Chat perversa
Capitolo 2 - Vicolo cieco

... forse perché la sua vita era terribilmente vuota. Non aveva amiche, non lavorava. Lei era contenta solo quando ascoltava musica, praticamente sempre, leggeva o scriveva. Infatti, lei aveva conosciuto Marco, grazie a un racconto erotico, pubblicato su un canale telegram. Lui le aveva scritto e lei gli aveva risposto.
Nei giorni successivi, i due avevano chattato molto, anche quando Marco era al lavoro, dove aveva poco da fare, dato che era agosto. Lei non era abituata a stare ore a chattare più che altro di argomenti di carattere erotico ed era logico che poi si eccitasse e quindi sentisse l’esigenza di masturbarsi furiosamente. Stefania, ripetiamo era una donna molto vogliosa e in questa maniera, la sua voglia si acuiva come non mai. Inoltre, lei con un raccontino scritto di getto mentre lui si segava, l’aveva fatto venire e lui era rimasto molto appagato. Infatti, Marco le diceva che scriveva molto bene. Addirittura la spingeva a farne un lavoro redditizio, anche se, in Italia, lei aveva replicato che ben pochi riescono a vivere solo scrivendo, di solito fanno anche un altro lavoro.
Al di là di quello, ciò che la stupiva è che non la trovasse grassa e brutta perché lei gli aveva mandato video e foto di varie parti del suo corpo compresa una foto auto distruggente del viso. E lui alla prima le aveva detto di rifarla perché non sorridente e con gli occhi bassi. Quindi, una volta rifatta le aveva detto che la trovava carina con pelle e occhi chiari. Invece, lei ancora doveva vedere il viso di Marco. Stefania aveva visto una foto del suo corpo non male per uno della sua età con nascosta la faccia e poi naturalmente il cazzo. Lui voleva incontrarla e lei era molto tentata. Era il primo, a cui, non aveva chiarito subito, che non avrebbe fatto alcun incontro. Stefania era un po’ impaurita. Lei si rendeva conto che il matrimonio con suo marito, come dire, era solo di facciata e non solo per il sesso. Però buttarsi così perché un uomo la faceva eccitare moltissimo, non era proprio da lei.
Il problema era come incontrarsi, visto che lei non si muoveva di casa. Lui era il caso che non venisse perché nella sua casa la privacy era pari allo zero; qualche vicino l’avrebbe sicuramente visto. Inoltre, se avessero fatto sesso e Stefania avesse goduto come pensava, l’avrebbero sicuramente sentita tutti i vicini. Marco le aveva detto che era disposto ad ospitarla. Si trattava solo di prendere un treno. Il problema era che lei non lavorava, stava sempre in casa e non aveva parenti o amici per giustificare un viaggio del genere. Era proprio una situazione del cazzo.
Lui le aveva detto che dopo averla presa alla stazione ed essersi presentati, in auto senza tanti preamboli, le avrebbe preso la mano e gliel’avrebbe messa sul cazzo. Lei aveva replicato, ed era la verità, che non aveva mai fatto una sega, ma lui non era irritato per queste sue, chiamiamole, mancanze. Infatti, non vedeva l’ora di riempire le “lacune sessuali” di Stefania.
Stefania sapeva che stava giocando con il fuoco, ma le piaceva terribilmente, la faceva sentire viva. Sì, non si doveva fare illusioni, si trattava di sesso, ma era adulta, anche se forse non troppo. E poi, lei non aveva mai fatto nulla del genere. Lui sembrava sicuro di sé, visto che in altri casi, delle sue chat si erano trasformate in incontri. Stefania non aveva vissuto e perciò non conosceva le persone, tanto meno gli uomini, aveva paura di fare un errore madornale.
Sapeva di non essere l’unica donna a tradire il marito. Ma questo era una cosa che da lei non ci si sarebbe aspettata. Lei quella seria, quella assennata, quella mai considerata dagli uomini, più per un fatto caratteriale, non perché fosse brutta. Era quella che non aveva mai civettato, mai avuto dei flirt, pertanto non sapeva come muoversi con un uomo. Non aveva nessuno, a cui chiedere dei consigli e poi si immaginava che le avrebbero detto di lasciare perdere.
A Stefania all’apparenza non mancava nulla, ma le persone che ne sapevano del suo matrimonio?
Il problema era che non c’era sintonia con il marito al di là del sesso, che in teoria sapeva che doveva essere un collante per una coppia. Il marito in maniera bonaria la prendeva in giro per le sue necessità sessuali. In una parola, Stefania era frustrata. Certo, lei si masturbava, ma non le bastava più e poi non avendo mai avuto altro uomo al di fuori del marito, voleva in poche parole, provare cosa fosse il sesso nudo e crudo. Il marito non la faceva neanche sentire bella. Lei non ci si sentiva di suo, ma Marco le aveva detto che le sue gambe non erano così grosse. Inoltre, le aveva scritto che il suo culo era rotondo e sodo.
Insomma, sì, Marco magari voleva da lei solo il sesso, ma in quel momento, lei lo voleva più, di quanto, mai osasse confessare a se stessa. Voleva essere in balia carnale di Marco. Voleva godere, essere porca per lui, voleva dimenticare la parte seria di lei, voleva lasciarsi andare, senza se e senza ma. Non voleva pentirsi in alcun modo, la vita è una sola e lei fino a questo momento, aveva perduto fin troppo tempo. Stefania non voleva però diventare una puttana che passava da un uomo all’altro.
Suo marito, una volta, con puro maschilismo, in seguito a una discussione, le disse che per trovare un uomo, bastava che allargasse le gambe. Ecco, lei non voleva ridursi a fare quello. Se ci ripensava provava ancora rabbia verso il marito. Nonostante i suoi studi, lei non riusciva mai o quasi mai, ad avere ragione su di lui. Probabilmente, era sola colpa del suo carattere di merda, definizione data dalla suocera, anche lei molto gentile, come ben si capisce.
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