La nonna arrapa ancora
Capitolo 7 - Finalmente inculo mia nonna

La mattina dopo cerco solo l’occasione per stare solo con nonna a le due vecchie stanno cucinando di gran lena per me e per gli ospiti e pare non abbiamo tempo.
Come tutte le domeniche le sorelle Maria e Mariuccia verranno a pranzo. È una cosa che fanno ogni domenica e a turno cucinano un pranzo di sette portate che alla fine ci fa crollare per tutto il pomeriggio.
Zia è ai fornelli mentre nonna si da da fare con la pasta fresca sul tavolo. Ho dormito parecchio e devo ancora fare colazione mentre le fisso.
“Ti faccio subito il caffè” dice nonna Norma.
“E tu intanto mettiti addosso qualcosa -aggiunge zia notando che sono ancora nudo- lo sai che oggi non siamo soli”.
“Si scusa. Mi lavo e mi vesto subito” dico.
“Ti porto sopra il caffè intanto” dice nonna.
Mi lavo ma è anche un’occasione per segarmi sotto alla doccia. Il cazzo è duro come ogni mattina e ho bisogno di una sontuosa sega.
Esco dal bagno in accappatoio lindo e pinto mentre nonna sale le scale. Entriamo in camera mia e la studio guardando le sue belle gambe fasciate nel nylon nero, la gonna come al solito è molto corta. Non posso resistere, mi avvicino, la spingo verso il letto.
“Heyyyyy” si agita lei.
“Dai nonna solo una sveltina di prego”.
Scuote la testa “accidenti che porcello” ma lo dice ridendo e ha già sollevato la gonna sulla schiena.
Oggi ha le mutande. Nere, di pizzo. Le cala fino a metà ginocchia e mi offre la sua bella pelosa già umida e pronta.
La prendo con un unico colpo, mi attacco ai suoi fianchi e pompo a tutta forza. Cinque minuti da toro fin che non le faccio una lavanda vaginale di sperma svuotandomi le palle.
Ci ricomponiamo, bevo il caffè e scendiamo di sotto. Nonna si è tirata su le mutande che ora saranno belle unte del mio seme ma la cosa non pare dargli fastidio.
Zia continua a darsi da fare ai fornelli e sbuffa quando ci vede arrivare “era ora”.
“Cosa cucini di buono zia?” dico cambiando discorso.
“Spaghetti alla puttanesca!” mi ghiaccia lei.
“Ma no dai” sorride nonna “sono tagliatelle al sugo di Cervo”.
“Però forse la puttanesca sarebbe stata più in tema no?” scuote la testa zia.
Io non so cosa rispondere. Nonna mi fa l’occhiolino come a farmi intendere che va tutto bene. Zia si fa una grassa risata per quella che lei ritiene sia una bella battuta di spirito.
Arrivano zia Maria, la più alta è più giovane delle quattro sorelle. Sempre con gonne davvero corte sopra al ginocchio e con la grossa latteria trattenuta a stento dalla camicetta.
Per un po’ la studio e mi chiedo se sia vero che è ancora vergine in figa. So che è una donna molto pia: va sempre in chiesa, fa molte opere di carità con le suore e devo dire non l’ho mai davvero vista come una porca anche se le gambe gliele ho studiate parecchio. Porta i collant perché li ho visti stesi ad asciugare a casa sua e a dirla tutta li ho anche annusati e strusciati sul cazzo. Seduto davanti a lei per il pranzo le vedo così tanto nella scollatura che temo quasi se ne accorga.
Deve avere i capezzoli duri perché pulsano sotto alla camicetta facendomi notare che non porta il reggiseno.
A un certo punto è zia Olga a capire cosa succede perché mi soffia in un orecchio “smettila di guardarle le tette che poi ti viene duro”.
Da quel momento cerco di fare il bravo per quanto posso. A tavola ci sono anche zia Mariuccia e la figlia trentenne, mia cugina, Simona. Una specie di frigorifero più grassa della madre ancora da sposare e non posso fare a meno di chiedermi se sia golosa di cazzo.
Comunque dopo la doccia fredda di zia faccio il bravo. Non fisso più i particolari anatomici delle mie parenti e mi concentro sul cibo.
Le parenti ci lasciano verso le cinque e siamo tutti esausti anche per l’abbondante mangiata. Ci sediamo tutti sul divano e zia esclama “fatemi mettere un po’ comoda che sono tutta sudata. Ho messo questo bustino nuovo che mi stringe da matti”.
Inizia a spogliarsi e toglie davvero tutto a parte le mutande azzurrine che oggi, stranamente, ha messo e toglie anche le calze purtroppo.
Io seduto accanto a lei non posso fare a meno di fissarla e me lo tiro fuori con la massima naturalezza. C’è lho durissimo.
Nonna però scuote la testa “sono troppo stanca per fare sesso caro”.
La cosa mi lascia basito visto che lo ha detto anche davanti alla sorella che non ha battuto ciglia.
“Quando si è Stanche nulla di meglio che un buon ditale” dice zia e come nulla fosse si ficca la mano nelle mutande e inizia a darsi da fare.
Eccitato lo faccio anche io e me lo sego di gusto guardandola. Nonna invece deve essere davvero esausta perché appoggia la testa di fianco e dopo un po’ russa come un trattore.
