lo zio franco
Capitolo 4 - Una bella scoperta

Lui appoggia la sua bocca sulla mia spalla e anche noi non ‘balliamo’, ma ci stiamo eccitando e siamo tanto presi dal gioco che quando finisce la musica, nemmeno ce ne rendiamo conto. Per alcuni secondi, restiamo abbracciati, poi, quando la musica riprende con un nuovo brano, Lisa si stacca dallo zio, mi afferra e s’incolla al mio corpo. La sua gamba destra è in mezzo alle mie cosce, da cui stanno colando i miei umori; sento l’osso del suo bacino spingere contro il mio pube, ho quasi un orgasmo, i suoi seni schiacciano con forza i miei capezzoli che son talmente duri da sembrar di voler bucare la stoffa. Con un gesto rapido, scioglie il nodo che teneva il copricostume e, in un attimo, siamo nude, subito imitate dai maschi. Ballando mi sposta di due passi di lato, vicino a un lettino di legno di quelli che si usano per prendere il sole, si siede e infila la sua testa fra le mie gambe, solleva la mia coscia destra sopra di lei e incomincia a leccarmi. Immediatamente sono preda di un orgasmo travolgente. Sconvolta dal piacere, non riesco a reggermi e, prontamente, lo zio afferra le mie braccia e mi sorregge. Mi inclino in avanti e mi ritrovo il suo arnese perfettamente in tiro lì, a due dita dalla mia bocca, esito solo un momento, poi lo prendo fra le labbra. «mhmm…che labbra! La tua bocca è così calda che sembra un vulcano!»
Lo sento gemere e questo mi eccita di più. Improvvisamente due mani forti mi afferrano per i fianchi, mi dilatano le chiappe ed una calda lingua s’insinua nel solco: è Bruno, che entra in gioco. Lisa si sposta e gli prende il cazzo in bocca, mentre lui mi lubrifica il culo. «È pronta!»
Poi si distende sul lettino. Il suo cazzo svetta duro e potente, mi fanno divaricare le gambe e, lentamente, avverto che penetra in me. Sento aderire le mie chiappe al suo addome: ce l’ho tutto nel culo! Mi solleva le gambe, mi divarica, sono aperta; vedo lo zio inginocchiarsi davanti a me: è chiaro, ora mi becco una doppia! Appena sento la cappella appoggiarsi sul mio clito, un flash illumina la scena, mi giro, vedo Lisa che scatta delle foto con una digitale; ritorno a guardare lo zio, mi sorride e lo sento entrare: è tanto delicato nel penetrarmi. Bruno si ferma, lo agevola, spinge in alto il mio corpo, lui entra. Mi dilata la vagina, sento scorrere quel palo dentro di me, fino in fondo, l’altro mi deflora il culo, io apro la bocca ed emetto un grido incontrollato. Abbandono il mio corpo al piacere. Loro, restano piantati dentro di me, immobili, per un tempo che a me sembra eterno, mentre le contrazioni del mio corpo mi provocano il primo orgasmo e lo urlo tutto, senza vergogna. Mi pompano con un sincronismo perfetto, Lisa scatta foto a raffica, sembra che da sempre lo facciano; sono sconvolta da brividi d’intenso piacere, li incito. Godo. «Sì, così, più forte! Scopatemi più forte!» Non si lasciano pregare, mi pompano con impeto, mentre Lisa alterna uno scatto ad un massaggio al mio clito, che mi fa sbroccare. Mi succhia un seno, lo morde, mi fa male, ma godo di quel piacere/dolore, impazzisco, urlo l'arrivo dell’ennesimo orgasmo. Il mio urlo serve a far aumentare il ritmo dell'amplesso, sento il cazzo gonfiarsi, esplodere dentro di me. Sento chiaramente i getti caldi di sborra riempirmi l’utero e questo mi fa godere di nuovo. Lo zio rimane alcuni istanti fermo e ben piantato dentro di me, Lisa ha immortalato la mia espressione in preda all’ennesimo orgasmo ed il viso di lui nel godere, poi lo fa ritirare da me e passa la digitale a lui; s’inginocchia, glielo prende in bocca e succhia con avidità. Appena lo toglie, avverto un senso di vuoto davanti: un alito d’aria fresca, entra nella voragine lasciata dal suo cazzo, ma non ho il tempo di reagire: Bruno mi gira e comincia a pomparmi il culo, sfrenato. Mi sfonda meravigliosamente, anche lui è vicino al piacere e lo sento impazzire dentro di me; con un orgasmo tremendo, mi inonda il buco, urlando. Viene e mi riempie. Impazzisco e vengo per l’ennesima volta. Non ricordo di aver mai goduto tanto. In