Padre nostro
Capitolo 10 - PADRE NOSTRO 10° CAPITOLO

Padre Francesco dopo l’incontro con Guido e la figlia era rientrato in canonica. Erano circa le sette di sera. Andò direttamente nella sua stanza ed entrato nel bagno si spogliò per farsi una doccia. L’acqua scorreva sul suo corpo dandogli una sensazione di grande benessere ma il maggior piacere veniva dalla constatazione di aver assoggettato a lui, al suo volere, diverse persone: uomini e donne; mariti e mogli, padri, mamma e figlie; ed anche le due suore. Mentre si lavava pensava alle prossime mosse. Voleva spingersi più in la, andare oltre. Scavare nella perversione più profonda. Toccare vette di piacere mai provate prima. Affondare nella lussuria più depravante. Uscì dalla doccia ed iniziò ad asciugarsi avvicinandosi alla finestra per guardare in piazza chi c’era. Sentì dietro di se la porta aprirsi e girandosi vide apparire le due suore nude, mano nella mano, entrare nella stanza. Suor Angelica aveva in mano un bicchiere con dentro una bevanda di color arancione.
Suor Angelica: “padre disturbiamo ? le abbiamo portato una spremuta di arancia fatte con le nostre mani.”
Padre Francesco: “grazie sorelle…ne avevo proprio bisogno…”
Il prete prese il bicchiere e ne bevve il contenuto tutto d’un sorso. Poi attirò a se la suora più giovane ed iniziò ad accarezzarla dappertutto.
Padre Francesco: “sei bellissima…il tuo corpo sembra quello di una ragazzina…fatti toccare…toccami…”
Ma mentre la toccava sentì un calore strano provenire dallo stomaco. Senti la testa girare, le forze venir meno ed i suoi occhi chiudersi. Cercò di reagire ma venne il buio.
Quando apri gli occhi la sua faccia affondava in un cuscino. Alzò di poco la testa e vide il cuscino del suo letto sotto di lui. Sentì anche che non poteva muovere ne braccia ne gambe. Sentì qualcosa che stringeva i polsi, le braccia ed i piedi. Si rese conto di essere legato al suo letto. Disteso a pancia in giù. Cercò di forzare i legacci ma erano stretti bene e allora voltando la faccia a destra e sinistra cercò di guardare oltre il suo letto. Vide che le due suore nude lo guardavano e sorridevano. Sorridevano e guardavano, ma avevano uno sguardo strano, quasi malefico.
Suor Angelica: “padre…ora sei totalmente nostro. Completamente nostro.”
Padre Francesco: “che cazzo state facendo ? slegatemi subito…subito ! Vi ordino di slegarmi…fatelo…ora !”
Suor Angelica che si era avvicinata alla sua faccia si abbassò sul suo orecchio:
“padre non puoi fare nulla…sei legato…sei nostro…faremo di te il nostro strumento di piacere.”
Mentre ascoltava suor Angelica sentì un fortissimo calore sulla schiena. Un bruciore fortissimo. Il prete iniziò a gridare.
Padre Francesco: “ ahahhhhh !!! cazzooo….ahhhh….bruciaaaaa….”
Suor Angelica: “ ti piace la cera ? Suor Anna ti sta cospargendo la schiena di cera incandescente. Vogliamo godere della tua sofferenza. “
Il prete quasi svenne dal dolore ma riuscì a vedere mentre chiudeva gli occhi che la suora si era portata una mano in mezzo alle gambe iniziandosi a toccare la figa.
Rinvenne e subito sentì il dolore delle bruciature sulla schiena.
Padre Francesco: “ vi pregooo…slegatemiii…smettetela…finitelaaaa…bastaaaa…..”
Suor Angelica: “ e no padre lei ha voluto il piacere assoluto…e noi te lo diamo…procedi Suor Anna…vai…”
Il prete sentì qualcosa appoggiarsi sul culo, era freddo e stretto. Poi quest’oggetto farsi strada fra le natiche raggiungendo il buco del culo. Cerco di stringere le chiappe ma non riuscì a fermare questo corpo estraneo.
Suor Angelica: “ sai cosa ti stiamo per fare ? Lo sai ? Suor Angelica ti sta infilando in culo un imbuto…ti allargherà il culo e poi verserà dentro di se la nostra piscia. Si te la verserà dentro. Ti dovrai sentire pieno della nostra piscia.”
Padre Francesco: “siete pazze..slegatemi…cazzo…slegatemiiii…finitelaaaa…”
Il prete a quelle parole cercò ancora una volta di reagire, di strattonare tutto ciò che lo legava, ma non ci riuscì. Senti quell’imbuto entrargli dentro farsi strada nel culo. Poi sentì la piscia calda entrargli dentro. Ebbè un lungo brivido. Ma invece di provocargli ribrezzo sentì che il suo cazzo, fra le gambe, diventava duro, durissimo. Si stava eccitando. Si stava eccitando pensando a quanto quelle due suore erano diventate depravate. Questo pensiero lo fece trasalire ed eccitare, di un’eccitazione mai sentita prima. E allora cercò di allargare le chiappe, cercò di agevolare l’azione della suorina.
