Ridotta in schiavitù
Capitolo 2 - Schiacciata e usata come un oggetto
Era già tardi, la Padrona era indecisa se andare a letto oppure entrare in chat per scambiare quattro chiacchiere, provò a collegarsi, fece sdraiare a terra Roberta e le posò i piedi uno sulla faccia e uno sul petto, degli amici virtuali non c’era nessuno, andò anche in un’altra chat, intanto la sua schiava le leccava il piede, naturalmente Chiara lo muoveva in modo tale che tutta la sua superficie fosse alla portata della lingua di lei: niente non era serata;
"che dici schiavetta mia andiamo a letto?"
Le diceva questo senza neanche abbassare lo sguardo per guardarla. Spense il computer: "Andiamo".
La Padrona si fece sfilare la vestaglia e nuda come era stata creata si adagiò sul letto:
"sei molto cara Roberta, come mi sopporti? Coprimi e bacia dove sai prima di andare via, anzi aspetta avvicinati a me prima"
La ragazza si piegò sul letto e Chiara prendendole la testa fra le mani
sfiorò le labbra di lei con le sue. Poi si girò con la faccia rivolta verso il muro, Roberta prese il lenzuolo, ma prima di stenderlo baciò le natiche di lei
"per favore mi dai un bacio al centro?" la schiava le allargò i glutei e posò le labbra al centro sul buchino, glielo baciò e la coprì.
"Schiava, domani se non mi sono svegliata per le 10 vieni a svegliarmi tu ok?"
"Va bene Chiara; buona notte"
La mattina dopo, Roberta si era alzata piuttosto presto, voleva approfittare di quei momenti per studiare un po’ di più, nell’ultimo periodo purtroppo non è che avesse fatto granchè, intanto una parte del suo tempo veniva assorbito dalle tante piccole incombenze, pulire la casa, lavare e stirare la roba, rassettare, ormai Chiara non faceva assolutamente nulla, non è che prima facesse molto, ed era sempre lei a darsi da fare di più, anche perché si sentiva in obbligo essendo praticamente ospite di lei, ma certo in quest’ultimo periodo si era scelta lei stessa di fare tutto mettendosi al "servizio" della sua Padrona. Ma comunque non era tutto lì il problema, le veniva difficile anche concentrarsi, pensava a lei praticamente sempre, le era entrata dentro, da quando apriva gli occhi era la sua prima preoccupazione, lei solo lei. Cercò di fare qualcosa e forse un’ora di studio riuscì a farsela, ma sempre guardando l’orologio, doveva lavarsi vestirsi uscire per compare il cornetto, preparare il cappuccio le fette biscottate, alle 9 chiuse il libro.
Alle 10 esatte bussò alla porta della sua Padrona, aveva deciso di portare la colazione in camera di lei, entrò senza aspettare che lei rispondesse, posò il vassoio sul comò, aprì le imposte, c’era una splendida giornata di sole, Chiara si stiracchiò aprendo gli occhi:
"Oh cara! Mi hai portato la colazione a letto? Sei un tesoro. Vieni appoggiala qui!".
Mangiò con appetito;
" Tu così mi vizi troppo, da domani colazione a letto ogni mattina va bene? Ti dispiace ?"
"No Chiara per me va bene tutto".
"Che cara che sei! Come mai sei vestita? Ah già sei andata a prendermi il cornetto; voglio fare una doccia e la voglio fare con te così mi insaponi la schiena: spogliati e fatti trovare dentro il box io arrivo fra un momento".
L’idea fece palpitare il cuore alla ragazza, portò via il vassoio, si spoglio in un attimo, entrò nel box, lei stessa si bagnò prima che arrivasse lei, e aspettò; arrivò qualche attimo dopo, ma non entrò nel box, prima si sedette sul water e si liberò delle sue deiezioni, lasciando la ragazza ad aspettarla , la puzza era consistente:
"Cara anche se senti puzza non ti preoccupare è la mia cacchina! Fra un momento arrivo"
ridendo per la battuta, in effetti Roberta sentiva forte l’odore, ma anche lei sorrise non vista per la simpatica arroganza. Finalmente finì e entrò dentro il box; Roberta aprì il rubinetto e il getto inondò le due donne,
"AH che bello!"
