Mamma ti amo!
Capitolo 1 - Ho consolato mia madre.
Mi chiamo Tommaso, ho 25 anni e sto per laurearmi in giurisprudenza. Sono alto un metro e ottanta, occhi azzurri, capelli biondi ed un fisico ben scolpito da anni di nuoto, sport che amo praticare spesso. Sono figlio unico di una coppia, il cui matrimonio è proprio giunto ad un punto decisamente preoccupante. Mamma, si chiama Stefania, ha 46 anni, è una bella donna, alta, mora, occhi azzurri, un bel seno di una terza misura ed un fisico snello e ben curato, con cosce lunghe e un bel culetto a mandolino, che secondo me è il suo pezzo forte. Mio padre si chiama Daniele, ha 47 anni, è anche lui un bell'uomo, ma ha un carattere alquanto duro e spigoloso e, soprattutto, non ammette che una donna possa esser più brava di lui in campo finanziario. Gestiscono due attività completamente diverse, ma, nonostante tutto, continuano a punzecchiarsi e questo loro modo di fare li ha portati ad un tale livello di diverbio, che è sfociato in una separazione. Non ho voluto schierarmi con nessuno dei due, anche se mi sento più legato alla mamma; non lo scrivo per retorica, ma tutti i figli sono legati molto di più alla madre. La colpa che posso fare a mamma è che lei è una donna severa nel suo lavoro, non ammette critiche e, soprattutto, ha sempre deciso lei come portar avanti la politica aziendale della sua attività, che, devo ammettere, è divenuta sempre più proficua. Come ho detto, è una bella donna, posso dire, senza tema di smentita, che è una gran fica: quando entra in una sala, o altro luogo pubblico, non passa inosservata. Strano a dirsi, ma, con la separazione, mia madre è cambiata completamente. Di colpo è venuta fuori la sua fragilità di donna, sempre triste e dimessa, ed ho deciso di fare di tutto per farle tornare il sorriso e la voglia di vivere. Dopo circa un mese dalla separazione, vedevo mia madre veramente spenta e priva di interessi. Lavorava per inerzia e, una volta a casa, sembrava non attratta da altro. Una sera, dopo cena, lei si è ritirata in camera sua ed io, casualmente, ho aperto la porta del bagno e son rimasto scioccato: mamma era vicino alla cabina doccia nuda, bellissima, immobile, quasi soprappensiero.
«Scusami, mamma, non hai chiuso la porta a chiave e non sapevo fossi qui.» «Non fa nulla, Tommy. Mi hai visto nuda, ma non credo di esser un bello spettacolo; sono vecchia! Chissà, quante belle ragazze vedi, e il confronto non mi lascia scampo!»
Ero ammaliato dalla sua bellezza ed ho subito reagito facendole dei complimenti. «Nessuna è bella come te! Ti assicuro che dico la verità. Tu non sei vecchia, sei bellissima! Nemmeno immagini quante più giovani di te che conosco, vorrebbero il tuo fisico!» L'ho vista sorridere e spezzare così un po' la sua malinconia. «Amore mio, sei un adorabile bugiardo, ma ti amo troppo ed il tuo complimento mi consola.» L'ho vista così spenta e sfiduciata, che mi sono avvicinato e, dopo averla abbracciata, le ho dato un bacio sul collo e poi l'ho guardata dritta negli occhi. «Mamma la vita va avanti! Se mio padre non vuole ammettere di esser un gran fesso ad abbandonare una donna bella come te, tu devi reagire, devi smettere di commiserarti e soprattutto devi tornare a sorridere. Dai, vestiti, che usciamo. Ho voglia di andare a cena con la donna più bella del mondo!» Lei mi ha guardato un po’ stranita, quasi incerta. «Dove mi vuoi portare? Non ho voglia di veder nessuno.» Ho capito che potevo insistere e l’ho fatto. «Andiamo da qualche parte dove non siamo conosciuti. Vestiti, anche se è piacevole la vista di te nuda: ho voglia di farti divertire. Dai, fammi felice ed esci con me!» L'ho vista per un attimo rammaricarsi, ma, nello stesso tempo, nei suoi occhi ho colto un lampo di luce diversa. «La vista ti piace? Sei gentile a dirlo, ma non sono più quella di una volta. Ora son vecchia e non scuoto l'interesse di nessuno.» Mi son avvicinato ed ho preso a toccarla guardandola negli occhi. «Mamma, sei bellissima! In realtà fai impazzire gli uomini che ti guardano!» Mi ha guardato in un modo strano. Ora i suoi occhi azzurri sorridevano, mi son fatto coraggio, l’ho presa per i fianchi e l’ho stretta dolcemente, l’ho baciata sulla guancia, vicino all’orecchio. «Mamma, vorrei stringerti, così come sei. Tenerti fra le mie braccia, stretta a me! Lo vorresti fare anche tu?» L'ho vista per un attimo indecisa e, nello stesso tempo, incuriosita, ma, soprattutto, cercava in qualche modo di tergiversare, convinta che tutta la faccenda stava prendendo una piega poco naturale. «Amore, non è normale quello che mi chiedi; son nuda e non capisco perché son rimasta nuda davanti a te. Sei mio figlio e ti amo più della mia vita, quindi, se desideri stringermi tra le tue braccia, fallo pure.»
