Vita coniugale
Capitolo 1 - primo capitolo
Tensioni e gelosie
Mi chiamo Mario, ho cinquantacinque anni, sono primario di una clinica ortopedica privata. Sono sposato da trent’anni con Rita, medico odontoiatra, che ne ha uno meno di me. Abbiamo due figli, Matteo che ne ha ventotto, medico, attualmente all’Estero per una specializzazione, e Silvia, di venticinque anni commercialista, impiegata nello studio della nostra amica, che cura i nostri interessi economici. La nostra è una famiglia molto impegnata, non abbiamo molto tempo da passare insieme, sia per gli orari di lavoro, che per impegni personali, ma siamo molto uniti. Fra me e Rita c’è un bellissimo rapporto, ci piace dialogare su tutto, non abbiamo segreti, amiamo vivere in libertà, ci piacciono le situazioni intriganti, il nudismo e, in passato, abbiamo avuto anche qualche esperienza di scambio coppia. Lei è più legata a Matteo, con cui ha sviluppato una bellissima intesa, mentre io ho un debole per Silvia, anche se ho un buon rapporto anche con mio figlio. Chi invece non riesce a dialogare con Silvia è Rita. Fra loro non ci sono punti d’incontro, spesso litigano e si punzecchiano a vicenda. Alla fine, sei mesi fa, Silvia ha preso un piccolo appartamento ed è andata via da casa. La cosa mi ha dato fastidio, anche se ho compreso il suo gesto: sospettavo il vero motivo del loro litigare ed avrei preferito che lo risolvessero in maniera diversa. Alcune sere fa, mentre eravamo a letto a scopare, ho sentito mia moglie più calda e vogliosa del solito. Impalata su di me, come ama fare per godere di più, l’ho provocata un po', mentre le stringevo i seni fra le mani.
«Quale fantasia stai vivendo, che ti sento molto calda questa sera?»
«Porco! Hai capito subito che c’era qualcosa nella mia mente che mi eccita? Sei unico, solo tu riesci a leggermi dentro, ti amo. In effetti c’è un giovane che lavora nella banca, dove lo studio ha il conto corrente; è venuto oggi e non la finiva più di guardarmi, in particolare il culo. Marina, la mia socia, mi ha detto che non ha mai smesso di seguirmi con lo sguardo e devo dire che un pensierino l’ho fatto.»
Mi dice mentre esausta per l’ennesimo orgasmo si distende su di me: questo è il bello del nostro rapporto. Siamo sempre in grado di parlare di tutto. In passato, anch’io mi son divertito con altre donne, sempre rendendo lei partecipe e, una volta, ha voluto esser coinvolta. Le piaceva la mia giovane amante e così a finito di scoprirci, per poi finir nel letto con noi, gustandosi anche lei i piaceri che un’altra femmina le ha regalato. Ieri mattina, mentre ero in clinica, è venuta a trovarmi Silvia. Aveva chiuso lo sportello dell’auto con una mano in mezzo: risultato una piccola frattura al mignolo. Niente di grave, ma poi, dopo averle steccato il dito, è venuta nel mio studio. Bella ed elegante come sempre: indossava un jeans attillato ed una camicetta nera abbastanza trasparente, tacchi alti, non che sia bassa, è uno e settanta cinque, mi ha buttato le braccia al collo. Ho sentito il suo corpo aderire perfettamente al mio. I seni duri ed eccitati, il suo ventre schiacciarsi contro di me alla ricerca di un contatto, non proprio consono a padre e figlia, ma, fra noi, è sempre stato così ed è questa differenza di comportamento che ha generato la gelosia di Rita.
«Papy, mi sei mancato, non sei mai venuto a trovarmi in questo mese. Non mi vuoi più bene? Non sono più il tuo amore?»
Mi sussurra stringendosi a me. Sento la sua bocca baciarmi il collo, appena sotto il lobo destro; mi sto eccitando e lei ne è consapevole.
«Amore, che dici? Lo sai che tu sei sempre il mio amore segreto. Ti prometto che una di queste sere vengo a trovarti.»
«Allora che ne dici di mercoledì? Io sarei libera e ti preparo una cenetta, come per due innamorati.»
Mi sussurra, continuando a strusciarsi sul mio pacco che ora è veramente duro. Mi salva il trillo del telefono: mi cercano al reparto. Lei mi stampa un veloce bacio sulla bocca e se ne va. La sera dopo, mentre sto scopando Rita, mi torna in mente il gesto eloquente di mia figlia: anche mia moglie è particolarmente focosa. Alzo le mani, le infilo un dito in bocca.