Stava di fronte alla ragazza, mentre l'acqua scorreva su di loro, Roberta la guardava e aspettava "Beh? Che aspetti? Insaponami!"
Spugna e sapone liquido e via. Che bel corpo che aveva! Le porgeva tutta la sua bellezza e in un certo senso la stordiva, le lavò i seni turgidi, rotondi, con dei capezzoli che sembrava la guardassero diritta negli occhi, le braccia i fianchi; poi si girò e la porse le spalle gliele insapono, stava per cominciare a insaponare le natiche quando:" Non ti viene meglio se ti inginocchi e così mi puoi lavare le parti più intime? Anzi posa la spugna , mi devi accarezzare con le tue mani insaponate", Roberta posò la spugna s’inginocchiò e si mise un po’ di sapone sulle mani e prese a lavarla partendo dai fianchi, le gambe, per aiutarla Chiara le posò prima un piede sulle gambe, in modo che lei non dovesse chinarsi fino a terra per lavarle polpacci caviglie e piede stesso e poi l’altro piede e intanto la guardava. Quando tornò su su con le mani, scorrendo con le mani le gambe, giunse infine nella sua parte più intima "Lava bene ma con delicatezza quella parte", il tocco di Roberta era più una carezza che altro, la padrona aveva socchiuso gli occhi, Roberta la toccava con grazia, Chiara le mise una mano sulla nuca e avvicino al suo pube la testa di lei, se la premette contro "Schiavetta mia", si girò su se stessa e porse alla sua schiava le gambe e le natiche da lavare; anche qui il tocco di Roberta si sentiva delizioso, quando sentì che la ragazza le stava accarezzando le natiche, inarcò la schiena e rinculando andò a strofinare scherzosamente il sedere sulla faccia di lei, finalmente avevano finito. Asciugata e massaggiata, la Padrona fece mettere a quattro gambe davanti allo specchio la sua schiava, così nuda com’era e vi si piazzò sopra per il trucco, stando bene attenta che il suo sedere nudo poggiasse sulle spalle nude di lei.
Mentre stava seduta e si stava truccando, la ragazza ebbe un attimo di cedimento sulle braccia e piegandole stava per farla cadere, lei si alzò di scatto
"STUPIDA! VUOI FARMI CADERE?".
"Scusami Chiara, non l’ho fatto apposta"
"Resisti stupido sgabello umano!
Si risiedette su di lei poggiando una natica sulla nuca e una sulla spalla, era interminabile il suo trucco ma finalmente finì.
"Oggi non torno per pranzo, resterò fuori e tornerò nel tardo pomeriggio o stasera"
"Va bene chiara hai fatto bene a dirmelo così non preparo nulla per il pranzo.
Roberta restò sola, ne approfittò per studiare quasi tutto il tempo, fece solo una piccola pausa per uno spuntino a all’una, ma poi di nuovo sul libro; era parecchio indietro, si rendeva conto che lo studio era diventato un problema serio, non riusciva a trovare il tempo, ma certo non voleva rinunciare a stare con la sua amata per chiudersi nella sua camera a studiare e in ogni caso non sarebbe riuscita a concentrarsi.
Verso le 17, la porta si aprì, era Chiara, ma non era sola con lei c’era un’altra ragazza; non era bella come Chiara, ma anche lei era molto notevole, alta 1,65 più o meno, capelli castano chiari, con delle curve davvero appropriate.
"Roberta? Ah! Ciao sei qui! Ti presento Loredana"
Intanto si sedevano sul divano una accanto all’altra mentre Roberta dopo aver dato la mano alla nuova venuta si era riseduta sulla poltrona.
