Venduta di notte
Capitolo 1 - Vendo Sonia al privè
Il proprietario di un club privato conobbe mia moglie durante una festa di compleanno.
Tramite un amico riuscì ad avere il mio numero di cellulare mi chiamò e mi disse:
"Tua moglie non è una gran figa, ma mi è parso che sia abbastanza disinibita quando si è fatta spogliare dal presentatore alla festa di compleanno di Lxxx. Che ne diresti di "prestarcela" per una sera? il tutto dietro compenso si intende! lei non dovrà far altro che essere carina e accettare le "attenzioni" di tutti, dalle 22.00 alle 03.00 sarà a disposizione di tutti quelli che vorranno farle qualcosa e lei non potrà rifiutare. Le forniremo noi un reggiseno nero di pizzo, mutandine nere e collant di ottima qualità. Dovrà indossare una camicetta bianca e una gonna nera che verranno distrutte e poi ti verranno rimborsate. dovrà calzare scarpe nere dal tacco alto. tu potrai guardare, ma non intervenire".
Acconsentii e all'ora fissata ci presentammo al locale. Mia moglie venne presa subito in consegna da un ragazzo di colore che l'accompagnò in camerino per farle indossare la biancheria intima che le aveva procurato.
Il titolare del locale mi chiese se avessi mai visto mia moglie scopata da altri uomini e io risposi che fino ad ora mia moglie era stata concessa solo ad amici fidati. Sapevo non reagire quando vedevo i cazzi degli amici che affondare nella vagina e nel retto di mia moglie, ma qui non conoscevo nessuno! Il titolare del locale mi disse che lei sarebbe stata la puttana di tutti e che io non dovevo reagire, qualsiasi cosa le avessero fatto. Dovevo stare tranquillo, se qualcuno avesse esagerato, sarebbe intervenuta la Sicurezza.
Il locale era gremito di gente, quasi tutti maschi: giovani, vecchi, bianchi e di colore. Mi stava assalendo la paura... conosco bene mia moglie, per questo siamo arrivati fin qui. Lei, una volta eccitata, diventa sottomessa e ninfomane. Nonostante le “misure” da magra e delicata signora, arrapata riesce a sopportare di tutto, anche un certa violenza e, sicuramente, la penetrazione di innumerevoli cazzi, senza limite di dimensioni. Alla fine è per questo che ho accettato questo mio destino: sono più vecchio di lei, di molto e invece di essere il cornuto di turno ho capito che partecipare alla sua goduria sarebbe stato il top del piacere per entrambi. Così, sesso scatenato a parte, ci amiamo e siamo abbastanza felici.
Ad un certo punto entrarono in sala sei ragazzi alti e nerboruti che tenevano le braccia in alto per sorreggere... il corpo di mia moglie! lei sembrava perfettamente rigida: i ragazzi la sostenevano per i polsi, le caviglie e la schiena. lei aveva le braccia allargate e i capelli che cadevano nel vuoto, mentre le gambe erano perfettamente allineate avvolte in un sottile ed elegante collant. delle scarpe si notavano le punte strette e acuminate rivolte verso l'alto e i tacchi molto alti. Il corpo di mia moglie sembrava rigido, quasi sotto effetto di ipnosi (poi lei mi disse che la pregarono di irrigidire i muscoli per apparire il più orizzontale possibile).
Il presentatore invitò il pubblico a tributare un applauso definendola "la puttana di tutti". quelle parole mi fecero irrigidire l'uccello, anche se mi mettevano un po' d'ansia. lì non c'era un'attrice, ma mia moglie, quella a cui avevo giurato fedeltà molti anni prima sull'altare di una chiesa del comasco.
