Se lui bacia lui.
Capitolo 9 - Una serata diversa.
Mi chiamo Lucio, ho quaranta anni e lavoro in un ufficio di spedizioni, sempre a contatto con il pubblico. Faccio questo lavoro da tanti anni e conosco tanta gente. Sono sposato, ho un figlio grande che studia all’estero, ho un bel rapporto con mia moglie, una donna bella, sempre molto attenta alle mie esigenze, in specie per quelle erotiche. In ufficio siamo in cinque: tre uomini e due donne; ci occupiamo della ricezione dei pacchi, mentre altri provvedono allo smistamento e spedizione. Da un po’ di tempo, viene un tipo nuovo. Lavora in una fabbrica qui vicino e viene a spedire dei materiali stampati. È simpatico, si chiama Antonio, ma tutti lo chiamano Tony; scherza sempre sia con le signore sia con noi. Col tempo, si è venuta a creare una certa confidenza, in particolare con le donne, anche se non va oltre qualche complimento. Dopo tanta pioggia, è esplosa l’estate e chi prima, chi dopo, si son defilati tutti in ferie. Io che dovevo andare a luglio, mi son ritrovato inchiodato in ufficio. Due in ferie, una che ha avuto un incidente con la vettura, così ho mandato mia moglie con i suoceri al mare. Oggi, verso l’ora di pranzo, non vado a casa, come solito. Son solo e dovrei cucinare da me, ma non ho voglia; quindi mi reco alla tavola calda, che si trova qui, nella zona industriale. Entro nel locale, mi metto in fila e, mentre sto aspettando il mio turno, dietro di me una voce mi sussurra.
«Non prendere il polpettone: lo fanno con la carne cotta che avanza.»
Mi giro e lo vedo: è Tony. Ci ridiamo su e, preso da mangiare, ci mettiamo seduti insieme allo stesso tavolo. Parliamo delle solite cose, il tempo, il calcio, lavoro, delle ferie rimandate e delle famiglie che sono al mare, mentre noi dobbiamo sgobbare al lavoro. È sposato, ha un bambino di dodici anni, ma ora è in montagna con la madre ed i nonni: in pratica è solo come me. All’uscita dal locale, mentre sto per salire in auto, lui mi chiede:
«Hai impegni per stasera?»
Io ripenso alle due sere passate in casa, al caldo ed in solitudine, quindi rispondo che son libero.
«Sai, al borgo, su al poggio, c’è la festa di mezza estate. Potremmo andarci insieme, mangiar lì qualcosa e goderci un po’ di fresco.»
Accetto e ci accordiamo di vederci alle venti, all’uscita della tangenziale, dove c’è il parcheggio del super market. Ci scambiamo i numeri del cellulare e poi ognuno torna al suo lavoro. Verso le venti mi suona il telefonino. E' lui, la batteria della sua auto l’ha tradito, mi chiede se posso passare a prenderlo, cosa che faccio e, dopo circa una mezzora, ci troviamo alla festa. Ceniamo mangiando dei piatti tipici locali. Ci sediamo nella sala da ballo, dove un’orchestrina rallegra con del liscio ed un po’ di musica disco.
«Come te la cavi con il ballo?»
Mi chiede. "Non sono un gran ballerino". Lui guarda in giro e punta su due tipe sedute, quasi vicino a noi. Si alza e invita la più giovane a ballare: lei, dapprima rifiuta, ma, vista la sua insistenza, gli dice qualcosa all’orecchio. Lui si gira e mi fa cenno di raggiungerlo: la tipa non balla se anche la sua amica non ha un cavaliere; cosa risolta, perché io la prendo e la porto in pista. Incominciamo a ballare, la mia dama s’incolla al mio fianco, stringendosi con il corpo sull’angolo destro del mio bacino. Credo che ne tragga piacere, in considerazione del fatto che è alta quasi quanto me e sento il suo monte di Venere premere sul mio bacino. Lentamente mi rendo conto che mi sto eccitando e, quando balliamo un tango, lei si strofina sul mio bozzo continuamente. Anche Tony è nelle mie stesse condizioni, lo guardo e, con un sorriso, gli faccio capire che la serata potrebbe finir bene, invece, dopo diversi balli, le due signore ci salutano, dicendo che sono arrivati i rispettivi consorti e devono andar a casa. Restiamo delusi, siam sudati e pure stanchi di ballare.