"Loredana questa è Roberta la ragazza che convive con me e che viene anche lei dal mio paese natale, è una cara ragazza molto dolce e la convivenza con lei è davvero piacevole"
Mentre diceva questo la guardava negli occhi, intanto la sua mano non smetteva di accarezzare la mano di Loredana, Roberta aveva il cuore in tumulto, stava stringendo i pugni per resistere senza scoppiare a piangere, anzi si sforzava di sorridere.
"Roberta invece questa vicina a me è la ragazza di cui ti ho parlato e di cui sono innamorata!"
Detto questo le prese le guance fra le mani e la baciò lì davanti a lei.
Loredana le disse che non era il caso davanti alla ragazza scambiando il rossore di Roberta per imbarazzo anziché per quello che era: sofferenza atroce, rabbia, delusione.
"Non preoccupatevi io mi ritiro nella mia stanza così voi potete stare tranquille"
disse ciò con grande sforzo, sapeva che stava cominciando a piangere, che non avrebbe potuto resistere ancora.
"No Roberta tu resta pure qui, noi ci ritiriamo nella mia stanza. Ah! Senti se mi cerca qualcuno io non ci sono, ho troppe cose piacevoli da fare, ciao ci vediamo dopo" .
Mentre si alzò prendendo per la mano l’amante guardò il viso paonazzo della ragazza e le strizzò l’occhio salutandola con la manina.
Non appena la porta si richiuse dietro di loro, Roberta scoppiò a piangere, si sentiva crollare tutto addosso, non aveva mai provato nulla del genere, accese la tv per evitare che potessero sentirla, poi appoggiando i gomiti sulle ginocchia, si prese il volto tra le mani e pianse, pianse molto, si sentiva svuotata, a tratti si fermava a pensare e poi ricominciava a singhiozzare, non poteva farci nulla , rimase così in quella posizione anche quando era riuscita ad esaurire tutte le lacrime. Guardava la tv, almeno i suoi occhi erano fissi sulla tv ma la sua mente vagava lontano, perché? Si chiedeva, Perché mi sta facendo soffrire così?
Un’ora dopo rispetto a quando si erano appartati, Chiara uscì in soggiorno; era completamente nuda, si avvicinò al tavolinetto del salottino e presosi una sigaretta se l’accese, si sedette sul divano senza dire niente, anzi faceva finta di guardare la tv, poi guardando Roberta e vedendo gli occhi profondamente arrossati:
"Hai pianto? Si hai pianto! Pensi che io debba essere dispiaciuta? Invece no, proprio per nulla, anzi mentre sto con lei io penso a te che soffri e mi piace; SI MI PIACE!
Gli occhi di Roberta stavano tornando umidi;
"Ma perché mi fai questo Chiara perché? Cosa ti ho fatto? Io ti amo, darei la mia vita per te; perché dunque ?" Riprese a singhiozzare. Chiara si alzò, la sigaretta era quasi terminata, c’era l’ultimo boccone, si avvicinò a lei e aspirò, si piegò verso di lei per guardarla in faccia da vicino, le buttò il fumo in faccia e le disse:
"Perché mi piace!"
Si girò su se stessa e con la scusa di spegnere il mozzicone sul posacenere del tavolinetto si piegò e strusciò il sedere sulla faccia di lei:
"Pensami mentre sono di là cara" .
Rimasta sola Roberta aveva voglia di gridare, spense il televisore e se ne andò nella sua stanza si rannicchiò su se stessa e riprese a piangere, si sentiva sola avrebbe voluto la madre vicino a sé, qualcuno che la consolasse davvero, pensava di andarsene via, ma il solo pensiero di allontanarsi da lei la faceva morire di dolore. Rimase in quella posizione per molto tempo, poi si allungò sul letto con le mani dietro la nuca e fissò il soffitto.