Lei venne adagiata su un tavolo, la guardavano ma nessuno le si avvicinava. Il presentatore incalzò i presenti:
"avanti, non siate timidi, questa bellezza ci farà compagnia per cinque ore... potrete trattarla come una baldracca, potrete scoparla in figa, sfondarle il culo, sputarle addosso, riempirla in bocca della vostra preziosa crema e ordinarle di ingoiare... e lei lo farà... avanti con la fantasia! Pensate per un attimo che sia la moglie di un vostro debitore da punire, che sia la vostra vicina di casa con cui avete litigato, la vostra collega che vi ha fatto uno sgarro... punitela, trattatela male, usatela come se fosse uno sborratoio in cui svuotarvi le palle... umiliatela, degradatela, fatela sentire un essere inutile...
E alla fine pensate a questo: vi assicuro che la “signora” è una vera e gentile donna, come tante, non è una puttana, lo sarà solo per voi, solo per questa notte per gentile concessione del marito, che è anche il suo Padrone!”.
Da lì a poco avrei visto uno, cinque, dieci o più uomini avventarsi sulla cagna che ho creato!
Un uomo le si avvicina, le accarezza il viso, le sistema i capelli, sembra timoroso... ma ben presto la sua mano afferra un seno di mia moglie e le strizza la tetta. lei fa una smorfia di dolore e riceve un sonoro schiaffo.
"non c'è storia" ripeto tra e e me "dovrà soccombere!"
Si avvicina un altro uomo che le afferra i due lembi della camicetta e glieli tira verso l'esterno facendole saltare qualche bottone. un altro finisce l'opera e la camicetta ora è completamente aperta. il reggiseno è di pizzo, trasparente quanto basta per non lasciare nulla alla fantasia, tiene le tette della sfortunata convergenti al centro, ma i suoi capezzoli sono ritti e duri... e si vedono bene! Lei sorride lievemente, sembra aver rotto il ghiaccio! ora mia moglie ha diverse mani sul seno, non riesco a contarle perché mi sto concentrando su due mani che le accarezzano le gambe salendo dai piedi, ancora con le scarpe, fino a sotto la gonna. probabilmente la cosa non decolla come vorrebbe il presentatore e allora incita i presenti:
"Signori non siate timidi, avventatevi su questa cagna, strappatele i vestiti, mettetela a nudo senza alcun timore e abusate di lei... voglio che questa stronza alle tre non abbia più la forza di alzarsi... voglio che la sfondate in ogni buco... voglio che quel cornuto del marito "raccolga" quel che rimane di quella puttana di sua moglie e se la riporti a casa completamente fuori uso".
"via il reggiseno" grida uno da dietro ed ecco che uno che era davanti estrae dalla tasca un coltellino, pone la lama sotto una spallina del reggiseno di Sonia e con un colpo netto la taglia. stessa sorte viene riservata all'altra spallina. poi con la lama accarezza le tette di mia moglie, provocandole un po' di apprensione forse mista a piacere. a quel punto con la lama dà un energico colpo al reggiseno nella zona in mezzo alle tette. un altro le tira il reggiseno ormai distrutto e lo butta per terra. presto verrà calpestato da tutti, peccato... era così bello!
ora le tette un po' vuote e cadenti della cagna si "smollano" verso l'esterno. mi sono chiesto mille volte come facesse quell'uomo ad avere in tasca un coltellino... forse era del locale, il tutto era previsto e organizzato a tavolino... boh, non so... quello che so è che io ero eccitato e anche lei lo era... aveva tante mani sulle tette... la palpavano, qualcuno le strizzò un capezzolo e lei emise un gridolino di dolore. ora la cosa stava prendendo forma. uno si era chinato sulla bocca di mia moglie, lei l'ha aperta e le due lingue ora erano avvinghiate in un meraviglioso ed erotico balletto.
Onestamente devo dire che a quel punto forse mi sono perso qualcosa: la camicetta era aperta, ma ancora indossata, il reggiseno non l'aveva più, uno la stava baciando con passione, altri le palpavano le tette e le gambe. a quel punto mi accorgevo che le mancava una scarpa, ma non sono riuscito a vedere quando gliela hanno tolta e chi gliela ha tirata via.
