Pornocchio: storia di un pupazzo dal cazzo di legno

Capitolo 1 - Da nasone a cazzone

Giovanna Esse
20 hours ago

C’era una volta in un paesino lontano un vecchio che si arraqngiava a fare un po’ di tutto, soprannominato Ciliegia dalle poche puttane del posto per via del fatto che aveva la capocchia del cazzo sempre rossa come il fuoco. Un giorno, mentre sta lavorando un pezzo di legno bello grosso, per farne un fallo di non meno di 30 centimetri, visto che il porcellone era bisex e non disdegnava prenderlo nel culo, ma visto che in paese c’erano solo puttane ma neppure un trans, decise di farsi questo bel pescione per godere da solo durante il lungo inverno in arrivo.

Fatto sta che quando inizia a piallare la mazza sente provenire dal tronchetto la richiesta di non fargli il solletico. Il poveretto, terrorizzato, sviene dalla paura.

Dopo un po’ si riprende svegliato dai colpi alla porta di un suo vicino, un altro vecchio pensionato sporcaccione, chiamato Geppetto. quest’ultimo probabilmente ha avuto la stessa idea ed è alla ricerca di un pezzo di legno, ma per non confessare che gli serviva un cazzo per incularsi da solo, pensa bene di costruirsi una marionetta, con la scusa di usarla nelle Sagre di paese per recuperare un po’ di elemosine. Inoltre, e questo sarà il suo grande segreto, costruirà a parte 3 o 4 nasi di legno levigato, che si possono avvitare e svitare sulla testa del pupazzo, in questo modo potrà portarlo in pubblico con un bel nasino, grazioso e innocuo, mentre la sera nel segreto di casa sua, potrà innestare gli altri cazzi, uno dopo l’altro per arrivare dolcemente alla massima penetrazione anale.

Ciliegia, ricordando quello che era accaduto poco prima sarebbe ben felice di fare bella figura con il vicino e, allo stesso tempo, liberarsi di quel tronco magico che gli faceva paura solo a guardarlo. Purtroppo le cose non sono così semplici, perché il maledetto pezzo di legno si burla di Geppetto e lo chiama “ricchione”. Ovviamente il falegname si offende e va su tutte le furie e, visto che non poteva immaginare che era stata la mazza a parlare, se la prende con Ciliegia e se le suonano di santa ragione.

“Brutto frocio succhiacazzi” dice Geppetto a Ciliegia, e poi pugni e calci che volano… “Sei tu che fai i pompini ai ragazzi nel cinema” ribatte l’altro, insomma alla fine dopo che essere crollati per le botte, si accordano da buoni amici e per dimostrare che nessuno è migliore dell’altro, si tirano una sega l’un l’atro per sancire la pace con una sborrata comune sul pezzo di legno incantato. Questo, offeso e sporco di sperma, inizia a dire parolacce, ma credendo in uno scherzo di cattivo gusto, Geppetto si prende quel coso e se lo porta a casa sua.

Tornato a casa, Geppetto scolpisce la sua marionetta, ma mentre si reca in bagno per guardarsi l’ano allo specchio, in modo da stabile le misure dei dildo amovibili che doveva approntare, resta sconvolto quando il pupazzo prende vita e fugge per le strade.

Non molto dopo un carabiniere ferma Pinocchio che essendo un bugiardo congenito dice che è scappato da Geppetto perché era pedofilo che si faceva le seghe e gli sborrava in faccia, come prova mostrò all’ufficiale le macchie di sperma rimaste dopo le porcate dei due ignari falegnami. Così Geppetto finisce in galera.

Pinocchio torna a casa sua per godersela e non fare un cazzo, dove un Grillo parlante lo sgrida e lo ammonisce dicendo che i ragazzi bugiardi e sfaticati finiscono nell’ignoranza e al massimo possono partecipare al Grande Fratello, una vera stronzata che la gente guarda in TV. Pinocchio si rompe i coglioni di senitre la lagna di quello scassacazzi e lo schiaccia con un martello.

Il maleducato ragazzaccio però ha fame, rimpiangendo di non aver ascoltato il Grillo, è costretto a mendicare del pane nel paese vicino. Ma riesce a ottenere ben poco, anche perché inizia un temporale e nessuno gli apre la porta.