Sentì lo stereo accendersi, non sapeva quanto tempo era passato, ne aveva perso la cognizione, la porta della sua stanza si aprì; era lei, quando si accorse che Roberta era sdraiata sul letto prima andò a mettere più forte la musica, aveva messo su un CD di Peter Gabriel, tornò nella stanza ballando, si fermò a un metro dal letto di lei, il brano che stavano ascoltando era molto ritmato, lei ballava benissimo, muoveva il bacino le braccia e anche la testa con grazia divina e intanto la guardava, anche Roberta guardava lei, continuava a ballare senza parlare, quando finì il pezzo, Chiara si sedette sul letto vicino a lei le prese i capelli tra le mani si piegò su di lei e la baciò con passione, quasi con violenza, la sua lingua forzò le labbra chiuse di Roberta che inizialmente voleva resisterle, poi aprì la bocca e la lingua di Chiara andò a cercare quella di lei, le sue mani si spostarono dai suoi capelli ai suoi fianchi, la accarezzarono, la povera ragazza non capiva più nulla, ma come si può compiere un viaggio così veloce dall’inferno al paradiso? Continuò ad accarezzarla e ora la guardava negli occhi:
"Sei una stupida! Ma non ti rendi conto che a dover essere gelosa dovrebbe essere Loredana? In fondo tu stai con me quasi tutto il tempo, se lei sapesse di questo nostro rapporto particolare sono certa che avrebbe da ridire. (salì con le ginocchia sul letto e scavalcando il petto si appoggiò col sedere sul suo ventre) Tu sei la mia schiava giusto? E allora, ciò vuol dire che mi appartieni, sei più parte di me dell’altra, anche se non ti amo, anche se mi piace farti soffrire, ma in fondo tu soffri per me e questo dovrebbe renderti felice; guarda(avanzandosi e sedendosi sul suo petto con la testa di lei fra le sue gambe e guardandola da quella posizione) tu ora soffri per il mio peso, ma questa sofferenza è minore di quella di prima, quella cerebrale, avresti preferito che io fossi rimasta seduta sul tuo petto come in questo momento tutto il pomeriggio, quindi ora soffri relativamente al momento vissuto; tutto è relativo, ma io voglio essere la padrona assoluta anche della tua testa, non solo del tuo corpo, ora mi piace vederti qui sotto di me che ti sforzi di sopportare il mio peso, la tua sofferenza mi eccita. Devi annullarti in me, qualunque cosa la devi accettare, tu sai che ti sono superiore, mi hai accettato come tale, il mio ideale sarebbe di farti soffrire fisicamente e cerebralmente mentre godo. So che stai passando dei momenti bruttissimi, ma ripeto mi eccitano, sento la tua sofferenza come parte importante del mio piacere, ti sento mia proprietà e quindi posso fare di te e con te di tutto; ( mentre si alzava) dai andiamo, vai a prendermi la vestaglia e poi vieni in bagno"
La ragazza si alzò e dopo aver preso la vestaglietta andò in bagno dove la sua Padrona era seduta sul water e stava facendo pipì, la ragazza si mise a quattro gambe senza neanche aspettare l’ordine ed era pronta per fare da sgabello, Chiara si sorrise allo specchio;
"dammi una mano"
La schiava alzò gli occhi e la guardò interrogativamente,
"dammi la mano destra!"
ripetè, Roberta allungò la mano, Chiara la prese per il polso e fece infilare la mano tra le sue gambe, andando in tal modo a toccare la sua intimità bagnata di urina:
"ma cosa fai?"
Voleva ritirare la mano, ma Chiara non glielo permise e mentre la guardava impose con la sua forza che la mano passasse ripassasse da lì. Quando infine le permise di liberarla essa era naturalmente bagnata:
"Tu non immagini neanche quante persone sarebbero pronte a berla , lo so con assoluta certezza e ciò anche senza essere innamorati della propria Padrona, ma proprio perché sono masochisti e gli piace essere umiliati fino a essere trattati come water, tu invece vorresti fare la schizzinosa con me?"
"Ma mi fa schifo Chiara!! E poi non ci credo che ci possano essere persone che sono disposte a fare ciò"!