«Immagina di avere il tuo bel giovane bancario qui in piedi, che ti sta facendo succhiare il cazzo.»
Lei succhia avidamente il mio dito ed esplode in un orgasmo lungo e intenso. Sfinita, si distende su di me, che continuo a spingere il bacino verso l’alto per continuare a darle piacere. Il suo prosperoso seno, una quarta soda e tonda, preme sul mio petto. La faccio scendere, la giro di lato, le sollevo la gamba destra, mi infilo di nuovo dentro di lei, che è un lago di umori, la pompo, lei geme. Poi mi prende un’altra idea. Le sfilo il cazzo da davanti e glielo pianto dietro di colpo.
«Ahia!! Piano! Mi sfondi!»
La conosco, le piace molto esser inculata di colpo. Le sollevo la gamba sopra di me, le metto due dita della mia mano destra dentro la fica fradicia, poi, con l’altra mano, che passo sotto il suo collo, le metto anche un dito in bocca.
«Immagina di esser posseduta da tre maschi. Tre cazzi che ti pompano e sfondano meravigliosamente, fino a riempirti di sborra calda.»
È quanto le sussurro all’orecchio. Impazzisce, gode ed io mi diverto a muovermi quanto più sincronizzato possibile.
«Porco, ti eccita l’idea di sfondarmi insieme a due maschi o preferisci vedermi sbattere da tre? Maiale come sei, non so cosa ti ecciterebbe di più, magari mentre scopi una troia in mia presenza. Dimmi, chi vorresti fottere davanti a me, qualche puttanella delle tue amanti o quella vacca della mia socia. Sono certa che Marina si farebbe sbattere da te, senza remore. Allora chi vuoi sul tuo cazzo?»
«Vorrei sempre te, ma devo dire che l’idea di incularmi Marina mi eccita molto.»
«Porco maiale, lo sento che ti eccita, mi stai riducendo il culo ad una voragine da quanto lo hai grosso; dai, amore, sborrami dentro, io sto per venire.»
Il suo orgasmo provoca di riflesso il mio.
«Sborro! Ti inondo il culo…ora!»
Sfiniti, esausti per intenso godimento, le tolgo il dito dalla bocca e restiamo abbracciati. Lei si gira, mi abbraccia e copre di baci. Si stringe a me, sento il suo cuore battere all’impazzata.
«Amore mio, ti amo! Ti amo! Sei la persona più fantastica del mondo. Solo con te riesco ad esser me stessa. Solo tu mi sai leggere dentro, intuire, assecondare e realizzare i miei desideri e fantasie. Ti amo! Ti amo.»
«Amore, ti amo anch’io, sei la donna che ho sempre desiderato avere al mio fianco. Quando lo rivedi il tipo che ti piace?»
«Si chiama Luca. Lo rivedo mercoledì. Marina sarà via tutta la settimana: va in crociera con il marito, Luca viene alle due, durante la pausa pranzo, ed io sarò sola.»
«Te scoperai in quella occasione? Oppure la sera magari dopo una cenetta?»
«Non lo so. Non sono molto convinta, deciderò al momento, ma non credo di farlo in fretta nello studio; forse la cena che mi hai suggerito è l'occasione migliore. E tu? Che farai se io vado a cena con lui?»
«Tranquilla, ieri è passata a trovarmi Silvia: si è rotta una falange del mignolo, niente di grave, e mi ha invitato a cena una sera, se tu sarai in compagnia di Luca, io andrò da lei.»
La sento irrigidirsi un poco, la conosco, la sua è gelosia pura nei confronti della figlia.
«Quella gatta morta si è rifatta viva? Naturalmente tu andrai da lei: me lo dovevo immaginare. Quella cerca solo di infilarsi fra noi due o, meglio, vuole che tu ti infili dentro di lei.»
«Calmati! Che dici? È pur sempre nostra figlia.»
«No, caro mio. È una DONNA! Una femmina che ha deciso di prendersi il mio uomo! Il fatto di esser tua figlia, non la fermerà, anzi, renderà la cosa ancor più eccitante.»
«Ma come puoi dire una cosa simile? Quali prove hai?»
