La nonna arrapa ancora

Capitolo 4 - Lecco le fighe di famiglia

Giovanna Esse
21 hours ago

Alla fine per un soffio vengo promosso questo mi da una certa tranquillità e mi permette di andare in vacanza tranquillo.

Intanto dall’Australia è arrivata un’altra brutta notizia. I nostri genitori hanno deciso di separarsi. Mio padre andrà negli Stati Uniti per un altro lavoro mentre mamma probabilmente resterà a vivere a Sidney visto che, pare, stia comprando una casa lì.

“Quindi ci trasferiremo tutti a Sidney chiedo? Io e mia sorella”.

La nonna scuote la testa. “Non per adesso. Di sicuro non quest’anno”.

La cosa mi fa un po rabbia, la zia e la nonna se ne accorgono. “Su adesso non pensiamo a queste cose tristi” sorride zia.

“Pensa alle vacanze e a divertirti” aggiunge nonna.

Zia mi si accosta all’orecchio “fatti un lavoretto così ti rilassi”. Arrossisco ma nonna, che ha sentito benissimo non batte ciglia anzi... “ma si oggi che è stato promosso poi... ci vuole un premio”.

Zia sorride e si alza in piedi. Si toglie la gonna e in un attimo resta col suo bustino nero, le tette appena nascoste e la fica al vento.

Nonna imitandola si slaccia il vestito intero e resta a sua volta con un bustino color carne, le calze e le mutandine.

Mi fanno sedere sul divano e si accomodano ai miei fianchi. Zia mi prende per la testa e mi guida fra le sue grandi poppe in cui sprofondo con tutta la faccia. Intanto nonna armeggia con le mani fra le mie gambe e mi fa uscire il cazzo.

Dopo poco sento le sue mani salde che mi segano a tutta forza.

“Ma come è grosso e duro” mormora nonna.

“E poi sborra come una fontana” mugugna zia che si sta a sua volta masturbando con vigore.

Mi fanno schizzare non una sola volta. Oggi non ci sono regole di asciugamani e sento il calore dei seni di nonna quando se lo porta sul seno e mi fa schizzare nel suo solco.

Io intanto succhio avido i capezzoli di zia Olga neanche volessi farle uscire il latte.

“Ti piace porcellino?”.

Io ho preso consapevolezza e sussurro “voglio leccarti la figa zia”.

“A porco...”.

“La voglio”.

Mi accontenta. Si sdraia sul divano e mi allarga le gambe mentre nonna ci guarda divertita. Mi avvicino cauto, estasiato mentre sento il nylon delle sue calze sfiorarmi il viso. Il tutto aumenta la mia eccitazione tanto che quando sento l’odore pungente della sua figa subito mi ci avvento sopra con la lingua tesa.

Sa un po’ di muschio ma è stupendo. La lecco a tutto spiano come se non avessi mai fatto altro in vita mia e lei geme di piacere. Allunga una mano, mi accarezza la testa “ma come lecchi bene amore di zia” sussurra mentre il liquido caldo le cola fuori e io lo bevo disgusto.

Alla fine sono così eccitato che appena nonna mi accarezza il cazzo teso le sborro in mano.

Zia si fuma una sigaretta soddisfatta per il lavoretto e io mi volto vedendo nonna che mi sorride... “e a me non la dai una leccata?”.

Non chiedo di meglio. Mi infilo fra le sue gambe e i do anche nella sua vagina pelosetta. Il gusto della sua sbroda è diverso, più dolciastro e lei geme molto più forte della sorella tanto che a un certo punto dico “adesso ti fotto” e sono quasi sul punto di spingermi in avanti per ficcarglielo dentro quando la voce severa di zia mi riprende. “Nei con calma... resta al tuo posto!”.

Subito mi raffreddo. Forse ho chiesto troppo.

Torno al mio posto, lecco e faccio venire nonna mentre io me lo sego ancora una volta con la mano.

Mi concedono di guardare, mi concedono di segarmi quando ho voglia e questo regalo della leccata di gnocca non è stato male ma pare non vadano oltre e io, ammettiamolo, ho bisogno di fottere, con Ia sorella lo facevo quasi ogni giorno e le seghe non paiono placarmi.

Quindi me ne faccio sempre di più specie adesso che alle nonnine la cosa non pare dar fastidio. La sera, per esempio, quando si cambiano è abbastanza normale che io stia nudo a fissarle e mi seghi per tutto il tempo o al pomeriggio quando zia fa il riposino che sia seduto lì vicino e la fissi.... ogni tanto si tocca anche lei e mi chiede anche se voglio leccare... ovviamente dico sempre di si.

Altre volte il riposino lo faccio con nonna, nel lettone con lei che si lascia toccare tranquillamente i seni mentre me lo meno e anche lei a volte lo mena a me.