Zia ci da di mano, io più di lei sempre con gli occhi sulle sue poppe che ciondolano ritmicamente mentre la mano munge la sua patata a tutta forza.
Alla fine un urlo appena soffocato e una grossa macchia sulle mutandine mi fa capire che è venuta.
Si ferma con la mano ancora nelle mutande e mi fissa. “Tu ne hai per tanto?” dice seria.
“Quasi fatto zia” annuisco io deciso a farle vedere quanto sono bravo.
Lei in un colpo solo si sfila le mutande e me le tira.
“Tieni, schizza qui che non ho asciugamani”.
Neanche a dirlo, fissando la sua figa pelosa che ora è in bella vista, con le mutande appallottolate sulla cappella e umide dei suoi umori mi faccio una sborrata da idrante...
Inizia un’altra settimana e inizio a fottere nonna come un forsennato. Ogni pomeriggio il momento del pisolino si trasforma in una abbondante scopata. La nonna mi aspetta già seminuda, con le calze perché ha subito capito che aumentano la mia porcaggine. Io entro in camera sua già nudo, mi diletto in un bel giochino di lingua sulla sua fica che oltre a darle un grande piacere la rende già bella umida e pronta a essere scopata a tutta forza. Bevo il suo succo appena viene e quindi le scivolo sopra e inizio a fotterla a tutto spiano mentre gioco con le sue belle tettone. Ogni tanto cambiamo posizione e la scopo di fianco, l’ho anche convinta a montarmi sopra ben che alla sua età faccia una certa fatica a cavalcarmi.
Di solito mi piace fare il bis e chiudere la seconda sborrata sulle sue tettone o in bocca.
Lei non fa obiezioni, più ci conosciamo sessualmente più mi svela intimi segreti. Ad esempio beve sborra con gran piacere. La ingoia proprio come se fosse nettare e devo dire che la cosa mi intriga parecchio.
La sera, prima di andare a letto, vado in camera sua. Lei mi attende già nuda a pecorina col culo dritto in bella vista. Senza troppi complimenti la prendo da dietro, mi attacco ai suoi fianchi e la sbatto a tutta forza fin che non mi svuoto.
Unica cosa che mi ha chiesto è di non farle fare troppo tardi perché lei vuole farsi almeno sette ore di sonno quindi, per favore, di non andare dopo le 11.
Tutto sommato chiede poco considerando quando si lasci sbattere senza difficoltà.
Passano pochi giorni e le chiedo il culo.
Lei fa un po’ di storie visto il mio diametro ma insisto, tanto più che è già parecchi sfondata.
“Però fai pianino” dice.
“O si nonna pianissimo” dico io con la cappella già poggiata fra le sue chiappone.
“Hai lubrificato bene? Se no mi apri in due”.
“Sono tutto lubrificato nonna” dico guardandomi il cazzo ancora bello sborrato per la precedente chiavata. “Meglio che ti do una mano” dice lei e mostrando la sua grande esperienza solleva due dita, ci sputa sopra e senza tanti complimenti se le mette nel culo una dopo l’altra smulinandosi con lunghe ditate nell’ano.
“Pronta” dichiara.
“Ottimo” annuisco e con una mano le apro le chiappe più che posso liberando il suo bel buco.
Inizio a spingere. Il mio attrezzo entra piano piano mentre la vecchia contrae i muscoli cercando di non urlare.
“Male nonna?”.
“Un pochino.... e tu? A te tutto bene”.
“A me piace da morire nonna”.
“Bene però fai piano piano, entra piano piano ti prego se no mi spacchi tutta”.
“È quasi tutto dentro nonnina”.
“Si lo sento... piano amore di nonna piano che brucia”.
Ancora qualche sforzo e lo sento dentro fino ai coglioni. Con tutto il cazzo nel suo culo mi sento un dio del sesso.
Resto fermo ad assaporare la situazione e per darle il tempo di abituarsi.
“Come va nonna?”.
“Sembra di avere un palo dentro. È la cosa più grossa che ci ho mai infilato te lo giuro”.
“A maiala. Vedrai adesso che metto il turbo” dico iniziando a spingere.
Lei non fa la difficile. Si lascia fottere il culo trattenendo le urla di dolore finché non sento che si trasformano in gemiti di piacere.
“O si ecco adesso si.... o si che spasso”.
“A porcona ti piace nel culo vero”.
“o si, siiiiii, inculami, inculami tutta sono la tua vacca”.
Il ritmo aumenta, sono un martello pneumatico che pompa senza sosta “ ti spacco il culo vaccona”.
Godiamo...
Ala fine quando lo tiro fuori il culo di nonna Norma cola sborra per qualche minuto.
Lei ancora a pecora si asciuga con delle salviette. “Mi hai proprio fatto il pieno” dice.
Io, perverso, mi avvicino al suo volto e glielo porgo “perché non assaggi di cosa sa il tuo culo”.
“Che porco perverso è insaziabile” mugugna lei ma ha già aperto la bocca e senza problemi mi lecca la cappella con la lingua bavosa.
Io mi sego velocemente e poco dopo faccio la mia terza sborrata direttamente nella sua gola spalancata.
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