«Prove? Di quelle ne ho tante. Il modo di strusciarsi a te, come una gatta in calore, poi il fatto che esisti solo tu e, in fine, dopo l’ennesima litigata fatta prima di andarsene, mi ha confessato di esser innamorata di te. Capisci? A me lo è venuto a dire! Questo è il motivo per cui le ho consigliato di andarsene da questa casa.»
Resto in silenzio. Mi ero reso conto che fossero ai ferri corti, ma non fino a questo punto.
«Non puoi biasimare il suo comportamento, anche tu non hai occhi che per Matteo. Non ti sei resa conto del modo in cui lo guardi, pendi dalle sue labbra, e son sicuro che pure lui ha un debole per te, che va ben oltre il rapporto fra genitori/figli. Non mi stupirei se l’esser andato via, nasconda un disagio che prova, quando ci sono io con te.»
Ora è lei a restare in silenzio. Fa un lungo respiro, poi mi stringe a sé, mi bacia e riprende a parlare.
«Come sempre, riesci ad intuire quello che attanaglia il mio cuore. Devo ammettere che mi sento molto attratta da lui ed è vero anche che lui ha delle attenzioni particolari per me. Per quanto riguarda il viaggio, non credo che lo abbia fatto per allontanarsi, anche se il giorno prima di partire mi ha abbracciato forte e mi ha detto che ero il suo amore segreto; mi ha baciato in bocca, insinuando la sua lingua dentro la mia. Dopo un momento di stupore, io ho risposto al suo bacio con passione e trasporto, lui era eccitatissimo. Si strusciava sul mio corpo con il pacco durissimo, facendomi capire che è molto dotato. Gli ho abbassato i pantaloncini e l’ho tirato fuori, era immenso. Duro da paura. Mi sono abbassata e, appena poggiata la bocca sulla grossa cappella, è esploso in un orgasmo. Siamo rimasti abbracciati a lungo, mi ha detto che, al ritorno, avremmo dovuto parlare. Mi son sentita profondamente turbata dalle sue parole. La cosa peggiore è che non sono riuscita a parlarne con te: la cosa mi ha spaventato molto.»
La stringo a me, la rassicuro, ci addormentiamo abbracciati. Nei giorni a seguire, l’ho vista più serena, rilassata. Il mercoledì mi ha chiesto come vestirsi. L’ho guardata un po’ stupito. Poi, dopo attenta riflessione, le ho consigliato qualcosa di veramente sexy. Mi ha baciato e ringraziato. Nella tarda mattinata, ho sentito mia figlia che mi ha chiesto se avessi cambiato idea, ma l’ho rassicurata che sarei stato puntuale alle venti da lei. Poco dopo il mio cellulare ha squillato: era Rita, sentivo la sua voce e quella di un’altra persona di sesso maschile; ho immaginato fosse Luca. Mia moglie non è nuova a questi giochi, in specie se si trova con altri maschi. Ciò che sentivo era una serie di complimenti da parte del tipo nei suoi confronti, in particolare, apprezzamenti al suo splendido culo, al suo portamento e alle sue labbra carnose. Alla fine, un breve silenzio, che lei ha subito commentato chiedendo a Luca il motivo per cui l’aveva baciata.
«Volevo sentire il calore delle tue labbra. Credo che, appoggiate in un altro posto, dovrebbero far impazzire un uomo.»
«Allora devo credere che ti basterebbe un pompino per soddisfare la tua voglia di me? Credevo volessi di più. Magari questa sera, dopo una cenetta.»
Impazzisce di gioia. Sento che l'abbraccia forte. Poi lei lo invita a sedersi in poltrona e i gemiti di lui mi lasciano immaginare quello che gli sta facendo.
«Che bocca! Mi stai succhiando anche l’anima! Sì…dai… così… che… NO! Che fai, ti fermi? No!»
«Ebbene sì, mio caro. Se ti diverti solo tu, non va bene, resti così fino a questa sera, altrimenti ciao.»
Lo sento supplicare invano, conosco troppo bene Rita: quando vuol far la troia, non è seconda a nessuno. Liquidato Luca, mi parla; mi chiede se ha fatto bene a comportarsi così; mi complimento informandola di averlo duro pure io. Lei ride divertita, mi manda un bacio ed un dolcissimo "ti amo".
