facciamo pagare profumatamente, perché siamo davvero molto bravi!»

Guardo mio padre e resto ancor più allibita.

«Papà, mi stai dicendo che, se lo volessi... potrei diventare anch'io... una escort?»

Lui mi ha guardato ed ha risposto affermativamente.

«Sì, figlia mia! Naturalmente sarebbe una tua libera scelta e nessuno potrebbe interferire. Guadagneresti un sacco di soldi e potresti permetterti di frequentare una prestigiosa università, come fa tuo fratello; nello stesso tempo, potresti toglierti qualunque sfizio o soddisfazione! Credimi, si dicono tante cose su questo argomento, ma ti assicuro che è meno brutto di quello che possa sembrare e, spesso e volentieri, oltre ai soldi ne ottieni anche molto piacere.»

Ascolto attentamente le tue parole e poi abbasso un attimo lo sguardo.

«Non lo so! Finora ho visto delle mie amiche che... insomma si vestono provocanti per attirare i ragazzi, che prima le scopano e poi le mandano al diavolo. Sono sempre stata alla larga da tutto questo, perché non mi piaceva l'idea di esser usata, quindi non so se sarei capace di fare quello che mi stai suggerendo.»

Lui continua a tenermi abbracciata, poi mi dice di aspettare un attimo; esce e torna dopo qualche istante, con il suo netbook in mano. Si mette di nuovo seduto sul letto con me ed apre una pagina internet.

«Vedi, tuo fratello ufficialmente lavora in prestigioso locale notturno, come ballerino cubista. Le donne e gli uomini che vanno in quel locale, a volte, gli chiedono qualche prestazione extra, cui lui aderisce guadagnando un sacco di soldi. Ovviamente può anche non accettare e nessuno lo potrebbe biasimare. Guarda questo video, che mi ha mandato giusto due giorni fa.»

Fa partire il video e vedo mio fratello insieme ad una coppia sulla cinquantina. Prima la signora si inginocchia davanti a mio fratello e quando gli tira fuori il cazzo, vedo che è grosso come quello di mio padre. La signora lo succhia con estrema bravura e, nel frattempo, il marito si è spogliato completamente e subito dopo viene a prendere il posto della moglie davanti a mio fratello; gli succhia il cazzo, suscitando un po' il mio stupore, mentre la signora si spoglia completamente. Quando son tutti e tre nudi, la signora si sdraia sul letto a cosce aperte ed il marito si mette tra le cosce della moglie; inizia a scoparla e, a quel punto, mio fratello si posiziona dietro al marito e se lo incula, mentre quello scopa la moglie. Sono sbalordita e, nello stesso tempo, anche eccitata.

«Oh, cazzo, questa non l'avrei mai immaginata. Voglio dire: Moreno va anche... accidenti, come gli sfonda il culo!»

Mio fratello lo pompa forte e l'uomo viene nella fica di sua moglie; poi esce, la coppia si mette a fare un 69 con il marito sotto che lecca la figa della moglie appena riempita e, a quel punto, mio fratello si mette dietro la signora e glielo pianta tutto nel culo, mentre il marito continua a leccare stando sotto.  Questo gioco va avanti per circa una mezz'oretta, scambiandosi i ruoli e le posizioni; vedo anche che il tizio incula mio fratello, che lo accoglie con estrema disinvoltura. Sento la mia fighetta in fiamme e guardo mio padre un po' rammaricata.

«Papà, non credo di esser in grado di… Moreno è bravo, io... e poi, cazzo, sono ancora vergine!»

Mio padre sorride e mi dice di star tranquilla.

«Amore mio, quella della verginità è una ulteriore ricchezza! Nemmeno immagini quanta gente pagherebbe oro per sverginare una fighetta come te. Inoltre non ti devi preoccupare di niente, come ti ho detto, nessuno nasce maestro e tuo fratello è diventato molto bravo, perché è stato istruito sia da tua madre che da me! Anche lui, quando ha compiuto 18 anni, ha avuto seri dubbi ed incertezze, ma aveva già capito che tra me e tua madre c'era un rapporto particolare e così, quando gli abbiamo spiegato di che cosa si trattava, non ha avuto nessuna esitazione. Io e tua madre lo abbiamo addestrato insieme e lui ha imparato a leccare la sua figa ed a succhiare il mio cazzo, perché bisogna esser sempre pronti a qualsiasi evenienza.»

Mi sento strana, ma, soprattutto, molto eccitata oltreché curiosa.

«Papà, hai detto che la mia verginità vale una fortuna? Spiegati meglio!»

«Certo che sì! Conosco almeno 4 o 5 maschi che pagherebbero una cifra pur di poter deflorare una fighetta vergine come la tua! Pensa che, per sverginare il culetto di tua madre, uno ha scucito tanti di quei soldi che nemmeno riuscivamo a crederci! Tanto, prima o poi, qualcuno te la aprirà la tua bella fighetta e, quindi, tanto vale guadagnarci il massimo.»

 Tremo, lo guardo e mi sento strana, di sicuro molto illanguidita.

«Papà, io non so neanche… che dovrei fare?»

Lui mi sorride con una calma da perfetto stoico.