"Stasera ti dimostrerò che sbagli! Ma se te lo dimostrerò tu dovrai essere anche più disponibile a provare va bene? Ora comunque leccati la mano!"
"No per favore Chiara"
Ma non era risentita, anzi le veniva da ridere
"Leccati la mano!"
La ragazza si avvicinò la mano alla bocca e con qualche ribrezzo se la leccò, poi sentendo che il sapore non era proprio così schifoso, si distese in volto e leccò tutto
"Se devo essere sincera pensavo molto peggio".
La Padrona scavalcò il suo corpo e si sedette sulle sue spalle, mormorava un qualche motivetto mentre si toglieva il trucco, naturalmente Roberta tremava sotto il peso di lei, ma costei al contrario aveva persino incrociato le caviglie. Chiese ala sua schiava cosa c’era da mangiare, ma Roberta non era in grado di rispondere compiutamente sotto il peso.
Finalmente in cucina, mentre Roberta prese a cucinare, Chiara si versò un Campari e accompagnandolo con arachidi e patatine si mise a sedere al tavolo e parlò:
"Allora schiava, riprendiamo il discorso anche perché ora potrai obbiettare quello che vuoi senza avere sopra di te il mio peso. Ammettiamo che tu non sia innamorata di me, sopporteresti tutte le angherie cui ti sto sottoponendo?
"Credo proprio di no" rispose lei
"tu rispondi senza riflettere, hai fatto capire tu stessa che sei un po’ masochista no? E come credi che si estrinsechi il masochismo?"
"Ma io non ho mai detto di essere masochista!"
"Tu sei masochista altrimenti mai e poi mai accetteresti di essere trattata come ti tratto io"
"Ma io mi faccio trattare così perché ti amo e non voglio perderti"
"Quanti rapporti hai conosciuto di persone che amano fino a farsi fare le cose che ti faccio fare io?
" Nessuno"
"Lo vedi allora ? Tu mi ami e sei anche masochista, mentre io sto dall’altra parte della barricata, non ti amo e mi piace farti soffrire.
"bella situazione"
"Ammettiamo che io, quando mi hai baciato il collo, ti abbia detto; lascia stare ! Probabilmente ci saresti rimasta male al momento e poi avresti vissuto il tuo amore nei miei confronti in silenzio, avresti sofferto certamente, ma la tua sofferenza sarebbe stata come quella di tanti altri che amano senza essere ricambiati. Avresti preferito che fosse andata così?"
"Questo davvero non lo so, ci ho pensato spesso a dire la verità, in alcuni momenti mi sono pentita di averti fatto capire quello che provavo, ma certo se ripenso a tanti altri momenti e allora…."
Comunque concordi su una cosa? Quello che stai vivendo ti sta sconvolgendo, probabilmente questa esperienza ti resterà indelebile nella mente e forse ti segnerà una strada; bada che per me è una esperienza bellissima, so di poter fare di te ciò che voglio, so di poterti fare soffrire come voglio, non riesci a immaginare vederti a me letteralmente sottomessa, usarti come sgabello , farmi leccare i piedi godere, farmi leccare le parti intime senza doverti dar conto di nulla, solo per il mio piacere; guarda che io davvero ti considero un essere inferiore"
" AH! È così dunque?"
"Io ti considero un essere inferiore ma non ho detto che lo sei, per gli altri, per tutti gli altri tu sei una persona normale, sei vai a comprarmi il cornetto, se andiamo al cinema se andiamo dove vuoi , fuori di qui sei una persona normale, ma quando siamo in casa io e te tu sei un essere inferiore per me. Ora fammi mangiare perché ho molta fame; cosa hai preparato?"
"risotto ai funghi, e bistecchina sempre ai funghi"
"Ottimo! Servimi e siediti!"
"Stai studiando in quest’ultimo periodo?"
"Molto poco Chiara, molto poco, non riesco a concentrarmi"
"Per colpa mia immagino no?"
"Non so se è colpa tua ma certo e a te che penso e non riesco a liberare la mente dal pensiero fisso che ho, poi quando mi fai soffrire come hai fatto oggi e allora altro che studio!"