«Che ne dici, se ce ne andiamo?»
Mi chiede lui. Acconsento. Quando siamo davanti a casa sua, m’invita da lui per una birra. Abita al quarto piano di una moderna palazzina; dal terrazzo si vede la città. La casa è perfettamente a posto, segno che anche lui ci tiene all’ordine.
«Se vuoi, puoi farti una doccia.»
Io lo guardo un po' perplesso, ma sento caldo ed accetto l’offerta. Mi spoglio in camera sua ed entro nel bagno: faccio una doccia rinfrescante. Quando esco, lo trovo davanti a me, nudo, con solo un asciugamano sul fianco, che mi porge il mio.
«Sul terrazzo ci sono due birre ghiacciate: serviti, che arrivo.»
Poco dopo mi raggiunge. Ha l’asciugamano legato al fianco come me, beviamo: la serata è davvero calda.
«Hai un bel fisico» dice sorridendo.
«Da quanti giorni sei senza moglie?»
Ha risposto che erano tre giorni, ma che, questa sera, una scopata se la sarebbe fatta volentieri.
«Peccato che quelle due troie ci abbiano dato buca; e tu?»
«Sono tre sere che son solo, ma sono circa dieci giorni che non scopo. Lei, prima di partire, aveva il ciclo, quindi stasera ci speravo proprio di scaricarmi le palle.»
Lui mi guarda,
«Quando lei ha il ciclo, non fate sesso? Noi, sì. Lei si mette un assorbente interno e poi si fa scopare nel culo.»
Lo guardo, di colpo ci facciamo confidenze sessuali come due vecchi amici.
«Ma tu: non ti masturbi? Come fai a resistere?»
Mi chiede con voce calma. Ho il cazzo duro, forse per le due tipe, o forse per i discorsi; lui è eccitato almeno quanto me, si vede da sotto il panno e, lentamente, lo estrae. Quasi timidamente fa una proposta.
«Che ne dici se ci tiriamo una bella sega, ora qui?»
Incomincia a segarsi lentamente. Lo guardo, non ci trovo nulla di male. Lo imito. Lentamente mostro il mio cazzo. A colpo d’occhio, sono uguali. Lui, ad un tratto, si alza, gira la sedia e si mette al rovescio, di lato a me, ora ognuno di noi è alla destra dell’altro. Poi fa l’ennesima proposta.
«Se io ti segassi, tu lo faresti a me?»
Resto un momento perplesso. Dolcemente porta la sua destra sul mio pene ed io di riflesso lo imito. Incominciamo lentamente a segarci di gusto, lui socchiude gli occhi, porta la testa indietro sulla spalliera della sedia, apre la bocca ma non gli esce alcun suono. Mi rendo conto che sto facendo una sega ad un altro uomo, e la cosa comincia a piacermi. Ci seghiamo lentamente: è piacevole. Chiudo gli occhi, mi rilasso, è bello, sento il piacere salire dentro di me, mi rilasso e mi abbandono al gioco. Improvvisamente la mia mano è tolta dal suo membro e, prima che apra gli occhi, lui si è inginocchiato davanti a me, la sua bocca s’impossessa del mio cazzo e lo succhia. Resto stupito, stordito, non mi aspettavo questo sviluppo, ma sto al gioco. Mi piace, è dolce, e poi ho voglia di godere: questa sera voglio schizzare. Sono frastornato, mi piace, è bravo lo succhia divinamente.
«Andiamo a metterci più comodi.»
Mi prende per mano e andiamo in camera da letto. Mi fa distendere, lui si mette al contrario e ritorna a impossessarsi del mio cazzo, che ora vuol solo godere. Mi succhia, io mi scopro a godere di gusto, lo incito.
«… Sì … dai ...così mi fai impazzire …Bravo!»