L’ho stretta a me, in un abbraccio forte, ed il cazzo, che era duro per l’eccitazione, è andato a premere contro il suo ventre. Mi aspettavo una reazione contrariata e, invece, ho sentito premere il suo ventre contro il mio cazzo. Non ho resistito ed ho appoggiato la mia bocca sulla sua, in un bacio appassionato. Ha aperto la bocca ed ha accettato l’intrusione della mia lingua. Abbiamo preso a limonare, lei ha messo le mani intorno al mio collo e si stringeva a me con forza. Il suo corpo aderiva nudo al mio ed io le ho accarezzato la schiena, scendendo giù fino al culo. Poi ho insinuato una mano davanti, tra le cosce, lei le ha aperte per agevolarmi ed io le ho inserito due dita nella fica. Per un attimo si è staccata ed ha cercato di razionalizzare ciò che stava accadendo. «Amore, che stiamo combinando? Sei mio figlio! Non possiamo farlo, ma… mio Dio, che bello! Continua cosi, sì, mi piace tantissimo. Amore, mi farai impazzire, se continui così» Ho subito sbottonato i pantaloni, le ho preso una mano e l’ho portata sul mio cazzo durissimo. Lei lo ha afferrato, stretto, e poi ha iniziato a masturbarmi. Era sconvolgente! Ho desiderato molto entrare lì da dove ero uscito; tornare alla fonte della vita, ma lei non mi ha permesso di muovermi. Ha continuato a segarmi piano, assaporando la durezza del mio membro ed io ero troppo eccitato; non avevo mai pensato a mia madre come una donna da portar a letto, di chiavarmela! Avevo sempre subito il suo fascino di gran fica, di femmina ammirata e desiderata, senza mai pensare di desiderarla anch’io così tanto. Ho spinto il mio corpo in avanti ed il mio cazzo ha toccato il monte di Venere. Lei ha solo lasciato la presa ed ha allargato le cosce; se l’è messo fra esse ed ha stretto leggermente le cosce. Ho sentito il calore della sia fica, mentre il cazzo veniva strofinato tra le labbra della sua vulva; ho preso a muovermi avanti e indietro, simulando una chiavata. Lei ha preso a gemere di piacere. «Che bello, amore! Devo ammettere che non mi ero accorta che mio figlio fosse anche più dotato di suo padre! Hai un cazzone davvero grosso e molto lungo! Mi piace sentire il tuo cazzo bollente, che mi massaggia la fica. Continua così, dai…fammi godere! Dai, amore mio! È bello! Dai, che vengo! Oddio, godo! Dai, amor mio, sborra anche tu! Sì, dai…fammi sentire il tuo piacere tra le cosce! Dai, schizzami tutta!» Le ho messo le mani sul culo e mi son mosso più veloce: non era certo come chiavarla, ma era pur sempre qualcosa di perverso, quanto eccitante. Alla fine son venuto.
