Una donna diversa dentro di me!
Capitolo 5 - Mi hanno rotto il culo!

Mentre mi reco al lavoro, il mio pensiero corre a cosa sto facendo e mi chiedo se sono ancora convinta di volere tutto questo. Resto ancora un po' indecisa e, in ogni caso vado avanti, per la mia strada. Quando arrivo in ufficio, naturalmente nessuno dei due vuole far sesso, perché vogliono restar carichi per la sera. La giornata scorre via veloce, ma io sono estremamente nervosa e, quando giunge la fine della giornata, Sandro esce in anticipo, perché ha ancora degli impegni prima di trovarsi a cena con noi e io resto sola con Giulio. Lui, una volta chiuso l'ufficio al pubblico, viene nel mio e si siede davanti a me; mi guarda in silenzio. È strano, forse sarà perché l'ho sempre considerato un gran maiale, ma devo anche riconoscere che è anche una persona di spiccata sensibilità, capace di intuire gli stati d'animo delle persone. Mi guarda in silenzio, mentre io sto cercando di chiudere la mia giornata di lavoro sul mio pc e, una volta terminate le operazioni, lo guardo e cerco di capire che cosa voglia da me in quel preciso momento. Lui sorride, scuote il capo e quindi la sua voce e le sue parole mi sorprendono.
«Sharon, mi rendo conto che una ragazza come te possa aver sicuramente dei dubbi, delle incertezze, ma ieri mattina mi hai davvero fatto incazzare. Non puoi più tirarti indietro adesso, che io ho fatto di tutto per averti nel nostro studio. Sei la persona più qualificata che abbiamo e quindi ti consiglio di agire sempre in sintonia, perché, al di fuori di questo, tu sei davvero bravissima. Vorrei sapere perché ieri avevi cambiato idea? Che ti succede? Che problemi hai a comportarti così?» Lo guardo, faccio un profondo respiro e decido che è giunto il momento di chiedere qualche consiglio, anche a chi ha una visione diversa di tutta la situazione. Gli racconto che ho scoperto che mio marito è in difficoltà nel suo lavoro e che non trovo il modo per aiutarlo. Lui si fa spiegare bene la situazione, poi mi offre il consiglio che io stessa avevo immaginato, ma, per timore avevo seppellito dentro di me il più profondamente possibile. «L’unico modo sarebbe di andare a letto con quel porco, ma capisco che forse è troppo.» Lo guardo quasi inorridita, anche se ho capito che questa sia l’unica soluzione. «Sharon, voglio solo darti un consiglio: Rilassati, goditi questa serata e stai tranquilla che, ad ogni cosa, vi è sempre un rimedio.» Faccio un profondo respiro. Cerco in tutti i modi di rilassarmi, mentre in realtà sono tesa come una corda di un violino. Esco, vado a casa, mi faccio una bella doccia e mi preparo per la serata. Prima di vestirmi, chiamo mia suocera che mi dice che va tutto bene e non devo preoccuparmi di nulla. Aggiusto lo smalto a mani e piedi, poi inizio a vestirmi. Per la serata ho scelto un abito nero che mi arriva fino a sotto al ginocchio, ma con davanti una bella cerniera lampo, che permette di aprirlo a mio piacimento. Davanti, dove finisce la cerniera, ha una scollatura a V, ricoperta di tulle trasparente, cosi come la parte alta della schiena. È senza maniche ed il collo viene coperto da una sottile striscia che si lega dietro la nuca. Indosso anche delle elegantissime calze autoreggenti velate con balza in pizzo, un perizoma sottilissimo, e scarpe tacco 12 a spillo, con cinturino alla caviglia, che mi inarcano il culo ancor di più. Poi prendo la mia auto e mi reco al luogo dell’appuntamento. Mentre sono in viaggio, dentro di me rifletto su tante cose, ma soprattutto sto cercando di capire se quello che sto facendo è giusto o sbagliato: se è quello che voglio o se la mia vita sta prendendo una strana piega. In questi giorni ho cambiato il mio modo di essere.
