Incesto. vol. II
Capitolo 6 - Mio genero un vero toro!

Mi chiamo Paolo, ho 47 anni, sono alto mt. 1,85, occhi scuri, capelli neri con tempie brizzolate, un bel fisico snello e ben curato. Sono vedovo da sei anni. Dopo la perdita di mia moglie, perita in un incidente di lavoro, non ho voluto altre storie, se non delle sporadiche avventure di una o due notti, non di più. Da circa due anni ho a anche scoperto il piacere del sesso con i maschi. Sì, sono bisex, anche se non fanatico, fin quando non ho visto il cazzo di Luca, mio genero. Lui è un bel ragazzone alto, moro, imponente, occhi neri, spalle larghe, mani forti, ex giocatore di rugby, ha conquistato mia figlia e poi anche me. Lui ha sposato lo scorso anno mia figlia Cecilia e l’estate successiva abbiamo trascorso una settimana di ferie al mare, presso la casa di mia sorella. In quella occasione ho visto il suo cazzo; bello, lungo, grosso e nodoso, con una cappella a forma di fragola matura. Tutto è avvenuto casualmente. È successo una mattina al mare, dopo la doccia, gli è caduto l'asciugamani ed ho potuto notare che, malgrado fosse a riposo, aveva veramente un cazzo notevole. Era semplicemente meraviglioso! Fino a quel momento, non avevo mai pensato a lui dal punto di vista sessuale e, fin da subito, ho cercato di scacciare quella visione dai miei pensieri, ma non ci son riuscito. Infatti, da quel giorno, non ho fatto altro che pensare a come farmelo, senza creare casini. L’occasione è arrivata quando mia figlia decide di cambiare la cucina. «Papà, mi servirebbe una cortesia; potresti aiutare Luca a demolire la vecchia cucina, così l'idraulico ci sposta gli attacchi e questo renderebbe il montaggio di quella nuova, più semplice, più veloce ed anche più economico.» Naturalmente non mi sono tirato indietro a questa richiesta e, quando sono andato a casa sua, ho scoperto che eravamo solo io e lui, perché lei era impegnata con il consiglio d'istituto, ricoprendo lei il ruolo di insegnante di scuola superiore. «Strano, pensavo che Cecilia avrebbe assistito alla demolizione di questa cucina, che non le è mai piaciuta.» Luca sorride e mi dice che è meglio così, perché, se ci fosse stata, avrebbe voluto recuperare qualche pensile da impiegare in qualche sua stramba idea. Ci mettiamo subito all'opera e, complice il fatto di esser ai primi di giugno, quindi faceva già parecchio caldo, entrambi sudiamo molto e, per ovviare a questo inconveniente, entrambi Indossiamo dei soli pantaloncini, restando a torso nudo. Vedere quella splendida massa di muscoli accanto a me ed immaginare lo splendido gioiello nascosto sotto i pantaloncini, non ha fatto altro che aumentare il mio desiderio su di lui. Lavoriamo alacremente e, dopo circa un paio d'ore, abbiamo completamente demolito la cucina e tolto tutto quanto deve esser portato in discarica mediante un apposito cassonetto, messo a disposizione dall'impresa della nettezza urbana. «Caspita, abbiamo fatto proprio un bel lavoro. Domani verrà l'idraulico a spostare l'attacco di acqua e gas e, dopo domani, la ditta incaricata verrà a montare la nuova cucina. Tua figlia Cecilia non vede l'ora di avere finalmente la cucina dei suoi sogni. Dai, adesso andiamo a farci una doccia!» Naturalmente accetto volentieri, anche perché l’idea di lui che si doccia, me lo fa diventar duro. Entro in bagno e mi lavo; pensando a lui ho il cazzo in tiro ed il culo che freme all’idea di averlo dentro. Poi lui entra in bagno e si spoglia, mentre io esco dalla doccia nudo. «Luca, lo sai che hai un gran bel fisico? Inoltre hai un bel gioiello che, di certo, farà la felicità di mia figlia. Sono felice perché siete una bella coppia e, saperla felice, mi fa star bene!» Lui mi viene vicino, ridendo. «Son sicuro che il mio cazzo possa far felici anche altre persone, soprattutto uno come te! Mi sono accorto della faccia stupita che hai fatto quando mi è caduto l'asciugamani, quel giorno al mare. Da allora ho notato che spesso e volentieri il tuo sguardo indugia sul mio pacco e son convinto che a te piacerebbe assaggiarlo. Stai tranquillo, a me piace molto la fica di tua figlia, ma, avendo giocato tanti anni insieme ad altri maschi, ho imparato ad apprezzare anche il piacere di una bocca e di un bel culo maschile. Se vuoi sono pronto a soddisfarti, perché ho capito da come me lo guardi, che lo vuoi.» Il tempo di finire la frase e mi trascina con sé dentro la doccia. Più che lavarci, ci siamo avvinghiati nel palparci e baciarci lingua in bocca. Abbiamo limonato per un po' e l’ho insaponato tutto e, quando mi son trovato davanti