Poi vedo il suo cazzo a pochi centimetri dalla mia bocca e, senza esitare, me lo infilo dentro. Lo succhio, non sono bravo come lui, ma lo imito; lui ora geme a bocca piena. Ci rigiriamo, lui ora si mette sopra di me. Ho infilato in bocca il suo cazzo e lo succhio facendolo giungere in gola. Lui è scatenato, sento l’orgasmo montare, lo voglio avvertire, ma non riesco a estrarre il mio dalla sua bocca, cerco di resistere, ma è inutile, poi mi rendo conto che forse è quello che vuole. Gli schizzo due superbe sborrate in bocca. Appena riceve il primo schizzo, estrae un poco il cazzo dalla bocca e raccoglie tutto il resto. Ingoia tutto, io sono sfinito, lui mi libera la bocca, ora respiro e godo.
«Accidenti, ti ho riempito!»
Lui lecca e pulisce tutto, poi si mette di lato.
«Ne avevi tanta, ma è dolce, mi piace era da tanto che non ne bevevo, grazie.»
Lo guardo stupito, ammirato; non son sicuro che di esser capace a fare altrettanto. Restiamo un momento distesi, lui mi accarezza, continua a succhiare, leccare il mio corpo. Lo sento risalire lentamente, mi succhia i capezzoli, strizzandoli con le labbra. Provo un piacere fantastico. Sento le sue mani che continuano a segarmi, mi resta duro e ne sono stupito pure io. La sua bocca arriva al mio mento, lo bacia, sale lungo la guancia, mi succhia il lobo, sono eccitato come un toro. Lentamente le sue labbra incontrano le mie. Un attimo di esitazione, quasi a vedere la mia reazione, e poi si uniscono in un bacio focoso, appassionato, stupendo! Sconvolto, sorpreso anche di me stesso, rispondo con ardore al bacio. Insinuo la mia lingua dentro la sua bocca con impeto, con passione, desiderio. Lui è in tiro come me, il suo cazzo svetta, lo sego, lui mi sega molto velocemente, si stacca, mi guarda.
«Ti voglio dentro: prendimi!»
Allunga una mano sul comodino, apre un cassetto ed estrae un tubetto di gel, lo apre, lubrifica il mio palo, se ne mette un poco dietro e solleva le gambe, io m’inginocchio davanti a lui, i suoi talloni si appoggiano sulle mie spalle, incomincio ad avvicinare la punta al suo buco. La mia mente non ragiona, voglio solo avere quel culo. Lo voglio, lo desidero, mi fa impazzire l’idea che ora io possa penetrarlo. Lui appoggia le sue mani sulle mie anche e questo gli permette di regolare l’introduzione, io spingo, dapprima con calma, poi, sempre più deciso.
«Dai… sì … spingilo dentro…sì … cazzo, sei grande! Mi spacchi! …piano! No… continua! Che fai ti fermi? ...Ti voglio dentro…dai, sì …tutto: sì!»
Scopro in un attimo che son piantato tutto dentro di lui. Afferra i miei fianchi e imprime il movimento al mio corpo, lo scopo! Mi fa impazzire, godo come non mai. Lui, dopo un attimo in cui il suo viso ha fatto una smorfia strana, forse di dolore, ha incominciato a godere.
«Dai … spaccami il culo! Sì … sei un toro! Ti sento…mi fai morire! Dai scopami e sborrami dentro …dai così va benissimo!»
Lo pompo come un dannato, con colpi devastanti. Lo infilo con impeto, sento improvviso l’orgasmo esplodere dentro la mia testa e, prima che riesca a dire qualche cosa, godo.
«Sì, cazzo! ... sto sborrando! … ti farcisco il culo, tieni!»
Lui mi attira verso di sé, mi bacia con ardore. Rispondo e la mia lingua gioca con la sua. Restiamo un attimo abbracciati, poi ci distendiamo di lato; siamo sudati, sfiniti, l’intenso orgasmo e l’adrenalina ci hanno stremato.
«Andiamo a rifare la doccia?»