Non gli resta che ritornare alla casa, si mette a riposare di fronte a della brace accesa, purtroppo si sveglia la mattina seguente con i piedi bruciati, era troppo vicino al fuoco, l’incauto. Per sua fortuna Geppetto è intanto tornato dal carcere, allora Pinocchio racconta che è stato il gatto a mangiargli i piedi e poi mangia la colazione di Geppetto. L’uomo è spinto a compassione ma nemmeno vuole perdere l’occasione

così crea due nuovi piedi a Pinocchio e gli dice: “Anche se ormai ti considero un figlio, non posso dimenticare che mi hai fatto passare per pedofilo, quindi adesso che sei in debito devi darmi una mano, visto che sono molto arrapato!”

Così si porta pinocchio in camera da letto e, uno dopo l’altro gli monta i tre bellissimi cazzi torniti, per dilatarsi di volta in volta il buco del culo. Pinocchio si lamenta:

“Ma diavolo, perché devi incularti col mio naso? Non potevi un bel cazzo direttamente tra le cosce… che così mi tocca sentire la puzza della merda che ti esce dal culo, vecchi checca!”

“Va beh, non ti lamentare che ho quasi finito” e visto che gli stava proprio dietro si uscì il dildo dal culo, si voltò e mise il cazzetto in bocca al burattino, sborrandogli in gola senza preavviso.

Pinocchio, tossi e si incazzo, ripromettendosi di fargliela pagare.

Una volta sfogato il suo desiderio, il buon Geppetto, preparò pinocchio e lo mandò a scuola.

Sulla via, Pinocchio si imbatte però nel Gran Teatro dei Burattini Porcellini, una specie di circo itinerante dove, dopo le 9 di sera, le burattine si cambiavano e si truccavano, diventando sia porno attrici che puttane, per chi era disposto a pagare.

Pinocchio incuriosito vende i libri e si paga un biglietto per entrare.

Le marionette dello spettacolo, vedendo che Pinocchio era uno di loro, lo invitano a salire sul palco ma Mangiafuoco, il burbero proprietario del Teatro, minaccia di punirlo per aver interrotto lo spettacolo per bambini. Gli promette di salvargli la vita se parteciperà come attrazione allo spettacolo notturno, quello prono per intenderci.

Quella notte, dato che pinocchio si era portato dietro i vari cazzoni intercambiabili, fece veramente uno spettacolo indimenticabile, un orgia piena di fantasia che mandò in estasi sia le marionette in reggicalze e calze a rete, ma senza mutandine, che il pubblico pagante… infatti tutti i signori e le signore intervenute iniziarono a tirarsi delle gran seghe e dei profondi ditalini.

Pinocchio, dal canto suo, chiavava con le “ragazze” in maniera superlativa… per alcune riusciva a chiavarle col naso del viso ma intanto con la mano le ficcava un cazzo ancora più enorme su per il culo. Con altre 3, invece, si esibì con le due mani ficcate nelle fesse delle marionette, mentre al centro, si chiavava col naso il culo di Colombina.

Quella notte memorabile, scese talmente tanta sborra sul pavimento che dopo si scivolava.

La mattina dopo, Mangiafuoco regala cinque monete d’oro a Pinocchio perché torni a casa da Geppetto, ma con la promessa che al prossimo giro nel paese avrebbe replicato le sue gesta sessuali.

Però poi, sulla strada del ritorno, il Gatto e la Volpe, due esperti ricottari e addentro al mercato dello schiavismo sessuale, convincono il burattino a investire le monete nel paese dei Barbagianni, dove c’è un campo, detto dei Miracoli, dove ci sono delle donne vere e bellissime che gli daranno 10 volte tanto per vederlo danzare.

I tre si fermano all’Osteria del Gambero Rosso, dove il Gatto e la Volpe si fanno offrire una cena luculliana e ubriacano Pinocchio, che è astemio. Quella notte stessa lo caricano in macchina e lo portano al famoso campo, dove in realtà c’è un giro eccezionale di prostituzione minorile. Così legano Pinocchio a un cavalletto e lo offrono ai pedofili come attrazione unica. Il burattino sogna di treni che entrano in galleria e di grossi fastidi al culetto… in realtà mentre è drogato, gli togono le mutande e lo fanno inculare da oltre 100 depravati, inoltre tantissimi usano la sua testa, alcuni si inculano sul suo nasone, altri gli sburrano in bocca senza ritegno.