Sto barattando il mio corpo per qualcosa e, nello stesso tempo, sto scoprendo sensazioni che non avevo mai provato in vita mia. È vero, è stata dura ingoiare la sborra di quei due maschi ogni mattina, ma, nello stesso tempo, mi ha esaltato sentire i loro membri tra le mie labbra che fremevano ansiosi di schizzare il loro seme nella mia gola. Questo mi ha dato un senso di potere incredibile, mi ha fatto sentire che non ero io la puttana, ma loro quelli che anelavano a riempire la mia bocca del loro piacere. In un certo senso li ho dominati io e, dentro di me, prendo consapevolezza dell'idea che se continuerò a succhiarli sempre più forte e sempre più intensamente, arriveranno ad un punto in cui non potranno più far a meno della mia bocca ed è questo, in fondo, ciò che esattamente voglio: diventare indispensabile per loro. Mi tremano i polsi dalla paura. Sono quasi tentata di tornare indietro, ma poi rifletto e mi convinco che, essendo in quattro, questa sera la cosa sarà certamente più tranquilla e, dopo cena, me ne torno a casa, mentre loro andranno a giocare a biliardo. Quando arrivo sul luogo dell’appuntamento, trovo solo Sandro che mi aspetta. Mi guarda e fa un gesto di compiacimento. «Sharon, questa sera sei davvero splendida.» Quando salgo sulla sua autovettura, lui non può non ammirare il mio seno prosperoso e le cosce. Rapidamente arriviamo al ristorante e lui, quando entro nel salone, mi cede il passo e mi fa sfilare davanti a tutti. È lo stesso posto dove vanno ogni venerdì sera. È un ristorante un po’ particolare situato in cima ad una collina, dove c'è uno sperone di roccia. Anche l'interno del locale è particolare, perché i tavoli sono abbastanza distanziati ed hanno dei piccoli separé, costituiti da piante ornamentali in modo da rendere ogni tavolo intimo e riservato. Seduta al tavolo faccio la conoscenza dei loro due amici, con cui di solito giocano a bigliardo. Uno si chiama Mario, è un bell'uomo sulla cinquantina, dall'aspetto alquanto distinto e, quando mi stringe la mano, mi guarda e si dilunga in complimenti ammaliato dalla mia bellezza. Poi c'è Carlo che, quando mi guarda, dice di aver sentito parlare molto bene di me e, finalmente, è onorato di far la mia conoscenza. Stranamente non li ho mai incontrati in ufficio e non ne comprendo il motivo. Seduti a tavola, sento i loro occhi puntati su di me: anche se continuiamo a parlare di lavoro, c'è sempre uno sguardo malizioso che mi avvolge. Ad un tratto è Sandro che mi dice che Mario sarà il mio prossimo cliente, perché la sua azienda ha bisogno di una consulenza fiscale assidua, in quanto la sua impiegata, che si occupava dell'amministrazione, ha raggiunto l'età per la pensione. Ha, come collaboratrici, due ragazze abbastanza esperte, ma che comunque necessitano di esser seguite da me, per svolgere al meglio il lavoro che va fatto. A tal proposito, lui, nei prossimi giorni, verrà in ufficio e inizieremo insieme a pianificare questa collaborazione. Ho come l’impressione che sia attratto da me ed io, in qualche modo, avverto che questo maschio mi intriga molto. Mi esterna la sua fiducia e, in qualche modo, anche il suo favore nei miei confronti. «Sharon, ho piena fiducia nelle tue capacità, perché i miei amici dicono che sei una donna molto attenta e scrupolosa, precisa e meticolosa.» Annuisco, anche se ho visto un mezzo sorriso stamparsi sul viso di Giulio. Mi rendo conto che mi ha valutato dalla testa ai piedi e questo mi provoca un brivido strano che definirei un misto tra il piacere e la paura. Mi guarda con occhi carichi di desiderio ed io mi sento in soggezione, per cui abbasso lo sguardo. Poi, mentre consumiamo la cena, scopro che Carlo è il direttore di una banca molto famosa e che, lui stesso si serve del nostro studio per la contabilità della sua famiglia ed è Giulio che se ne occupa. Poi, quando la cena sta per volgere al termine, essi mi invitano a seguirli a casa di Giulio. «Dai vieni con noi, tanto non ci son problemi e non ci dai fastidio, anzi, la tua presenza renderà la serata più interessante.»
