Mamma ti amo!
Capitolo 7 - Mamma una donna condivisa

Mi chiamo Mauro, ho 19 anni, sono di media statura, occhi chiari e capelli biondi, un fisico abbastanza tonico e snello. Mi son diplomato in ragioneria e subito ho trovato un impiego come contabile presso un'azienda, che si occupa di vini e vivo ancora con i miei genitori. Mio padre Antonio è un uomo di 44 anni, alto massiccio ed imponente, biondo, occhi chiari come i miei, un tipo molto determinato. È sposato con Elisabetta mia madre, da 20 anni. Mia madre è la classica donna mediterranea, ha 41 anni, mora, occhi scuri, un bel seno generoso, una quarta abbondante ed un bel culo tondo e sodo, che sovrasta delle splendide cosce. Condivido con mio padre la passione della pesca, così una domenica mattina siamo andati lungo le sponde di un lago artificiale, dove una diga ha sbarrato un fiume non molto lontano dalla sua sorgente e questo lo rende molto pulito: pescare in quel posto è qualcosa di veramente piacevole. Siamo arrivati presto e, trovato un buon posto, abbiamo iniziato a pescare con buoni risultati. A metà della mattinata avevamo già agganciato diverse notevoli prede: sembrava uno di quei giorni in cui la pesca miracolosa fosse davvero tale. Ad un tratto aggancio qualcosa di veramente notevole ed inizio un gioco di recuperi e rilasci per poter stancare il pesce e portarlo a riva. Ero così concentrato nella lotta, da non accorgermi di aver male appoggiato un piede, facendomi scivolare e cadere fra due tronchi lì per terra. Nonostante la brutta caduta, son riuscito a mantenere salda la presa sulla lenza, che ho passato a mio padre che così è riuscito a recuperare quella preda davvero notevole. Io ho solo potuto vedergli eseguire questa operazione, perché ero con un piede incastrato tra due tronchi e, cadendo, avevo battuto pesantemente l’inguine, testicoli compresi, contro il tronco, provocandomi un dolore terribile. Devo dire che lui, d'istinto, avrebbe voluto soccorrere me, ma io ho preteso che recuperasse la preda, per poi raccogliere le nostre cose e, zoppicando, son riuscito a raggiungere la nostra vettura, con cui sono stato portato in ospedale, dove mi è stata diagnosticata la frattura di una caviglia. Quando son tornato a casa, mamma ha avuto quasi un malore nel vedermi con il piede ingessato ed io ho cercato di rassicurarla informandola che si trattava di una lieve frattura. «Amore mio! Cos'è successo? Che avete combinato? Possibile che ti sia successo questo per una banale battuta di pesca?»
Va precisato che, quando sono nato, mia madre aveva avuto un precedente aborto spontaneo e, quindi, la mia gestazione, è stata seguita con particolare attenzione e, dalla mia nascita in poi, è sempre stata molto premurosa ed attenta che non mi capitasse niente. Ora, vedermi con un piede ingessato, l‘ha subito mandata fuori di testa. Con il passare dei giorni, mi son accorto che, nella zona pubica, c’era qualcosa che mi faceva male. Lei se n’è accorta subito.
«Amore, lascia che ci dia un'occhiata.»
Ha scostato le coperte, mi ha sfilato il pigiama: avevo i coglioni viola dalla botta!
«Oh, mio Dio! Cosa avete combinato? Accidenti alla vostra dannata pesca! Ora vado subito a chiamare un dottore.»