genere i maschi mi farcivano i buchi appena erano pronti a godere, fregandosene del mio piacere; ora, invece, ho avuto due maschi che mi hanno fatto impazzire. Anche lui esce da me e sento il buco mostruosamente aperto. Mi sdraio sul lettino sfinita. Franco mi passa la digitale e scatto foto a Lisa che, ora, sta succhiando avidamente i due cazzi: è meravigliosa, li rivitalizza in breve tempo, poi è il suo turno di godere. Franco si stende sotto e le pianta il cazzo in culo, mentre Bruno le spacca la figa: gode, urla, e loro la pompano da matti, poi urla l’ennesimo orgasmo, essi sono pronti a godere dentro di lei, ma lei è di diverso avviso. ”No, non venitemi dentro! Vi voglio in bocca! Meravigliosi stalloni, sborratemi in bocca!" Bruno è il primo, si sfila, si presenta alle sue labbra e le schizza tutto in bocca, imitato, poi, da Franco. Lei raccoglie e trattiene in bocca la crema di entrambi; ho capito cosa vuol fare, mi distendo sul lettino ed aspetto, mentre passo la digitale a Franco che, nel momento in cui lei mi fa colare in bocca la sborra dalla sua, ci mitraglia di foto. Concludiamo il gioco con un dolcissimo bacio, che viene interrotto dai due maschi, che ci offrono un calice di vino. «Brindiamo a questo momento, all'incredibile lussuria di queste due troie fantastiche!» Ridiamo di gusto. Franco mi abbraccia e bacia: mi sento benissimo, sono veramente felice. Più tardi loro se ne vanno, ed io e lo zio andiamo a letto, ma non ho sonno. «Grazie, mi hai fatto un regalo bellissimo: ho rivisto tua madre in te questa sera e, credo, sia ora che tu sappia: è un segreto che porto dentro da tempo» Mi dice, mentre mi abbraccia e bacia; sono sorpresa e lo guardo senza capire; lui si fa serio e continua: «Un tempo avevamo in comune tante di queste serate; io e tuo padre avevamo conosciuto Bruno e Lisa qui sull’isola. Insieme passavamo momenti incredibili, poi cominciammo a pensare di metter al mondo dei figli; purtroppo tua zia era sterile e, dopo due gravidanze, tua madre voleva una femmina, ma tuo padre non voleva saperne. I tuoi genitori erano un po’ ai ferri corti e per questo lei venne sull’isola e chiese a me e tua zia di aiutarla nel suo intento; non disse a tuo padre di aver sospeso la pillola e, all’ennesima orgia, fui io a schizzarle dentro, lui non lo fece mai. Ne derivò un casino, che ebbe, come conseguenza, la fine delle nostre serate. Non venne più all’isola, poi ci fu la tragedia della zia; io tagliai i ponti con loro, mentre tua madre ti considerava il risultato di uno sbaglio che l’aveva allontanata da tuo padre. Il paradosso fu che lui, che non ti voleva, era il tuo migliore amico, anche se tu non te ne sei mai resa conto. Quando ti sei offerta a lui, ne ha sofferto tantissimo e mi ha telefonato piangendo.» L’ho guardato stupita, mi son resa conto di tante cose e mi son sentita triste; ci siam messi a dormire, ma non riuscivo a chiudere occhio. Tante cose, tanti interrogativi senza risposta affollavano la mia mente e, solo all’alba, mi sono addormentata per poco tempo. Mi sono risvegliata intontita, frastornata e confusa, sono uscita in giardino, Franco parlava al telefono. «Allora vi aspetto per sabato, dovete venire, ciao.» Chiude la conversazione e dalla cucina esce Lisa con la colazione. «Amore, come stai?» Mi abbraccia, mi bacia, la guardo smarrita, mi versa del caffè. Lo bevo senza sentir nemmeno il sapore; lei mi prende per mano e dice: «Prendi un telo da mare, scenderemo un po' giù al mare a far un bagno.» Arrivati al mare, mi tuffo, l’acqua fresca mi risveglia, nuotiamo insieme, poi torniamo a riva e ci distendiamo accanto al riparo di un masso, nude. «Mi ha chiamato questa mattina, informandomi che ti aveva detto la verità; ho pensato di doverti star vicina. Come ti senti ora?» La guardo smarrita. «Sono confusa, mi sono spiegata tanti comportamenti di mia madre, dei miei fratelli e, quello più difficile da capire, è stato quello di mio padre o, dovrei dire, il marito di mamma?» Mi guarda, mi bacia, mi stringe a sé.
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