Insomma non me la passo affatto male. Bisogna però rispettare le regole, fra le altre alle quattro in punto bisogna coprirsi per bene perché spesso e volentieri arrivano le ospiti.

Nonna si siede in cortile su una panchina all’ombra e dopo un po’ arriva la sua amica Alma o la vicina di casa Teresa o altre amiche se non addirittura mia zia Mariuccia, la terza sorella o la zia Mary la sorella più giovane delle quattro.

A volte sono in cinque o sei all’ombra e chiacchierano fino a dopo le sei senza che mai gli manchino gli argomenti. In questi momenti non avviene nulla di sessuale a parte il fatto che io guardo anche loro, guardo le loro gambe, guardo che calze indossano, cerco di immaginare quanto siamo grosse le loro poppe.

La sera dormo nel mio lettino e sogno,

Eravamo nel corridoio buio che va dal bagno alla cucina. Nonna Norma ha appena pisciato, ed è semi nuda. Vedo chiaramente il reggicalze e la pancia rosea. Lì sotto c’è la fica che ancora cola piscio. Poi guardò meglio ed è un cilindro di plastica trasparente. Un cilindro in cui tento in tutti i modi di infilare il cazzo. Il mio cazzo! Norma mi sorride come sempre, amorevole nonna e mi dice 'spingi, spingi'. E io obbedisco.

Entro e a quel punto lei mi imprigiona. Non posso più fuggire.

Vedo zia apparire dal nulla (nuda) “porco hai messo incinta tua nonna... porco schifoso”.

A quel punto mi sveglio. E ho il cazzo di marmo!

Sono le sei del mattino e mi sego praticamente a tutto spiano fino alle otto.

La mia voglia di infilarlo da quel giorno è triplicata ma ormai sono rassegnato. Probabilmente per le mie nonnine il coito col nipote è davvero troppo.

Un giorno una delle vicine di casa, la più zoccola diciamolo pure, interrompe la mia monotonia di seghe con le nonne.

Si chiama Teresa una calabrese matura over cinquanta che nonna e zia non sopportavano più di tanto e di cui parlavano spesso male alle spalle ma a cui le facevano comunque buone per educazione. Un giorno questa matura grassoccia era seduta sui gradini del cortile di casa nostra chiacchierando con nonna col suo solito fare molto volgare.

Io seduto di fronte a lei su una sedia sdraio le vedevo dritto fra le gambe che si aprivano...e si aprivano.... e alla fine.

La gatta!

Sotto al vestito già piuttosto corto la baldracca non aveva le mutande. La barba di pelo nero era lì tutta da vedere, da studiare e da godere.

Infatti lo avevo duro come una pietra e alla fine dovetti alzarmi e andare in bagno a farmi una bella sega.

Così anche Teresa si aggiunse alle mie fantasie con la mano, tanto più che non mi ero solo immaginato le sue porcate, la troia era davvero senza mutande...

Cominciai a fantasticare di come me la sarei potuta scopare in ogni posizione e la guardavo sempre con maggior desiderio fin che forse un giorno lei se ne accorge perché mentre va via mi sussurra “ti piace la sorca vero amore”.

Io prendo la cosa come un invito tanto più che ha 20 anni meno delle zie ma è già vedova e sola e penso che un cazzo lo prenderebbe volentieri.

Due gironi dopo e’ sul terrazzo che stende le mutande. Dal nostro balcone la vedo benissimo. Ovviamente visto che stende le mutande è giusto che non le indossi....

Quindi ha solo una maglietta e sotto ha la sua figona in bella vista. È pelosissima, molto più di quella della zia, una bella foresta di pelo nero. La guardo, lei mi guarda e mi saluta come nulla fosse “ciao Giorgino” ridacchia ancheggiando ancora di più mentre noto che anche sotto alla maglietta bianca non ha reggiseno e si vede anche una buona porzione delle sue abbondanti tettone.

Non c’è la faccio a resistere, me lo tiro fuori mentre lei sghignazza, me lo afferro e mi sego con decisione.

Se le nonnine hanno dei problemi lei forse non ne ha. Magari una bella ripassata di cazzo potrebbe farla felice.

Alla sera però arriva la doccia fredda. Zia mi prende da una parte “dobbiamo parlare”.

“Cosa?”

“Quello che hai fatto oggi. Non va bene. Quella stronza è la più pettegola e acida del paese. Non può fare cose con lei, andrebbe subito a raccontarle in giro”.

“No ma io....”

“È subito venuta a raccontarci che te lo sei tirato fuori davanti a lei e che sei un maniaco sessuale” aggiunge nonna.

“Cavoli ma era mezza nuda con tutta la patata fuori” provo a giustificarmi.

