il cuginetto mi porta a letto

Capitolo 1 - Incompreso sessualmente

Giovanna Esse
a month ago

Per La Posta di Giovanna, più che una confessione oggi vi racconto lo sfogo di una signore anziano... ma sincero ed eccitante, che merita certamente la nostra attenzione.


- Salve signora Giovanna, spero che si ricordi di me, anzi, ne sono certo, visto che ha dimostrato già tanta comprensione e tanta sensibilità, nei post che ci siamo scambiati “apertamente” sulla sua bellissima rubrica.

Non può immaginare cosa mi è successo!

Sono fuori di testa in questo momento! Provato profondamente, ma fuori di testa... e stranamente, devo questo colpo di fortuna, alle restrizioni dovute al maledetto virus, COVID-19.

Le scrivo per entusiasmo, per sorpresa... perché la mia vita è cambiata, forse solo per un giorno, ma ne valeva la pena. Adesso sono in un angolo tranquillo, nell’androne della nostra palazzina; non le scrivo da casa; ci sono tutti, ovviamente, e mia moglie potrebbe intromettersi e, magari, scoprirmi.

Solo questo, Giovanna, pochi minuti fa, un mio vicino, un insospettabile sessant’enne, me lo ha messo in bocca... sì, ha pretese un pompino e, diciamo quasi mio malgrado, mi è venuto tutto in bocca.

Signora bella... era passato tanto tempo (come ricorderà) dalla mia parentesi “femminea”.

A parole, sì lo avevo quel desiderio segreto (ricorda?) ma non mi aspettavo di appagarlo nella realtà, almeno non in questo modo. Un modo così improvviso, così oltraggioso ma anche... così meraviglioso.

Grazie Giovanna, grazie per i consigli e la gentilezza. Sono felice! Poi le scrivo, con calma, a mente fredda, tutta la storia.

Cari lettori, eccovi pari pari, la mail che mi ha inviato un mio contatto in preda all’entusiasmo. Il motivo di tanta euforia? Sarà presto chiaro anche a voi, se avrete la pazienza di leggere la sua storia vera.

1 -Nostalgie di gioventù.

Inesorabili gli anni sono passati e la vecchiezza, portandosi dietro acciacchi e malattie, mi ha stretto alla gola come un nodo scorsoio, lento ma implacabile.

Se tutto fosse avvenuto in un colpo solo forse riusciresti a ribellarti, non dico a vincere, ma quantomeno a ribellarti, con forza e dignità. Invece, dopo i sessanta, come un lento stillicidio ti inserisci in un circolo vizioso, e l’età ti fa credere di non poter più avere un futuro in cui sperare.

Ecco forse è questa la vera vecchiezza; quando la senti addosso e la ritieni irreversibile.

Quest’odiosa presentazione non sembri una lamentela, è piuttosto l’analisi di una brutta situazione che poi viene aggravata anche dai problemi sessuali. La mia salute precaria ha voluto riservarmi pure questo!

Un complesso di fastidi, che assommato agli effetti collaterali di potenti medicinali, mi ha reso impotente o, quantomeno, incapace di ottenere una dignitosa erezione. Mi è restato il piacere dell’orgasmo e dell’eiaculazione, almeno questo. Ma la ricerca della sborrata, che tiro fuori quasi una volta al giorno, è sempre e solo relegata a un rapporto solitario, visto che mia moglie, a causa delle sue ristrette vedute, considera, quale rapporto degno di essere consumato, solo la scopata ma soprattutto, perpetrata grazie a un membro duro ed eretto, come vuole la prassi.

Non mi permette più niente, nemmeno di toccarla, nemmeno di vederla spogliata per masturbarmi in sua presenza. Al contrario, le sue lamentele sono sempre più denigranti e mortificanti... come se tutto questo fosse colpa mia.

Lei ha 60 anni ed io 67 e lei, per sua fortuna, sta benissimo.

Ha sempre apprezzato la chiavata in senso stretto, più meccanico che sentimentale, e ad essere onesto, ce la siamo sempre goduta: eravamo una coppia affiatata insomma. Ora non solo mi allontana come un appestato, ma si lamenta della mia impotenza ed elogia, al negativo, la sua “errata” fedeltà! Errata perché lei che si sente ancora donna: lei, delusa dal marito; lei, che non si fa fottere da un amante, come sarebbe giusto fare!

- Ma chi ti ferma, - le dico allora, - fai, fatti fottere, visto che io non servo più.

Lei non mi risponde e mi lascia, voltando le spalle.

E così è avvenuto che la mia fantasia, più che suggerirmi il ricordo dei mille rapporti sessuali tradizionali, collezionati in circa 50 anni, mi ha portato a innamorarmi dell’unico periodo in cui ho assaggiato la perversione, e in maniera veramente estrema.

In effetti, non avevo mai dimenticato quel lontano “momento” della mia esistenza, ma non ci avevo nemmeno mai pensato in maniera coerente: in qualche occasione, come un flash, mi fa sfiorato il ricordo di quell’anno lontano, di quel mese, o poco più, in cui “qualcuno” ha fatto di me la sua puttana, con mia totale, indiscussa e felice accettazione del ruolo.

Forse ero troppo piccolo, per decidere consapevolmente sulla mia sessualità.

Una volta fuori da quel gorgo inarrestabile che mi aveva pervaso, come una corrente elettrica, la mia vita ritornò quella normale, di adolescente. Non ci sono più state occasioni per farmi sentire “femminella”; il tempo mi travolse e seguii la classica sequenza di eventi di uomo normale.