Il dottore l’ha tranquillizzata, dicendole semplicemente che la contusione era senza conseguenze, a parte il fatto che l'ematoma mi aveva gonfiato i testicoli. Con un'apposita pomata, tutto sarebbe tornato nella norma. Quando ha portato a casa la pomata, la mamma, scherzando, mi ha detto che avrei dovuto applicarla molto bene: per un attimo ho avuto quasi la sensazione che volesse esser lei a volermela applicare. Dopo 40 giorni di gesso, me l’hanno tolto e, finalmente, mi hanno applicato una fasciatura elastica che mi permetteva di appoggiare il piede e camminare, anche se con cautela, ma le palle erano ancora doloranti. Essendo sopraggiunta la bella stagione, è stato mio padre che ci ha consigliato di recarci al mare per la mia riabilitazione; lì avevamo fittato una villetta tutta per noi e lui ci avrebbe raggiunto per il week end. In astinenza da mesi e senza una relazione fissa perché la mia ultima amichetta si era fidanzata con un tizio pieno di soldi, mi era venuta una voglia non indifferente e, sotto il costume, si notava la mia erezione, cosa che mia madre mi ha fatto notare.
«Vederti con il pacco gonfio, mi fa sperare che sia un buon segno e che quella botta non ti abbia lasciato conseguenze.»
Nel parlare mi ha accarezzato la zona pubica. Poi mi ha sorriso ed annuito in direzione della ragazza del bar, che, da giorni, mi puntava con occhiate e complimenti.
«Io spero che, se ti capita con qualche ragazza, non ci siano problemi e farai in modo che sia lei a fartelo smollare.»
Ho scosso il capo, senza dir nulla, ma la mia espressione sconsolata dev’essere stata molto chiara. Un pomeriggio, il mare era agitato e siamo rimasti in casa. Io, per comodità, indossavo dei pantaloncini leggeri da basket e mi ero disteso sul divano. Dal punto dove ero seduto, attraverso il breve corridoio, ero riuscito a vedere mia madre che, in camera sua, si era cambiata dopo aver fatto una doccia. Intravederla nuda, anche se di spalle, mi aveva fatto subito gonfiare il cazzo. Quando è giunta, indossava solo un leggero copricostume ed ho notato che sotto non aveva indossato nessun tipo di intimo, se non un esiguo e striminzito perizoma. I suoi capezzoli erano ben evidenti e sembrava voler bucare la sottile stoffa traforata del copri costume. Quando si è seduta, ha notato il mio pacco gonfio ed ha sorriso contenta.
«Se quello che vedo è il tuo pacco gonfio e duro, allora direi che è un buon segno!»
L'ho guardata ed ho sorriso, poi, con un tono un po' ironico, le ho risposto a tono.
«È diventato così perché ho visto il tuo bel culo, mentre ti vestivi. Hai un bel corpo, proprio molto eccitante!»
Lei ha sorriso e poi si è seduta accanto a me.
«Vediamo se l’ematoma si è riassorbito. La crema dovrebbe aver fatto effetto. Hai avuto modo di controllare che tutto funzioni a dovere?»
Ho scosso il capo in segno negativo, allora lei si è seduta accanto a me ed ha allungato le mani afferrando l'elastico dei pantaloncini e tirandoli giù fino alle mie caviglie. Ero emozionato e, nello stesso tempo, terribilmente eccitato e così, misurando un po' le parole, ho deciso di osare un po' con lei.
«Credo che sia tutto a posto, ma se vuoi controlla pure. Il fatto che sia duro è merito tuo: così vestita sei una gran bella fica!»
Si è messa a ridere, soddisfatta del complimento e poi, dopo avermi sfilato i pantaloncini e gli slip, si è trovata davanti il mio cazzone teso e duro.
«Accidenti, figlio mio! Noto con piacere che sei per davvero il figlio di tuo padre! In questo sono molto fiera del fatto che tu abbia ereditato questo attributo da lui!»
Ha impugnato la mia verga ed ha sorriso per il fatto che le sue splendide dita non riuscivano a congiungersi per il discreto spessore che si trovava tra le mani. Mi ha chiesto se mi faceva male, se avevo dolore alle palle e, dopo averle massaggiate, con malcelata civetteria, mi ha chiesto della mia vita sessuale.