Li guardo e rispondo che non ho la minima idea di come si giochi a bigliardo e, quindi, non sarei di molta compagnia. Sandro guarda gli altri, poi si gira verso di me e mi risponde in modo molto allusivo. «Non ti preoccupare, Sharon, dal momento che, sia quattro palle che le relative stecche, già le conosci, quindi si tratterà di farti conoscere solo ed anche le altre.» Mi guardano e io un po’ indecisa arrossisco, poi, sebbene intimidita accetto. Per comodità, ci accomodiamo tutti nella macchina di Sandro, perché gli altri tre son venuti in taxi. Quando mi fanno salire, mi ritrovo seduta davanti e il mio vestito sale un po', cosicché le cosce si scoprono, mostrando il pizzo delle mie autoreggenti. Gli altri tre, che son seduti dietro, atteggiano un mezzo sorriso compiaciuto. Durante il viaggio, il silenzio regna sovrano in quella macchina, in cui ciascuno starà di sicuro riflettendo a come sarà il prosieguo della serata. Io stessa mi domando cosa ci sto a fare con loro, quando dovrei esser a casa con i miei figli. Arrivati a casa di Giulio, trovo che sia un bellissimo appartamento, molto curato e pulito; ci rechiamo in un'ampia sala, riservata al bigliardo. Oltre ad uno molto bello e completo di tutti gli accessori, c'è un piccolo sgabello, dove mi chiedono di mettermi seduta. Nel salire su quella specie di trespolo, la mia gonna si apre ancor di più ed io mostro le mie cosce. Quando Giulio mi si avvicina e mi fa ruotare lentamente, mi ritrovo a gambe aperte, davanti al bigliardo, dove loro stanno giocando: ho la fica in bella mostra. Mi sento strana e, perciò, per non rimanere passiva, chiedo di spiegarmi in cosa consista il gioco. Il primo a farlo è Giulio, che mi porge due bocce rosse e mi invita a metterne una vicina ad una più piccola di colore blu. La cosa riesce molto agevolmente e tutti esultano. «Brava, Sharon!» Prendiamo a giocare con me che, quando sbaglio, mi fanno ritirare, ma è palese che si divertono più che se giocassero una partita vera. Si sono alternati fra di loro, per indicarmi dove tirare e, spesso, ho sentito il mio compagno di turno, appoggiarsi al mio culetto ed ho sentito chiaramente la loro erezione, premere sul solco delle mie natiche. Fra una partita e l’altra Giulio ha aperto una bottiglia di un liquore molto buono ed io ne ho bevuto un po', poi, subito dopo, ho sentito una ondata di calore salire dal mio corpo e mi ha stordito. Mi sento euforica, ma non ubriaca. Sono consapevole che si stanno eccitando, ma spero che non si vada oltre, invece tutto precipita quando Sandro, che è dietro di me e devo tirare, mi afferra i seni e li stinge con forza, mentre mi bacia sul collo dietro la nuca. Cerco di divincolarmi, ma solo adesso mi rendo conto che non ho scampo. «No, vi prego! È tardi, devo tornare a casa.» Loro però incominciano a toccarmi. Mi accarezzano dappertutto ed io sento che non ho più la forza di resistere. Ho la fica bagnata fradicia. Mi baciano e sento delle mani che si insinuano fra le mie gambe e poi dentro di me. «Senti come si sta bagnando, la puttanella!» Mi spogliano e mi rendo conto che adesso non sono più in grado di opporre nessuna resistenza. Provo a dir qualcosa, ma la mia bocca è subito riempita dal cazzo di Giulio. «Noumhhm…no…io…» Lui me lo spinge dentro con decisione. Ne prendo un po’, ma sento che ora mi stanno masturbando e non riesco a non godere. «Apri la bocca, troia, che questa sera ti facciamo impazzire!» Mi sollevano e vengo portata su di un letto, in un’altra stanza, adiacente a questa. Mi trovo davanti i cazzi di Mario e Carlo. Se Giulio lo ha grosso e Sandro lungo, i loro lo sono anche di più! Sento un brivido che mi attraversa tutto il corpo, mentre una bocca adesso mi lecca e mi fa godere a bocca piena. Il mio corpo si tende ed esplodo in un orgasmo che mi travolge e fa gioire chi mi leccava. «Uhhuhuum…venguuummmm!» «Benissimo! Senti come sbrodola la puttanella?» Si abbassa e mi lecca anche il culo. Ho uno scatto repentino che stupisce tutti. Mi guardano cercando di capire. Poi Giulio, mi chiede perché sono scattata in quel modo. Lo guardo, arrossisco e, abbassato lo sguardo, rivelo la verità. «Io… non… cioè... sono vergine… non ho mai preso…sì, insomma ho il culo vergine!» Si guardano tra loro, poi si girano verso di me e in un attimo me li ritrovo addosso, che mi leccano e mi eccitano ancora. Godo e vengo, mentre intanto Giulio è uscito per poi tornare e farmi mettere a pecora. Sento che mi lubrifica il culo con del gel all'acqua. Cerco di protestare, ma lui è inesorabile. «NO! TI PREGO NO! Non l’ho mai fatto, e mi farai malissimo con il tuo cazzone! Ti prego, piuttosto te lo succhio quanto vuoi! Mi faccio scopare tutte le mattine! Dai, ti prego: NO!» Lui mi guarda, poi si gira verso Sandro che gli sorride: «Non funziona così! Ti faccio io una proposta: ti fai sverginare il culo e lo darai a tutti e, in cambio, la mattina niente più pompini con ingoio, solo pompini!»
