La nonna arrapa ancora
Capitolo 3 - Seghe a volontà

Accade davvero non riesco a crederci. Mia zia Olga, coi suoi ottanta chili di ciccia e tette, si china a fianco della macchina con la portiera spalancata, si china appena un po’, solleva la gonna e inizia a pisciare.
Io sono in piedi accanto a lei e la fisso. La sua fica ha il pelo nero, lungo che si banana della sua urina mentre le grandi labbra sporgenti della sua patata sparano piscio a fiumi.
Le calze nere sorrette dai gancetti rendono la visione ancora più porca mentre la donna ciondolando sui tacchi mi fissa “non dovevi farti una sega?”.
“Ma davvero posso?”.
“Bhe direi che dal bozzo nei hai proprio bisogno” sorride lei mentre ancora cola urina.
Sbottono i pantaloni e il cazzo mi schizza fuori ancor prima che mi tolga i boxer bello teso, dritto e duro dalla fessura del tessuto.
Lo afferro saldo anche se sono ancora un po’ in imbarazzo e me lo meno.
“Occhio a non venirmi addosso” dice la zia che in effetti ha la testa giusto ad altezza cappella.
Fa freddo e siamo in un area di sosta in penombra dell’autostrada, molti si smonterebbero da tutto ciò ma la figa bagnata di zia Olga sembra poter resuscitare il cazzo di un morto.
“O si cazzo come godo” mormoro sempre fissando le cosce di zia, il suo pelo, le sue gambe...
Lei intanto pare aver finito il bisogno, prende dalla borsetta poggiata a terra un fazzoletto e piano piano inizia a pulirsi il pelo umido.
L’operazione ricorda una masturbazione vaginale ed è eccitantissima infatti sento che manca poco. Di solito duro un casino ma oggi ho davvero voglio di svuotarmi, di venire, di sentire il sangue fluire dalle palle su verso un magico amplesso davanti a lei.
“Io ho fatto” dice.
“Puoi tenere sollevata la gonna per piacere....” la imploro mentre mi slogo il polso per segare sempre più forte.
“Si ma veloce che fa freddo”.
“O ti scalderei io zia” dico preso dalla foga e mi basta un passo in avanti per appoggiarle la cappella turgida in faccia.
O come vorrei che lo prendesse in bocca...
Ma lei invece si scosta. “Hey patti chiari... guardare si toccare no”.
“A scusa.... scusami tanto” mugugno temendo che ora si alzi e si ricopra.
Ma lei è paziente. Resta lì con la gonna sollevata, senza mutande, a farmi vedere la sua grandissima figona.
“Perché poi sei senza mutande?”.
“Non le metto quasi mai. Mi stringono”.
“A certo.... giusto” non le dico che la cosa fa molto troia ma lo pensò eccitandomi ancora di più.
Sta diventando allo stesso tempo estatico quanto tedioso. Ho il culo al vento e ho freddo, lei pare annoiarsi, io voglio davvero svuotarmi e non smetterei mai di guardare le sue gambe aperte ma allo stesso tempo non vedo l’ora di finire.
Alla fine lo sento arrivare e strepito “sborro si sborro zia”.
Lei meccanicamente fa due passi indietro ma il getto è così forte che qualche goccia la raggiunge comunque. Ci vogliono cinque o sei pompate di mano prima che si svuoti e ai miei piedi sembra che abbia pisciato anche io tanta ne ho fatta.
Zia ha giusto due macchioline su una gamba, proprio sopra alla calza ad altezza coscia.
Scuote la testa, la cosa non pare farla felice ma nemmeno la disturba troppo. Allunga un dito raccoglie la gocciolina di sperma e se la porta prima al naso e poi alla bocca.
“Mica male sa di latte” ride.
Io la fisso allo stesso tempo eccitato per quanto sta facendo e contrariato che non abbia voluto bere direttamente dal tubo. Ma devo rassegnarmi. Come ha detto lei, guardare e non toccare.
Ci rimettiamo a posto alla meglio e torniamo in macchina. Avvio il motore e per una buona mezz’ora nessuno apre bocca.
Ogni tanto le guardò le gambe e le cosce che mostra senza pudore tanto la gonna si è alzata ma non dico nulla.
Cerco di essere ottimista. Le ho visto la figa per la prima volta. Direi che per oggi posso essere felice.
Per oggi....