"Vuoi che io sia sincera?"
"Dimmi!"
"Non me ne frega assolutamente nulla del tuo studio! Anzi mi piace anche ciò, non sono ipocrita, se non riesci a studiare per colpa mia, perché sono dentro di te, lo trovo stupendo, ci sono dei momenti come questo che mi sta prendendo adesso in cui mi piace vederti soffrire, Vieni qui e mettiti in ginocchio vicino a me!"
Era cambiata l’atmosfera in un battibaleno, la determinazione di Chiara era indiscutibile, Roberta si alzò senza parlare e andò ad inginocchiarsi ai suoi piedi, Chiara le prese i capezzoli tra le dita e le strinse
"AHIII!!!!Mi fai maleee!!
"Mmmm! Si ti faccio male, togliti la camicetta"
Con qualche titubanza Roberta si liberò dell’indumento, aveva i seni non molto grandi ma aveva dei capezzoli molto sviluppati, Chiara glieli strinse di nuovo e vedendo la smorfia di dolore della ragazza si alzò;
" Metti la testa sulla sedia!" la ragazza si girò di spalle e restando in una posizione scomodissima appoggiò la nuca sulla sedia.
"Ecco cosa significa sottomessa!"
si girò e con lentezza inarcò la schiena e si sedette sulla faccia di lei, la superficie della sedia era dura quindi la nuca le faceva male, ma Chiara in aggiunta alzò i piedi e li appoggiò sulle gambe di lei, tutto il peso era su Roberta.
"Lo vedi perché mi sei inferiore? Non immagini neanche quanto mi piace questo momento, io seduta sulla tua faccia e tu che non provi alcun godimento per il dolore che hai alla nuca, questo è il tuo posto naturale"
Sapeva che Roberta non avrebbe potuto resistere molto in quella posizione, appena poteva respirare, tuttavia restò lì qualche minuto, anzi si prese una mano di Roberta e se la posò sulla fighetta bagnata, le sue gambe larghe segnavano una posa indecente, sentiva il suo piacere arrivare,
"leccami il buchetto schiavaaaa!!lecccca!!!!!!!vaiiiii!!!Apri la boccccaaaa!!!"
rimise i piedi a terra si spostò all’indietro di qualche cm e posò la fica sulla bocca aperta
"Arrivoo!!!!beviiii!!!!!! tuttooooo!!!
Finalmente si calmò di nuovo. Quando si alzò la faccia di Roberta era tutto un programma, teneva la bocca aperta , con dentro il liquido speciale e naturalmente era rossa e dolorante, Chiara prese un bicchiere con dell’acqua dentro, s’inginocchio sopra le gambe della schiava facendole male e le versò il contenuto del bicchiere nella bocca aperta :
"Bevi tesoro bevi!!"
Il piacere insieme all’acqua scesero in fondo alla gola, poi si alzò e guardandola dall’alto alzò un piede e lo posò sulla faccia della sua schiava
"Tu sei mia e io faccio di te ciò che voglio, ora alzati e continuiamo a mangiare".
Le due donne ripresero a mangiare, Roberta era sempre attenta che nel bicchiere di Chiara vi fosse il vino e l’acqua, restarono in silenzio per diversi minuti, poi Chiara riprese il discorso:
"Dimmi schiavetta mia! Tu preferisci che io ti umili come ho fatto prima o preferiresti sapermi magari fuori a cena con Loredana?"
"Non ho dubbi, preferisco che tu stia qui con me"
"Ma io ti ho fatto soffrire e sapere che stavi soffrendo mi faceva eccitare di più"
"Non m’importa, anzi mi correggo, sapere che tu hai goduto, mi riempie di orgoglio, anche se ho sofferto un po’.
"Allora sei masochista ? Finalmente lo ammetti senza remore?"
"Si lo sono e sono anche innamorata di te perdutamente, per cui farò tutto ciò che vuoi"
"Tutto?"