La sera ci si ritrova ad uscire insieme. Dopo la doccia lei si veste davanti a me: tenuta da combattimento corpo a corpo. Completo intimo rosso, calze velate autoreggenti, tubino elasticizzato rosso a fascia, scarpe decolleté rosse, tacco da dodici, unghie laccate rosso fuoco come le labbra, coperte da un rossetto che ne disegna la forma, rendendole oltre modo invitanti ed un leggero trucco agli occhi, che la rende irresistibile. Prima di uscire mi abbraccia.
«Ti voglio chiedere una cosa; mi prometti che, se scopi con Silvia, me lo dici? Anzi, se vuoi, do buca a Luca ed esco con te così vestita, mi porti dove vuoi, sarò ai tuoi ordini tutta la sera.»
La guardo fisso negli occhi: è tangibile la sua forte gelosia nei confronti della figlia ed io la stringo e bacio il collo, inebriandomi del suo profumo.
«Sta tranquilla. Ti prometto che ti farò un dettagliato resoconto di tutta la sera. Ora, però, vai, divertiti e fallo morire.»
Ci lasciamo davanti alle auto: lei, verso la sua serata di fuoco, ed io? Non ne ho idea, anche se immagino il menù della serata.
Poco dopo suono alla porta di Silvia. Mi accoglie bellissima, vestita con una mini nera, calze nere e scarpe alte, camicetta bianca, con un solo bottone allacciato. Appena chiusa la porta, mi butta le braccia al collo, mi bacia in bocca, sento la sua lingua insinuarsi dentro la mia. Rispondo al bacio focoso ed intreccio con lei una danza di lingue, che si succhiano, si intrecciano in un gioco di passione infinita.
«Credevo che mi avessi invitato a cena, non che fossi io la tua cena!»
Ride divertita, ci sediamo, mangiamo guardandoci negli occhi, come due innamorati e, forse, per lei è così. Parlando porto il discorso sul rapporto con Rita. Lei cerca di fuorviare, ma io la incalzo: voglio sapere tutto.
«C’è poco da dire, non ci sopportiamo.»
Insisto, le chiedo perché ha detto a sua madre di esser innamorata di me. Lei mi guarda seria, ora non sta scherzando, sta solo cercando le giuste parole.
«Quello che ho detto a Rita è vero: sono da sempre innamorata di te. Ma quello che forse non sai, è che Matteo è da sempre innamorato di lei, li ho visti baciarsi e poi lei inginocchiarsi e succhiargli il cazzo: le ha sborrato in bocca.»
«Sì, ne sono a conoscenza, è successo prima che lui partisse.»
Lei mi fissa stupita del fatto che io ne fossi a conoscenza e di non dimostrare alcuna reazione.
«Ma... non ti dà fastidio? Non sei geloso? Come fai a star così calmo? È la tua donna e ti tradisce dietro le spalle con tuo figlio e tu stai calmo? Ma come fai?»
Mi sommerge di domande, la prendo tra le braccia e ci sediamo sul divano. La stringo a me, sento il suo corpo ardere di desiderio, la bacio, le accarezzo il seno, lei si offre senza ritegno alla mia carezza.
«Devi sapere che, fra me e tua madre, non esistono segreti: io sono sempre informato su tutto di lei e lei di me. Siamo una coppia molto unita, ma anche aperta. Se ti dicessi che in questo momento lei è a casa di un ragazzo che, sicuramente, la scoperà, tu che diresti? Potresti pensare che mi tradisce, ma io lo so, come lei sa che, forse, questa sera tu voglia far lo stesso con me.»
Il suo sguardo stupito è quanto di più bello potessi vedere. L’ho abbracciata di nuovo, le ho baciato le guance. Lei mi ha fissato incredula.
«Mi vuoi far credere che condividi la tua donna con un altro? Io non lo farei. Sei mio. Lei sa che tu sei qui? Non ha fatto nulla per impedirlo, pur sapendo che potrei far l’amore con te? Stento a crederlo.»
«Amore è questo che fa la differenza fra me e tua madre e la generica massa di tante altre coppie. Lei è capace di condividere il suo uomo con un’altra ed io pure, mentre tu sei possessiva. Se non mi credi, le telefoniamo. Quando riuscirai a capire questo concetto, allora finirà anche la guerra con tua madre.»
Mi guarda ancora dubbiosa, forse le resta difficile da capire, ma sa bene che, se vuole avermi, deve capire che io non le appartengo. Mi sorride e mi bacia con gioia.
«Se, per averti, devo pagare questo prezzo, allora son d’accordo!»