“Ma tesoro lo sappiamo, è una vacca che lo fa apposta a provocare e poi fa la preziosa. Ma tu non puoi tirarti fuori il cazzo davanti a una così” spiega zia.

“Non ti basta farti le tue seghette amore?” domanda nonna mettendomi una mano sulla spalla.

Io mi alzo dalla sedia un po’ scostante “no. Non mi basta, non mi basta più” dico andando a chiudermi in camera mia.

Pochi giorni dopo comunque le preoccupazioni di nonna e zia si mettono a posto da sole perché Teresa parte per la Calabria dove la sorella si è offerta di ospitarla per l’estate.

Come si dice lontano dagli occhi, lontano dal cuore.

Quella sera mi sognai Teresa, a pecorina, col suo culone in bella vista e io dietro che la inculavo a tutto spiano.

Al mattino chiesi scusa a zia... mi ero segato nel sonno senza neanche accorgermene e avevo allagato le lenzuola.

“Va Bhe a volte può capitare” minimizzò la nonna.

“È lo so ma certo che se ne fa a raffica di seghe” rise zia quasi umiliandomi.

Io andai in bagno, mi misi davanti alla tazza immaginandomela li seduta e mi segai sognando di venirle in faccia...

Che mi segassi di continuo era diventata talmente la regola che le nonnine ne parlavano come nulla fosse. Un giorno mentre ero in bagno a toccarmi sentii nonna chiedere a zia “si fa il lavoretto?”.

'Ha quasi finito' risponde tranquilla lei.

'Meno male perchè mi scappa.... ma non se la era già fatta prima?'. 'Si si sarà la terza' annuisce zia.

'A però... ne ha di energia' commenta nonna e ridono insieme.

Io visto che mi avevano colto sul vivo uscii dal bagno senza pantaloni col cazzo duro.

Mi fissarono e soprattutto fissarono il mio cazzone.

“Come mai questa novità?” sbottò severa zia.

“Diciamo che ho caldo”.

“Bhe basta che si copra quando c’è gente” fece spallucce la nonna.

Zia scosse la testa “stiamo un po’ esagerano però Norma”.

Ma la nonna fece l’occhiolino alla sorella “lascia che si diverta dai”.

Il giorno dopo però zia mi chiamò mentre la nonna faceva il riposino. Io già credevo fosse in vena di farmi leccare la fica o comunque di masturbarci insieme ma lei era ancora vestita e soprattutto era molto seria.

“Cosa c'è zia dimmi?”

“Le seghe. I tuoi giochi con la mano. Non sarà che ne fai un po troppi. Quattro, cinque al giorno non sono troppi? A volte vedo che te ne fai anche una dietro l'altra. Ma davvero hai sempre così tanta voglia”.

“Vuoi che la smetta zia?”. '

“Ma no, ma no non è questo. Lo so che voi maschietti dovete farvele per stare bene e poi hai imparato a farle senza sporcare quindi va benissimo, solo che non capisco come mai te ne fai così tante di fila. Cioè come mai sei sempre così.... Così arrapato...”.

La zia non capiva perchè ero così arrapato? Strano visto che il motivo del mio arrapamento mi stava proprio seduta accanto. Dovevo dirglielo? Dovevo... “Penso alle donne nude zia”.

“Donne tipo la vicina di casa?”.

“Bhe mica solo lei” dico mentre il discorso mi ha già provocato una bella erezione.

“Tua sorella...”.

Io la fisso dritto negli occhi col cazzo dritto già scappellato “zia io penso a te e nonna. Penso a scoparvi!”.

“A porcone lo sapevo”.

“Bhe non lo avevi capito con tutte le seghe che mi faccio guardandovi..”.

“Diciamo che speravamo fosse una fase passeggera. Che diventando normale vederci nude dopo un po’ la voglia ti passasse. Eliminata la curiosità anche l’oggetto di desiderio dovrebbe diminuire”.

“E perché dovrebbe diminuire? Tu e nonna siete così eccitanti”.

“Ma siamo vecchie per te. Oltre ad essere tue parenti. Davvero avresti la voglia di far sesso con noi”.

Le poggio una mano sulla coscia “zia ti trapanerei ogni buco anche adesso”.

Lei mi sposta la mano “calma, calma stiamo solo parlando. Rimetti la pistola nella fondina cowboy”.

“Vedi tesoro un conto è fare qualche giochetto innocente, un po’ di masturbazione, qualche bacetto, qualche leccatina ma metterlo dentro fare proprio un vero incesto completo fra zia e nipote mi lascia un po’ perplessa. Sai che direbbero in giro se si sapesse che un diciottenne scopa la zia o la nonna...”.

“Ma io non lo direi mai in giro zia”.

“Sarebbe comunque una cosa davvero grave farlo questo lo capisci vero? La società non accetterebbe una cosa del genere”.