Padre Francesco: “ahhhhh….mmmm…siiii….mi piaceee….mi piaceee….sentire la vostra piscia dentro di me…continuateee…vi pregooo…fatemi quello che voleteee…..siete depravateeee…lussuriosee..site due porcheeee…”
Suor Angelica che si masturbava la fica a pochi centimetri dal volto del prete disse:
“Ti piace eh ? Ti piace sentirti usato ? ti piace ? Porco ! Porco depravato…sei il nostro uomo…il nostro maschio…prendi la piscia dentro di teeeeee…aahahha…..godoooo….goddoooo…”
In quella stanza non c’era più limite. La suora si masturbava e godeva, il prete era eccitato e mugulava dal piacere, suor Anna infilava sempre di più l’imbuto nel culo del prete e si pizzicava un capezzolo. Poi il prete sentì un oggetto più grande appoggiarsi al culo. Senti anche quest’oggetto farsi strada nel buo.
Suor Angelica: “ti piace porco ? ahahaha…adesso suor Anna ti infila un cetriolo nel culo….dillo che lo vuoi…dillo…dimmelo…diccelo…ahhhhhh…”
Padre Francesco:” siii…..infilatemi di tutto nel culo….fatemi godere con il culoooo…sfondatemiii….troieeee…sfondatemi….”
Suor Anna spinse con violenza il cetriolo nel culo del prete. L’ortaggio non trovò resistenza per la presenza della piscia calda nel culo. La suora spingeva, spingeva sempre di più. Nel frattempo suor Angelica dopo aver goduto salì sul letto e mise la sua fica vicino alla bocca del prete, ed iniziò a pisciargli in faccia.
Suo Angelica: “bevi…bevi la mia piscia….bevi ed ingoia…la mia piscia…porco…porco lussurioso…ingoiala…”
Il prete sentì gli schizzi sulla faccia. Allora aprì la bocca, la spalancò. Bevve ed ingoio la piscia di suor Angelica mentre sentiva dentro di se il cetriolo farsi largo nel culo. Era una sensazione mai provata prima. Era incredibile ma stava per venire senza toccare, senza chiavare. Il suo cazzo era durissimo, gli faceva male stando tra il suo corpo ed il letto. Voleva godere, voleva scopare, voleva possedere ed inondare la fighe delle suore. Voleva farle sue. Stavano dimostrando di essere le donne che aveva sempre sognato al suo fianco. Donne depravate, lussuriose, troia, puttane, ninfomani, senza limiti.
Sentì all’improvviso una mano libera, poi l’altra, poi una gamba ed anche l’altra. L’avevano slegato. Era libero ma pronto per godere. Si alzò come una furia. Buttò dal letto suor Angelica. Estrasse con una mano il cetriolo dal suo culo e lo infilò nella bocca della suora che continuava a toccarsi la fica dopo aver pisciato. Si scaraventò su suor Anna, la sbattè sul letto, gli aprì le gambe ed infilò con forza il suo cazzo nella figa della giovane suora. Iniziò a pomparla e chiavarla con una furia incredibile. Una forza animalesca che mai aveva posseduto.
Padre Francesco: “prendi troiaaa…prendi il mio cazzooo…prendilo fino nell’uterooo…questo giorno te lo farò ricordare per tutta la vita….ti chiaverò fino a farti svenire…ti sborrerò dentroooo…ti metterooò incinta….ti ingravido lurida suora depravata….aahhaaha….”
Suor Anna avvinghiandosi a lui, aprendo sempre di più le gambe e sentendosi squartata da quel cazzo possente: “siiiii….falloooo….sborrami dentroooo…fammi tua per sempreeee….ingravidamiiii…menttimiii incinta…..fammi sentire femmina come non lo sono mai stataaaaa….aahhaha…..vai…sborraaa……siiiiii !!!”
Padre Francesco: “ahhhh…grrrr….ti sborro dentroooo…ti fecondoooo…ti ingravidooo troiaaa….sei miaaaa…sei miaaaa….tieniiii…prendi la sborra nel tuo uteroooo…..”
In quella stanza ormai l’inferno si era scatenato. Il prete fotteva la giovane suora. Suor Angelica aveva il cetriolo conficcato nella figa. Godevano tutti, godevano come dei porci, come cani e cagne in calore. Godevano, gridavano. Una scena dal piacere immenso e depravato. Corpi, sesso, e ancora grida, lamenti, esortazioni. In quella stanza ormai il piacere era l’unico scopo di vita. Ma non solo in quella stanza, a casa del maestro la figlia e la madre godevano nello stesso istante sotto i colpi di Guido. E nello stesso istante Mario stava godendo sborrando dentro la sorella della moglie, mentre la consorte si faceva sbattere da un amico. Quella chiesa, quelle strade, quel paese erano diventate Sodoma e Gomorra. In ogni casa, in ogni angolo uomini e donne, donne con donne, uomini ed uomini, giovani ed anziani, godevano, godevano di un godimento assoluto. Il prete, il parroco aveva seminato e sparso nell’aria il virus del piacere assoluto. Piacere assoluto senza più limiti, nella perdizione profonda e senza ritorno.
(fine)
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