Scacco col cavallo

Capitolo 2 - Un'idea inarrestabile

Giovanna Esse
2 days ago

- Sono strani i racconti della tua “amichetta” ma anche eccitanti! Pure le foto: bel corpo. Non me la presenti? – Adam ridacchiò, conoscendo il carattere possessivo di Erika ma lei lo sorprese, ridendo a sua volta.

- Oh certo, si accomodi, sempre che lei sia gay, mister!

Adam era veramente stupito, adesso.

- Eh sì, porcellino mio. Oggi sono passata in sede, Dory mi ha detto che hanno controllato, sembra che la tua eccitante pornostar corrisponda, nella vita reale, a un vecchio professore in pensione che vive da solo!

- Ma dai, impossibile: un bacchettone solitario che scrive quelle cose? – Adam era sorpreso, – Allora è uno che non ci sta con la testa, te lo dico io!

- Questo non è un reato nel nostro paese, “figliolo”...

E dai non sbavare più! Il web è pieno di seni e culi da tutto il mondo. Adesso, vuoi pensare a me? – disse abbracciandolo per tagliare corto; il giorno dopo era molto impegnata ma quella sera aveva voglia di fare l’amore.

Avrei voluto piangere.

Non mi dispiaceva tanto morire: i miei giorni erano sempre uguali e noiosi, nel mio “mondo” di 6 metri cubi. Mi addolorava però sapere che il mio corpo non avrebbe mai riposato in pace... sarei sparita senza una tomba. Nessuno avrebbe mai posato un fiore per me... I miei, i miei amici non avrebbero mai saputo niente: lui mi avrebbe fatto a pezzi… Non lo aveva mai detto di me ma qualche volta che era sceso e aveva bevuto, mi aveva parlato di ciò che aveva fatto alle altre ragazze… si era vantato: dopo tutto era pazzo, lo sapevo.

Il suo disinteresse mi feriva più della paura. Anni della mia vita, strappati e gettati come i fogli di un vecchio calendario e ora: ora mi considerava meno di un gatto di cui disfarsi! In 9 anni non mi aveva mai chiamata per nome.

Mi aiutò a salire di sopra, ero malferma sulle gambe, poi mi spinse nella vasca da bagno come quando mi faceva lavare, una volta a settimana.

Più che adagiarmi nella vasca ci crollai, il sonnifero (o il veleno) stava facendo il suo dovere. Picchiai la testa, un gomito ma non sentivo più alcun dolore: tutto era ovattato e confuso intorno a me.

Il salto del cavallo? Una fantasia idiota.

Lui, in quel momento, stringeva in mano un vecchio rasoio.


Adam non dorme

Quella sera il piacere aveva deluso entrambi.

Ormai Adam si era perduto in altri pensieri e ad Erika non piaceva il sesso meccanico. Peggio ancora: a quel punto non riusciva a prendere sonno.

Lui si era alzato subito, con una scusa... adesso mancava da un po’.

Poi, mentre lei stava finalmente per assopirsi la notte finì d’improvviso perché… perché Adam era impazzito: piombò nella camera da letto con il portatile in mano e l'aria trionfante.

- Scommettiamo che sono più bravo dei tuoi amici investigatori?

Lei protestò ma lui non le diede ascolto, era troppo eccitato. "Porcaccia miseria!" pensò, poi si trattenne e trovò la forza di aprire gli occhi: sullo schermo alcune foto del suo caso, la “scrittrice erotica”. Una ragazza senza volto che si mostrava pure nuda e in pose lascive.

- Le foto sono sue! - disse il suo uomo, convinto. - Ascolta: ho controllato i titoli nascosti dei file, poi le stringhe e anche le foto: non esiste niente di simile in tutto il web! Le foto sono sue, del proprietario del PC... il tuo professor "porcello"!

- E con questo?- la ragazza era furiosa, voleva dormire, ne aveva bisogno e invece...- Che vuol dire? Sei stupido o cosa? Può essere una puttana, può averle scattate da una rivista... - si alzò per andare a bere, ignorandolo seccata.

- E la poesia? - disse Adam, falsamente angelico.

Lei lo guardò senza capire, ora completamente sveglia, cercava di fulminarlo con lo sguardo.

- La poesia, tesoro... ascolta attentamente.

Adam cambiò finestra, una serie di Doc in Word era aperta sul desk.

- "Non è la terza, né la quarta” e dopo “Porta la quinta". Prima di questi versi strani, qualcuno, in quella casa, ha scritto malissimo 18 racconti erotici in un paio di anni, Ok? - controllò che Erika lo seguisse – Nel terzo rigo del terzo racconto e nel quarto rigo del quarto, compare sempre la stessa parola, anche se dissimulata tra le altre. Però la Filastrocca cosa dice: l’importante non è la terza, né la quarta ma: “Porta la quinta.” La parola, stavolta nel quinto rigo del racconto numero 5 è ancora una volta la stessa: Aiuto!

- Beh… sarà una coincidenza. - disse Erika pensosa.

- Io non credo proprio, - disse lui eccitato – perché nella quinta pagina, partendo da Aiuto, se segui il suggerimento della Poesia e ti muovi verso il basso, se lo fai secondo l’andatura del Cavallo nel gioco degli Scacchi… guarda cosa accade.


Senza speranza

Sto per morire!

La droga e la noia di vivere mi aiutano ad accettare.