Mi fissa per capire se ho capito. Io annuisco.

“Adesso vuoi farti una sega scommetto?”.

“Sarebbe bello me la facessi tu zia. Toccarsi è nelle regole giusto”.

Scuote la testa “porco, ci provi sempre” ma mentre lo dice si è già levata la camicetta e le sue tette non vedono l’ora di saltare fuori dal bustino.

Lo afferra, lo stringe, lo accarezza come se volesse saggiarne la consistenza e poi esclama 'Certo che è davvero venuto grosso stò uccellone'. Intanto la sua mano comincia a muoversi su e giù... mi stà segando, mi sta davvero segando. Io sono già al settimo cielo e penso che non ci sia nulla di più bello mentre fisso le sue grosse poppe al vento iptonizzato dalla loro grandezza e da quel movimento ritmico quasi ipnotico.

Dopo un po’ vedo che si passa la lingua sulle labbra e sembra che deglutisca la sua saliva.... “vediamo se me la cavo ancora bene” dice. Si china sul di me, spalanca la bocca e me lo succhia.

Oddio non posso crederci mia zia mi sta facendo un pompino ed è meraviglioso.

Mi lascio sollazzare per un po’ dalla sua lingua infuocata poi prendo coraggio, allungo anche io la mano e gliela ficco tra le cosce senza tanti complimenti.

Il suo buchino è già bello dilatato e le mie dita le si insinuano dentro con forza.

Lei fa un mezzo bortobbio... “male?”.

“No no amore continua che sto godendo”.

Mi succhia il cazzo per un quarto d’ora buono mentre accentua il piacere lasciando che lo appoggi sulle sue tettone, sono eccitantissime è così ne approfitto. Le apro un po’ il solco fra i seni e in un attimo sono in perfetta spagnola.

Zia Olga non fa obiezioni, anzi capisce cosa cerco e si afferra le tette saldamente con le mani cominciando a muoverle su e giù sul mio cazzo mentre continua a leccare la cappella con la sua lingua bavosa...

Faccio appena in tempo a dire “vengo” che già mi parte un fiotto di sborra che le arriva dritto sul viso, sugli occhi, sul naso, sulla bocca.

Per un attimo penso che mi rimprovererà per questo ma invece la vedo pulirsi le labbra con la lingua come nulla fosse. Si porta in gola la mia sborra e la ingoia di gusto.

Non sazia si attacca di nuovo al mio tubo e succhia avida mentre io colo i resti della stupenda sborrata.

Il suo succhiare ritmico e instancabile me lo fa subito tornare duro e voglio leccarla anche io. Mi sdraio e le propongo un 69 che lei subito accetta sdraiandosi su di me e mettendomi il culone in faccia.

Lei succhia, io lecco... lecco la figa marcia di umori mentre i suoi peli luridi mi bagnano il viso ma lecco anche il suo buco del culo.

Il sapore non è buono ma non mi importa perché quel lavoretto nel suo buco nero la fa gemere più che mai. O quanto vorrei infilarle il cazzo invece della lingua penso mentre mi godo il suo secondo fantastico pompino.

Le dico che sarebbe stupendo sborrare sulla sua figa, lei non fa obiezioni. Appena decidiamo che sono pronto scivola sotto di me e si piazza a gambe larghe.

È bellissima specie con quelle calze ancora addosso che fanno tanto troia. Mi avvicino, passo il cazzo durissimo sul suo pelo, lo sposto, lo sego forte poi lo appoggio di nuovo proprio sulle sue labbra vaginali mostro sporgenti che trasmettono al mio pene tutto il calore della vecchia porca.

Non resisto, do un colpo di reni in avanti e la cappella spinge.

“Che cazzo fai?” urla. Ma la cappella è già praticamente dentro.

Sento il calore del suo intimo, la voglia di spingere mi pervade. Vorrei fotterla con tutte le forze che ho “voglio scoparti Olga!” le dico implorante.

Ma lei non pare della stessa idea. Mi fissa strano, allunga la mano e mi afferra salda il lungo cazzo facendomi male.

Con uno scatto secco lo tira fuori per quel poco che era dentro.

“Direi che questo è un po’ troppo” e spingendomi all’indietro si alza dal divano e se ne va con tutto il culo che balla e la sbroda che le cola dalla gnocca ad ogni passo.

“Scusa” provo a dire ma lei pare non mi abbia neanche sentito e si è già chiusa in bagno.

Mi maledico per essere stato così irruento. Dovevo accettare i suoi limiti. Potevo sborrare sul suo bel pelo e ne ho perso l’occasione. Ora ho un cazzo duro come acciaio e di nuovo sono solo con le mie mani.

Sconsolato finisco la mia sega meglio che posso...