«Dimmi, amore, ti spari le seghe? Se non sbaglio avevi una fidanzatina? Che fine ha fatto? Non l’ho più vista da un po’ a casa nostra.»
Ho fatto un mezzo sospiro e le ho raccontato che la nostra storia era finita, perché lei si era invaghita del figlio di un industriale.
«Comunque, tra noi, il sesso era proprio da inesperti. Io non ho molta esperienza e lei ne aveva ancor meno. Diciamo che, oltre che farmi qualche sega, eravamo giunti al punto che mi faceva qualche pompino. Tutto qui! Poi si è invaghita di quel secchione, che non ha nulla di bello, se non il portafogli gonfio del padre. Ha anche avuto il coraggio di dirmi che saremmo rimasti amici e, chissà, magari un giorno avremmo anche potuto avere una storia clandestina tra noi.»
Mi ha guardato con l'aria un po' delusa e poi, in un certo senso, mi ha consolato.
«Amore mio! Non fartene un cruccio per aver perso una puttanella come quella! Con questi principi, non andrà lontano! Ti devi trovare una brava ragazza che ti voglia bene e che, a letto, ti soddisfi in maniera onesta e piacevole. Quanto all'esperienza, viene con il tempo e devi aver pazienza: prima o poi, troverai chi ti insegna tutto quello che c'è da sapere per far divertire bene una donna»
Nessuno di noi due ha aggiunto altro ed il discorso era finito lì. La sera, dopo cena, è rimasta a lungo a parlare con papà, ma non son riuscito a sentire cosa si dicevano, perché ero impegnato a seguire una partita di calcio molto importante. Hanno chiacchierato molto ed a lungo e, quando hanno finito, lei è andata in cucina, dove io avevo già rigovernato e lei si è messa a lavare i piatti. Si era preparata per la notte, indossando una camicia corta ed uno slip nero. Vedevo quelle belle chiappe ondeggiare e, in silenzio, mi son avvicinato e, da dietro, l’ho abbracciata e, mentre le stringevo i seni, l’ho baciata sul collo.
«uuhhmm...amore, cosi non vale! Ho le mani occupate e tu te ne approfitti!»
Ho appoggiato il cazzo contro il suo culetto, che lei ha subito spinto indietro, poi, con una mano, è venuta a cercarmelo, si è girata, mi ha fissato negli occhi e poi si è abbassata; sorridendo, me lo ha liberato dai pantaloncini.
«Vediamo se tutto funziona a dovere e se mi ricordo come si fa, a far un bel pompino e, se sono più brava di quella puttanella!»
Lo ha impugnato, mi ha baciato la cappella che sentivo pulsare come non mi succedeva da tanto tempo. Ero sconvolto e molto eccitato, perché non mi aspettavo una reazione così spontanea. Da giorni la osservavo ed avevo desiderato quello che ora stava succedendo, ma le mie erano state solo fantasie e, fino a quel momento, nulla lasciava presagire quello che in questo momento mi stavo davvero gustando: la bocca di mia madre! Ha appoggiato le labbra, lavorandomi la cappella. Stavo per godere!
«Mamma, sì! Sei stupenda!»
Ho subito capito che mamma era davvero esperta. Lo ha leccato bene ed a lungo, insalivando l'asta, e poi se l'è infilato tutto in gola. Son rimasto piacevolmente stupito dal fatto che era riuscita ad ingoiarlo tutto, cosa che alla mia ex non era mai riuscito! Lo ha tenuto dentro la bocca per un tempo che a me è sembrato lunghissimo, mentre sentivo la sua lingua continuare a ruotare intorno all'asta, nonostante lo avesse tutto ben piantato in gola. Poi si è fermata un momento, per riprender fiato. Si è pulita le labbra con il dorso della mano e, sorridendo, mi ha guardato in faccia.
«Amore, mi sembra che sia tutto a posto: ti piace?»