«Sì, mamma, sborro! Sì, adesso ti schizzo tutta!» Ho schizzato tra le sue cosce, ci siamo baciati furiosamente, sembrava che le nostre bocche non trovassero pace, eravamo come affamati di piacere. Poi lei mi ha sorriso e i suoi occhi brillavano di gioia. «Tommy, amore, non dovevamo. Sei mio figlio e non dovrei desiderarti, ma è stato bellissimo e son così contenta, come non lo ero da tempo. Se proprio lo vuoi, usciamo: dammi solo il tempo di una doccia.» Le ho sorriso, l'ho baciata e poi le ho chiesto di farsi bella per me. «Ti voglio elegante e sexy e, soprattutto, devi esser convinta che questa sera sarai la mia donna! Ti voglio vedere allegra e felice, contenta e soddisfatta. La Stefania triste e infelice dovrà lasciare per sempre questa casa! Questa sera voglio al mio fianco una donna che ha semplicemente voglia di ridere, divertirsi e, soprattutto, sentirsi bella per me!» Mi ha accontentato. Ha indossato una minigonna di pelle, nera ed una camicetta bianca. Le sue splendide cosce erano fasciate con delle calze nere autoreggenti e, ai piedi, degli splendidi stivaletti alla caviglia, con il tacco 12. Ci siamo divertiti per tutta la sera e l’ho vista sorridere e divertirsi, sempre cercando i miei occhi. Era quasi l'alba quando siamo tornati e, mentre parcheggiavo l'auto, lei mi ha guardato e mi ha riferito di aver passato una magnifica serata, come non la ricordava da tempo immemore. Io le ho sorriso e le ho dato ancora un bacio, poi, le ho fatto una proposta interessante. «Siamo alla fine di maggio; devo solo completare la tesi che, comunque, non darò prima di ottobre; perché non ci prendiamo una settimana di vacanza e ce ne andiamo un po' al mare? Cambiare aria, uscire e rilassarti, ti farà bene, così sarai più tranquilla.» Ci ha pensato solo un attimo, poi mi ha dato un bacio e mi ha detto che l'idea era ottima, ma lei l'avrebbe anche perfezionata. In quell'istante non ho capito subito a cosa volesse riferirsi, ma appena tornati in casa, non abbiamo neanche avuto il tempo di andare a dormire, che lei ha preso due valigie e vi ha messo dentro un po' di cose sue e mie, poi mi ha letteralmente trascinato di nuovo in auto e mi ha detto di andare verso il club nautico di Punta Ala. Mentre guidavo, l'ho sentita far alcune telefonate a persone di sua conoscenza e, nel giro di neanche mezz'ora, aveva noleggiato una barca, ben sapendo che, da un anno circa, son munito di patente nautica.
«Amore, io e te da soli ci faremo una mini crociera qui nel Tirreno. Tu sarai il mio capitano e io sarò la tua dolce sirena, che desidera trascorrere una settimana con te! Sarò la tua schiava, sarò la tua amante, tutto quello che vorrai, lo farò! Lo so che è una follia tutto questo, ma non m'importa niente! Ora voglio sentirmi bella e felice come lo sono stata questa sera con te. Non mi importa niente, se quel pazzo di tuo padre ha deciso di lasciarmi. Io e te da soli e fin quando non deciderai di trovarti una brava ragazza per costruirti una famiglia, che, spero, accada presto, così da farmi diventar nonna; fino a quel momento, voglio esser la tua donna. Voglio esser la tua schiava, la tua puttana.» Mi sono venute le lacrime agli occhi nel sentire quelle parole, allora l'ho abbracciata e baciata forte. Un'ora dopo, eravamo al porto e un simpatico marinaio aveva già provveduto a fare il pieno di carburante ad un piccolo yacht ben attrezzato; il tempo di prender possesso delle nostre cabine e subito dopo siamo usciti fuori dal porto, mentre lei era abbracciata a me che, con il timone in mano, prendevo il largo per questa splendida crociera con mia madre. Ho fatto rotta verso l'Isola d'Elba e, al calar del sole, ho gettato l’ancora in una delle tante baie tranquille dell'isola. Il tempo di cambiarsi e siamo scesi a terra per la cena. Mamma era splendida! Ha indossato un vestito molto corto, elasticizzato che modellava il suo corpo e, ai piedi, calzava dei sandali che le hanno evidenziato ancor più il suo splendido culo. Abbiamo cenato in un ristorantino come due innamorati, guardandosi negli occhi e, soprattutto, flirtando in continuazione. Era allegra, felice e, soprattutto, dimentica di tutte le ansie che la tormentavano. Dopo una breve passeggiata, le ho chiesto cosa desiderasse fare e lei, dopo avermi abbracciato e baciato sulla bocca, ha risposto semplicemente: «Portami a bordo!» Una volta a bordo, mi crogiolavo nel vederla allegra, euforica, come non l'avevo più vista da tempo. «Tommy, è stata una bellissima serata! Non mi divertivo così da tanto tempo e dovremo ripeterla.» L’ho abbracciata e baciata. «Lo rifaremo ogni volta che vorrai, sempre che non cambierai idea.» Lei mi ha sorriso e poi, con una voce molto di un languore unico, mi ha fatto una specifica richiesta. «Tommy, questa notte voglio godere: desidero che mi scopi. Mi devi scopare forte e molto a fondo! Voglio sentire il tuo cazzo che mi fruga fino in gola!» Ero ebbro di felicità nel sentir quelle sue parole.