Il giorno dopo il poveretto si sveglierà così, col culo rotto e sfondato, il naso sporco di cacca e il buco della bocca che versa sperma senza fermarsi.

Pinocchio, ancora mezzo rimbambito, cerca di trovare almeno i suoi soldini girovagando per il campo, allora gli appare il fantasma del Grillo che lo avverte sui pericoli della prostituzione e sulla cattiveria del Gatto e la Volpe, famosi magnaccia della zona.

Caparbio e strafottente come al solito non segue alcun consiglio e si imbatte in una coppia di Assassini incappucciati. Lui non lo sa ma, in realtà, sono sempre il Gatto e la Volpe, travestiti, che appena svegli si sono messi a cercare il burattino porno ninfomane per continuare a fargli fare il puttano, visto che i porconi che se lo sono inchiappettato sono rimasti entusiasti e hanno pagato bene la prestazione.

Ma Pinocchio, girovagando per il campo aveva trovato alcune monete, cascate dalle tasche dei chiavettieri mentre se lo facevano e non ha intenzione di perdere il gruzzoletto, così prima si picchiano, poi riesce a fuggire, alla fine stremato si arrampica su un pino. L’idea non lo salva, il gatto e la volpe lo hanno inseguito in macchina e danno fuoco all’albero per farlo scendere, per fortuna il burattino salta e torna a fuggire.

Scappando alla disperata, Pinocchio vede una casina candida come la neve dove bussa e chiede disperatamente aiuto: si affaccia una ragazza con una parrucca di capelli turchini e il viso bello e truccato come una bambola, che spiega che è inutile bussare, in casa sono tutti come morti di stanchezza perché è giorno, dato che quella casa è un bordello e di notte lavorano. Purtroppo quell’intoppo fa perdere vantaggio a Pinocchio, i due assassini lo acciuffano e lo appendono a una grande quercia:

- Brutto coglione, se non muori prima impiccato, stanotte ti facciamo rompere il culo da tutti i clienti che vengono per entrare nel casino. Anzi, per punizione adesso facci un pompino. Pinocchio inerme esegue e la bambolina, tipetto eccitabile, si sfoga con un ditalini frenetico, mentre guarda.

Inoltre, essendo una troia lungimirante, vede nel giovane Pinocchio grandi opportunità, visto come è bravo a succhiare i cazzi fino all’ingoio e che, da come hanno detto gli assassini, essendo di legno può prenderlo in culo per ore senza soffrire.

Bambola, dai capelli turchini, che in realtà è una maga del fisting, ordina ai suoi assistenti e buttafuori, Falco e Medoro di recuperare il corpo del burattino e convoca poi tre medici per sapere se Pinocchio è ancora vivo, è in grado ancora di prenderlo in culo e soprattutto se non ha la sifilide o lo scolo, visto che il suo bordello è frequentato dal fior fiore della società, dei maialoni.

Riappare il Grillo, che ha sette vite come i gatti, e ricomincia a rompere le palle, intima a Pinocchio di prendere un ricostituente e anche la “pillola del giorno dopo”… perché con i burattini non si sa mai, potrebbero essere ermafroditi. Intanto racconta anche tutti i cazzi di Pinocchio e della sua famiglia. Il ragazzo di legno che ha subodorato che la maga è meglio tenersela buona, inizia a raccontare tutto secondo la sua versione… ma la maga ha fatto un sortilegio su di lui, mentre riposava, in virtù di questa magia, più il burattino spara cazzate più i suoi famosi nasi si innescano magicamente sul suo viso. All’ennesima stronzata, tra gli occhioni del bugiardino si è palesato un cazzone di non meno di 33 centimetri. Allora la maga, che è già puttana, non resiste e gli sale sopra a cavalcioni, si penetra completamente sul dildo gigante duro (per l’appunto) come il legno e poi intima a pinocchio, visto che la boccuccia è in posizione, di farle una minetta magistrale e di titillare il suo clitoride, fino allo squirting!