Quando arriviamo a casa comincia a fare buio.
Saluto nonna Norma che inconsapevole di tutto ci chiede se abbiamo fatto buon viaggio.
“Davvero ottimo. Ha una bella guida... un po’ dura ma bella” commenta la zia facendomi arrossire.
Cena, lavaggio e poi subito a letto. Dico che sono stanco ma in realtà ho solo voglia di farmi un’altra sega. Con tutto quello che ho visto oggi credo di averne tutte le ragioni.
Le immagini mentali di ciò che ho visto si sovrappongono alle mie fantasie perverse, il cazzo è già durissimo e, nudo sotto le coperte, ho subito iniziato a stantuffare a tutta forza quando di colpo la porta si apre.
Mollo la presa pudicamente anche se il sollevamento sotto alle lenzuola è chiaro ed evidente. Entra zia Olga, in camicia da notte, una camicia che non nasconde molto delle sue forme, soprattutto sul petto dove i suoi cocomeri sembrano li lì per saltare fuori da un momento all’altro..
Si avvicina al letto. Mi porge due asciugamani di spugna. “Questo per i lavoretti come ti avevo detto” dice. Il li prendo con la mano libera (l’altra è bella posata sul cazzo come se volesse trattenerlo) dico un “grazie” a mezza voce e non posso fare a meno di sbirciare nella penombra il solco sei grossi seni.
“Vedo che sono arrivata appena in tempo” commenta e con la mano mi da un colpetto in vita beccando in pieno il bozzo della mia erezione.
“Io emmmm....” borbotto senza sapere se mi sto giustificando perché mi masturbo o perché lo sto facendo sulle sue preziose lenzuola.
Lei sorride, si alza e se ne va facendo ciondolare il grosso culo “buonanotte e buon lavoretto” dice prima di chiudere la porta.
“Buonanotte” rispondo mentre la mano ha già ripreso a lavorare a a tutta forza.
Passano quasi due mesi.
Due mesi di assidua convivenza con nonna Norma e la sorella minore Olga.
Due mesi in cui c’è la metto tutta per finire la scuola e non farmi bocciare. In fondo ne avrei anche le ragioni. Il trasloco, il trasferimento dei miei genitori, la nostalgia di mia sorella e non parliamo delle beghe sessuali che mi circondano sempre più intensamente.
Bisogna dirlo accadono cose strane a casa delle nonne. Alcune sono probabilmente cose assolutamente innocenti che solo una mente perversa come la mia vede come eccitanti tipo il fatto che la sera le due nonnine, come hanno sempre fatto, si spoglino in salotto per indossare le camicie da notte. Probabilmente non c’è nulla di male, hanno un comò apposta pieno di abiti per la notte vicino alla televisione, lo aprono, tirano fuori una camicia da notte pulita e quindi iniziano a turno a levarsi tutto quello che hanno addosso.
Il vestito o la camicetta, poi la gonna a volte sotto hanno la sottoveste.... nulla di che a parte il fatto che spesso, specie zia, non ha le mutande e a quel punto ha solo il bustino nero che comunque è davvero sensuale e trattiene a stento le grosse bocce, ha ancora le calze, di solito nere, che si vedono in tutta la l’iro interezza, con la decorazione a giarrettiera in cima, coi gancetti che le sorreggono...
E già qui, lo ammetto a me viene duro da matti.
Ma, ricordiamocelo, la zia per sua stessa ammissione non porta le mutande, quasi mai... e quando le porta sono una cosina nera tutta di pizzo che non nasconde molto...
Insomma è li davanti a me e sua sorella a figa fuori, solleva una gamba, la poggia sulla poltrona, si sgancia una calza e se la leva, poi l’altra.... e intanto io guardo il cespuglio che fa capolino da sotto. Come ho detto ha i peli della gnocca molto lunghi e folti ed è tutto uno spettacolo.
Ma non finisce qui perché poi si sgancia il bustino, lo leva e le due bocce (una ottava) svettano in tutto il loro splendore. La vista certo è fugace, solo pochi secondi perché subito dopo si infila lesta la camicia da notte ma quel breve istante, quello spogliarello è davvero stupendo.