«Non puoi immaginare quanto mi renda felice tutto questo: è quello che più desidero.» «Ti credo, ma tu, però, devi prima farmi una promessa: dovrai trovarti una brava la ragazza! Promettimelo! Altrimenti non mi avrai più! Voglio diventar nonna e continuare a scoparti!» «D’accordo! Mi troverò una brava mogliettina, che mi dovrà fornire di una bella cucciolata per rallegrare la mia stupenda mammina, così da poterne poi scopare la nonna! Adesso, però, voglio chiavarti con tutta l'anima.» Lei ha sorriso contenta. «Amore, portami a letto e fammi impazzire di piacere!» Ci siamo spogliati e ha iniziato a baciarmi per tutto il corpo. Quando ha sollevato lo sguardo, il buio di qualche giorno prima era scomparso: i suoi occhi brillavano di felicità. «Sei l’amor mio, figlio e amante: sono una donna perduta, ma non m’interessa. Stenditi su di me, entra dentro di me, scopami e chiavami forte! Fammi provare il massimo del piacere! Sfondami ogni buco e, per ogni buco, intendo culo incluso, che non ho mai dato a tuo padre! Sì, sarai tu il fortunato che me lo dovrà sfondare forte, come un animale! Voglio sentir dolore per giorni!» Ho preso a leccarla e lei ha goduto molto, poi mi ha mi ha pregato di chiavarla. Mi son messo tra le sue cosce aperte. È stata lei che mi ha preso il cazzo con una mano e l’ha guidarlo all’ingresso della fica. «Scopami! Mettimelo dentro! Sfondami tutta! Amore, entra in me, ecco, così! È una sensazione stupenda, sentire il tuo cazzo dentro il mio corpo. Scopami con forza! Duramente! Trattami da puttana! Non esser gentile. Mi piace sentire il cazzo che mi dilata con forza, che mi sfonda, che mi domina! Sì, amor mio, chiavami forte e fa che goda! Sì, così, amore. Sborrami dentro! Riempi del tuo seme, questo ventre che ti ha generato! Amore, tutto questo mi fa andare in delirio!» Ho preso a pomparla con forza. Le davo dei colpi tremendi e sotto quelle stoccate il suo seno oscillava verso l'alto. Ha urlato tante volte il suo piacere, e poi, alla fine, le son venuto dentro con un fiume di crema, che lei ha sentito arrivare, facendola godere ancora un'ennesima volta. Sfiniti, ci siamo addormentati abbracciati. All'alba, mi ha svegliato per le sollecitazioni che provavo nel sentirmi succhiare il membro: sotto le sue sapienti leccate, il cazzo mi è subito diventato di marmo.
Mi son ritratto nel letto ed ho infilato la mia testa fra le sue cosce; ho preso a leccare la fica di mia madre da cui ancora sgorgava un po' del mio seme e, soprattutto, ve ne era parte essiccata, che ho provveduto a leccare senza esitazione. Ho continuato a spennellare con la mia lingua, lo spacco di quella fica, dal clitoride fino al buco del culo. Quando ha sentito che con la lingua ero giunto a lambire il buco del culo, mi ha incitato a farlo meglio e più a fondo. «Mi piace che mi titilli il culo. Come ti ho già detto, non l’ho mai concesso.» Felice, le ho chiesto se volesse provare il mio. «Vuoi provare? Sta a te decidere, se vuoi provare a sentirlo nel culo!» Lei si è tolta il cazzo dalla bocca e mi ha risposto decisa. «Sì, che lo voglio! Voglio che me lo apri per bene e a fondo! Me lo devi sfondare tutto! Dai, amore, spacca il culo alla tua mammina! Quel fesso di tuo padre non me lo ha mia chiesto!» «Abbiamo qualche lubrificante?» Lei mi ha detto di avere dell’olio per il corpo. «Ho dell’olio per il corpo, possiamo usare quello.» Ho di nuovo fatto la mia richiesta. «Sei certa di volerlo per davvero? La prima volta non sarà una cosa piacevole!» Mi ha risposto molto determinata. «Sì che lo voglio! Metti l’olio e sfondami il culo!» Ho preso ad accarezzarla e baciarla in continuazione. Le ho infilato la punta della lingua fra la sua grinzosa apertura e le ho leccato lo sfintere in modo da farlo rilassare. Poi ho preso l'olio ed ho iniziato a lubrificarlo, le ho prima infilato un dito, cui lei ha reagito con un attimo di esitazione, stringendo un po' le chiappe, poi, si è rilassata ed allora ho continuato a metter olio ed ho infilato un secondo dito, prendendo a fare un dentro e fuori, che, ben presto, le è stato gradito. Era pronta e me lo ha chiesto espressamente di penetrare il suo culetto. «Tommy, che bello! Mi sento pronta, dai, non esitare! Lo voglio nel culo!» Ho unto il mio cazzo e gliel’ho appoggiato al buco del culo, poi le ho dato una spinta leggera e, avendo la punta trovato la strada ben lubrificata, ha subito preso ad entrare dentro quello stretto pertugio. Lei, all’inizio, era tesa.