Insieme ci ritroviamo sotto la doccia. L’acqua scorre sui nostri corpi tonificandoci, io lo insapono, lui fa lo stesso con me. Quando mi giro, lui appoggia il suo palo alle mie natiche, lo sento duro, lui non è venuto mai, mentre io ho già goduto due volte. Lo voglio e decido che anche io voglio sentirlo dentro. Mi abbasso, lo prendo in bocca, lo succhio con passione. L’acqua scorre dal mio capo lungo il corpo, lui geme, mi alza, i nostri occhi s’incrociano e, dallo sguardo, ci diciamo tutto, senza dir una sola parola. Torniamo sul letto, io gli porgo il tubetto del gel, poi mi distendo all’ingiù e riprendo il suo cazzo in bocca. Lui mi lubrifica, mentre io succhio, poi mi rigira, si mette fra le mie gambe, mi alza le cosce fino alle spalle, come avevo fatto io prima, e appoggia la cappella al mio ano. Lo sento spingere, mi rilasso, so che mi farà male, ma lui è delicato, s’insinua un poco dentro di me ed aspetta la mia reazione. Mi rilasso, a un tratto lo attiro con forza e lui m’incula in un colpo solo. Per un momento sento un misto di dolore/piacere, forse più dolore, lui resta immobile. Mi abituo subito alla sua presenza, ora il piacere scorre lungo tutto il mio corpo, mi sorprendo ad incitarlo.
«Sì, dai …spingi …piano, mi spacchi, ma mi piace; dai, mettimelo tutto dentro!»
Lui inizia a limare il mio buco, con colpi sempre più decisi, con affondi sempre più continui, godo.
«Sì …mi piace …dai …spaccami il culo! …sì…bellissimo!»
Mi pompa deciso, con un ritmo che aumenta rapidamente, anche lui è al limite, gode.
«Sì… ti sfondo! Eccomi …sì … ti spacco! …SBORRO!»
Sento una sensazione di calore invadere il mio culo, l’attiro a me e lo bacio. Ci distendiamo di lato esausti, si sfila e corriamo in bagno a pulirci. Lui esce dal bagno prima di me, quando ritorno in camera è disteso sul letto, in mano ha due birre fresche, mi osserva e dice:
«Va tutto bene? Hai dolori? Ti è piaciuto?»
Lo guardo, sorrido, rispondo alle sue domande, ma lui legge nel mio sguardo che c’è qualche cosa che non lo convince. «Che hai? Ti sei pentito? Parla!»
Lo guardo, ha il viso preoccupato, gli sorrido.
«Va tutto bene, ma vorrei capire una cosa: tu, come me, sei sposato; come fai a conciliare tutto questo? Come hai cominciato? E con tua moglie, come fai?»
Si rilassa, sorride, ci distendiamo insieme sul letto.
«Tutto è cominciato quando ero militare. Ho uno zio che allora ero capitano ed io ero un suo attendente, vivevo in casa sua. Scapolo, fisico imponente, massiccio, era molto ambito dalle donne. Una volta, verso il secondo mese di naia, feci un mezzo casino; lui mi riportò a casa e, appena entrati, mi disse:
“Spogliati nudo, va a far una doccia, poi vieni in camera mia che devo decidere sulla punizione da infliggerti.”
Per un momento rimasi stupito, poi obbedii. Al ritorno lo trovai disteso sul letto, nudo e con il cazzo in tiro. Mi fece avvicinare e mi ordinò di prenderglielo in bocca e succhiare. Mi teneva una mano sulla nuca per imprimere il ritmo. Improvvisamente uno schizzo di sborra mi colpì il palato.
«Sì … manda giù! Tutto! … sei bravo, succhi bene… dai, bevi e continua!»
Stranamente la cosa mi piaceva, anzi, mi ero eccitato, lui lo notò, prese un tubetto di vasellina e mi fece girare.
«Vedo che ti piace, molto bene. Ora distenditi e succhia.»
Ci siamo distesi sul letto, io con il suo cazzo in bocca che era rimasto durissimo, lui con il mio e lo succhiava da morire. Cercavo di non venir subito, ero eccitatissimo, lui se ne rese conto e mi diede due sonore sculacciate.