Ho annuito e le ho sorriso sconvolto.
«Mamma è il più bel pompino della mia vita! Questo sì che è succhiare un cazzo! Nulla a che vedere con la mia ex!»
Ho visto il suo volto illuminarsi di gioia.
«Allora continuo, ma se ti fa male dimmelo, che smetto. Non voglio che hai dei problemi. D’accordo?»
Ma come avrei mai potuto dirle di smettere! Lo succhiava tenendolo quasi tutto in bocca, massaggiando i coglioni. Sentivo il rumore dei risucchi e, intanto, avevo l'impressione che mi stesse succhiando l’anima. Poi, non ho resistito e l’ho avvertita che stavo per venire.
«Mamma! Mamma, sto venendo! Togliti che sborro! Vengo!»
Non si è staccata. Ha stretto le labbra attorno al cazzo e si è gustata il succo caldo delle mie palle, sollevando lo sguardo e guardandomi negli occhi. Lo ha spremuto tutto. Una volta finito, mi ha sorriso ed io l’ho ringraziata.
«Mamma, mi hai fatto il più bel pompino che abbia mai ricevuto!»
Ha sorriso.
«Davvero ti è piaciuto? Cosa pensi di me? Credi che sia sbagliato quello che ti ho fatto?»
«Oh sì, mamma, mi è piaciuto tantissimo! Non credo ci sia nulla di sbagliato in quello che mi hai fatto! Penso che tu sia una donna eccezionale: sai, vi ho spiato spesso quando tu e papà facevate l'amore.»
Le mi ha guardato un po’ stupita.
«Ti rendi conto cosa mi hai detto! Non si devono spiare le persone!»
Senza aggiungere altro, l’ho presa per mano, facendola sedere sul divano. Mi son inginocchiato davanti a lei.
«Mamma, sei così bella che ammetto di averti sempre spiato. Hai un bel corpo ed è da tempo che ti desidero, ma mi mancava il coraggio di dirtelo. Solo adesso mi son reso conto che anche io non ti sono indifferente…»
Non mi ha fatto aggiungere altro, mi ha chiuso la bocca con un bacio.
«Amore della mamma, anche tu mi piaci e, dopo la paura che mi hai fatto pendere, io…»
Non le ho fatto aggiungere altro. Le nostre bocche si sono unite in un bacio di pura passione. Un bacio lungo, intenso, come quello di due amanti. Le ho afferrato i seni, mentre le nostre lingue si rincorrevano in bocca; il cazzo ben presto si è di nuovo inturgidito, ho preso una sua mano e l'ho appoggiata sul cazzo; mi ha sorriso, incredula.
«Mauro! Te l’ho appena svuotato, e ce l'hai di nuovo duro?»
Le ho sorriso contento.
«Mamma, come ti ho detto, ti ho sempre desiderato. Adesso ti voglio!»
Mi ha stretto a sé, poi ci siamo baciati di nuovo; si è lasciata toccare tutta. Un bacio lungo senza fine. Le palpavo il culo, le tette belle sode, le ho accarezzato la fica. Le ho messo una mano fra le cosce e lei le ha aperte.
«Figlio mio, sei come un polipo! Sento le tue mani dappertutto! Dai, spostiamoci sul letto.»
Appena giunti in camera, le ho sfilato la corta camicia da notte, per poi arretrare di un passo, così da ammirarla tutta nuda.
«Mamma, sei splendida! Ti desidero…ti voglio: dai, accontentami!»
Senza attendere la sua risposta, mi son spogliato e le ho mostrato con orgoglio il cazzo già ben duro e pronto. Lei lo ha ammirato e mi ha abbracciato, mentre io ho allungato una mano fra le sue cosce; ho preso a masturbarla con lei che gemeva di piacere. Era fradicia! Eccitatissima, mi ha trascinato su di sé e, a gambe aperte, ha lasciato che la punta del mio cazzo si affacciasse tra le labbra della fica, aperta e pronta.