Poi c’è nonna che fa più o meno la stessa cosa anche se lei, di solito, ha le mutande e non sono neanche tanto sexy. Una cosa bianca, ampia, che davvero nasconde tutto e toglie molto alla mia eccitazione però, cazzo, anche lei quando leva il bustino color cobalto per qualche minuto mi da una bella visione delle sue tette che sono appena un po’ più piccole di quelle della sorella. Come ho detto è una cosa più che normale, sono mia nonna e mia zia che si cambiano. Sono anziane e non fanno nulla di provocante ma a me viene di marmo. Questo mi inquieta perché mi sento ogni volta sporco, ogni volta a chiedermi se sia la mia mente malata di sesso ad immaginare cose che non esistono e a vedere come oggetti sessuali le mie anziane parenti.
Vanno in bagno a lavarsi, ogni sera si fanno il bidet e mi fanno fare altrettanto perché le parti intime devono sempre essere pulitissime per non prendere le malattie dicono.
Io lo faccio ubbidiente ma confesso che prima mi faccio anche una veloce sega eccitato dal loro involontario spettacolo....ogni sera.
A scuola perdo un po’ i contatti con i compagni. Sono sempre stato un allegrone amicone di tutti ma in questo periodo vado in classe quasi come un automa, studio quel minimo per cercare di passare e, pensa un po’, mi studio centimetro per centimetro le gambe delle prof quando hanno la gonna.
Le nonne vivono in una frazione abbandonata su una collina a tre km da tutto. Sono una trentina di abitanti che vivono quasi a se stanti anche se sono solo una frazione. C’è un bar, anche se è miserissimo, il giornalaio, il tabaccaio e il panettiere ma per il resto, se si vuole un segno di civiltà bisogna farsi tre km... a piedi perché io non ho la macchina.
Abbiamo un veicolo, appartiene a zia Olga che delle due è l’unica patentata. Una 500 con dieci anni di vita e meno di 15.000 km. Là si usa solo per occasioni speciali: andare ai funerali, andare ogni 15 giorni al supermercato a fare la “spesa grossa” è una volta al mese per andare in una cascina da alcuni conoscenti a prendere roba fresca tipo vino, salumi ecc....
L’unica volta in cui zia ha fatto una eccezione è stato quando l’ho usata per fare l’esame della patente. Mi ha accompagnato, ho fatto la mia bella figura con l’istruttore seduto dietro e la zia al mio fianco e mi sono portato a casa la mia bella patente.
Ho chiesto due volte a zia se potevo usare la macchina per andare a fare un po’ il figo con gli amici ma mi ha detto no. Dice che ha paura che mi faccia male.
La guida quindi diventa mia prerogativa solo per andare a fare la spesa, alla fattoria o quando ci dobbiamo davvero spostare per il resto vado ancora a scuola col bus giallo dei bambini, torno a casa e studio.
Quando non studio gioco a pallone.
Quando non gioco a pallone mi faccio un mare di seghe.
Per farmi le seghe, ovvio, spio le due nonnine.
Spiarle mi fa sentire sporco, sborro ma poi, a volte me ne vergogno.
Ad esempio al pomeriggio, subito dopo pranzo, quando le due nonnine per digerire fanno una passeggiata fino in fondo al bosco. Siccome sono vecchie e stanche si portano dietro un seggiolino tipo quelli da picnic molto leggeri e pratici da tenere sotto al braccio.
Io vado con loro....
Camminiamo per un po’ fino ad arrivare ad una radura alberata e li aprono i due seggiolini ma siccome sono diciamo “belle grosse” non è che stiano proprio sedute composte.... Si siedono con le gambe belle larghe.
Ed è li che io, che fingo di giocare a pallone, vedo tutto. Specie zia che non ha le mutande.... vedo davvero tutto!
Anche qui, diciamo, non ci sarebbe nulla di male sono io il porco che sbircia come un maiale no?
Si certo, sarebbe anche vero se non fosse che un giorno ho proprio visto che zia se la toccava. Aveva la mano sotto la gonna e ravanava che era un piacere.
Magari si stava solo grattando un fastidio ma.... insomma ho proprio visto che alla fine ha spruzzato qualcosa.
Quello era un ditalino. Un ditalino coi fiocchi....
In più mia sorella mi ha detto che una volta ha visto anche nonna Norma farsene uno è da allora sono ossessionato da questo pensiero. Perché di zia ho qualche dubbio dopo quello che è successo in autostrada ma nonna, devo dire la verità, non l’ho mai vista fare cose strane o oscene. Non comunque cose inspiegabili come guardare il nipote che sborra...