Poi aggiunge tra una linguata e un sospiro:

- Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito, perché ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte e le bugie che hanno il naso lungo, io l’ho capito subito per magia, e così avendo compreso anche che sei un sparacazzate peggio del mio ex fidanzato, ho deciso di fare la tua fortuna nell’ambiente delle zitellone, delle milf e dei culattoni. Tu racconti balle, il cazzo s’ingrossa e loro godono e pagano… un vero miracolo economico.

La maga, insomma, propone a Pinocchio di vivere lì con lei, avvisandolo che presto farà arrivare anche Geppetto, così diventa manutentore dei letti che, a furia di chiavate selvagge, si scassano continuamente.

Pinocchio è veramente contento, appena la troietta raggiunge il massimo orgasmico, saluta e corre ne lo bosco per andare incontro al patrigno, ma la sorte lo perseguita e la sua stronzaggine lo rende vulnerabile… per l’ennesima volta incontra il Gatto e la Volpe, questa volta non travestiti, che gli propongono di seppellire le monete d’oro che ha nella borsa nel campo miracoloso della città di Acchiappalinculo. Pinocchio quasi ci casca ma poi e colto da un dubbio e torna sui suoi passi, un pappagallo gli svela l’inganno e il ragazzotto, sempre ingenuo con i più forti, si rivolge ad un giudice del paese, detto Gorilla perché super dotato e sempre arrapato, questi essendo da poco stato piantato dalla moglie condanna Pinocchio per essere troppo idiota e credulone, lo terrà in casa sua a fare da cameriera per insegnargli le buone maniere.

Così, l’imberbe burattino viene fatto vestire da cameriera sexy, con tanto di cuffietta, calze a rete con reggicalze e mutandine con l’apertura all’altezza del buco del culo.

Le buone maniere del giudice sono solo una scusa e per 4 mesi, la notte torna a casa e sfonda ripetutamente lo sfintere al giovinetto.

Alla fine, visto che ormai era sfiancato del tutto, venne buttato fuori a calci…

Pinocchio a quel punto corre a casa della bambolina Turchina; sfortuna vuole che gli si para davanti un gigantesco serpente, per la paura nello scansarlo inciampa e cade e finisce spiaggiato nella fanghiglia… sfortuna vuole che il povero burattino indossa ancora le mutande proibite, quelle con lo spacco. Il serpente che era un grande vizioso e sporcaccione, alla vista di quell’invitante buco di culo così roseo e ben dilatato non ci pensa due volte e si ficca di testa nell’anfratto sverginato di recente. Ma non dimentichiamo che Pinocchio è pur sempre di legno e non di cedevole carne umana, così la serpe, incastrato nelle budella, soffoca nella cacca di Pinocchio e crepa.

Salvato per l’ennesima volta il culo, Pinocchio si allontana felice a grandi salti nella boscaglia, non si accorge di una tagliola e ci finisce dentro restando prigioniero. Il poverino piange e si dispera, finché arriva il contadino, proprietario del terreno, lo libera ma poi lo mette in catene, al posto del suo cane Melampo che pare sia morto. Per la verità il cane era finito in un giro di signore viziose che amavano farsi fottere dalle bestie, era vivo sebbene nascosto, perché aveva il desiderio di riposarsi un po’.

Nottetempo, infatti, arrivano alcune donne, già senza mutande, e Pinocchio, bloccato alla catena, e costretto a chiavarle tutte… ma non dimentichiamo che il nostro eroe ha un cazzo da sfondamento e così le donne strillano più del previsto.

Arriva il contadino e scopre tutta la tresca del cane, a quel punto obbliga le signore a tornare la notte ma per farsi fottere da lui, che non aveva come sfogare, altrimenti avrebbe spifferato tutto ai loro mariti cornuti.

Pinocchio, disperato, si precipita per l’ennesima volta a casa della fata, ma scopre che è morta a causa di un pompino andato storto; un grosso Colombo invece gli rivela che Geppetto si sta costruendo una barchetta per attraversare l’Oceano, per cercare il figliolo credendo che è finito in America.

Con l’aiuto del colombo, Pinocchio si procura un aquilone ma quando arriva sul mare vede la barchetta naufragare e Geppetto sparire tra i flutti.