Angeli & Diavoli
Capitolo 10 - La dura educazione di Patrizia

Lentamente con sonore frustate le scavo nella anima squarciando il velo di piacere da sottomessa affiora con sempre più forza, ma non capisco come il mio padrone ha già intuito la sua vera natura.
Mi blocco perché mi rivedo in lei appena un mese prima ed ora mi trovo nella stessa situazione con la certezza che la sua vita cambierà in tutto, ma sento un colpo di frusta che si abbatte sul mio corpo, così scaccio ogni pensiero anche perché altre frustrate mi scaldano i sensi e sento quel dolore provocarmi una scossa di piacere; eccitata ora vedo Patrizia non come la timida ragazza, ma come un pezzo di creta da plasmare come esige il mio padrone. Mi avvicino a lei ancora legata alla mia totale merce’ sento una sensazione travolgente non come con la serva già addestrata, che mi scuote dalle fondamenta; ora ho una ragazza pura a cui insegnare tutto, ma anche un po’ di paura per il timore di fallire nel mio compito. Devo capire come fare perché mi accorgo che passato il momento del piacere comincia ad urlare di lasciala andare; non capisco se possiede una indole da slave o se ogni mio sforzo risulti inutile, la frusta ora morde il mio sesso che comincia a colare il piacere che provo, poi decisa le sferro una serie di ceffoni in pieno viso che la fanno zittire e fissarmi con uno sguardo misto di paura e rabbia, non le lascio il tempo di riflettere mi inginocchio fra le sue gambe spalancate, prima le apro le labbra della fuga per poi leccare, succhiare, mordere il suo clitoride che sento indurirsi. Rimango incantata nel notare le dimensioni del suo clitoride: lungo come mai ho visto con una circonferenza da apparire nel suo insieme un cazzo, questo mi eccita tantissimo e ogni mio sforzo si concentra nel succhiarlo, morderlo con crescente passione, ho la sensazione di fare un pompino nel sentirlo crescere ancora, senza smettere la penetro con tre dita che oppongono un po’ di resistenza poi sento i muscoli vaginali dilatarsi lentamente così spingo più a fondo per poi uscire e subito rientrare in lei che seppur ancora urla il suo sesso la tradisce bagnandosi sempre più velocemente continuo a scoparla con maggior frequenza, ma solo quando in preda al delirio i miei denti affondano con forza stringendo il clitoride le sue urla diventano un profondo mugolio che aumenta al crescere della mia morsa con la figa fradicia accetta senza problemi il 4 dito che le infilo. Sento il suo bacino spingere per farsi infilare meglio la fica li sento che sta per godere quando la frusta del mio padrone si sposta colpendo con precisione chirurgica i capezzoli durissimi di Patrizia.
Ogni colpo fa eruttare urla disumane alla ragazza incurante del dolore che le provoca continua a colpire con forza mentre io continuo a scoparla spingendo sempre più a fondo le dita mordendo il clitoride che lascio per alcuni minuti per poi ricominciare; non ho idea di come o quando le grida cessano anche se i colpi si fanno più forti e veloci, ma sento la sua fica aprirsi come un’ostrica lasciandosi scopare con grande vigore “Mordi più forte ti prego, sfondami tutta e lei la supplico mi colpisca più velocemente” nel dire quelle parole un diluvio universale di piacere si abbatte sulla mia mano che appena estraggo le dita lasciano defluire una quantità enorme di piacere che non solo non accenna a diminuire ma cresce mentre la mordo brutalmente e la frusta sembra spaccarle da un momento all’altro i capezzoli.
Resto ammutolita di fronte a quello spettacolo, al repentino cambiamento di Patrizia che interrompe il silenzio “vi ringrazio per la bellissima esperienza, non ho mai provato un piacere simile, ma ora devo tornare a casa” , io la guardo sempre più esterrefatta “certo schiava l’ abbiamo fatta godere come una baldracca dei peggiori casini lei ringrazia e saluta forse non sa che lo zio la ha lasciata con tanto di delega al nostro servizio per tutto il tempo che voglio. Quindi ora ricomincia la tua lezione di buone maniere” le sussurra infilando dei morsetti ai capezzoli e non dimentica il terzo sul clitoride ancora eretto, durissimo. “Scioglila, la voglio coricata di schiena e non dimenticare la panca sotto di lei” eseguo la libero quando tenta una fuga che viene immediatamente bloccata dalla corda che le stringe il collo facendola cadere priva di fiato, ecco che prontamente le lego le braccia per poi passare a fissare le caviglie che la obbligano a tenere le cosce aperte, il poggiapiedi lo infilo sotto di lei proponendo una vista intensa della sua testa rivolta all’indietro con i suoi orifizi completamente esposti
“Basta lasciatemi andare coppia di maiali io vi denuncio appena mi libero” Sento una sonora risata che riempie la stanza “Ti prego Patrizia di ricordare queste tue parole, sono così belle che forse le incido sul suo sedere” non finisce la frase quando una lunga bacchetta di bambù le colpisce il clitoride così tante volte da farla svenire.
Apre gli occhi ha la bocca tenuta spalancata da un attrezzo che ad ogni giro di vite lo apre dí più, la testa bloccata una cinghia che la tiene immobile ed un imbuto conficcato nella sua gola “Dai schiava falle bere il tuo piacere” mi metto sopra di lei quando il mio padrone mi allunga un bel fallo con due mollette che immediatamente mi aggancio alle grandi labbra scoprendo oscenamente la mia fica che riempio con il fallo spingendolo su e giù con maggior rapidità, il mio essere così porca si eccita ai massimi termini per spruzzare in poco tempo secchiate di piacere nell’imbuto scivolando nella gola di Patrizia che non riesce ad evitare di bere ogni goccia del mio orgasmo, gli occhi stralunati mi fanno capire che sta ingoiando tutto. Non vedo la serie di mollette che si chiudono sul clitoride tornato duro per i massaggi del mio padrone, ma vedo nel suo sguardo il tremendo dolore che prova nel sentire la sensibile carne morsa in tutta la sua lunghezza con precisione.