«Entra, amore mio! Entra con il tuo splendido arnese dentro questo ventre che ti ha generato. Ti ho amato dal primo istante che ho sentito la tua vita battere dentro il mio corpo e, adesso, voglio sentire con quanto vigore tu fai godere la tua mamma, che ti ama più della sua vita! Entra, amore mio, arriva fino in fondo e fammi impazzire!»
Mi ha abbracciato forte ed io ho iniziato a spingere per entrare dentro di lei. Era bollente! Sentivo la sua vagina bagnatissima ed il mio membro ha cominciato a scivolare, dilatando le sue pareti, con lei che spalancava la bocca e mi fissava con occhi carichi d'amore. Quando il mio corpo ha aderito al suo, lei ha sollevato le gambe e le ha annodate sulla mia schiena. Ha spinto il suo corpo in alto cercando di venire incontro al mio, per poter sentire l'affondo del mio membro ancora più in profondità, dentro di sé. Mi ha bloccato, ben piantato dentro di lei, e poi ha preso a gemere di piacere.
«Meraviglioso! È una cosa non dissimile dalla follia sentire il tuo membro che si spinge all'interno del mio corpo. Resta immobile, amor mio, voglio assaporare questa sensazione il più a lungo possibile! È sconvolgente pensare che stai chiavando la fica che ti ha dato alla luce! È follia pura! Ma ti amo da impazzire! Il mio amore per te rasenta la follia! Amore mio, fammi impazzire!»
Ha allentato la presa ed ho cominciato a muovermi dentro e fuori sfilando tutto il mio cazzo e poi riaffondarlo tutto dentro di lei, con una spinta forte e decisa. Ad ogni affondo, il suo seno sobbalzava verso l'alto e la sua bocca si spalancava senza emetter alcun suono. Mi ha tenuto abbracciato stretta a lei, mentre io la sfondavo con colpi sempre più forti. Ho preso a pomparla sempre più velocemente e, allora, lei mi ha bloccato, facendomi restare immobile.
«Calma, mio giovane torello! Ora la mamma ti insegna come si deve scopare una donna! Devi muoverti lentamente, facendole assaporare il piacere di sentirsi riempire dal tuo membro e, nello stesso tempo, sfondare con i tuoi colpi vigorosi, per farla godere ancor di più! Quando senti il piacere che sta per esplodere, rallenta il ritmo e spingi il tuo membro ancor più dentro, in profondità, in modo che lei possa saggiarlo ed il suo piacere non cali di intensità. Così, bravo! Scopami con questo ritmo lento e molto appagante. Bravo, così mi stai portando al piacere! Continua, amore! Continua, che sto per godere! Amore, continua, che sto per venire! Ora, vengo! Bravo, amore mio, fai venire la tua mamma! Vengo! Sto già venendo! Bambino mio, vengo! Senti, come mi fai venire? Oddio, sono in paradiso e mi ci hai portato tu, amore mio!»
Il suo corpo ha preso a tremare in maniera convulsa e cercava di immobilizzarmi, perché io continuavo a pomparla ancora più velocemente e lei non riusciva a reggere l'intensità del piacere che stava provando. Anche da parte mia ero prossimo all'orgasmo. Ho preso a pomparla più forte con un ritmo più convulso e, ad un tratto, l'ho guardata fissa negli occhi e le ho detto che ero prossimo al piacere.
«Mamma! Mamma, sto venendo! Mamma, non resisto!»
Lei mi ha abbracciato forte e, guardandomi dritto negli occhi, mi ha invitato a irrorare il suo ventre con il mio seme.
«Sì, amore mio! Vienimi, dentro! Riempi tua madre! Riempi la vagina che ti ha fatto nascere! Voglio sentire il calore del tuo seme, che scalda il mio corpo!»