Ho solo 21 anni ma non sono mai stata giovane e adesso la mia vita finisce qui, in questa squallida casa… senza che io abbia vissuto un istante di felicità. Non ci sarebbe mai stato un bacio romantico, né una sera in discoteca… non un solo falò sulla spiaggia o, semplicemente, una pizza con le amiche.

Lui non si cura di me, non ha pietà.

Senza pudore, senza rispetto, poggia sulla sedia vicino alla vasca tutto ciò che gli serve per uccidermi e farmi a pezzi.

Come fossi un insetto, un oggetto da smontare per disfarsene con maggiore comodità. Lui non aveva mai provato niente, per me… ma adesso, di sicuro, mi odiava con tutta l’anima. Avrebbe voluto vedermi sparire… dissolta già in polvere: adesso la mia carne tenera e il mio sangue caldo sono un impedimento, una seccatura. La pelle, i tendini, quel corpo morbido dove per anni tutti i giorni aveva scaricato le sue gocce di piacere, doveva essere distrutto e smaltito con cura.

Ero solo un grande fastidio e, adesso, lui doveva fare in fretta: aveva paura.

Quanta malvagità può partorire la mente umana!

Sul sedile un rasoio, forse per sgozzarmi o tagliarmi le vene, una specie di accetta o una sega, non vedevo bene perché gli occhi erano pieni di lacrime. Il medicinale che mi aveva iniettato non mi permetteva di gridare ma potevo piangere. Ero inebetita e immobile… non riuscivo a muovere neppure un dito. Per terra c’erano delle grosse buste della spazzatura. Mi sento umiliata a morire così… ripensai al mio trucchetto: il salto del Cavallo. Una mossa inutile… ero sconfitta. Aveva vinto lui… dopotutto era stato proprio lui a insegnarmi il gioco degli Scacchi.

Il Re nero si salva e resta in stallo fregando, ancora una volta, la Polizia, la giustizia degli uomini e quella di Dio… e la Regina muore, sezionata in una vecchia vasca, in un cesso nemmeno tanto pulito.


La mossa del Cavallo

- Gli scacchi, hai presente? – disse Adam. - Guarda qui cosa c'è scritto... - Erika controllò senza riuscire a credere ai proprio occhi.

Adam ripresentava la pagina del foglio 5 del quinto racconto pubblicato onLine. Stavolta però una teoria di linee a forma di “L” collegava alcune parole, partendo dal riferimento principale: Aiuto! E così, da una parte si arrivava a “rapita”, poi a “pervertito”. E ancora: “prigioniera” e “rinchiusa”.

Tutte parole accuratamente distanziate, collocate in frasi poco coerenti di un racconto erotico assai banale.

- E per finire… secondo me, ci sono altri indizi nella Poesia stessa!

Erika, seduta sul letto, non sapeva cosa pensare, come comportarsi… non aveva mai dato importanza al suo lavoro, non aveva creato troppi collegamenti… non aveva mai fatto squadra, insomma. Lei si limitava a segnalare i dati richiesti e aveva contatti essenzialmente con Dory che era, alla fine, un’impiegata.

Ma Adam aveva preso sul serio quello strano gioco investigativo, sicuramente vedeva un sacco di Thriller e leggeva libri Gialli.

Ora, sullo schermo spiccava nuovamente la poesiola sconclusionata che tutti, in ufficio, avevano già catalogata come l’ennesima stronzata del professore solitario e matto.

Non è la terza, non è la quarta la misura del reggipetto

e sono livide e dilatate anche le natiche della ragazza.

Porta la quinta per le mutande... Celato non teme assalto virile.

Seguendo il passo del Cavallo, ci si avvicini in tempo di Luna.

- Io dico - riprese Adam - che ci sono altri rifermenti, anche drammatici, tra i versi che sembrano ingenui. Oltre a indicare la mossa del Cavallo, per cercare indizi sparsi in 2 anni di scrittura: quindi la ragazza aveva un piano, sin dal primo momento e ci sono altre indicazioni, ascolta:

Non è la terza e nemmeno la quarta la misura.

Si tratta di una persona esile e, se la ricolleghiamo alle foto pornografiche, il fisico è quello, non credi?

Le natiche livide e dilatate?

Inutile ricordarti, ancora le foto, no? La donna viene infilata con oggetti sessuali e quasi sempre sodomizzata. Avevo anche notato sulle immagini, non proprio nitide, una tendenza al violaceo nella zona delle natiche: io penso che sia un segno che la giovane è stata frustata o comunque sottoposta a colpi violenti sul sedere.

Ancora: Porta la quinta per le mutande… Ora se la donna delle foto è magrissima, chi è che porta la quinta? Se ci fai caso, prima c’è il punto, non una virgola, probabilmente adesso il soggetto è cambiato. E la quinta delle mutande è la misura che deve utilizzare un uomo grasso, panciuto; proprio uno col fisico del vostro Professore.

- Domani mattina chiamo Dory - disse Erika. Adesso era completamente sveglia.

- Domani potrebbe essere troppo tardi! E poi leggi. Guarda l’ultimo verso

Ci si avvicini in tempo di Luna… Di notte insomma.

Erika non era un poliziotto, solo un tecnico di controllo ma l'apprensione di Adam fu contagiosa; consapevole di potersi rovinare la carriera, chiamò ugualmente il suo capo, svegliandolo, ma ne ricavò solo risposte vaghe e parecchie maledizioni.