In compenso ha uno strano vizio. Ogni volta che piscia dopo si cambia le mutande e lo so perché dopo che ha ben ben pisciato esce dal bagno con la gonna ancora alzata, le mutande appena tolte a mo di fazzoletto e va fino in salotto nel famoso armadio dove oltre alle camicie da notte pare tenga tutto il suo intimo.
Magari non ci sarà nulla di male ma vederla attraversare la casa con le calze e il reggicalze in bella vista, i peli della gnocca biondiccia che fanno capolino da sotto le mutande appallottolate a me fa un certo effetto.
E anche li, appena posso, vado giù di sega...
Poi ci sono i pisolini, almeno un ora, dopo la passeggiata. Zia si siede sulla sua poltrona davanti alla tv, si mette bella comoda e parte...
Russa che è un piacere.
Sotto intanto le gambe si divaricano, si divaricano e si divaricano e alla fine il suo cespuglio è così bello visibile che basterebbe allungare una mano.
Io ovviamente sono lì con lei, sdraiato sul divano. Ho la faccia a meno di un metro dal suo intimo. Cavoli come mi piacerebbe allungare il braccio e toccarla o ancora meglio avere una lingua così lunga da raggiungere le sue cosce.
A volte, se mi concentro, mi pare quasi di sentire odore della sua figa.
Anche qui, ovvio, ci vuole un’altra sega. Una sega con destrezza badando che il suo russare sia ritmico e che non apra gli occhi vedendomi smanettare. Forse qualche dubbio lo ha visto che faccio il pisolino col mio asciugamano ma, per ora, non ha mai detto nulla anche se quando riapre gli occhi l’asciugamano è tutto appallottolato e finisce nel cesto della roba da lavare subito dopo.
Nonna invece il riposino lo fa da sola in camera da letto. Si mette sopra alle coperte, si mette comoda e accende la tv prima di iniziare anche lei a russare come un treno.
Non chiude la porta quindi se salgo piano piano le scale posso anche sbirciarla.
Non fa nulla di male però, per stare comoda, si toglie il vestito e resta in sottoveste. Slaccia anche i gancetti del bustino da sotto quindi le sue belle mammelle non più trattenute dopo un po’ sono praticamente fuori e in bella vista.
Insomma. Le vedo alla grande.
A volte, quindi, trascuro zia, mi metto dietro la porta e con un asciugamano da una parte e il cazzo nell’altra vado ancora di sega mangiando con gli occhi quelle poppe e sognando che il mio schizzo gli arrivi sopra e le ricopra tutte.
Quindi, tirando le somme... una sega appena sveglio perché faccio sogni davvero osceni, una sega mentre fanno il pisolino visto quanto mi mostrano, una sega dopo che le ho viste spogliarsi e una liberatoria a letto prima di dormire.
Mi sto consumando l’uccello temo. Come ho detto la cosa mi inquieta parecchio perché mi sento sporco a coltivare questa mia ossessione per due donne anziane ma, ogni volta che provo a “guarire” da questa mia ossessione accadono cose che, come ho detto, proprio tanto normali non sono e questo da molto da pensare.
Accade ad esempio, un giorno mentre spio il pisolino di nonna facendomi la solita sega che, appena finito con notevole sollazzo visto che oggi aveva proprio le tette fuori completamente, decido di scendere a bere una coca cola col cazzo ancora umido. Passo e vedo la porta del salotto dove zia fa il suo riposino chiusa. La cosa è strana perché non chiudiamo mai la porta e quindi con grande curiosità mi avvicino, la apro di scatto e trovo zia seduta sulla sua poltrona.
“Azzzz!” esclamò mentre lei mi fissa.
Ha tutte le gambe larghe (come al solito) ma ha anche tutta la mano infilata dentro.
Mi fissa, pare arrabbiata. Si leva la mano dalla patata e si vede chiaramente che è bella umida. “Che vuoi?” sbuffa.
“Niente credevo avessi bisogno di aiuto”.
“Se avessi bisogno di aiuto lascerei la porta aperta” dice mentre si pulisce la mano con un fazzoletto.
Intanto è impossibile non notare che dalle sue gambe spunta un liquame fluente e, infatti, obbediente alle sue regole, sotto al culo ha un asciugamano.
“Cosa c’è sei eccitato?”.
“Un po’....”.
“Vuoi farti la solita sega guardandomi?”.