Ad un tatto, son rimasto immobile, piantato dentro di lei ed ho iniziato a iniettare il mio seme dentro di lei, con schizzi violenti. Quando ha percepito i miei rigurgiti di sborra, il suo corpo ha preso a sussultare: sentivo la fica fremere, pulsare e mungere il mio cazzo. Ha incollato la sua bocca alla mia e mi ha dato un bacio così intenso e profondo da togliermi il fiato. Siamo rimasti abbracciati ancora un po', poi ci siamo sdraiati di lato, continuando a fissarci negli occhi.
«Mamma, dimmi, ti è piaciuto?»
Lei aveva le lacrime agli occhi e mi ha sorriso.
«Sì, amor mio, mi è piaciuto tantissimo e mi hai fatto impazzire! Avevo paura che, con la botta presa, potessi aver riportato danni permanenti, ma son felice di aver constatato che è tutto a posto e che sei un amante davvero in gamba»
Sfiniti dalla troppa emozione, ci siamo addormentati abbracciati e, solo all'alba, quando mi son svegliato e l'ho trovata nuda accanto a me, mi son reso conto che non era stato un sogno, bensì solo fantastica realtà: avevo scopato con mia madre! Vedendola ancora addormentata, ho preso a baciarle i seni ed a titillare i suoi splendidi capezzoli. A lei piaceva e mi ha lasciato fare, poi si è accorta che avevo il cazzo in tiro.
«Mauro, ma è ancora di nuovo duro!»
Io le ho sorriso e poi mi son sdraiato fra le sue cosce; ho preso a leccare la sua fica e lei si è rigirata ed ha preso in bocca il mio cazzo, succhiandolo avidamente. Le ho leccato la fica ancora intrisa del mio seme e sentivo lei che mi bagnava l'asta; ad un tratto ha serrato le cosce, lasciandosi andare ad un orgasmo che ha mugolato a bocca piena. Ho raccolto tutto il miele che sgorgava dalla sua fonte e poi, con ancora la bocca sporca del suo piacere, mi sono rigirato e lei mi ha spinto a restare sdraiato supino; un attimo dopo è salita su di me e si è impalata sulla mia verga. Ha preso a cavalcarmi come una perfetta amazzone ed ha reclinato la testa all'indietro, mentre io ho allungato le mani ed ho preso ad impastare i suoi seni. Lei mi ha insegnato come stringerli, come accarezzare i suoi capezzoli e, soprattutto, come farla impazzire ancor di più di piacere. Ha avuto ancora altri due orgasmi e, ad un tratto, si è accasciata sul mio petto ed ha incollato la sua bocca alla mia. Ero prossimo all'orgasmo e, quando stavo per venire dentro di lei, ho sentito un rumore, mi son girato e mi si è gelato il sangue nelle vene: in piedi, di fianco al letto, c'era mio padre! Mamma si è girata e, dopo avergli sorriso, si è rivolta a me e mi ha rassicurato.
«È tutto a posto, amor mio! Sta tranquillo che lui è d'accordo con me con quello che stiamo facendo! Anche lui era preoccupato e voleva esser certo che il tuo splendido gioiello funzionasse alla perfezione, dopo l'incidente. Rilassati e vedrai che anche lui adesso parteciperà al nostro piacere.»
Lui mi ha sorriso, si è avvicinato al letto e, dopo aver dato un bacio alla mamma, si è girato verso di me.
«Bravo, figlio mio! Vedo con piacere che tutto funziona a meraviglia! Adesso fa godere la mamma, poi entro in gioco anch'io e la faremo impazzire! Tu non lo sai, ma è da tanto tempo che lei aspetta questo momento e, onestamente, anch'io son felice di vedere come ti sta insegnando a diventar maschio!»