Intanto alcuni uomini intorno al tavolo si erano aperti e abbassati i pantaloni e le mutande sfoderando i loro uccelli. Si menavano i cazzi guardando morbosamente Sonia. in quel momento non avrei mai voluto aver varcato il portone del club. mi sentivo geloso di mia moglie: vederla sdraiata e seminuda con tanti uomini intorno che bramavano di averla mi metteva angoscia.
Pensavo di essere un uomo di merda... un verme. poi l'uomo dal coltellino fece a pezzi la camicetta di mia moglie che finì lacerata sul pavimento. a quel punto un uomo dallo sguardo poco rassicurante le disse:
"ora troia ti fai togliere la gonna... buona buona!".
Lei a voce bassa rispose: "sono tua, fammi quello che vuoi". non aveva ancora terminato la frase che l'uomo le aveva già sfilato la gonna. io ebbi uno scatto di orgoglio, mi alzai dalla sedia, andai verso il tavolo e dissi:
"ora basta, non avete un po’ di rispetto?". ma non feci in tempo a finire la frase che mi sentii afferrato da braccia forti e trascinato indietro, erano intervenuti quelli della Sicurezza.
Lei con un'aria triste e rassegnata mi guardò e mi autorizzò a lasciarli fare.
Intervenne anche il titolare del locale dicendo ad alta voce che mi aveva comprato la moglie e che dovevo stare ai patti, capii di essere cascato nella trappola. La mia presenza e la mia arrabbiatura erano servite a far capire a tutti che la scena era reale: la mia piccola e delicata cerbiatta era una troia ninfomane, in realtà, e io ero quel gran cornuto che se l’era portata in casa… e tutto questo retroscena, ora insignito del sigillo della verità, non faceva che aumentare l’eccitazione dei porci convenuti per fare la festa alla “signora” di turno.
Dovevo capirlo da prima… dopotutto ognuno di quei ricchi stupratori avrebbe potuto avere per sé° qualsiasi puttana per un decimo di quello che gli costava quella serata… ma, ovviamente, se la “vittima” era realmente la signora per bene col marito impotente e cornuto, la gioia di stuprarla non aveva prezzo.
"Che la festa continui, fatele un bel buco nelle calze… apritevi la strada…" strillò il presentatore sorridente, come se avesse fatto una battuta sagace.
Uno si avvicinò a mia moglie e afferrò i suoi collant nella zona della figa lacerandoli... con tutto il casino che c'era a me rimase nelle orecchie il rumore dello strappo dei collant lacerati. uno le tolse la scarpa rimasta, si fece largo e la obbligò a leccarla, suola compresa. Avevo capito che ormai non potevo più salvare mia moglie da questo casino. come è stata umiliata... leccare una sua scarpa dentro e fuori, dover sentire l'odore dei propri piedi. ormai in diversi si accanivano sui collant, qualcuno dopo che a Sonia fu tolta la scarpa dalla bocca, pensò bene di sputarle in bocca... per reintegrarle la saliva!
Intanto saliva il numero di quelli che avevano fuori l'uccello e uno, dopo aver smesso di menarselo, si avvicinò alla testa di Sonia, gliela girò verso di lui e le infilò in bocca l'uccello. a quel punto mi sfidò dicendomi:
"Ehi cornuto vieni a salvare la tua mogliettina. tra poco la tua gioia sarà solo una lurida scrofa!". avrei voluto spaccargli la faccia.
I collant erano diventati un gruviera pieno di buchi. ricordo chi le strappò le mutandine e quelli che le tolsero i rimasugli di calze.
A quel punto ho un vuoto di memoria, non so dovuto a che cosa, ma ricordo che quando mi ripresi lei era stesa sul tavolo completamente nuda. il titolare del locale le faceva foto a gambe aperte e tutti gli uomini completamente nudi nella parte inferiore del corpo erano radunati in un angolo del locale.
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