Lo guardo sconvolta mentre lui mi lubrifica il culo ed altre dita mi masturbano, facendomi eccitare. Sandro si gira verso gli altri e parla con calma, ma con tono molto deciso. «Sharon, rilassati e lasciati godere; vedrai che ne avrai piacere anche tu. Nessuno di noi ti farà violenza, ma ti assicuro che, dopo questo, anche la tua vita in ufficio sarà diversa, pensaci bene e vedrai che i vantaggi saranno notevoli. Quanto a voi, amici miei, vi ricordo che essendo una del nostro ufficio, quando lei uscirà da quella porta nessuna parola o gesto o mancanza di rispetto, dovrà esser rivolto nei suoi confronti.» Mentre lui parla, io succhio un cazzo e Giulio mi ha messo due dita in culo che, devo dire, sono entrate abbastanza bene, ma i loro cazzi sono di gran lunga più spessi in circonferenza e, anche se mi allettano con offerte generose, ho paura che mi venga sfondato il culo. Mi sto eccitando e, ad un tratto, essi fanno una specie di conta ed il vincente è Giulio. Mi ritrovo distesa all’ingiù, con un cuscino sotto la pancia: quella posizione pone il mio culo più in evidenza. Lui fa colare del lubrificante e poi appoggia la cappella al buco. Una lieve pressione, io mi irrigidisco. Lui mi molla due sonore sculacciate ed il dolore mi obbliga a rilassare i muscoli. «Sharon, rilassati! Spingi come se dovessi defecare e non ti irrigidire. Sarò calmo se collabori, altrimenti te lo spacco con violenza. Fai dei lunghi respiri e rilassati, tanto te lo prendo in ogni caso.» Lo assecondo. Faccio respiri lunghi, mentre lui entra un po’ alla volta, lo estrae, lo lubrifica e poi affonda sempre un po’ più dentro. Non sento molto dolore, ma solo un certo fastidio per l’intrusione. Lui è calmo, paziente, lo spinge senza fretta, ma con decisione. Gli altri mi toccano, mi accarezzano i seni e Sandro mi masturba, facendomi sentire del piacere che, in qualche modo mi distrae da quello che succede dietro di me. Poi, quando è per buona parte dentro di me, non si sfila del tutto, ma lo affonda con decisione e sento il suo corpo aderire al mio: ce l’ho tutto in culo. «Brava, Sharon! Te lo senti tutto nel culo? Sei bravissima! Adesso ti facciamo godere!»