Si è spogliato in un attimo ed ho potuto ammirare il fatto che anche lui aveva una splendida verga fra le gambe, già ben dura e pronta. Mamma ha continuato a restar impalata su di me e lui, in piedi sul letto, glielo ha infilato tutto in bocca; lei lo ha preso senza nessuna esitazione. Sdraiato sotto, potevo vedere la bocca di mia madre ricevere quello splendido arnese che spariva tutto giù, in fondo alla sua gola. Mentre succhiava papà, lei ha avuto un altro orgasmo e allora lui si è inginocchiato fra le mie cosce e, con fare molto lento, le è penetrato dritto nel culetto. Son rimasto immobile, mentre lei si dava da fare ad aiutarlo in questa operazione; ho sentito il grosso membro di mio padre scivolare dentro di lei, quasi come se le fosse entrato davanti. Era una sensazione incredibile e sconvolgente sentirla piena dei nostri membri e, nello stesso tempo, ho visto mia madre scuotere il capo, perché in preda ad un vero e proprio delirio.
«Pazzi! Siete dei pazzi! Mi state letteralmente sventrando! Ma voglio godere! Quindi muovetevi e fatemi impazzire!»
Abbiamo preso a farla godere ininterrottamente e lei ci ha invitato a farla impazzire ancor di più. È stata una sensazione bellissima, quando, insieme, io e mio padre, le siamo venuti dentro. Dopo aver dato sfogo alle nostre voglie e goduto alla grande dei suoi buchi, siam rimasti sdraiati tutti e tre sul letto. E' stato in quel momento che mio padre mi ha voluto chiarire.
«Allora, figliolo, adesso che intenzioni hai? Vedo con piacere che il tuo apparato genitale non ha subito danni dopo quell'incidente e, quindi, vorrei sapere come intendi comportarti d'ora in avanti?»
Sono rimasto un po' stupito e, nello stesso tempo, ero indeciso su cosa rispondere. Una parte di me era strafelice del fatto di aver potuto godere con mia madre, ma l'altra si rendeva conto che non era una cosa che sarebbe potuta durare a lungo.
«… Ecco io… vedi, papà, io… cioè, non saprei…»
Confuso, non sapevo cosa rispondere, allora lui mi ha sorriso e, messa una mano sulle spalle, mi ha parlato da vero padre di famiglia.
«Quello che voglio dirti è che, con tua madre, puoi ancora giocarci, perché mi rendo conto che stai facendo una certa esperienza, ma non è una cosa che può durare a lungo, perché lei, oltre ad esser tua madre, è anche mia moglie e, quindi, io per un po' posso anche condividerla con te, ma resta sempre il fatto che lei è mia moglie. L'ideale sarebbe che ti trovassi una brava ragazza con cui ti creassi una famiglia tua. Tua madre, per te, ci sarà sempre, ma non puoi continuare a far sesso con lei all'infinito.»
L'ho guardato veramente stupito, perché, per la prima volta, mi son reso conto che, in effetti, oltre ad esser mia madre, era anche sua moglie e lui l'aveva condivisa con me. Non avevo mai preso in considerazione questo aspetto del rapporto e, sinceramente, non avevo nemmeno pensato a tutto questo, nel momento stesso in cui ho iniziato a far sesso con mia madre. È stata una riflessione importante, che ha comunque condizionato per sempre il resto della mia vita. Due anni dopo, ho conosciuto Silvia, una splendida ragazza, figlia di una collega di mio padre, con la quale ho iniziato una relazione e, poiché era vergine, la prima volta che abbiamo fatto sesso, a nessuno di noi due è venuto in mente di prendere delle precauzioni: lei è rimasta incinta ed io l'ho sposata con piacere. Ora siamo a casa mia e sto guardando mia moglie che allatta nostro figlio Luca e, insieme a noi, ci sono mio padre e mia madre che sono molto felici di esser diventati nonni, mentre io, dentro di me, faccio una strana riflessione: un giorno, sarò anch'io in grado di condividere mia moglie con mio figlio?
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