il suo cazzo stupendo, non ho resistito al desiderio di sentirlo in bocca. Mi ha lasciato giocare per un po', poi siamo usciti dalla doccia e subito lui mi ha fatto abbassare e me lo ha spinto in gola. «Bravo, così, infilalo tutto in gola! Accidenti, lo succhi meglio di tua figlia!» Alle sue sole parole, ero già pronto a sborrare. Una meraviglia sentir la sua cappella che mi scivolava in gola, profondamente. L’ asta pulsante che mi riempiva e non mi faceva respirare; ero costretto a reprimere conati di vomito, ma succhio e sbavo godendomi quel cazzone, in attesa di riceverlo dentro il culo, che palpita voglioso. Lui si gode la pompa, tenendomi le mani sul capo e mi rendo conto che posso farlo sborrare; così intensifico la suzione e lui impazzisce. Di colpo, mi blocca la testa per tenere tutto il cazzo ben piantato dentro di me. «Paolo, sborro! Cazzo che bocca! Mi stai facendo sborrare! Sei fantastico! Dai, ingoialo tutto! Sì, sborro!» Sento che mi riversa in bocca un'ingente quantità di sborra dal sapore agrodolce, buonissima! La ingoio come un nettare profumato e prelibato, che mi irrora la gola e lo stomaco. «Che troia meravigliosa! Lo hai ingoiato tutto! A volte tua figlia è in difficoltà ad ingoiarlo, mentre tu sei stato bravissimo! Dai, puliscilo tutto, che poi ti inculo!» Vibro di piacere al pensiero di averlo dentro, mentre raccolgo ogni singola traccia del suo nettare, poi mi ha appoggiare al lavandino e si inginocchia dietro di me. Mi lecca un po', mi ammorbidisce il buco e lo lubrifica con abbondante saliva. Ne saggia la resistenza con un dito, che, poco dopo, diventano due. Si solleva, bagna il suo cazzone con della saliva e poi lo punta sul foro e spinge. Malgrado abbia preso diversi cazzi nella mia esperienza da bisex, un palo simile non l'avevo mai provato e, mentre penetra in me, avverto che mi apre, mi dilata e riempie il mio culo, regalandomi un misto di dolore e piacere. Consapevole delle sue dimensioni, si muove con lentezza lasciando, che i miei muscoli anali si abituino alla dimensione di quel cazzo che mi
«Che bel culo stretto. Ho sempre ammirato il tuo fondo schiena e non speravo di poterlo mai scopare. Un giorno ti ho visto scendere dalla vettura di uno che conosco, perché me lo ero già scopato e così ho deciso di provare. L’asciugamani non è caduto a caso!» Lo guardo e gli sorrido. Lo sento tutto dentro e mi sento il culo aperto e pieno all'inverosimile. Inizia a scoparmi di brutto, facendomi ululare tutta la passione che mi travolgeva. «Cazzo, Luca, come sei grosso! Dai, sfondami il culo! Sei un porco! Mi hai adescato, perché volevi anche tu il mio culo! Porco, scopami forte!» Mi pompa forte. Mi slarga il culo e mi scopa da vero toro. «Sei una puttana! Sì, più vacca di tua figlia che già non scherza! Ti spacco questo culo stupendo! Troia, senti come te lo sfondo?» Mi pompa forte e lo sento sempre più dentro di me. Sento il suo corpo aderire al mio ed io godo come una vacca. Mi scopa a lungo e, alla fine, mi riversa nel culo una bordata di seme che mi inonda l’intestino. «Tieni, troia! Senti come te lo farcisco questo culo? Sto sborrando!» Lo sento e ne godo, ma sono esausto. Mi accorgo che ho sborrato anch'io senza toccarmi o farmi toccare da lui. «Accidenti, che zoccola che sei! Hai goduto tanto e bene, quindi il mio cazzo ti piace? Lo prendi così bene nel culo, meglio di tua figlia, che ha sempre da lamentarsi per le dimensioni! Da oggi te lo sfonderò sempre, ogni volta che ne avrai voglia!» Da quel giorno, son diventato la sua troia. Per un bel periodo, mi ha montato in ogni occasione, fin quando ci ha sorpresi mia figlia. «Allora, non mi ero sbagliata? Sei tu che mi rendi cornuta con mio marito? Mi son resa conto che c’era qualche cosa che non andava, da quando ha smesso di chiedermi il culo. Adesso ho capito il motivo: sfonda il tuo, porco!» Ero a pecora con il cazzo di Luca nel culo e lei davanti. «Cecilia, mi dispiace, io… ecco lascia che ti spieghi...cioè, vorrei che tu…» Lei, per un attimo, ha finto di esser adirata, poi si è spogliata nuda e si è unita a noi.
«Tranquillo, papà, non sono arrabbiata. Sono consapevole che un toro come lui ha bisogno di più vacche, quindi, meglio te che un’altra. Dai, fatti sfondare il culo, che invece a me piace di più davanti!» Da quel momento lui ha preso a sfondarci entrambe e, quando lei è rimasta incinta, io ho provveduto a soddisfare il toro per ogni sua esigenza e questo ha portato una buona armonia in famiglia, che ci regala momenti di massima felicità.
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