"Beh! Nei limiti"
"Ecco stai attenta a ciò che dici".
Quando la cena finì , Chiara si avviò in soggiorno, mentre Roberta si attardò a sparecchiare, La Padrona aveva acceso il PC e si era collegata. Quando La schiava entrò in soggiorno, Chiara le chiese di prendersi una sedia e di sedersi accanto a lei.
In un primo tempo le fece vedere alcuni siti particolari, dove le situazioni estreme si sprecavano, erano perlopiù siti giapponesi e americani, c’era molta dominazione estrema, Roberta non aveva mai visto simili foto, chiedeva con interesse alla sua Padrona e costei con un mezzo sorriso disegnato sulle labbra le rispondeva.
Poi si collegò al sito dove poteva trovare i suoi amici virtuali, che avevano gli stessi interessi sul BDSM. Purtroppo la chat aveva il difetto di essere molto lenta, infatti il suo stesso creatore ci veniva non spesso(nota!EH!EH!), comunque quando Chiara entrò trovò quattro schiavi; Greg, Jim, segreto, Ectyon, poi era presente le Padrone Rachele e Flaviana e tre schiave due molto solari e sempre di buon umore di nome Favorita e Mandorla un’altra po’ particolare di nome Honey; mancava quella sera uno che c’è spesso e che è in coppia, ma costui era impegnato a scrivere il racconto(EH!EH!). Dopo i primi convenevoli e i saluti di rito, Chiara si rivolse agli schiavi e fece una domanda precisa; Quanti di voi sono disposti a bere quello che sapete fino all’ultima goccia? La prima risposta che arrivò fu quella di Greg; SI SUBITO!(d’altra parte doveva ampliare un pò la sua esperienza, EH!EH!) subito dopo anche gli altri immediatamente diedero il proprio assenso, Rachele e Flaviana se la rideva dietro il loro monitor per la prontezza delle risposte, mentre Honey non riuscì a fare a meno di lanciare la sua frecciatina;
"io… certo….sarei disposta, ma solo alla giusta temperatura(10, 11°) e mai per accompagnare piatti di carne rossa"….(originale di H).
La serata continuò dgt e scambiandosi battute per il resto della serata. Per Roberta che partecipava alla discussione fu un modo diverso e alternativo di trascorrere piacevolmente due ore.
Infine Chiara salutò tutti e spense il PC:
"Accompagnami in bagno!"
"A far che?" replicò un po’ allarmata nella voce Roberta
"Non preoccuparti, (ridendo) ti limiterai solo a pulirmi"!
"pulirti come?"
"Esci fuori la lingua!"
La ragazza ritardò il gesto;
"ti ho detto fuori la lingua!",
Eseguito l’ordine, Chiara le prese la lingua fra due dita e le disse:
"A cosa credi che ti serva questa; solo a parlare? Mi pulirai con essa!"
La ragazza voleva replicare, ma lei la tacitò mettendole un dito sulle labbra. Si recarono in bagno, fece pipì, fece mettere in ginocchio la sua schiava e alzandosi le si posizionò sulla bocca
"Pulisci bene! Vedrai che non è difficile!"
In effetti Roberta non credeva che il sapore della pipì tutto sommato fosse così diciamo…. sopportabile, al contrario di quello che aveva sempre pensato, passò e ripassò con la lingua e infine sbottò:
"Fatto Padrona"!
"Da stasera userò sempre la tua lingua per pulirmi ok? Ora accompagnami a letto perché ho sonno"
Nella sua stanza Chiara andò immediatamente a sdraiarsi sul suo letto a una piazza e mezza, prima di farsi coprire col lenzuolo si allargò una natica con una mano e invitò la sua schiava a darle il bacetto della buona notte come si deve; Roberta non si fece pregare, infilò il viso tra le sue natiche le baciò il buchetto poi ciascuna delle natiche e sparì nella sua stanza.
Nel corso di quella settimana, il graduale ma inesorabile asservimento totale della schiava, registrò due episodi significativi.
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