«Che cazzo fai, mi resisti? Guarda che anche a me piace la sborra: schizzami in bocca!»
Detto questo, gli ho scaricato tutto il succo delle mie gonfie palle dentro la gola. Lui ha succhiato tutto, poi ha cominciato a lubrificarmi il buchetto e mi ha sollevato i talloni fin sopra le spalle. Poi, con decisione, ma delicatamente, mi ha sfondato il culo, piantandomi dentro il suo nodoso palo. Dopo avermi infilato tutto il cazzo dentro, è rimasto un momento immobile, per farmi abituare. Dopo un momento di dolore ho cominciato a trovare la cosa veramente eccitante e bella. Ha cominciato a pomparmi, prima piano, poi sempre più velocemente: ero stordito dal piacere che provavo. Ad un tratto, mi ha afferrato e ci siamo distesi di lato; lui continuava a sfondarmi il culo, ma ora, afferrato il mio cazzo durissimo, ha cominciato a masturbarmi con lo stesso ritmo con cui m’inculava. Quando son giunto al culmine ed ho schizzato tutta la mia sborra, lui mi ha inondato il culo. Da quel giorno, son diventato la sua troia. Mi scopava con gusto reciproco, in ogni posto ed ogni occasione. La cosa incredibile è che, oltre a questo, aveva anche un meraviglioso giro di troie, che lui si sbatteva, fino allo sfinimento. Molte volte mi ha reso partecipe di queste scopate. Spesso le prendevamo in doppia, facendole morire di piacere. Fra tutte, la più vacca era la moglie di un generale. Una quarantenne mai sazia con lui un tipo unico. Per avere un’erezione, lo zio lo inculava, mentre io inculavo lei, che prendeva in bocca il piccolo cazzo del marito. Lo faceva sborrare quasi subito e poi lui se ne andava, lasciandoci soli con lei a sfondarla in ogni buco, riempendola di sborra dappertutto. Siamo andati avanti così, per tutto il servizio militare. Poi son tornato e mi sono sposato con mia moglie, con cui ero già fidanzato. Circa tre anni dopo, un giorno, al mare in spiaggia, abbiamo visto due ragazzine straniere che si baciavano e toccavano. Ho chiesto a mia moglie se le fosse piaciuto fare una simile esperienza e la sua risposta mi ha sorpreso.
«Chi ti dice che non l’abbia già fatta?»
Mi ha raccontato che con la sua migliore amica, fin dalle medie, aveva scoperto il piacere di leccarsi a vicenda. Ogni tanto ripetevano la cosa senza crearsi alcun problema. Una volta le ho pure viste, solo mia moglie si è accorta che le spiavo e mi ha offerto uno spettacolo davvero incredibile. Lo scorso anno, poi, abbiamo conosciuto una coppia, entrambi bisex ed è stato molto bello giocare con loro. Insomma fra noi non ci son segreti, né problemi: quando lei vuol restare sola con la sua amica, mi do da fare perché possa godersi il momento, poi lei mi racconta tutto ed io la scopo, facendola godere tantissimo.»
Nella mia mente c’era un turbine di pensieri, ma, presi dalla stanchezza, ci siamo addormentati. Al mattino, una calda bocca mi ha svegliato. Era lui che mi succhiava, sono andato in estasi e mi ha fatto sborrare nella sua bocca.
«Resta a letto, che ti porto la colazione.»
Dopo quel rito, siamo andati al lavoro. A pranzo insieme, a sera due pizze per cena e, poi, a letto insieme; tanto sesso, fino a crollare esausti ed addormentarci. Il mattino dopo, ci ha visto di nuovo abbracciati.
«Oggi è venerdì, quando smonti dal lavoro, parti per il mare a trovare la tua famiglia?»
I suoi occhi erano lo specchio di un viso triste e malinconico.
«No, quando finirò di lavorare, non mi metto in auto; da loro ci andrò domani mattina.»
A quelle parole è scattato in piedi come una molla.