«Amore, sei già entrato tutto? Sento che mi hai aperto il culo.» Ho cercato di tranquillizzarla e di farla rilassare. «Non sono del tutto dentro, solo la punta è entrata. Cerca di rilassarti.» Lei per tutta risposta mi hai esortato a sfondarle il culo, con vigore, senza aver alcun riguardo! «Entra del tutto! Con forza! Fammelo sentire tutto! Mi devi annientare. Ho voglia di godere e soffrire! Lo desidero nel culo! Dammelo tutto, senza riguardi! Dai chiavami il culo! Sfonda il culo di tua madre!» Ho dato un forte colpo di reni e mi son infilato tutto dentro di lei. Ha emesso un gemito di dolore, ma, nonostante tutto, mi ha esortato a continuare. «Mi spacchi il culo! Sei enorme e sento che mi stai sfasciando il culo! Spaccalo tutto, non ti preoccupare! Non aver nessun riguardo! Voglio che mi faccia male per giorni!» All'inizio son rimasto immobile, giusto per darle modo di abituarsi a quella straordinaria intrusione, poi ho preso a limarle il foro che, lentamente, si conformava al mio pene e, ben presto, le sue grida di dolore si son trasformate in gemiti di piacere. Poi ho aggiunto una mano sotto di lei e le ho stuzzicato il clitoride. A quel punto ha subito iniziato a godere. «Che bello, amore, non ho mai goduto tanto così! Pompami, chiavami forte! È bellissimo, godo! O sì, così vengo! È bellissimo. Dai scopami il culo, che mi fa impazzire!» Ho sentito lo sfintere avvolgere il mio membro in tutta la sua lunghezza e massaggiarlo ad ogni affondo, così il mio orgasmo è arrivato quasi in simultanea con il suo. «Mamma, sborro! Sto sborrando! Mamma ti sto sborrando nel culo! Lo senti come te lo sto riempiendo? Ora, mamma, vengo!» Le son venuto dentro, come un fiume in piena. Mi son rilassato restando dentro di lei. L’ho baciata sul collo, lei si è girata e ci siamo baciati in bocca. «Amore, sei stanca? Ti fa molto male? Vuoi continuare? Fammi dare una occhiata.» Lei mi ha sorriso: aveva viso sfatto, ridotto ad una maschera di piacere, ma certamente anche per il dolore. «Sono distrutta! È stato bellissimo, ma credo di aver bisogno di un momento di riposo. Dai, pure uno sguardo, se vuoi.»
Mi son messo dietro di lei ed ho esaminato attentamente il suo buchetto: si presentava come una voragine! Era molto arrossato, Ma non vi erano lacerazioni o tracce di sangue, così gliel'ho baciato ed ho dato una pacca sulle chiappe. Lei ha sorriso e poi ci siamo alzati, andando a far il bagno in mare. Per il resto della vacanza lo ha sempre voluto ancora nel culo, ma anche in fica. Alla fine, se lo prendeva senza nessuna difficoltà. Quando siam tornanti a casa, abbiamo scopato tutte le notti e lei era diventata una vera fanatica del sesso anale. Con mio padre è finita con un divorzio, io ho conosciuto Lucia e ci siamo sposati. Mia moglie ha un bel rapporto con mia madre e, dopo un po’ di tempo, me le sono trovate entrambe nel letto. Oggi mia moglie è incinta e mia madre si prende cura del mio cazzo: non vuole che ci siano altre troie a goderselo. Lei dice che due mi devono bastare.
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