Mio nonno a Pecorina

Capitolo 5 - Nonno mi vuoi fare?

Giovanna Esse
4 days ago

- Inferno e paradiso, eccolo, è questo!

Avevo passato la notte dai nonni… quella mattina era già programmato di andare al grande Centro commerciale di Valmontone, dove gli Outlet avevano organizzato anche un evento dedicato ai Mercatini di Natale. Però io avevo un po’ di mal di testa già la sera prima, così mamma, la sorella e la nonna partirono lo stesso, arruolando mio padre come accompagnatore, mentre io sarei rimasta a casa con nonno Andrea.
 Infatti, loro partirono presto ed io, per fortuna stavo bene, ma un pizzico di pigrizia della domenica mi fece fingere di essere giù di corda. Il nonno poi doveva gongolare di piacere… lui detestava il casino dei grandi magazzini.

Mi alzai con tutta calma, in cucina mi aspettava una profumata colazione con i croissant che tanto mi piacevano.
 Dopo, visto che avevo detto che avrei fatto una doccia, il nonno mi preparò l’occorrente compreso il mio accappatoio preferito, magari piccolo di una taglia ma al quale ero affezionata, mi dava la sensazione di tornare un po’ bambina.
 Nessuna fretta, mattinata “no stress”, proprio l’atmosfera che preferivo… il nonno mi chiese cosa volevo poi per pranzo e mi avvertì che saremmo stati soli, i nostri parenti avrebbero pranzato al Fast food pur di portare a termine i vari impegni natalizi.
 Passando davanti alla cucina, diretta al bagno, il nonno mi disse qualcosa, aveva la voce allegra come se volesse farmi uno scherzo eppure notai qualcosa di strano nella  sua espressione, come se la giocosità ostentata fosse un po’ falsa, inoltre la sua voce non era cristallina come al solito ma lievemente incrinata, come da un’emozione malcelata. Mi stava comunicando di avere scritto un racconto e che, se mi andava, sarebbe stato contento di farmelo leggere.
 Non diedi peso alla cosa, ero troppo impegnata a cercare la mia play list da “doccia” nel cellulare.
 Quindi andai al bagno e ci rimasi almeno un’ora. Quando venni fuori avevo solo l’accappatoio tenuto in vita dalla cinta; sarei poi andata in camera dei nonni e nei miei cassetti avrei trovato l’intimo, i calzettoni e tutto il resto per mettermi a mio agio.

Nonno Andrea era nel suo studio, quando mi sentì passare mi chiamò.
 Lui era seduto al PC, come al solito, sul monitoro una schermata chiara e lui, ancora con quell’euforia che sembrava un po’ falsa mi invitò a entrare, chiedendomi se mi andava di leggere la sua storia: l’ultima creazione del “pornografo” Nathan…

Avrei voluto andare a vestirmi ma, d’altro canto, erano almeno 2 ore che approfittavo delle cortesie amorevoli del nonno, mi sembrava brutto di non dargli almeno un po’ di soddisfazione… e poi, dopotutto, leggere quelle storie piccanti non mi dispiaceva, soprattutto adesso, ancora calda di bagno e di qualche delicata attenzione alla mia rasatissima farfallina.
 Mi avvicinai alla scrivanietta, difficilmente mi sedevo… ma in realtà lui nemmeno si alzò per cedermi la sua poltroncina, così vi appoggiai i gomiti sullo schienale…

- Inferno e paradiso, eccolo, è questo! Spero solo che non lo trovi troppo … disgustoso.