Detto questo, mi prende per mano e mi porta in camera da letto. Ci spogliamo lentamente, non posso non ammirare la bellezza del suo corpo, giovane, bello, ben proporzionato. Il culo tondo e alto, i seni sodi, tondi, terza piena, i capezzoli piccoli, tesi e duri, le lunghe gambe ben tornite, il ventre piatto, le labbra carnose, come quelle della madre. Mi distendo vicino a lei, mi abbraccia e bacia ogni centimetro del mio corpo. Sento la sua bocca famelica scendere verso il basso ed incontrare il mio sesso duro e teso. Gli dà un colpetto di lingua sulla punta, poi, lentamente, se lo infila in bocca. Mi lecca e succhia con passione, mi piace, ma non voglio subire il gioco da passivo. La rigiro, infilo la testa fra le sue cosce e quasi mi stordisce il profumo dei suoi umori, che sgorgano copiosi dallo spacco vermiglio del sesso, cui fa da cornice un triangolino di peli bruniti. Mi piace la fica pelosa, più di quella depilata e la sua è perfettamente curata. Insinuo la lingua dentro lo spacco, aspiro i suoi umori e lecco il tutto, poi mi concentro sul bottoncino rosso e turgido. Lo succhio e le strappo gemiti di piacere, insieme al primo orgasmo.
«VENGO! Amore, vengo!»
Si stacca, si distende supina a cosce oscenamente aperte. Le sue mani aprono le labbra della fica, bella da togliere il fiato.
«Papà … Prendimi! Ti prego... scopami! Non resisto più… ti voglio, ora!»
Mi inginocchio tra quelle cosce, prendo il cazzo con una mano e lo spennello sul taglio, fradicio di umori. Lei alza le gambe, fino ad appoggiare i talloni sui miei glutei, poi le entro dentro, con lei che spinge in alto il bacino. Scivolo dentro di lei. Sento le pareti della vagina aprirsi fino a raggiungere il fondo, che tocco con la cappella, provocandole un ulteriore orgasmo. Inarca il corpo, la bocca spalancata non emette alcun suono. Rimaniamo immobili per qualche secondo, poi, comincio a stantuffarla dentro e fuori, lentamente, assaporando il piacere di chiavare mia figlia. Il suo viso è ridotto ad una maschera, le sue mani mi accarezzano il torace ed il viso: gode senza sosta.
«Finalmente …Ti ho desiderato tanto… Spingilo tutto dentro, sfondami… Fai godere la donna che ti ha sempre desiderato. Vengo…papà…godo …ora!»
Impazzisce dal piacere, lacrime di felicità le rigano il viso, mi abbraccia e bacia con forza. Poi si rigira, mi sale sopra.
«Se Rita ti scopa stando sopra, ci deve pur esser un motivo: lo voglio sentire e provare anch'io.»
S’impala su di me, ondeggia il suo corpo avanti/indietro senza sosta, un orgasmo dopo l’altro, fino a restare senza fiato. Si accascia sul mio petto. La metto di lato e continuo a scoparla lentamente, grida dal piacere che prova. Io sento che non potrò resistere molto, la guardo negli occhi e lei intuisce il mio pensiero.
«Sborrami dentro, son protetta: è da tempo che desidero sentire il tuo schizzo dentro di me. Quello stesso spruzzo che mi ha dato la vita, lo voglio dentro, ti prego vieni, riempimi tutta.»
La sbatto ancora un po' sempre più velocemente. Lei ha un nuovo orgasmo, l’assecondo e schizzo anch’io. Esplodo in lei.
«Amore…eccomi… ti vengo dentro: goditi il seme che ti ha dato la vita! SBORRO!»
Restiamo immobili, abbracciati, in silenzio. È udibile il solo battere dei nostri cuori. Lei lentamente si stacca e mi copre di baci.
«Oddio, quanto ti amo! Sei la mia vita, papà, sarò tua per sempre, la tua amante o quello che vorrai. Tu potrai chiedermi tutto, qualunque cosa, ed io la farò per l’amore che provo per te. Ti amo. Qualunque cosa, anche la vita. Papà sarò la tua schiavetta e, se ti farà piacere, farò pace con mamma e cercherò di andarci d’accordo, ma, ti prego, tienimi con te.»
La stringo, la bacio: è sconvolgente il trasporto che sento in lei.