“Infilati questo mia schiava” mi ordina dandomi un bacio e una mutanda in lattice con davanti un fallo di dimensioni di una bottiglia di vino “ora voglio vedere come la scopi la signorina vi denuncio” un profondo brivido mi percorre il mio essere e non mi sento più a disagio nell’usare quella impertinente così lo appoggio, apro bene le labbra, comincio a spingere con libidine il grosso fallo dentro la sua fica che ancora asciutta soffre molto per la vigorosa intrusione, spingo senza sosta, sento le pareti lentamente aprirsi al mio passaggio poi quando sono a metà fallo con una forza terribile la riempio fino a sentire il suo rosso pelo sbattere contro la mia pelle, serie di affondi che senza sosta non si fermano. Mentre la scopo con tutta l’anima vedo il cazzo del mio padrone liberata la bocca spalancata dai miei colpi infilare in un sol colpo il suo cazzo spingendolo dentro fino alla radice, ma mentre le riempie la bocca con una ruota di ferro con tutto intorno degli aculei ben appuntiti la fa girare e affondare sui capezzoli fino a sentire le punte entrare nella carne per poi passare tutto il petto con quella ruota.
La sue resistenze mi colpisce poi mentre affondo quel fallo vedo le pinze sul clitoride che sembrano vive si stringono in mode devastante per poi tornare leggere continuamente, la scopo quando sento la figa inumidirsi per poi diventare un vero e proprio lago che straripa dagli argini, ogni volta che esco mi segue una appiccicosa bava di piacere che mi facilita il cammino dentro di lei, vedo la sua bocca ora desiderare di essere riempita di cazzo. Dopo un tempo che sembra infinito sento tutta la ragazza afflosciarsi nell’ accorgersi che non riesce più a trattenere le emozioni che la travolgono in modo così profondo; il desiderio di poter tornare indietro si è trasformato in un desiderio di piacere incondizionato che le impedisce di essere quella di prima quando esplode il piacere dentro la sua anima si accorge che nessuno può darle quel piacere perverso che nonostante tutto anche lei non vuole far conoscere a nessuno, ma che non può farne a meno. Urla di piacere perché, mi implora di sbatterla più forte, succhia avidamente il cazzo fino a giungere al capolinea, il suo corpo sembra esplodere quando l’orgasmo la travolge moltiplicandosi se possibile bevendo gli intensi getti di sborra che le riempiono la gola poi al culmine del piacere un cenno del mio padrone mi fa capire che ora è il momento per romperle il culo così in un attimo esco dalla figa per piantarle il fallo fradicio tutto nel didietro. La mossa inattesa la fa urlare come una disperata per la nuova invasione ma io non rallento sfondo con la forza che ho il suo buco vergine fino ad aprirmi la strada tutta dentro di lei che cerca di sfuggire ma impotente si lascia cadere la testa mentre la sfondo aprendola totalmente, spingo intanto le dita del mio padrone le afferrano i capezzoli stringendoli con intenso vigore per poi piantarle le unghie nella carne lasciando la sua bocca mi viene accanto infilando tutto dentro la fica il suo cazzo violaceo dal turgore e insieme la sbattiamo in ogni buco. La meraviglia che ci dona il suo spirito quando incapace di resistere alla nuova realtà si trasforma in un sogno che ci abbaglia per il modo in cui ci dona un orgasmo indescrivibile che cresce ininterrottamente fino a lasciarla inerme fra i nostri corpi, con un cenno capisco che è sul punto di godere così mi piego fino a catturare il suo cazzo che schizza nella mia gola lava incandescente.
“Allora Patrizia vai a denunciarmi così posso mostrare alle guardie il film della tua immagine che gode come una troia da casino”
La osservo noto come seppur molto provata da quella serie di orgasmi ha gli occhi verdi che non trasmettono per nulla la sua sconfitta, ma solo un piacere che forse non proverà più ma non è di certo vinta. Arriva la notte io mi accuccio al fianco del letto mentre Patrizia ancora legata vede il suo carnefice avvicinarsi a lei, prima le tre mollette (quelle della serva che possono essere gestite da un app) che fissa con cura fra capezzoli e clitoride per poi infilarle due falli vibranti di dimensioni enormi nei suoi orifizi facendoli vibrare da subito al massimo della potenza per finire le fissa un vibratore con una testa davvero importante contro il clitoride già martoriato dalla molletta, ma prima di spegnere la luce le blocca la bocca con due giri di nastro adesivo . “Buona notte a voi” spenge la luce e si addormenta.
La mattina dopo la scena che mi colpisce come una frecciata al corpo mentre faccio il pompino al mio padrone per bere tutta la sua urina mattutina come un rito che però non smette mai di eccitarmi: Patrizia sveglia con un vero e proprio lago che inonda il pavimento senza sosta, vedo dai suoi orifizi uscire un liquido chiaro continuo, ma non immagino che abbia goduto tutta notte “pulisci il pavimento schiava” io comincio a leccare ma la quantità è tale da impormi di risucchiare il lago leggermente acido che non posso più dubitare del suo orgasmo ininterrotto.
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