“Come scusa?”.
“Guarda che lo sento che mi spii e ti seghi non c’è nulla di male. Anche io, come vedi, mi masturbo ogni tanto...”.
“Non c’è niente di male” ripeto io.
“Se c’è lo teniamo per noi però...” precisa lei in tono serissimo.
“...?”.
“Non vorrei che tu andassi in giro a raccontare queste cose. Magari raccontarle a qualche amichetto....”.
Scuoto la testa vigorosamente. “Se qualcuno sapesse potrebbe fraintendere, giudicarci male, potrebbero addirittura decidere che non puoi vivere con noi”.
“Non lo farei mai zia”.
“Davvero giuri che non ti è mai venuto in mente di raccontare che ti lasciamo segare quando vuoi... che ti lasciamo spiare i nostri intimi...”.
“Si zia te lo giuro. Non lo direi mai a nessuno. Mai. Ho troppo rispetto per te e nonna per raccontare queste cose in giro”.
Mi fissa, mi studia un attimo “bravo nipotino.... allora forza, datti alla pazza gioia”.
“Posso...?”.
“Ma certo, anzi oggi avrai un premio visto che mi giuri di essere così bravo” di slancio si sfila le tettone da sotto il bustino e allarga ancor di più le gambe.
Io sono già sul divano e mi sto levando i pantaloni.
Lei lo nota subito un po’ appiccicoso “a vedo che hai già dato oggi...”.
Arrossisco....
“Non preoccuparti, anche io ho voglia di farmene un altro....” e detto fatto si porta due dita fra le gambe e inizia a giocare col suo ciccetto...
La cosa dura una decina di minuti, forse meno, perché più guardo le sue tettone più mi sale il sangue al cervello. Lei ci ha preso gusto, la smanazza per bene con tutta la mano e mi guarda.
“Che bello... c’è lhai davvero grosso ummm” sussurra maliziosa e a quel complimento mi parte lo schizzo. Faccio appena in tempo a prendere l'asciugamani.
La zia ride. “Che spruzzo tesoro”.
“Emmmmm grazie”.
“Dai vieni che adesso c’è il premio”.
Credevo che il premio fosse mostrarmi le poppe ma sbagliavo.
Mi avvicino, ancora a cazzo fuori. Lei si sta ancora smanazzando a tutta forza.
“Forza, se vuoi puoi toccare le tette... lo so che lo vuoi”.
“Davvero posso? Posso anche succhiare...”.
“Se vuoi....” mugugna lei sempre intenta a sgrillettarsi a tutta forza.
Abbasso la testa, mi portò un capezzolo grosso e duro alla bocca e succhio come un pazzo mentre con l’altra mano palpo voglioso l’altro seno. Sento lei gemere più forte. Le piace.
“Arghhh vengo” esclama con un sospiro e una specie di fontanella le spruzza verso l’alto fra le gambe.
La guardo.... ha squirtato come una Troia.
“Che relax -sospira- adesso però mi ci vuole una sigaretta. Molla la latteria caro”.
Io obbedisco. La guardo, lei mi guarda, sgrana gli occhi “ ma è di nuovo duro?”.
“E Bhe zia con quelle poppe”.
Sorride. Allunga la mano, me lo tocca. “Rimetti le mani sui seni”.
“Posso....?”.
“Visto che è colpa mia si”.
Lo faccio, intanto sento le sue mani grandi e calde saggiare il mio cazzo. Inizia a muoverlo ed è fantastico.
I nostri visi sono uno di fronte all’altro. Le mie mani sui suoi seni la palpano con voluttuosa passione, la sua mano lavora alla perfezione.
“Occcazzzzzzo” esclamo sentendolo sborrare. In un fremito di passione avvicino la mia bocca alla sua e la bacio. La mia lingua nella sua bocca senza che lei faccia obiezioni.
E, stavolta, non abbiamo nemmeno usato l’asciugamano penso mentre vedo il suo bustino nero tutto inzaccherato di sperma.
Lei si alza, si spoglia completamente “questa roba è meglio lavarla direi...”.
“Si ottima idea” sorrido io.
“E magari anche tu fatti una doccia che sei davvero sudato e puzzi anche un po...”.
Io annuisco, abbasso la testa e senza osare guardarla le dico “grazie zia”.
“Si ma ricordati che è un segreto”.
“Si zia. Lo giuro”.
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