Lo sento, eccome. Mi sfonda le reni, ma stranamente mi piace. Non vorrei, ma devo ammettere che mi sta piacendo, mi rilasso e sento sempre meno dolore e più piacere. Lui, dapprima lentamente, poi con sempre più vigore mi scopa il culo, mentre io sono stimolata dalla mano di Sandro, che ha messo due dita dentro la mia fica e mi scopa davanti. Intanto ho i cazzi di Mario e Carlo in mano e li alterno alla bocca. Godo, vengo e lo urlo con un grido quasi liberatorio. Sì, adesso mi rendo conto che la mia paura è svanita e loro mi stanno facendo godere come una troia da strada. Vengo intensamente e sono scossa da tremiti di piacere. «Sì, ancora! Sì, adesso, vengo! Vengo! Ora!» Il primo a gioire è Giulio. «Brava, puttanella! Te lo dicevo che ti avremmo fatto godere e adesso ti porteremo in paradiso. Godi, troietta, che questa sera non te la dimenticherai più!» Inizia a pomparmi il culo con vigore. Loro, intanto, mi fanno impazzire con le mani che scorrono sul mio corpo, mi accarezzano, masturbano e strizzano i miei seni, facendomi vibrare ancor di più. Dopo un ennesimo orgasmo, lui si sfila e lascia il posto a Sandro, che mi penetra con un solo affondo. «Che spettacolo! Ne avevo una voglia pazzesca di romperti il culo!» Mi scopa ed io inizio a godere in continuazione. Sento la mia mente come spenta, non ragiono più, voglio solo godere. Li incito a scoparmi e farmi godere. In quel momento son spariti i sensi di colpa, le incertezze e, dentro di me, ha preso il sopravvento la sola voglia di godere. «Sì, più forte! Scopatemi più forte! Voglio godere!» Loro non si risparmiano. Sandro mi sborra in culo e me lo riempie. «Cazzo, vengo! Accidenti sei cosi calda e stretta che mi fai sborrare!» Lui si sfila e il suo posto è preso da Carlo, che mi penetra lentamente. Il suo cazzo è più grosso di quello di Sandro e sento che mi dilata il culo molto di più. Fortunatamente la sborra che ho dentro mi lubrifica e rende la penetrazione più piacevole, anche se colo dappertutto. Lui mi affonda il cazzo fino alla radice, poi mi lascia abituare, mentre io sono sconvolta dalle dita di Mario che mi devasta la fica, facendomi godere anche davanti. Sandro mi infila il cazzo, ancora duro, in gola ed io lo succhio avidamente. Giulio che era scomparso, torna e poi dice a Carlo di fare una certa cosa che, al momento, non capisco, ma poi mi rendo conto che hanno in mente qualche altra diavoleria per farmi impazzire.
Si allunga sopra di me, mi afferra i seni e mi costringe a mettermi in verticale con il suo cazzo in culo. Poi mi abbraccia e, mentre lui si distende supino, mi porta su di lui, distesa in modo da dargli le spalle e mi ritrovo a cosce aperte, che son sorrette dagli altri. Subito Mario si posiziona fra di esse e mi spennella la cappella lungo lo spacco della fica. Sandro si abbassa e mi bacia, poi mi guarda negli occhi e mi sorride. «Adesso ti faremo impazzire!» Un attimo dopo, sento il cazzo di Mario che inizia ad affondare fra le pieghe dalla mia fica, che si sta lentamente aprendo al passaggio di quel cazzo anch'esso di notevoli dimensioni. Mi sento aprire, dilatare e, stupita, lo guardo a bocca aperta. Cerco di urlare, ma nessun suono esce dalla mia bocca. Lo sento arrivare in fondo, mi sta sventrando. Lui sorride compiaciuto. «Lo dicevo io che, avendo partorito, una doppia la reggeva benissimo! Godi, puttanella, che adesso ti faremo volare!» Cerco di oppormi, ma inutilmente. «No, è troppo! Mi spacchi! Mi state allargando ogni buchhuumm…» Non ho il tempo di aggiunger altro, che il cazzo di Giulio mi chiude la bocca. Iniziano a scoparmi alternandosi nei miei buchi e io deliro! Inizio a godere in continuazione, senza soluzione di continuità: essi mi pompano e mi sborrano dentro a ripetizione, scambiandosi di posto e usando il mio copro a loro piacimento per un tempo che a me sembra infinito. Mi sento piena e sfondata anche in gola. Ho sborra ovunque: sul viso, nei buchi e sui capelli. Alla fine, stremata, vedo loro che mi guardano compiaciuti e si complimentano con me. «Adesso sì che sei ben aperta! Quando quel cornuto di tuo marito ti scoperà, ti troverà ben dilatata e non dovrà fare nessuna fatica a penetrarti.» Le loro parole mi riportano alla realtà e mi rendo conto di come mi hanno sfondato e riempito, con me che li incitavo a farlo. Nel mio intimo non sono per niente contenta: mio marito non si merita questo, ma io l’ho accettato, mi sono anche eccitata e ne ho goduto. Si rivestono e mi invitano a fare lo stesso, senza pulirmi. «No, adesso, andrai a casa così, piena di sborra in ogni parte del corpo. Questa è la punizione che ti sei meritata per aver indossato le mutandine in ufficio. Vai e ricordati che lunedì ti aspetto senza intimo.» Li guardo sconvolta, ma essi sono inesorabili.
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