«Allora abbiamo ancora una sera; questo significa che resteremo insieme anche a cena; quindi sarai ancora qui da me, puntuale alle otto?»
Alle otto, puntuale, mi presento da lui; mi apre, vedo la tavola imbandita, due candele accese e una musica di sottofondo creano un’atmosfera decisamente intima.
«Questa sera voglio esser io la tua donna. La tua vacca che tu, meraviglioso toro, dovrai montare fino a sfinirmi; se vuoi sarò la tua troia, schiava, puttana o quello che tu vorrai.»
A quelle parole l’ho abbracciato e baciato con passione.
«Per adesso, ceniamo.»
La cena fu deliziosa. Finito di mangiare, mi ha preso per mano ed abbiamo cominciato a ballare, ma ero troppo eccitato, perciò l’ho condotto in camera, sul letto. Si è inginocchiato davanti a me e la sua bocca ha ingoiato tutto il mio palo durissimo, l’ha leccato, poi, appoggiatosi al letto, mi ha detto:
«Prendimi, ti voglio dentro.»
Ho girato lo sguardo alla ricerca del gel lubrificante: l‘ha intuito,
«No, è sufficiente la mia saliva; ti voglio dentro duro, fammi male. Voglio sentire il tuo cazzo sfondarmi, da maschio forte e virile, spaccami, voglio avere il culo indolenzito per tutti i giorni che non ti vedrò; dai, mio meraviglioso torello: sfonda la tua vacca!»
A quelle parole si è girato, io ho appoggiato la punta sul suo palpitante fiore, poi, con un solo colpo, gli sono entrato tutto dentro.
«…hhhhhhhaaaaaaiiiii …Sì …spaccami e riempimi il culo! Sei meraviglioso…sì, sfondami …sono la tua vacca! …sì ... TORO! Che toro! …sei MERAVIGLIOSO!»
Ho cominciato a pompare, dando dei colpi possenti. Ero in preda ad una frenesia tremenda, l’ho pompato a lungo, poi ho schizzato insieme a lui, che si masturbava mentre l’inculavo. Sfiniti, siamo caduti sul letto. Subito ha preso il mio cazzo in bocca, mentre, allungata la mano, mi ha offerto da leccare la sua sborra. Succhiavo le sue dita, mentre il mio cazzo restava durissimo; mi ha disteso supino e si è impalato su di me.
«Sei meraviglioso! Mi scopi … mi fai impazzire… godo … così, continua!»
Ha preso a fare un su e giù pazzesco. Contemporaneamente si segava velocemente e, alla fine, siamo venuti di nuovo insieme. Ha schizzato la sua sborra sul mio corpo, poi si è sfilato e si è messo a leccarla. La raccoglieva per poi portarla alla mia bocca. Ci siamo baciati appassionatamente; sfiniti, appagati ed abbracciati, siamo stati preda del sonno. All’alba eravamo ancora abbracciati.
«Va a far la doccia, che ti preparo la colazione.»
La sua voce era pacata, serena. Appena pronto, son entrato in cucina; una trasparente vestaglia copriva il suo corpo. L’ho abbracciata da dietro, le mie labbra sul collo. Ho chiesto con un filo di voce.
«Adesso, noi?»
Si gira e, con voce sempre calma, dolce, mi bacia e abbraccia.
«Adesso noi rientriamo nelle nostre vite coniugali. Cercheremo di allargare l’amicizia anche fra le nostre donne e, se fra loro, scatterà la scintilla, bene, altrimenti io e te troveremo sempre il modo di passare dei momenti assieme, senza problemi. Ciò che è sorto fra noi, nessuno lo potrà mai cancellare, tranne che noi stessi.»
Sto guidando. Rivedo mentalmente tutte le cose che hanno cambiato la mia vita in questi tre giorni. Ho la consapevolezza che ciò che ha detto Tony sia giusto; se dovesse scattare la scintilla fra le donne, sarà qualcosa di stupendo, ma questa è già un’altra storia. Per ora, non mi resta che schiacciare il pedale dell'acceleratore:
"Mare, sto arrivando".
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