«Tu, non sarai la schiava di nessuno, voglio solo che fai pace con tua madre. Per il resto, si vedrà. Ti scoperò ogni volta che vorrai, ma non dev'essere una competizione fra te e lei. Sei d’accordo?»
Mi bacia, lo giura e poi torna ad accarezzarmi il cazzo, lo succhia di nuovo, lo fa tornare duro. Si gira e mi chiede di sverginarle il culo. La guardo un poco dubbioso, ma lei è irremovibile: lo vuole. Mi posiziono dietro di lei, glielo lecco, lo lubrifico più che posso ed insinuo prima un dito, poi, dopo aver appurato che scorre bene, anche un secondo: lei si spazientisce.
«Inculami, adesso! Ti voglio dentro, dai, che aspetti? Lo so che mi farai male, ma so anche che poi sarà bello ed io lo voglio tutto dentro, in un colpo solo, come fai con mamma.»
Resto sorpreso da quelle parole, la guardo e le chiedo:
«Come fai a sapere tutte queste cose, di me e tua madre?»
Lei ride, poi mi confessa di averci spiato spesso, in passato. Le appoggio il glande sul forellino anale e, di colpo, le spingo il cazzo dentro. Per un attimo si irrigidisce, lancia un grido, sento lo sfintere cedere e scivolo tutto dentro. Geme per il dolore ed io resto immobile. La sento respirare velocemente. Le passo una mano sotto e la masturbo. Il piacere allevia il dolore, lei porta la sua mano sulla mia. Lascio che si dia piacere da sola, mentre l’afferro per i fianchi ed inizio a limarle il culo. Prima piano, poi sempre più velocemente. Geme e poi gode. La pompo fortissimo. Mi fa impazzire sfondarle il culo: è qualcosa di sublime sentir il cazzo scorrere dentro lo stretto canale che lo avvolge e succhia. Aspetto l’ennesimo grido, poi mi sento pronto ad esplodere dentro di lei.
«Godo! Dai papà schizzami in culo…ora, vengo!»
Non resisto e le scarico dentro, quello che ancora resta nei miei coglioni. Stremati ci distendiamo, ancora uniti: sono ancora dentro di lei, che mi abbraccia portando la mano dietro, in cerca del mio corpo. Lentamente esco da lei, che si rigira, mi bacia ed abbraccia forte.
«Grazie. Mi hai dato delle emozioni bellissime. Volevo che fossi tu a rompermi il culo, mi hai sfondato facendomi male, ma poi ho goduto molto. Ora mi brucia un po', ma, la prossima volta, prometto che sarà disponibile e pronto per esser sfondato di nuovo da te. Ti amo, papà.»
Lentamente mi alzo dal letto, guardo l’orologio: è quasi l’una e decido che è ora di tornare a casa. La bacio, lasciandola sul letto e mi rivesto; quando sono pronto, lei si alza e, malferma sulle gambe, mi accompagna alla porta e mi bacia ancora.
«Ti prometto che, alla prima occasione, farò pace con mamma. Buona notte, amore, sei stato unico. Ti amo.»
Torno a casa e, nello stesso momento che parcheggio, vedo Rita aprire il portone di casa; mi aspetta ed insieme saliamo per raggiungere il sesto piano, nel nostro attico. Appenda dentro l’ascensore, si appoggia a me. Trucco e viso sfatto dalla stanchezza, ma con un'aria soddisfatta. Chiede alquanto ironica, come si è svolta la serata con Silvia.
«Allora, la cenetta con la bimba è stata divertente, e appagante?»
Le rispondo, mentre avverto su di lei l’odore dello sperma che deve colarle sotto.
«Luca si è rivelato un buon amante?»
«Sì, ma è ancora acerbo. Deve migliorare lo stile. Per il momento, la sua giovane età gli permette di andare come un treno. Ora sono stanca, ma domani sera ti racconto tutto, dopo che tu mi avrai detto quello che devo sapere su mia figlia.»
«Tua figlia questa sera ha imparato una lezione che non dimenticherà facilmente e credo che avrai delle sorprese nei prossimi giorni. Non mi stupirei più di tanto, se venisse a scusarsi con te.»
Mi osserva stupita, cerca di capire se scherzo o meno, ma sono serio e la convinco su quanto appena detta. Entriamo in casa, lei si spoglia, una veloce doccia ed entrambi entriamo a letto. Si stringe a me, mi bacia, è silenziosa; credo stia riflettendo, la bacio e le do la buona notte, poi mi giro e mi addormento.
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